Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 18 novembre 2018

Dal Monte di Piaghedo al Dosso Bello...in mezzo alle nuvole....

...salgo passo dopo passo in mezzo alle nuvole, un silenzio e una sensazione di pace mi circonda, quassù in mezzo ai selvatici mi sento bene...qui il tempo sembra essersi fermato, non c'è nessuna indicazione su dove sto andando, non che me ne importi, oggi va bene cosi....io e lei la montagna, tutto il resto non conta...il selvadego

Escursione che si sviluppa su una delle lunghe dorsali che dai monti dell'Alto Lario scendono verso il Lago di Como. Fare attenzione ai sentieri che sono privi di ogni tipo di segnavia e segnaletica, sopratutto dal Monte di Piaghedo al Dosso Bello. 

Da Como si segue la statale 340 “Regina” fino a Gravedona, per poi svoltare a sinistra in direzione di Livo, Peglio e Dosso del Liro. Arrivati alla chiesa di Dosso del Liro, si sale a monte del paese in direzione di Caiasco. Dopo un primo tratto asfaltato, si continua su fondo cementato fino alla cappella di Rossino, dalla quale abbandonata la strada che prosegue per Caiasco, si svolta a destra seguendo la stradina cementata fino al suo termine, per poi proseguire ancora per un breve tratto sterrato fino a uno piccolo spiazzo adibito a parcheggio a valle delle baite di Prennaro. Volendo evitare il tratto sterrato, si può lasciare la macchina al termine del tratto cementato, in un piccolo spiazzo sulla destra a circa 980 m. Alla fine della strada sterrata si sale verso sinistra, raggiungendo le baite di Prennaro, tra le quali si trova anche l'agriturismo "La Vecchia Cascina" (1012 m). Si continua a risalire la bella dorsale seguendo un marcato sentiero, arrivando in breve a una santella sulla quale e raffigurato un bel crocifisso in legno, che preannuncia l'arrivo al villaggio di Sortaiolo, circondato da imponenti faggi (1119 m). Lasciate le baite alle proprie spalle, dopo un primo tratto in decisa salita, si prosegue a mezza costa fino a raggiungere una sella, oltre la quale si arriva al bellissimo nucleo di Piaghedo, con le baite tutte rigorosamente in pietra e al centro una fresca fontana dove potersi rinfrescare e dissetarsi (1344 m). Il sentiero prosegue passando accanto ad alcune baite isolate, per poi raggiungere in pochi minuti il grande omino del Monte Piaghedo (1454 m), oltre il quale in breve si arriva a un bivio. Se le condizioni meteo lo permettono si può risalire la cresta raggiungendo la Cimetta dell'Acqua, o in alternativa seguire il più marcato sentiero a sinistra. Entrambi i sentieri conducono all'omino in pietra della bocchetta Melbino (la traccia gps caricata segue il sentiero a sinistra). Dalla bocchetta inizia la parte più ripida che sale fino a Dosso Bello a 1980 m. Fare attenzione al sentiero che non sempre è evidente, in ogni caso bisogna mantenersi sempre al centro dell'ampia dorsale. Per il rientro si segue il medesimo percorso fatto in salita.
Malati di Montagna: Lorenzo, Pg, Danilo e il selvadego

Ajò non hai mai visto una pecora



segni di devozione...


Monte di Piaghedo


da dove arriviamo e...



...dove andiamo...con il Legnone in bella mostra...



l'abilità di costruire...con vista lago...


le nebbie di diradano


un passato non troppo lontano...




Piaghedo 1339 m




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