Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 12 luglio 2020

L'anello di Val Lesina

La Val Lesina è la prima valle che si apre sul versante orobico risalendo la Valtellina. Si accede percorrendo le due vecchie mulattiere che partono da Delebio e da Andalo. Sovrastata dal Monte Legnone, la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie, è una delle valli più selvagge del Parco delle Orobie Valtellinesi. È coperta da una fitta vegetazione di castagni, faggete, abetaie e lariceti. A Delebio dove ha inizio l'escursione, si trova la prima centrale elettrica della provincia di Sondrio, attivata nel lontano 1894, mente ad Andalo dove termina l'escursione, ha inizio la Gran Via delle Orobie che attraversa tutte le valli delle Orobie Valtellinesi.
Sentieri scarsamente battuti da esseri umani, che rendono ancor di più affascinante l'escursione.

Da Milano proseguire lungo la statale 36 fino al trivio di Fuentes, per poi continuare sulla ex-statale 38. Arrivati alla rotonda di Andalo Valtellino (segheria sulla sinistra), si segue a destra prima Via E. Vanoni e poi sempre diritti in Via Lungo Lesina. Lasciata l'auto nel parcheggio nei pressi del cimitero (235 m), si prosegue in direzione opposta da dove si è arrivati, arrivando in pochi minuti in località Basalùn. Seguendo le indicazioni del Sentiero del Viandante, in breve si arriva alla centrale elettrica, dalla quale si inizia a risalire la bella strada selciata. Al primo bivio si svolta a sinistra in direzione di Osiccio, raggiungendo poco dopo la località "Prato della Rosina", prima che il bosco si riappropriasse dei propri spazzi. Continuando a salire si arriva a "Campo Beto" (460 m), dove sorge un bellissimo tempietto eretto dagli Alpini, dedicato ai caduti delle guerre (fontana). La salita prosegue nel bosco fino a uscire nei pressi di "Piazzo Menghino" (532 m), dove si trova un piccolo bacino idroelettrico che alimenta la centrale sottostante. Arrivati a un bivio in località "Taiada", si prosegue a sinistra in direzione di Osiccio. Dopo aver oltrepassato la fresca fontana del "Tinello" e attraversato il modesto "Canale Valcava", si ignora una pista a sinistra, arrivando poco dopo alle baite di Carnago di Sotto (920 m). Da qui si può già vedere un bellissimo scorcio sul ramo orientale della Val Lesina. Si sale ancora in maniera decisa, tralasciando poco dopo sulla destra una stradina. Arrivati a Canargo di Sopra (987 m), si inizia a seguire le indicazioni a sinistra per il Rifugio Baita del Dosso. Continuando in falsopiano su una stradina sterrata si arriva a un bivio. Seguendo l'indicazione sulla palina segnavia per il Bivacco Alpe Dosso, si imbocca sulla sinistra il sentiero che scende costantemente fino a raggiungere il nuovo ponte in località Ponte del Dosso. Si riprende a salire seguendo la suggestiva mulattiera sul fianco occidentale del Dosso Lungo. Questo tratto è caratterizzato da versanti ripidissimi ed impressionanti, un ringraziamento al consorzio delebiese che ha curato gli interventi di messa in sicurezza lungo tutto il sentiero, garantendo la percorribilità, con corrimano in legno e tratti ben scalinati. Oltrepassato un ponticello in legno si arriva a un bivio in località "La Posa". Tralasciato il sentiero che sale a destra e il sentiero che prosegue diritto, si scende leggermente a sinistra seguendo il segnavia rosso-bianco-rosso con numerazione 125 su un tronco. Nel periodo in cui è stata effettuata l'escursione dopo pochi metri bisogna superare un albero caduto, oltrepassandolo senza particolari problemi poco più a monte. Il sentiero piega prima a sinistra e poi bruscamente a destra, continuando a scendere fino a raggiungere un ripido canalone, nel quale scorre un torrente formando delle belle cascatelle. Guadato il torrente si riprende a salire in maniera decisa, superati alcuni tratti particolarmente esposti protetti da un cavo, si prosegue sul lato orientale del vallone, per poi continuare con un lungo traverso verso est in un suggestivo bosco. Incrociato il sentiero che sale alpe Stavello e all'alpe Mezzana, si continua a scendere a sinistra arrivando in breve al bellissimo ponte in pietra di Stavello o Ponte delle Guardie, un vero capolavoro di ingegneria alpina. Si possono ancora notare i segni della segheria che un tempo sfruttava la forza del torrente. Attraversato il ponte, si continua a scendere verso nord-ovest percorrendo un largo sentiero, alcuni tratti possiamo notare che sono stati scavati nella roccia. Raggiunte le baite di Revolido (883 m), si inizia a seguire per un breve tratto in piano una stradina sterrata, per poi iniziare a scendere lungo una larga mulattiera acciottolata con tratti anche molto ripidi. Si può notare la tipica forma concava che facilitava lo strascico del legname. Incrociata una strada sterrata originalmente militare, si può decidere se continuare a seguire la mulattiera acciottolata accorciando i tempi, oppure proseguire lungo la strada sterrata che la intercetta in diversi punti, scendendo più tranquillamente con diversi tornanti e facendo riposare le ginocchia! Si passa a monte della chiesa parrocchiale di Andalo Valtellino, per poi continuare a sinistra fino a raggiungere l'antico lavatoio e in breve il parcheggio da cui si è partiti.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo, PiGi e il selvadego

la nuova segnaletica del Sentiero del Viandante



Delebio 235 m, nei pressi della centrale idroelettrica


uno sguardo verso l'imbocco della Valtellina


Mulattiera alquanto ripida, utilizzata in passato per lo strascico del legname che ne ha levigato le pietre.




Tempietto eretto nel 1984 dal Gruppo Alpini Delebiese, dedicato ai caduti di Delebio nelle due guerre mondiali




Invaso utilizzato per la sottostante centrale idroelettrica





Canargo di Sopra 987 m, ultimo insediamento prima di immergersi nel cuore della Val Lesina





ponte ricostruito con i materiali messi a disposizione da madre natura


sentiero molto suggestivo....!!!





 ancora fortunatamente ben tenuto





 Località la Posa, luogo in cui si posava il carico per riposare



una gola particolarmente suggestiva....






fitti boschi dove la luce fatica ad entrare




 Ponte in pietra di Stavello o Ponte delle Guardie, un piccolo capolavoro di ingegneria alpina



tratto di sentiero scavato nella roccia, sospeso sopra al profondo canyon scavato dal torrente Lesina.




Revolido



Antica mulattiera della Val Lesina, che scende con tratti anche molto ripidi, si può notare la tipica forma concava che facilitava lo strascico del legname (localmente viene chiamata “vöga”)
   






Andalo Valtellino e la costiera dei Cech





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