Escursione ad anello che si svolge nella Riserva Naturale del Sasso Malascarpa, una delle zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia. Il Sasso Malascarpa è un vero spettacolo della natura, un'area caratterizzata da rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica. Punto più elevato è il Monte Prasanto, dal quale si ha un panorama davvero unico, in primis sul Resegone, sulle Grigne e sui Corni di Canzo. Grazie a una piazzola panoramica si possono osservare sulle sue pareti i "campi solcati", solchi tortuosi, talvolta piuttosto profondi e orientati soprattutto in senso verticale, causati dall'erosione dell'acqua sulla roccia calcarea. I sentieri sono tutti ben segnalati e a ogni bivio è presente una palina segnavia con le varie indicazioni e tempistiche. La variante del "Sentiero geologico alto" è impegnativa per alcuni tratti esposti e per il terreno a volte instabile, sconsigliato in discesa o con cattivo tempo.
Un'ulteriore proposta escursionista ad anello al Sasso Malascarpa è da Canzo.
Da Milano si segue la superstrada verso Lecco e dopo aver costeggiato il Lago di Annone, si prende l’uscita per Valmadrera-Civate-Lecco. Si segue ora la vecchia superstrada passando sotto al cavalcavia di quella nuova, per poi proseguire verso Lecco. Dopo l'uscita Valmadrera-Bellagio, in pochi minuti si arriva a Valmadrera. Alla prima rotonda si segue, prima Via Casnedi e poi si continua in Via Don Arturo Pozzi, raggiungendo in pochi istanti il cimitero, continuando poi in Via Salvo d’Acquisto si arriva subito dopo nel parcheggio a più livelli (270 m). Si inizia risalire il viale acciottolato verso il Santuario di San Martino e tralasciato a sinistra il sentiero a sinistra LV (Lucio Vassena/Corno Birone), si arriva in breve sul viale con le cappelle della Via Crucis. Lasciato a destra il "Sentiero delle vasche" si sale in direzione della chiesa, poco prima della quale si svolta a destra iniziando a seguire il sentiero 5 in direzione di S. Tommaso, Sambrosera, Preguda. Raggiunta la prima "casota", il sentiero sale in maniera costante, fino a raggiungere il primo bivio. Tralasciato a sinistra il sentiero 1, si continua a seguire il 5 in comune con il "Sentiero Naturalistico dei Massi Erratici". Al successivo bivio si continua a seguire il sentiero 5, tralasciando il sentiero per Escursionisti Esperti "Dario e William" al Corno Birone. Oltrepassata l'antica fonte di Val Molinata, in breve si incrocia il sentiero "Luisin". Continuando sempre in direzione di S. Tommaso si arriva nei pressi di un pannello didattico, sul quale vengono descritti i massi erratici o "trovanti", nel specifico quelli della Molinata. Incrociata una stradina sterrata, si inizia a seguirla verso sinistra. Guadato un torrente, sul lato opposto arriviamo alla cava "Taja Sass", dove possiamo osservare un imponete masso erratico di serpentino. Continuando a seguire la sterrata poco dopo si arriva a un bivio. Tralasciata l'indicazione a destra per San Tommaso, si inizia a seguire il sentiero 1 in direzione del Sasso Malascarpa, raggiungendo in pochi minuti il Fontanino del Tufo, dove sgorga un'acqua freschissima. Rimanendo sempre sul sentiero 1, si sale fino a raggiungere un bivio, si svolta a destra affrontando la variante più impegnativa per il Sasso Malascarpa, tralasciando il sentiero più agevole per la Bocchetta di San Miro. Dopo un primo tratto tranquillo, oltrepassato un pannello, il sentiero inizia a salire ripidamente, con tratti esposti, fondo fangoso e instabile, sconsigliato in caso di cattivo tempo. Guadato un torrentello, si sale aiutati da alcuni tronchi in legno che formano una specie di scalinata, per poi proseguire a mezzacosta in direzione di una parete rocciosa. Si riprende a salire ripidamente a lato della parete con alcune strette svolte, aiutati da alcuni tronchi di legno, per poi uscire sui prati. Prima di proseguire si può raggiungere con una breve deviazione a sinistra gli spettacolari "campi solcati". Il sentiero rientra nel bosco e oltrepassato il "Fontanino", in breve si raggiungono le rocce sommitali del Sasso Malascarpa (1187 m). Proseguendo sul crinale a sinistra, si raggiunge facilmente il Monte Prasanto (1235 m). Seguendo le indicazioni per la Colma, si inizia a scendere lungo la cresta in direzione Nord. Dopo un breve tratto protetto a valle da una staccionata in legno, si abbandona momentaneamente il sentiero e con una breve salita verso destra si raggiunge la piazzola panoramica dei "Campi solcati". Oltre a essere un bellissimo punto d'osservazione verso i "Campi solcati", si può godere di una vista straordinaria sulla Valle dell'Adda e sulle cime che la circondano, Grignetta, Coltignone, Resegone, Monte Barro. Ritornati sul sentiero, si prosegue lungo la cresta superando facilmente alcuni affioramenti rocciosi, per poi scendere in una fitta pineta di rimboschimento fino alla Colma (997 m), tra la Val Ravella e la Val Gatton. Dalla palina segnavia si scende a destra sul sentiero 4, arrivando in breve all'Acqua del Fo (984 m), dove accanto alla fresca fonte, si erge imperioso un faggio monumentale. Seguendo le indicazione a destra del sentiero 4 per S. Tommaso, Valmarera, si scende verso destra. Facendo attenzione nel seguire i bolli rossi, si guada un torrentello verso destra e oltrepassata un'antica "casota", si prosegue ora a mezza costa sull'evidente sentiero. Incrociato il sentiero "Carlo Tof" si continua a scendere arrivando al successivo bivio con il sentiero 8. Proseguendo sempre sul sentiero 4, dopo aver costeggiato un muretto a secco si arriva nella piana di San Tommaso. Dalla palina segnavia si inizia a scendere lungo la strada d'accesso e dopo aver oltrepassata una bella cascata, si abbandona la strada e si imbocca sulla destra il "Sentiero Naturalistico dei Massi Erratici". Guadato un torrente al primo bivio si scende a sinistra per poi continuare a seguire il sentiero che taglia a mezza costa la montagna. Ignorando i vari sentieri che scendono a sinistra, si prosegue con qualche saliscendi fino a incrociare il sentiero 3 che scende da San Tommaso. Proseguendo sempre a mezza costa si scende fino al lavatoio in località il Ceppo. Superato un ponticello, si risalgono le scale e oltrepassata una Madonnina in breve si ritorna sul viale per San Martino che si risale brevemente chiudendo l'anello.
il selvadego
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Santuario di San Martino Dedicata da principio a San Martino, risulta dal Liber Notitiae Sanctorium Mediolani, la chiesa tuttavia conservava un'immagine tardogotica della Madonna del Latte molto venerata dalla popolazione locale. |
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Particolare di una delle cappelle della Via Crucis. Tutte le cappelle sono state costruite con un vano interno e piccole varianti architettoniche l'una rispetto all'altra. Le decorazioni sono opera dei fratelli Torricelli. |
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inizio del sentiero n. 5 |
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