Il Corno Birone è uno sperone roccioso che guarda direttamente verso i laghi di Oggiono e Annone. La sua conformazione è caratterizzata da un declivio molto aspro verso Sud e da dolci crinali a Est e a Ovest permettendo di godere di uno spettacolare panorama. L'escursione nella prima parte si svolge sul "Sentiero dei Massi Erratici", per poi continuare sul "Sentiero Luisin" e poi concludersi all'interno della Riserva Naturale Sasso Malascarpa.
Da Milano seguiamo la superstrada verso Lecco e dopo aver costeggiato il Lago di Annone, prendiamo l’uscita per Valmadrera-Civate-Lecco. Seguiamo ora la vecchia superstrada, passando sotto al cavalcavia di quella nuova, per poi proseguire verso Lecco. Dopo l'uscita Valmadrera-Bellagio, in pochi minuti arriviamo a Valmadrera. Alla prima rotonda seguiamo, prima Via Casnedi e poi continuiamo in Via Don Arturo Pozzi raggiungendo in pochi istanti il cimitero, da qui continuando in Via Salvo d’Acquisto, dopo pochi metri svoltiamo a sinistra lasciando l'auto nel parcheggio più in alto a circa 270 m. Ultimati i preparativi, imbocchiamo il viale acciottolato verso il Santuario di San Martino e dopo qualche minuto, alla prima palina segnavia seguiamo il sentiero a sinistra LV (Lucio Vassena/Corno Birone). Guadagniamo leggermente quota e a un bivio tralasciamo una traccia a destra che sale verso alcuni orti e continuando in falsopiano ci portiamo a monte della frazione Trebbia. Incrociato un largo sentiero con un muretto a secco svoltiamo a sinistra verso la palina segnavia, dalla quale proseguiamo verso il "Sass Negher". Guadagniamo quota ripidamente in mezzo al bosco e seguendo le indicazioni del "Sentiero Naturalistico dei Massi Erratici" arriviamo al "Sass Negher" 425 m. Continuiamo a salire verso sinistra e poco dopo facendo attenzione seguiamo una traccia nell'erba verso destra, attraversando subito dopo il torrente in secca e raggiungendo una palina segnavia. Continuiamo a salire e dopo un'ulteriore pannello didattico, riattraversiamo il torrente e usciti dal bosco iniziamo a risalire con diversi tornanti il ripido fianco destro idrografico del vallone, disegnando una lunga serpentina, fino a raggiungere l'ampia sella erbosa sulla cresta SE del Corno Birone, consigliabile fare una piccola deviazione a sinistra per godersi il panorama. Sulla palina segnavia viene indicato questo dosso come Ceppo della Forcola 796 m, facendo una ricerca sembrerebbe che sia un errore, il vero Ceppo della Forcola si troverebbe sulla creda sud. Seguiamo il sentiero 1 (OSA) fino a incrociare il sentiero Luisin, che iniziamo a seguire a sinistra (S. Pietro sent. 7), questo tratto oltre a essere particolarmente suggestivo, va anche affrontato con un minimo d'attenzione. Dopo un lungo tratto a mezzacosta, superato un breve e facile tratto attrezzato con catena, raggiungiamo un piccola selletta, dalla quale si ha un bel colpo d'occhio sul Cornizzolo e sulla sottostante chiesa di S. Pietro al Monte. Perdiamo quota fino ad arrivare a un bivio, continuiamo a scendere tralasciando il sentiero a destra e arrivati a una palina segnavia continuiamo a destra arrivando in breve a una Casotta (ricovero per la notte o rifugio d'emergenza in caso di cattivo tempo). Riprendiamo a salire e dopo qualche minuto abbandoniamo il Sentiero Luisin e piegando decisamente a destra iniziamo la salita verso il Corno Birone /sent. 9). Il sentiero con numerosi tornanti guadagna quota ripidamente, giunti a una palina segnavia proseguiamo verso destra e dopo aver oltrepassato un baitello, con un ultimo sforzo arriviamo in cresta. Da qui seguiamo le indicazioni a destra, affrontando l'ultimo tratto sull'ampia cresta e dopo aver oltrepassato un monumento votivo a Maria Regina dei Monti della comunità di Birone in Giussano, eccoci finalmente in cima al Corno Birone 1118 m, sormontata da una grande croce metallica, sotto la quale si apre un balzo a precipizio su Valmadrera. Dopo una più che meritata sosta rigeneratrice, ritornati alla palina segnavia proseguiamo in salita verso il M. Cornizzolo/Rif. SEC (sent. 1), raggiungendo così la cresta del Monte Rai. In prossimità di un bivio decidiamo di allungare ulteriormente il percorso tralasciando il sentiero che scende a destra verso Ca' Rotta e di proseguire verso il M. Rai. Con un breve tratto in piano arrivati a un bivio non segnalato, lasciamo sulla sinistra il sentiero che sale e piegando verso destra con una breve discesa arriviamo alla Bocchetta di San Miro 1181 m, dove a poca distanza si trova un bel crocifisso. Un cartello ci avverte che siamo nella Riserva Naturale Sasso Malascarpa, scendiamo ora a destra lungo la Val Molinata seguendo le indicazioni per S. Tommaso/Valmadrera (sent. 1). Raggiunti i prati di Bevesco e la Cascina Rotta 1091 m, continuiamo a scendere verso NE raggiungendo una radura, da qui pieghiamo a sinistra e dopo un lungo tratto ripido, proseguiamo