Soffiava sul lago una breva fredda, infuriata di voler cacciar le nubi grigie, pesanti sui cocuzzoli scuri delle montagne. Infatti, quando i Pasotti, scendendo da Albogasio Superiore, arrivarono a Casarico, non pioveva ancora. Le onde stramazzavano tuonando sulla riva, sconquassavan le barche incatenate, mostravano qua e là, sino all'opposta sponda austera del Doi, un lingueggiar di spume bianche. Ma giù a ponente, in fondo al lago, si vedeva un chiaro, un principio di calma, una stanchezza della breva; e dietro al cupo monte di Caprino usciva il primo fumo di pioggia. Pasotti, in soprabito nero di cerimonia, col cappello a staio in testa e la grossa mazza di bambù in mano, camminava nervoso per la riva, guardava di qua, guardava di là, si fermava a picchiar forte la mazza a terra, chiamando quell'asino di barcaiuolo che non compariva.
da "Piccolo mondo antico", di Antonio Fogazzaro
Dall'autostrada A9 (Milano/Chiasso) si esce a Como nord (ultima uscita prima del confine), per poi proseguire costeggiando il lago di Como fino a Menaggio. Seguendo le indicazioni per Porlezza, dopo aver oltrepassato lo splendido centro rivierasco, si costeggia il Ceresio fino a raggiungere San Mamete, “accovacciato sulla riva come a bere”. La macchina la si può lasciare nel parcheggio poco dopo la piazzetta sulla sinistra, gratuito nei giorni festivi (275 m). Dalla caratteristica piazzetta, seguendo le indicazioni del TCI, si risale la scalinata raggiungendo il sagrato della chiesa di San Mamete, dedicata ai santi Mamete e Agapito, con accanto il campanile romanico del XI sec., un tempo staccato dalla chiesa. Si prosegue passando sopra un grosso salto roccioso, col torrente Soldo che rumoreggia in basso, raggiungendo in breve la cappella di forma cilindrica dedicata alla natività di San Carlo Borromeo. Poco prima si può notare sulla destra un’impronta di una mano sulla roccia, la tradizione popolare vuole che l'arcivescovo Carlo, in visita pastorale, salendo a visitare le altre chiese, stanco, appoggiò la mano lasciando l'impronta. Si prosegue arrivando poco dopo ai prati di Campò e ai Dossi, con una breve deviazione sulla destra si può salire all'oratorio di S. Carlo all'Esquilino, situato in splendida posizione panoramica. Continuando sulla stradina asfaltata (Via dei Dossi), dopo pochi minuti in prossimità di una cappella si incrocia la strada che sale verso Loggio (370 m). La si segue per un breve tratto verso sinistra in leggera salita fino a un tornante, per poi abbandonarla seguendo sulla sinistra Via Madonnina. Prima di raggiungere la chiesa parrocchiale di Loggio, attraversando le strette viuzze si raggiunge prima un lavatoio coperto, cinquecentesco, con una mola circolare in pietra e subito dopo casa Mossini, dove si può osservare sopra il portone dell'entrata un'immagine della Sindone con la Madonna dai sette dolori e lungo la facciata una serie di graffiti con putti. Dalla chiesa di Loggio dedicata a San Bartolomeo del XVI sec., si continua a seguire la mulattiera fino a un bivio, si prosegue a sinistra seguendo Via alla Cascata e in breve si scende al ponte in pietra, a poca distanza da una bella cascata. Dopo alcuni tornanti si abbandona la Via Crucis e si sale a destra incrociando la strada asfalta a Puria (504 m). Sul lato opposto della strada si passa accanto a un antico lavatoio e seguendo le strette viuzze del borgo si arriva nella bella Piazza del Congresso, dove si trova Palazzo Pozzi (eretto verso il 1741) sulla cui facciata sono ancora visibili alcune decorazioni. Senza percorso obbligato, si attraversa il paese e dopo la casa nativa di Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini”, grande architetto, oltreché pittore, al servizio di Carlo Borromeo, si raggiunge il sagrato della chiesa di