Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 18 ottobre 2020

Autunno nella valle dei pittori

Camminare nel silenzio tra i pascoli d’alta quota, circondati dalle cime imbiancate dalla prima neve e coccolati dai caldi raggi del sole. In Val Vigezzo siamo all'inizio della stagione del foliage, un caleidoscopio di sfumature dorate, dove i boschi si trasformano in luoghi magici. L'anello escursionistico si sviluppa su sentieri ben segnalati e senza particolari difficoltà, fare attenzione alla presenza eventualmente di neve sui versanti in ombra, dove potrebbero anche esserci tratti ghiacciati.

Si percorre la SS337 della Val Vigezzo fino a Santa Maria Maggiore, per poi proseguire verso Toceno. Raggiunto il centro del paese, si iniziano a seguire le indicazioni per Arvogno. Risalendo la stradina asfaltata, dopo alcuni minuti si arriva nei pressi  del rifugio del Moro, dove si lascia l'auto nell'ampio parcheggio (1242 m). Si scende lungo la stradina asfaltata verso il ponte sul Melezzo, oltre il quale si imbocca sulla destra la mulattiera. Raggiunta la palina segnavia, si tralascia la strada sterrata da cui poi si farà ritorno e si inizia a seguire il sentiero M23 per la Bocchetta di Muino. Usciti da bosco si arriva nella bucolica radura dell'alpe Cortina (1355 m). Dalla palina segnavia si prosegue verso destra, per poi scendere guadando il torrente, oltre il quale si riprende a salire nel bosco. Alternando tratti a mezza costa, si passa a monte dell'alpe Caulin, per poi scendere raggiungendo un torrente racchiuso in una gola. Guadato il torrente in breve si sale arrivando alle baie dell'alpe Sdun (1465 m). Dalla palina segnavia seguendo sempre il sentiero M23 si inizia a salire in direzione delle baite più a monte. Si rientra nel bosco e si inizia a risalire sempre più ripidamente con una lunga serie di stretti tornanti. Usciti dal bosco si sale verso sinistra per un breve tratto, per poi svoltare a destra in direzione dell'evidente bocchetta di Muino, valico che mette in comunicazione l'altopiano vigezzino con i Bagni di Craveggia (1974 m). Oltre alla graziosa cappella, è stata collocata anche una scultura in legno, realizzata dagli scultori vigezzini Davide Allesina e Aurelio Montanari in ricordo di una figura molto comune fino ad alcuni anni orsono nelle zone di confine "lo spallone", il contrabbandiere che trasportava illegalmente merci varcando le frontiere, spesso utilizzando vie impervie e pericolose per sfuggire ai controlli. Dalla palina segnavia si scende sul versante della Vall'Onsernone seguendo il sentiero M25. Con percorso piacevole, si raggiungono le sponde del grazioso lago di Muino Inferiore, a pochi metri dal rifugio Emilio Greppi, della sezione CAI di Vigezzo (1922 m). Continuando a seguire il sentiero M25, in breve si arriva al successivo laghetto, nei pressi del quale sorgono le baite dell'alpe di Ruggia (1888 m). Tralasciato il sentiero M51 che prosegue verso i Bagni di Craveggia, si sale verso sinistra in direzione della bocchetta di Ruggia (1992 m). Dalla bocchetta si scende seguendo l'indicazione per il P.so di Fontanalba (GTA-M25). Dopo aver perso alcune decine di metri, il sentiero prosegue a mezza costa verso destra per un lungo tratto. Giunti a un bivio indicato da un cartello su un albero, si abbandona il sentiero per il passo, e si inizia a scendere a sinistra seguendo l'indicazione "Alpe ai Motti". Il sentiero è scarsamente frequentato e scende abbastanza ripidamente su tratti di erba olina, si consiglia di proseguire fino al Pso di Fontanalba e poi proseguire percorrendo la comoda mulattiera. Giunti alle baite dell'alpe ai Motti, si scende lungo l'antica mulattiera, dove per secoli gli alpigiani di Toceno, Druogno e Crana con le loro mandrie di bovini, raggiungevano in estate i pascoli d'alta quota. Oltrepassata l'alpe Villasco (1642 m), si prosegue fino a raggiungere il nucleo ben conservato dell'alpe Vezasco (1393 m). Attraversato il ponte, si segue la strada sterrata che in breve riconduce alla palina segnavia per l'alpe Cortina, chiudendo l'anello. Da qui fino ad Arvogno si ripercorre il medesimo percorso fatto all'andata.
Malati di Montagna: Franco, PiGi e il selvadego



































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