Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 19 luglio 2020

Vallone delle Cime Bianche, l’ultimo vallone selvaggio della Val d’Ayas

"Lungo, ampio ed ancora incontaminato, il Vallone delle Cime Bianche si estende a NW di St. Jacques fino allo spartiacque tra la Valle d'Ayas e la Valtournanche. Questo magnifico ambiente naturale rischia di essere distrutto perché è il segmento mancante di un carosello di impianti sciistici che, se completato, collegherebbe Alagna Valsesia a Cervinia. Confidiamo che sia difesa la sua preziosa verginità con la creazione di un parco naturale: la sua salvaguardia è richiesta dai fenomeni geologici e naturalistici di straordinario interesse che contiene."
Giorgio Dal Piaz


Si percorre l’autostrada A5 fino al casello di Verres, per poi proseguire seguendo le indicazioni per Champoluc. Oltrepassato l'abitato di Champoluc si arriva in breve a St. Jacques (1700 m), dove si lascia l’auto nel piccolo parcheggio prima della chiesa (nel periodo in cui è stata effettuata l'escursione, si poteva lasciare l'auto per sole 3 ore, in alternativa bisogna usare l'ampio parcheggio degli impianti di Champoluc). Si inizia a seguire la strada asfalta che passa accanto alla graziosa chiesetta dedicata a S. Giacomo, oltre la quale si tralascia sulla destra il sentiero 9 per il colle Bettaforca e in breve si arriva a un primo bivio nei pressi di un ponte. Si iniziano a seguire i sentieri 6/7/8, tralasciando a sinistra l’indicazione per l’Alta Via n. 1, giungendo poco dopo alla frazione Blanchard, dove termina la carrozzabile. Dalla palina segnavia continuando a seguire i segnavia 6/7/8, si attraversa su di un ponte il torrente Evançon, per poi imboccare la bella mulattiera lastricata che inizia a salire ripidamente costeggiando il torrente. Questo tratto è in comune con il il Sentiero Pier Giorgio Frassati, inaugurato nel 2009 e dedicato al giovane, proclamato Beato nel maggio del 1990 da Papa Giovanni Paolo II. Terminato il primo tratto di salita si attraversa un ponticello sulla destra, per poi riprende a salire nel bosco, seguendo le innumerevoli tracce e scorciatoie. Giunti al successivo bivio, si abbandonano i sentieri 7/8 per i Pian di Verra inferiore e si svolta a sinistra seguendo i segnavia 6/6C, arrivando in breve al grazioso villaggio di Fiery (1875 m). Dopo aver costeggiato il vecchio Hotel-Pension Belle Vue, giunti nei pressi di una masso, con una targa dedicata a Pier Giorgio Frassati, si svolta a sinistra seguendo il segnavia 6 e l'indicazione per il "Forno della Calce". Arrivati nei pressi della bucolica valletta con le baite dell'alpe Vasé, si tralascia il sentiero che prosegue diritto verso l’alpeggio e attraversato il torrente Cortot su un ponte in legno, si riprende a salire nel bosco di larici, con splendidi scorci sul Castore. Terminata la parte più ripida, si piega a sinistra lungo una stretta valletta attraversata da un torrentello, al termine della quale si arriva a un bivio, nei pressi dell'alpe Ventina. Si prosegue a destra seguendo i segnavia 6 e 8E, risalendo il costolone che separa il Vallone Cortod dalla Valle di Tzère. Tralasciato a destra il sentiero 8E, si continua a salire fino a guadare un torrente, oltre il quale si apre lo spettacolare Vallone della Ventina. Il sentiero lentamente attraversa alcuni altipiani, in un tipico paesaggio alpino, dove frequentemente nella stagione estiva il cammino è accompagnato dal suono dei campanacci delle mucche. Arrivati alla palina segnavia nei pressi dei ruderi dell'alpe Varda (2325 m), si tralasciano sulla destra i sentieri per il TMR e il 6c per il Bivacco Città di Mariano e si prosegue diritti. La valle si allarga sempre più, regalando a ogni passo emozioni uniche. In falsopiano attraversando pianori dai mille colori e costeggiando il placido scorrere di alcuni torrentelli, si arriva all'alpe Mase (2407 m). Si sale in maniera decisa alla sinistra delle baite, per poi proseguire per alcuni minuti tra i dossi erbosi. Il panorama spazia a sinistra sulla bastionata rocciosa del Roisettaz, mentre davanti possiamo notare la Pointe Sud delle Cime Bianche, vetta più meridionale del gruppo (2973 m), il Bec Carrè (3003 m) e la Gran Sommetta (3166 m). Un altro strappo deciso ci conduce alla conca sommitale, si prosegue ora in dolce salita a breve distanza dal torrente, fino a raggiungere i due specchi d'acqua, il più grande dei quali il Gran Lago è racchiuso in una conca (2806 m). Guadato il torrente si inizia a risalire in maniera decisa con un serie di tornanti il pendio, con spettacolari vedute sui sottostanti laghi. Dopo un tratto a mezzacosta si arriva al Colle Superiore delle Cime Bianche (2981 m). Dalla palina segnavia si può proseguire seguendo il TMR verso il Colle del Teodulo o verso la stazione di Plan Maison. La vista mozzafiato spazia fino alle Grandes Murailles e al Cervino, talmente vicino che sembra quasi di toccarlo. Per il ritorno si ripercorre il medesimo itinerario.
Malati di Montagna: Franco e il selvadego

si parte da St.-Jacques

 

frazione di Fiery






 

 
 

 

da qui in poi non servono le parole, forse nemmeno le foto, per rendersi conto della bellezza di questo vallone, si è quasi intimoriti nel camminare in questo angolo di natura incontaminata....

 


 




 



alpe Mase



 
 




 


 
 
 
 



 
Gran Lago delle Cime Bianche 
 
  





 
 
Colle Superiore delle Cime Bianche



si ritorna sui propri passi....


   
 

 


 



ma siamo sicuri di tornare a casa....!!!



Nessun commento:

Posta un commento