Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 26 novembre 2017

Nel «Piccolo mondo antico» della Valsolda

Soffiava sul lago una breva fredda, infuriata di voler cacciar le nubi grigie, pesanti sui cocuzzoli scuri delle montagne. Infatti, quando i Pasotti, scendendo da Albogasio Superiore, arrivarono a Casarico, non pioveva ancora. Le onde stramazzavano tuonando sulla riva, sconquassavan le barche incatenate, mostravano qua e là, sino all'opposta sponda austera del Doi, un lingueggiar di spume bianche. Ma giù a ponente, in fondo al lago, si vedeva un chiaro, un principio di calma, una stanchezza della breva; e dietro al cupo monte di Caprino usciva il primo fumo di pioggia. Pasotti, in soprabito nero di cerimonia, col cappello a staio in testa e la grossa mazza di bambù in mano, camminava nervoso per la riva, guardava di qua, guardava di là, si fermava a picchiar forte la mazza a terra, chiamando quell'asino di barcaiuolo che non compariva.
da "Piccolo mondo antico", di Antonio Fogazzaro

Escursione ad anello in Valsolda, una valle baciata dal sole, tra dolomitiche montagne affacciate sul sul lago Ceresio, o Lago di Lugano. Si percorrono antiche mulattiere, attraversando caratteristici borghi e nuclei rurali, dove non mancheranno suggestivi scorci panoramici. Un viaggio a ritroso nel tempo, nell'ambiente romantico del “Piccolo Mondo Antico”. Si consiglia di effettuare questa escursione senza fretta, in modo tale da poter scoprire ogni angolo dei borghi che si attraversano.