in falsopiano sulla sinistra orografica della valle. Lasciato a sinistra il "Sentiero Geologico Alto" in breve arriviamo alla fresca fonte dell'Acqua del Tufo 772 m, continuiamo la discesa raggiungendo una stradina, svoltiamo a destra e seguendo le indicazioni per S. Martino/S. Pietro sent. 5, dopo pochi minuti arriviamo in località "Taja Sass", qui tra la fine dell'Ottocento e l'inizio della seconda guerra mondiale veniva effettuato "Il taglio dei sassi" (grossi massi erratici di notevoli dimensioni abbandonati 18.000 anni fa' dal ghiacciaio dell'Adda nella sua massima espansione). Attraversato il torrente proseguiamo fino a raggiungere una palina segnavia, qui facendo attenzione abbandoniamo l'ampio sentiero che inizia a scendere e proseguiamo a destra seguendo le indicazioni per S.Martino/S. Pietro/Sentiero Luisin. Dopo una breve salita il sentiero prosegue alternando tratti in discesa e salita, arrivati a un bivio si tralascia una traccia che prosegue diritta e scendendo verso destra passiamo sull'altro versante, dopo una breve salita il sentiero continua in falsopiano, sulla sinistra possiamo vedere San Tommaso. Rimaniamo sempre sul sentiero n. 5, tralasciando i vari sentieri che si incontrano e aggirata una parete, iniziamo la ripida discesa verso il Santuario di San Martino, che raggiungiamo passando dietro al suo campanile. Dopo una visita al santuario, scendiamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Escursione ad anello particolarmente lunga, ma molto interessante, sia dal punto di vista paesaggistico che da quello geologico-geomorfologico.
Malati di Montagna: Giuseppe, Aldo, Lorenzo, Pg e Homo Selvadego
Sorse presumibilmente nell'Alto Medioevo come edificio con funzioni militari di avvistamento, in quanto permetteva il controllo della strada che attraverso Garlate e Galbiate portava da Bergamo a Como. Fu trasformato in luogo di culto entro la fine del XIII secolo. Dedicata inizialmente a San Martino, la chiesa era molto cara alla popolazione locale perché in essa si venerava un'immagine tardogotica della Madonna del Latte. La continuità della devozione mariana è attestata dai gravi fatti del 1944, quando la popolazione compì continui pellegrinaggi al santuario per invocare aiuto e protezione. I frammenti della bomba d'aereo, che caddero sul paese senza provocare vittime né danni, sono considerati testimonianza della grazia ottenuta e sono conservati nell’atrio del santuario.
Sass Negher o Sasso Nero
È un blocco di serpentino, una roccia di colore verde scuro con venature chiare che, per la lunga esposizione agli agenti atmosferici, ha assunto un colore nero con alcune parti di rosso (ossidi di ferro). Queste rocce affiorano in posto in Valmalenco, una laterale della Valtellina: molto probabilmente quindi questo masso è stato strappato dalla massa glaciale in Valmalenco e poi trasportato, dopo la confluenza nella Valtellina e in seguito con la Valchiavenna, lungo tutto il percorso dell'attuale lago di Como sino ad essere depositato, nella fase di ritiro del ghiacciaio, nella posizione attuale. Per le sue eccezionali dimensioni (400 metri cubi di volume e 1000 tonnellate di peso), per il contrasto con l'ambiente circostante, per la sua posizione "sospesa" sopra Valmadrera, il Sass Negher è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia come "Monumento Naturale", e come tale meritevole di tutela e salvaguardia.
si pompa... verso il Ceppo della Forcola
Il sentiero Luisin
Collega S.Tomaso al santuario di S.Pietro. È stato dedicato nel 1994 a Luigi Anghileri (per tutti "Luisin"), un giovane che si è impegnato soprattutto nel campo della segnaletica dei sentieri, scomparso prematuramente nel 1986. Grazie ad esso è possibile compiere una traversata a media quota, partendo dalla chiesetta di Preguda, passando poi per quella di S. Tomaso, arrivando infine al santuario di S. Pietro, toccando così tutti i luoghi religiosi delle nostre montagne.
Monte Cornizzolo e Rif. SEC Marisa Consigliere
tratto attrezzato
Sentiero Luisin, sulla via del ritorno verso S. Martino
Corno Birone 1116 m
panorama su Valmadrera e il Lago di Lecco
bellissima la prima foto!!!! Buon Natale a tutti ,-)
RispondiEliminaChe questi giorni di festa, ricchi di serenità, ti portino tanta pace e fortuna. Tanti auguri di buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Eliminamandi, mandi
buonasera,
RispondiEliminavorrei sapere che per andare al Sass Negher partendo da santuario di san Martino è impegnativo? poi posso portare 2 cani?
Aspetto risposta.
Grazie in anticipo e saluti cordiali
Marco
Ciao Marco, se intendi fare lo stesso giro che abbiamo fatto noi, ci sono solo dei tratti con le catene utili in caso di ghiaccio, come in questo periodo, per il resto si tratta pur sempre di un itinerario in montagna e dare consigli a persone che non conosco, preferisco non darli...ciao e buona montagna
Elimina