Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

sabato 31 ottobre 2020

Da Campodolcino al rifugio Chiavenna....roba d'altri tempi

Da Campodolcino si sale a Fraciscio percorrendo l’antica mulattiera che serviva per salire al paese prima della costruzione della carrozzabile. Dopo aver raggiunto il laghetto di Gualdera, circondato dalla "Palü dal Fén" (Palude del Fieno), si segue il sentiero meditativo "Sui passi di Don Luigi Guanella", fino alla chiesa parrocchiale di Fraciscio, paese natale del Santo. Seguendo le indicazioni, si prosegue lungo il sentiero in direzione della bucolica conca dell'alpe Angeloga, dove sotto allo sguardo del Pizzo Stella, sorge il  rifugio Chiavenna. Per il ritorno si scende nella profonda e suggestiva forra del torrente Rabbiosa, lungo il "Sentiero della Caurga della Rabbiosa", il sentiero anche se particolarmente ripido e protetto a valle da funi d'acciaio, da qualche anno la "Caurga"  è inserita tra i monumenti naturali della Regione Lombardia.
 
Si segue la SS36 fino a Chiavenna, per poi continuare in direzione del Passo dello Spluga. Giunti a Campodolcino, si prosegue fino alla chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, poco prima della quale si lascia la macchina nel parcheggio sulla sinistra dove ha sede il municipio (1062 m).  Attraversata la strada, dalla palina segnavia si imbocca la vecchia mulattiera utilizzata prima della costruzione della strada asfaltata per Fraciscio. La mulattiera ben scalinata guadagna quota ripidamente restando a sinistra del torrente, incrociando la strada per un paio di volte. Giunti alle case di Mottala, si imbocca il sentiero a destra indicato da una palina segnavia per Gualdera. Si sale nella prima parte in maniera decisa, per poi proseguire più dolcemente lungo un corridoio erboso, dove sulla destra scorre placido il torrente di Gualdera. Varcato uno zapèl (piccola porta fra due muri a secco) e un piccolo ponte in legno, si arriva al grazioso laghetto di Gualdera, circondato dalla "Palü dal Fén" (1376 m). Attraversata la strada, si inizia a scendere sulla sinistra seguendo l’indicazione per Fraciscio, questo tratto fa parte del sentiero meditativo "Sui passi di Don Luigi Guanella”, corredato da piccoli pannelli, sui quali vengono riportare frasi del santo. Oltrepassate alcune abitazioni, il sentiero diventa un ampia mulattiera che conduce al ponte sul torrente Rabbiosa, oltre il quale si arriva alle prime case di Fraciscio (1341 m). Saliti alla chiesa parrocchiale dedicata a S. Rocco e S. Sebastiano, si prosegue sulla destra a lato di una casa con l’effige del santo. Tra stretti vicoli si esce dal paese e si prosegue su sentiero tra i pascoli, fino a raggiungere la strada a poca distanza dalla contrada di Soste (1442 m). Si riprende a salire percorrendo per un tratto la strada sterrata, per poi abbandonarla momentaneamente seguendo il sentiero a sinistra indicato da una palina segnavia. Attraversato un bel lariceto, si riprende a seguire la strada sterrata per un brevissimo tratto fino a una sbarra, oltre la quale si riprende a seguire il sentiero. Superato un imponente monolito, alla cui base c’è un crocifisso, tra radi larici si arriva alla base della parte più faticosa del percorso. Ripidamente con una lunga serie di stretti tornanti si risale il versante montuoso sulla sinistra, con bella vista sul Pizzo Stella che appare in tutta la sua bellezza. Al termine della salita si piega verso destra e dopo aver guadato un torrente, si entra in una stretta gola dove sulla destra scende un tumultuoso torrente. Costeggiando il torrente si percorre un breve tratto in piano per poi riprendere a salire fino a raggiungere in breve i pascoli dell’alpe Angeloga (2044 m). Il rifugio Chiavenna di proprietà della sezione CAI di Chiavenna si trova accanto alle baite ben ristrutturate, davanti all’omonimo laghetto, nelle cui acque si specchia il Pizzo Stella. Lontano la vista spazia sulle maggiori cime del versante occidentale della Valle di Spluga, il Pizzo del Forato (2967 m), il Pizzo Quadro (3013 m) e il Pizzo Sevino (3026 m). Per il ritorno si ripercorre il medesimo sentiero fino a Fraciscio, dal paese si scende lungo la strada d’accesso fino al secondo tornante, per poi seguire sulla destra il "Sentiero della Caurga della Rabbiosa”. ll sentiero esterno e parallelo alla forra, anche se particolarmente esposto e ripido è sempre protetto a valle da funi d’acciaio, si consiglia le brevi deviazioni per ammirare le suggestive cascate che escono dalla gola. Arrivati al “Ponte Romano”, non rimane che raggiungere la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista e il parcheggio da cui si è partiti. 
Malati di Montagna; PiGi e il selvadego


Laghetto di Gualdera 1376 m
Il laghetto è circondato dalla Palude del Fieno, dove si possono osservare nella stagione primaverile durante il risveglio numerose specie protette, di animali e vegetal.