Dall'autostrada A9 (Milano/Chiasso) si esce a Como nord (ultima uscita prima del confine), per poi proseguire costeggiando il lago di Como fino a Menaggio. Seguendo le indicazioni per Porlezza, dopo aver oltrepassato lo splendido centro rivierasco, si costeggia il Ceresio fino a raggiungere San Mamete, “accovacciato sulla riva come a bere”. La macchina la si può lasciare nel parcheggio poco dopo la piazzetta sulla sinistra, gratuito nei giorni festivi (275 m). Dalla caratteristica piazzetta, seguendo le indicazioni del TCI, si risale la scalinata raggiungendo il sagrato della chiesa di San Mamete, dedicata ai santi Mamete e Agapito, con accanto il campanile romanico del XI sec., un tempo staccato dalla chiesa. Si prosegue passando sopra un grosso salto roccioso, col torrente Soldo che rumoreggia in basso, raggiungendo in breve la cappella di forma cilindrica dedicata alla natività di San Carlo Borromeo. Poco prima si può notare sulla destra un’impronta di una mano sulla roccia, la tradizione popolare vuole che l'arcivescovo Carlo, in visita pastorale, salendo a visitare le altre chiese, stanco, appoggiò la mano lasciando l'impronta. Si prosegue arrivando poco dopo ai prati di Campò e ai Dossi, con una breve deviazione sulla destra si può salire all'oratorio di S. Carlo all'Esquilino, situato in splendida posizione panoramica. Continuando sulla stradina asfaltata (Via dei Dossi), dopo pochi minuti in prossimità di una cappella si incrocia la strada che sale verso Loggio (370 m). La si segue per un breve tratto verso sinistra in leggera salita fino a un tornante, per poi abbandonarla seguendo sulla sinistra Via Madonnina. Prima di raggiungere la chiesa parrocchiale di Loggio, attraversando le strette viuzze si raggiunge prima un lavatoio coperto, cinquecentesco, con una mola circolare in pietra e subito dopo casa Mossini, dove si può osservare sopra il portone dell'entrata un'immagine della Sindone con la Madonna dai sette dolori e lungo la facciata una serie di graffiti con putti. Dalla chiesa di Loggio dedicata a San Bartolomeo del XVI sec., si continua a seguire la mulattiera fino a un bivio, si prosegue a sinistra seguendo Via alla Cascata e in breve si scende al ponte in pietra, a poca distanza da una bella cascata. Dopo alcuni tornanti si abbandona la Via Crucis e si sale a destra incrociando la strada asfalta a Puria (504 m). Sul lato opposto della strada si passa accanto a un antico lavatoio e seguendo le strette viuzze del borgo si arriva nella bella Piazza del Congresso, dove si trova Palazzo Pozzi (eretto verso il 1741) sulla cui facciata sono ancora visibili alcune decorazioni. Senza percorso obbligato, si attraversa il paese e dopo la casa nativa di Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini”, grande architetto, oltreché pittore, al servizio di Carlo Borromeo, si raggiunge il sagrato della chiesa di origine romanica di Santa Maria Assunta, totalmente rifatta nei sec. XVI-XVII. Dalla chiesa si inizia a seguire la strada asfaltata in leggera salita per alcuni minuti fino a raggiungere il cimitero. Abbandonata la strada si segue la strada acciottolata e dopo aver attraversato un ponticello in pietra, si sale fino a raggiungere la frazione più alta della valle, Dasio (582 m). Si sale passando accanto alla chiesa di San Bernardino e arrivati poco dopo a un bivio, si svolta a sinistra attraversando il paese, fino a incrociare la strada asfaltata che si inizia a seguire verso destra. Subito dopo aver oltrepassato il campeggio di San Rocco, si abbandona la strada e si segue a destra il "Sentiero Vita". Attraversato un castagneto, si arriva in breve all'oratorio di San Rocco, in posizione panoramica sulla valle, il sentiero prosegue per un breve tratto in piano passando accanto a una fontana, per poi scendere fino a raggiungere un parcheggio sterrato. Si prosegue verso monte seguendo la strada sterrata e dopo aver attraversato il ponte di Bizzo, si continua ancora per un breve tratto, fino a guadare un torrentello. Abbandonata la sterrata si imbocca sulla sinistra il sentiero n. 17 e dopo pochi metri si tralascia il sentiero a sinistra che scende verso le baite e si prosegue sul sentiero in falsopiano, dove all'inizio un cartello ci informa che stiamo per percorrere un sentiero magico… Si continua a mezzacosta senza particolari problemi, per poi immettersi in una bella stradina selciata. Giunti a un bivio con un cippo, prima di scendere a sinistra verso Castello, si consiglia una breve deviazione di pochi minuti verso Muzzaglio con la graziosa chiesetta e le baite ben ristrutturate (655 m). Dal bivio si perde velocemente quota fino a raggiungere il torrente che si attraversa grazie a un ponte, oltre il quale si continua seguendo la comoda strada sterrata. Oltrepassata una baita con una saltella, si tralascia a destra il sentiero n. 13 e si continua a seguire la strada acciottolata contrassegnata con il segnavia 15, fino a raggiungere il cimitero di Castello, che ci ricorda la triste storia della piccola Maria Maironi, "Ombretta sdegnosa del Missipipì" (451 m). Si entra tra i meandri dei vicoli del borgo, percorrendo in leggera salita la strada acciottolata. Non bisogna avere fretta nel visitare Castello, prima di tutto bisogna salire alla rocca, dove c'è l'antica cappella dedicata alla Beata Vergine Addolorata, per poi scendere verso la chiesa parrocchiale, incontrando sul proprio cammino antichi palazzi decorati, piazze, fontane e lavatoi. Ma la vera perla di Castello è la chiesa di San Martino, considerata la piccola "Sistina" di Lombardia, con il soffitto barocco e tutto l'ornato pittorico di fine '500, ne fanno un piccolo gioiello della pittura lombarda. Si abbandona a malincuore il sagrato della chiesa e si prosegue seguendo le indicazioni per il Museo Casa Pagani. Per il ritorno seguendo gli evidenti cartelli del TCI, si scende percorrendo la bella mulattiera, tra i giardini fioriti di vegetazione mediterrane, fino a raggiungere la frazione di Casarico. Non rimane che seguire per pochi minuti la strada asfalta verso sinistra ritornando al parcheggio.
Malati di Montagna: Simonetta, Lorenzo, Danilo, Silvio, Pg e il selvadego

Si parte da S. Mamete 272 m,
un piccolo borgo dall'aspetto ancora medioevale con una piazzetta porticata affacciata sul lago.




Si sale verso la chiesa di S. Mamete, dedicata ai santi Mamete e Agapito.


 Con un bel campanile romanico dell'XI secolo che un tempo era staccato dal corpo della chiesa.


panorama


La tradizione popolare vuole che l'arcivescovo Carlo, in visita pastorale, salendo a visitare le altre chiese, stanco, appoggiò la mano lasciando l'impronta. Al momento della beatificazione del loro arcivescovo i valsoldesi scelsero questo luogo per edificare un tempio.


Panorama verso la chiesa di San Bartolomeo a Loggio


Loggio 400 m


Casa Mossini con un dipinto raffigurante la madonna dei sette dolori con la Sacra Sindone. Il culto di Loggio per la Sindone deriva dalla emigrazione di lavoratori a Torino in un periodo di ostensione della Sindone.



chiesa di San Bartolomeo


antico e...