origine romanica di Santa Maria Assunta, totalmente rifatta nei sec. XVI-XVII. Dalla chiesa si inizia a seguire la strada asfaltata in leggera salita per alcuni minuti fino a raggiungere il cimitero. Abbandonata la strada si segue la strada acciottolata e dopo aver attraversato un ponticello in pietra, si sale fino a raggiungere la frazione più alta della valle, Dasio (582 m). Si sale passando accanto alla chiesa di San Bernardino e arrivati poco dopo a un bivio, si svolta a sinistra attraversando il paese, fino a incrociare la strada asfaltata che si inizia a seguire verso destra. Subito dopo aver oltrepassato il campeggio di San Rocco, si abbandona la strada e si segue a destra il "Sentiero Vita". Attraversato un castagneto, si arriva in breve all'oratorio di San Rocco, in posizione panoramica sulla valle, il sentiero prosegue per un breve tratto in piano passando accanto a una fontana, per poi scendere fino a raggiungere un parcheggio sterrato. Si prosegue verso monte seguendo la strada sterrata e dopo aver attraversato il ponte di Bizzo, si continua ancora per un breve tratto, fino a guadare un torrentello. Abbandonata la sterrata si imbocca sulla sinistra il sentiero n. 17 e dopo pochi metri si tralascia il sentiero a sinistra che scende verso le baite e si prosegue sul sentiero in falsopiano, dove all'inizio un cartello ci informa che stiamo per percorrere un sentiero magico… Si continua a mezzacosta senza particolari problemi, per poi immettersi in una bella stradina selciata. Giunti a un bivio con un cippo, prima di scendere a sinistra verso Castello, si consiglia una breve deviazione di pochi minuti verso Muzzaglio con la graziosa chiesetta e le baite ben ristrutturate (655 m). Dal bivio si perde velocemente quota fino a raggiungere il torrente che si attraversa grazie a un ponte, oltre il quale si continua seguendo la comoda strada sterrata. Oltrepassata una baita con una saltella, si tralascia a destra il sentiero n. 13 e si continua a seguire la strada acciottolata contrassegnata con il segnavia 15, fino a raggiungere il cimitero di Castello, che ci ricorda la triste storia della piccola Maria Maironi, "Ombretta sdegnosa del Missipipì" (451 m). Si entra tra i meandri dei vicoli del borgo, percorrendo in leggera salita la strada acciottolata. Non bisogna avere fretta nel visitare Castello, prima di tutto bisogna salire alla rocca, dove c'è l'antica cappella dedicata alla Beata Vergine Addolorata, per poi scendere verso la chiesa parrocchiale, incontrando sul proprio cammino antichi palazzi decorati, piazze, fontane e lavatoi. Ma la vera perla di Castello è la chiesa di San Martino, considerata la piccola "Sistina" di Lombardia, con il soffitto barocco e tutto l'ornato pittorico di fine '500, ne fanno un piccolo gioiello della pittura lombarda. Si abbandona a malincuore il sagrato della chiesa e si prosegue seguendo le indicazioni per il Museo Casa Pagani. Per il ritorno seguendo gli evidenti cartelli del TCI, si scende percorrendo la bella mulattiera, tra i giardini fioriti di vegetazione mediterrane, fino a raggiungere la frazione di Casarico. Non rimane che seguire per pochi minuti la strada asfalta verso sinistra ritornando al parcheggio.
Malati di Montagna: Simonetta, Lorenzo, Danilo, Silvio, Pg e il selvadego
Escursione ad anello in Valsolda, una valle baciata dal sole, tra dolomitiche montagne affacciate sul sul lago Ceresio, o Lago di Lugano. Si percorrono antiche mulattiere, attraversando caratteristici borghi e nuclei rurali, dove non mancheranno suggestivi scorci panoramici. Un viaggio a ritroso nel tempo, nell'ambiente romantico del “Piccolo Mondo Antico”. Si consiglia di effettuare questa escursione senza fretta, in modo tale da poter scoprire ogni angolo dei borghi che si attraversano.
