Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

mercoledì 10 dicembre 2014

da "Sentieri sotto la neve", Mario Rigoni Stern


[..] Già nei giorni di fine Ottobre quasi nessuno si ferma, non turisti o viaggiatori. Alla sera due boscaioli e il guardiaboschi sostano un poco per riposare e bere assieme mezzo litro di vino, e poi vanno via in fretta perchè viene subito notte. In alto, dove il bosco finisce e incominciano i pascoli, arriva la neve e la montagna diventa selvatica e inospitale.
    L'ultimo giorno di apertura la moglie dell'oste sistema le sedie attorno al focolare, sul tavolo vicino pone il lume a petrolio, una scatola di fiammiferi, qualche bottiglia di vino, una di grappa, un cestello di pane biscotto e un bel pezzo di formaggio stagionato. E' un rito che vide compiere dalla suocera la prima volta che venne quassù nell'estate del '45, quand'era sposa novella: - E' per gli spiriti che si ritrovano in questa casa, - le aveva detto. -Li avrai sentiti anche tu. Sono tutti buoni.
    L'oste,mentre la moglie prepara la tavola per gli ospiti delle notti invernali, controlla se le finestre e le imposte sono ben chiuse, da fronteggiare le bufere; guarda se il fuoco in cucina è ben spento e se i tubi hanno scaricato tutta l'acqua. Che silenzio ora! E' il momento in cui il bosco intorno fa sentire il sospiro del vento che muove i rami in attesa della neve.
    Quella notte, quando l'oste e la moglie avranno abbandonato l'Osteria, dall'ampio sottotetto, dalle stanze disadorne, dai corridoi ma anche da strade che partono da lontano, gli spiriti si ritroveranno davanti al focolare -è sempre quello da secoli, l'unico manufatto rimasto dopo guerre ed incendi!- dov'è acceso il fuoco che non si consuma; come non si consuma il petrolio che alimenta la lampada, e il vino e la grappa, il pane e il formaggio.
    Le sedie di legno con il fondo di paglia verranno occupate da chi primo arriva accanto al fuoco. Potrà capitare che il feldmaresciallo barone Franz Conrad von Hotzendorf si segga sulla pietra del focolare e il contrabbandiere Tonle nella comoda sedia, che Musil rimanga in piedi appoggiato alla cornice di marmo, il generale conte Luigi Cadorna accanto a Tonle, e Barba Matio, così, per abitudine piacevole, curi il fuoco e la sua pipetta. Parleranno della vita trascorsa, dei fatti grandi e piccoli e di molte altre cose. Tutti chi più chi meno, hanno avuto rapporti con questa Osteria di confine [..]

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