...nuovo ponte


Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini”. Nato a Puria nel 1527, il Pellegrini fu grande architetto, oltreché pittore, al servizio di Carlo Borromeo arcivescovo di Milano, e fu insignito da Filippo II di Spagna, per il quale lavoró all’Escuriale, del titolo di Marchese di Valsolda.


tra i vicoli di Puria


...son troppo stanco...



chiesa di Santa Maria Assunta


Dasio 582 m



Oratorio di San Rocco, a pianta circolare che ricorda le chiesette inserite nel perimetro dei "lazzaretti" per il ricovero degli appestati nelle epidemie del XVII secolo.



arrivo a Muzzaglio 655 m


si inizia a scendere percorrendo bellissime mulattiere



panorama sul versante opposto della valle, con alcuni borghi attraversati


Il paese di Castello (451 m) è posto a strapiombo sopra un dirupo, meno ripido verso S. Mamete, più impervio nella parte verso Puria chiamata per questo "Al pizz".


dall'antica rocca


compagni di viaggio...


Il paese è un labirinto di vicoli, scalette, portici, anfratti, case addossate le une alle altre tipiche dei sistemi difensivi.






La chiesa di San Martino è considerata la piccola "Sistina" di Lombardia, il suo soffitto barocco, e tutto l'ornato pittorico di fine '500, ne fà un piccolo gioiello della pittura lombarda.



Dal sagrato della chiesa si può ammirare il lago fino al S. Salvatore, il promontorio di S.Mamete, Oria e Albogasio.


Tra le case di rilievo del borgo c'è la casa nativa del pittore Paolo Pagani, nato a Castello nel 1655. L'abitazione è stata utilizzata fino agli anni '70 come scuola elementare.


non rimane che scendere verso il lago lungo una bella mulattiera,
in mezzo a una vegetazione tipica mediterranea....



domenica 19 novembre 2017

Basta un poco di Spino e il Rabbioso va giù...

Splendido itinerario ad anello che si svolge lungo i pendii del Pizzo Spino, tra boschi, radure, vallette e sentieri dimenticati. Dopo il Pizzo Rabbioso, con la nuova croce posata il 2 luglio 2017 dal Gruppo Alpini di Bracca. il più vecchio gruppo alpini della provincia di Bergamo, si raggiunge prima la Croce di Bracca e poi il Pizzo di Spino. Queste tre elevazioni, rappresentano un ottimo punto panoramico sulle montagne circostanti e sulle sottostanti vallate.