Dall'autostrada A9 (Milano/Chiasso) si esce a Como nord (ultima uscita prima del confine), per poi proseguire costeggiando il lago di Como fino a Menaggio. Seguendo le indicazioni per Porlezza, dopo aver oltrepassato lo splendido centro rivierasco, si costeggia il Ceresio fino a raggiungere San Mamete, “accovacciato sulla riva come a bere”. La macchina la si può lasciare nel parcheggio poco dopo la piazzetta sulla sinistra, gratuito nei giorni festivi (275 m). Dalla caratteristica piazzetta, seguendo le indicazioni del TCI, si risale la scalinata raggiungendo il sagrato della chiesa di San Mamete, dedicata ai santi Mamete e Agapito, con accanto il campanile romanico del XI sec., un tempo staccato dalla chiesa. Si prosegue passando sopra un grosso salto roccioso, col torrente Soldo che rumoreggia in basso, raggiungendo in breve la cappella di forma cilindrica dedicata alla natività di San Carlo Borromeo. Poco prima si può notare sulla destra un’impronta di una mano sulla roccia, la tradizione popolare vuole che l'arcivescovo Carlo, in visita pastorale, salendo a visitare le altre chiese, stanco, appoggiò la mano lasciando l'impronta. Si prosegue arrivando poco dopo ai prati di Campò e ai Dossi, con una breve deviazione sulla destra si può salire all'oratorio di S. Carlo all'Esquilino, situato in splendida posizione panoramica. Continuando sulla stradina asfaltata (Via dei Dossi), dopo pochi minuti in prossimità di una cappella si incrocia la strada che sale verso Loggio (370 m). La si segue per un breve tratto verso sinistra in leggera salita fino a un tornante, per poi abbandonarla seguendo sulla sinistra Via Madonnina. Prima di raggiungere la chiesa parrocchiale di Loggio, attraversando le strette viuzze si raggiunge prima un lavatoio coperto, cinquecentesco, con una mola circolare in pietra e subito dopo casa Mossini, dove si può osservare sopra il portone dell'entrata un'immagine della Sindone con la Madonna dai sette dolori e lungo la facciata una serie di graffiti con putti. Dalla chiesa di Loggio dedicata a San Bartolomeo del XVI sec., si continua a seguire la mulattiera fino a un bivio, si prosegue a sinistra seguendo Via alla Cascata e in breve si scende al ponte in pietra, a poca distanza da una bella cascata. Dopo alcuni tornanti si abbandona la Via Crucis e si sale a destra incrociando la strada asfalta a Puria (504 m). Sul lato opposto della strada si passa accanto a un antico lavatoio e seguendo le strette viuzze del borgo si arriva nella bella Piazza del Congresso, dove si trova Palazzo Pozzi (eretto verso il 1741) sulla cui facciata sono ancora visibili alcune decorazioni. Senza percorso obbligato, si attraversa il paese e dopo la casa nativa di Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini”, grande architetto, oltreché pittore, al servizio di Carlo Borromeo, si raggiunge il sagrato della chiesa di origine romanica di Santa Maria Assunta, totalmente rifatta nei sec. XVI-XVII. Dalla chiesa si inizia a seguire la strada asfaltata in leggera salita per alcuni minuti fino a raggiungere il cimitero. Abbandonata la strada si segue la strada acciottolata e dopo aver attraversato un ponticello in pietra, si sale fino a raggiungere la frazione più alta della valle, Dasio (582 m). Si sale passando accanto alla chiesa di San Bernardino e arrivati poco dopo a un bivio, si svolta a sinistra attraversando il paese, fino a incrociare la strada asfaltata che si inizia a seguire verso destra. Subito dopo aver oltrepassato il campeggio di San Rocco, si abbandona la strada e si segue a destra il "Sentiero Vita". Attraversato un castagneto, si arriva in breve all'oratorio di San Rocco, in posizione panoramica sulla valle, il sentiero prosegue per un breve tratto in piano passando accanto a una fontana, per poi scendere fino a raggiungere un parcheggio sterrato. Si prosegue verso monte seguendo la strada sterrata e dopo aver attraversato il ponte di Bizzo, si continua ancora per un breve tratto, fino a guadare un torrentello. Abbandonata la sterrata si imbocca sulla sinistra il sentiero n. 17 e dopo pochi metri si tralascia il sentiero a sinistra che scende verso le baite e si prosegue sul sentiero in falsopiano, dove all'inizio un cartello ci informa che stiamo per percorrere un sentiero magico… Si continua a mezzacosta senza particolari problemi, per poi immettersi in una bella stradina selciata. Giunti a un bivio con un cippo, prima di scendere