Pizzo Stella 3163 m
Si tratta della cima più famosa della Valchiavenna, conquistata nel 1865 da John Ball, scalatore inglese che fu fra i primi ad esplorare queste montagne.























sabato 24 ottobre 2020

Val Buscagna in veste autunnale

Si cammina tra vaste praterie alpine, sotto allo sguardo di maestosi picchi rocciosi, dal Monte Cervandone al Pizzo Cornera. Un silenzio rotto solo dal vento che soffia tra i larici secolari, sentinelle che per la stagione autunnale si vestono di un colore dorato. Attraverso un caratteristico ponticello in legno si raggiunge il Lago Nero,  nelle cui acque cristalline si specchiano i larici che lo circondano e le vette innevate. Si scende poi all'alpe Misanco alpeggio ancora oggi utilizzato, per poi ritornare nella piana del Devero. I sentieri sono ben segnalati, un giro ad anello consigliato, soprattutto in versione autunnale.

L’alpe Devero si raggiunge seguendo l’autostrada A26 Volti-Gravellona Toce fino Gravellona, per poi proseguire lungo la statale 36 del Sempione. Oltrepassata Domodossola, si continua fino all'uscita di Crodo. Seguendo le indicazioni per Baceno/Val Formazza si arriva in pochi minuti a Baceno, da dove si prosegue in direzione dell'alpe Devero. L'accesso all'alpe è interdetto alle auto private che vanno lasciate nel parcheggio a pagamento sottostante (6 euro). Dal parcheggio (1630 m) si sale verso le caratteristiche case in legno e pietra ben conservate, giunti alla chiesetta in località "ai Ponti" (1640 m) si prosegue a sinistra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia (H13). Rimanendo a sinistra del torrente, dopo aver oltrepassato uno skilift, si attraversa un ponticello in legno, per poi continuare in piano lungo una stradina sterrata. Tralasciato il ponte sulla sinistra da cui poi si farà ritorno, si arriva al caratteristico villaggio di Pedemonte (1644 m), dove si respira ancora il profumo del legno utilizzato per la costruzione delle case. Seguendo i segnavia bianco/rossi, si inizia a salire a monte delle abitazioni, per poi proseguire in un bel sentiero che si alza gradatamente all'interno del bosco. Terminata la salita si arriva all'inizio della Val Buscagna, dove il panorama si apre sempre più ad ogni passo. Raggiunta la baita in sasso dell'alpe Buscagna inferiore (1949 m) il sentiero prosegue in falsopiano costeggiando il lento scorrere del torrente. Tralasciato momentaneamente il caratteristico ponticello in legno, con il quale si raggiunge il Lago Nero, si continua diritti in falsopiano seguendo le indicazioni poste sulla palina segnavia. Arrivati all'alpe Buscagna superiore (1972 m), neve permettendo si può proseguire verso il Passo di Valtendra che mette in comunicazione con l'alpe Veglia, salire alla Scatta d'Orogna, oppure raggiungere il bivacco Combi e Lanza. Ritornati al ponticello, si attraversa il torrente per poi seguire a sinistra il sentiero che sale fino al bivio indicato da un cartello in legno su un albero, per il sottostante Lago Nero. Dopo una doverosa pausa seduti sulle sponde di questo splendido specchio d'acqua circondato da larici dorati, come a volerlo proteggere dal mondo esterno, riprendiamo il cammino. Tralasciato il bivio per il Monte Cazzola, si scende a sinistra lungo uno stretto intaglio tra le rocce, attenzione a non scivolare in caso di ghiaccio, raggiungendo in breve l'ape Misanco (1999 m). Il sentiero continua a scendere in maniera costante entrando nuovamente nel bosco. Dopo aver attraversato un ponticello in legno, si prosegue rimanendo alti sul torrente che scende dalla Val Buscagna. Attraversato il ponte, si arriva nuovamente in località Piedimonte, da qui si ripercorre il medesimo percorso fatto al mattino fino al parcheggio.
Malati di Montagna: PiGi e il selvadego







































dettagli e traccia gpx
video in 3D della traccia