Da Milano si segue l'autostrada A4 sino all'uscita di Dalmine, per poi continuare sulla statale 470 Dalmine/Villa D’Almè. Alla rotonda di Villa D’Almè si seguono le indicazioni fino a San Pellegrino Terme. Dopo il famoso stabilimento dell’acqua minerale, poco prima dell’ingresso della galleria, si svolta a destra arrivando in breve in Via Preganello. La macchina la si può lasciare nel comodo parcheggio a più livelli, poco prima dell’inizio del sentiero 594. Seguendo le indicazioni poste su una recinzione al numero civico 25/27, si risale una scalinata per poi piegare verso sinistra . Si segue uno sterrato fino a incrociare una recente strada asfalta, qui ci sono due possibilità, seguire i segnavia fino al secondo tornante per poi continuare su comodo sentiero, oppure imboccare sulla destra una traccia che si alza ripida fino a incrociare il sentiero citato. Si guadagna quota in maniera costante tagliando con lunghe diagonali il pendio, inoltrandosi sempre più nella suggestiva Valcava, tra le cui pareti scorre incassato un torrente, creando delle belle cascatelle e pozze d’acqua. Guadato il torrente si prosegue seguendo il sentiero che lo costeggia, tralasciando un’altro sentiero che si alza ripido a destra con bolli rossi. In breve si arriva a Valcava Bassa, posta in stupenda posizione, tra secolari ciliegi (680 m). Si continua a salire con belle vedute verso le rocciose e dirupate Corna Pedersina e Corna Marea, fino al bivio nei pressi della fontana di Valcava Alta (900 m). Tralasciato il sentiero a sinistra per Santa Croce, si continua a salire in direzione di M. Spino (sent. 594) - Bracca/Frerola (sent. 597). Arrivati dopo pochi minuti al Colle Bracca, si scende sul versante opposto seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, fino a incrociare il sentiero 597. Tralasciato momentaneamente il sentiero 594, proseguiamo a sinistra a mezza costa in direzione di Frerola. Dopo aver oltrepassato la località Fenii (1020 m), si continua a seguire il sentiero fino a raggiungere il crinale. Abbandonato il sentiero 597, si inizia a seguire a sinistra i paletti segnavia di color rosso. Dopo un primo tratto in moderata salita, il sentiero si impenna improvvisamente fino a raggiungere la nuova croce sul Pizzo Rabbioso (1130 m). La croce è stata progettata da Gianbattista Gritti, ed è formata da due penne d’alpino intrecciate, idealmente rappresenta il Cristo Crocifisso. Il panorama è davvero molto bello e oltre alle cime più famose, tra cui l'Arera e la Cima Menna, si vede anche la prossima cima che si dovrà raggiungere, il Pizzo di Spino. Ritornati al bivio, si continua seguendo il sentiero 594, in direzione del Pizzo di Spino/Bracca/Pregaroldi. Con un lungo mezza costa si arriva al bel Ròcol di Ciarek, dove abbandonato il sentiero 597 che scende verso Bracca, si segue il 594 per il Pizzo di Spino. Si consiglia prima di proseguire una breve deviazione di pochi minuti verso la Croce di Bracca, posta sopra all’omonimo abitato, l’indicazione del sentiero è sulla palina segnavia all’inizio del sentiero che scende verso Bracca (sent. 597). Seguendo il sentiero 594 in pochi minuti si raggiunge il panoramico crinale, spartiacque tra la Val Serina e la Val Brembana. Si inizia a percorre la linea tagliafuoco verso sinistra e dopo alcuni saliscendi si arriva a un bivio. Tralasciato momentaneamente il sentiero a sinistra per Pregaroldi/Ambria, si inizia a risalire il ripido pendio con alcune strette svolte, fino a raggiungere la grande croce del Pizzo di Spino (960 m). Vasto il panorama sia sul versante della media Val Brembana che sulla Val Serina. Tornati al bivio si inizia a seguire il sentiero 594A sulla destra, che scendendo all'interno del bosco arriva fino a Pregaroldi (600 m). Si percorre la strada asfaltata d'accesso al paese, fino alla curva nei pressi della cappella della Madonna contadina. Dalla palina segnavia si inizia a seguire le indicazioni per Spino al Brembo/Ambria/San Pellegrino Terme. La mulattiera continua a mezza costa tra due muretti a secco, fino a raggiungere una baita dove termina. Seguendo con attenzione i segnavia si segue il sentiero a sinistra della baita perdendo velocemente quota, per poi proseguire con un traverso fino a un bivio non segnalato (attenzione!). Si abbandona il sentiero che prosegue diritto e con una secca curva verso destra si prosegue sull’ampio sentiero, fino a raggiungere l’entrata di una proprietà privata con un grosso cancello. Il sentiero prosegue poco più in alto sulla sinistra contrassegnato da bolli gialli, purtroppo non ci sono indicazioni e in questo tratto bisogna fare attenzione. Incrociata una stradina sterrata la si segue per pochi metri verso monte, per poi abbandonarla seguendo a sinistra un sentiero che subito dopo si immette in una bella mulattiera arrivando in breve a Tezzi (523 m). Seguendo gli evidenti bolli bianco/rossi si attraversa il paese verso destra e passati sotto un portico si segue l’indicazione su un muretto per San Pellegrino Terme. Arrivati a un bivio si segue il sentiero 594 sulla destra che sale leggermente, per poi proseguire a mezza costa con alcuni saliscendi. Il sentiero anche se ben evidente, in alcuni tratti è leggermente esposto, per cui è da percorrere con un minimo d’attenzione. Dopo un tratto ghiaioso, si attraversa la suggestiva Val Morasca e in pochi minuti si arriva nei pressi di un grande prato in località Pizzol. In prossimità di una baita ristrutturata il sentiero piega a sinistra e scende immettendosi su una bella mulattiera che si segue fino a raggiungere una strada sterrata. Si scende verso destra percorrendo un tratto acciottolato e dopo aver oltrepassata una sbarra, si continua sulla strada asfalta verso destra ritornando in Via Preganello, chiudendo l’anello.
Malati di montagna: Lorenzo, Danilo e il selvadego

tutto tace...a Pregalleno...


...si entra in Valcava, accompagnati solo dal mormorio del torrente...




iniziano i panorami sulla valle e...


...sulle Corna...


si sale verso il Pizzo Rabbioso





la Corna Piana e l'Arera


cresta con vista sulla Cima di Menna


uno sguardo verso la prossima meta...il Pizzo di Spino


Ròcol di Ciarek


dalla Croce di Bracca...Bracca



lungo la cresta...



Pizzo di Spino 958 m


Pizzo di Spino chiama Rabbioso...


Madonna Contadina di Christian Leroy
a Pregaroldi


si torna a casa...