a sinistra verso Castello, si consiglia una breve deviazione di pochi minuti verso Muzzaglio con la graziosa chiesetta e le baite ben ristrutturate (655 m). Dal bivio si perde velocemente quota fino a raggiungere il torrente che si attraversa grazie a un ponte, oltre il quale si continua seguendo la comoda strada sterrata. Oltrepassata una baita con una saltella, si tralascia a destra il sentiero n. 13 e si continua a seguire la strada acciottolata contrassegnata con il segnavia 15, fino a raggiungere il cimitero di Castello, che ci ricorda la triste storia della piccola Maria Maironi, "Ombretta sdegnosa del Missipipì" (451 m). Si entra tra i meandri dei vicoli del borgo, percorrendo in leggera salita la strada acciottolata. Non bisogna avere fretta nel visitare Castello, prima di tutto bisogna salire alla rocca, dove c'è l'antica cappella dedicata alla Beata Vergine Addolorata, per poi scendere verso la chiesa parrocchiale, incontrando sul proprio cammino antichi palazzi decorati, piazze, fontane e lavatoi. Ma la vera perla di Castello è la chiesa di San Martino, considerata la piccola "Sistina" di Lombardia, con il soffitto barocco e tutto l'ornato pittorico di fine '500, ne fanno un piccolo gioiello della pittura lombarda. Si abbandona a malincuore il sagrato della chiesa e si prosegue seguendo le indicazioni per il Museo Casa Pagani. Per il ritorno seguendo gli evidenti cartelli del TCI, si scende percorrendo la bella mulattiera, tra i giardini fioriti di vegetazione mediterrane, fino a raggiungere la frazione di Casarico. Non rimane che seguire per pochi minuti la strada asfalta verso sinistra ritornando al parcheggio.
Malati di Montagna: Simonetta, Lorenzo, Danilo, Silvio, Pg e il selvadego
Si parte da S. Mamete 272 m,
un piccolo borgo dall'aspetto ancora medioevale con una piazzetta porticata affacciata sul lago.
un piccolo borgo dall'aspetto ancora medioevale con una piazzetta porticata affacciata sul lago.
Si sale verso la chiesa di S. Mamete, dedicata ai santi Mamete e Agapito.
Con un bel campanile romanico dell'XI secolo che un tempo era staccato dal corpo della chiesa.
panorama
La tradizione popolare vuole che l'arcivescovo Carlo, in visita pastorale, salendo a visitare le altre chiese, stanco, appoggiò la mano lasciando l'impronta. Al momento della beatificazione del loro arcivescovo i valsoldesi scelsero questo luogo per edificare un tempio.
Panorama verso la chiesa di San Bartolomeo a Loggio
Loggio 400 m
Casa Mossini con un dipinto raffigurante la madonna dei sette dolori con la Sacra Sindone. Il culto di Loggio per la Sindone deriva dalla emigrazione di lavoratori a Torino in un periodo di ostensione della Sindone.
chiesa di San Bartolomeo
antico e...
...nuovo ponte
Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini”. Nato a Puria nel 1527, il Pellegrini fu grande architetto, oltreché pittore, al servizio di Carlo Borromeo arcivescovo di Milano, e fu insignito da Filippo II di Spagna, per il quale lavoró all’Escuriale, del titolo di Marchese di Valsolda.
tra i vicoli di Puria
...son troppo stanco...
chiesa di Santa Maria Assunta
Dasio 582 m
Oratorio di San Rocco, a pianta circolare che ricorda le chiesette inserite nel perimetro dei "lazzaretti" per il ricovero degli appestati nelle epidemie del XVII secolo.
arrivo a Muzzaglio 655 m
si inizia a scendere percorrendo bellissime mulattiere
panorama sul versante opposto della valle, con alcuni borghi attraversati
Il paese di Castello (451 m) è posto a strapiombo sopra un dirupo, meno ripido verso S. Mamete, più impervio nella parte verso Puria chiamata per questo "Al pizz".
dall'antica rocca
compagni di viaggio...
Il paese è un labirinto di vicoli, scalette, portici, anfratti, case addossate le une alle altre tipiche dei sistemi difensivi.
La chiesa di San Martino è considerata la piccola "Sistina" di Lombardia, il suo soffitto barocco, e tutto l'ornato pittorico di fine '500, ne fà un piccolo gioiello della pittura lombarda.
Dal sagrato della chiesa si può ammirare il lago fino al S. Salvatore, il promontorio di S.Mamete, Oria e Albogasio.
Tra le case di rilievo del borgo c'è la casa nativa del pittore Paolo Pagani, nato a Castello nel 1655. L'abitazione è stata utilizzata fino agli anni '70 come scuola elementare.
non rimane che scendere verso il lago lungo una bella mulattiera,
in mezzo a una vegetazione tipica mediterranea....
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