Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 24 aprile 2016

Sotto lo sguardo del Gridone

Si parte da Spoccia, un piccolo borgo della Val Cannobina. Attraversando le sue strette vie, non si può notare l'abbondanza dell'acqua che scorre a destra, a sinistra, sotto alle case, in ogni piccolo anfratto. Usciti dal paese si è come rapiti dalla natura selvaggia che in questa valle la fa da padrona. Ogni angolo è una piacevole sorpresa, dal rumoreggiare dei ruscelli, allo sguardo severo di alcuni grandi e vecchi castagni. Difficile incontrare qualcuno percorrendo queste ardite mulattiere, eppure un tempo erano percorse da animali e da uomini che vivevano quassù. Giunti ad Orasso vien quasi voglia di perdersi tra le sue strette viuzze, prima d'arrivare alla  più antica parrocchia della valle. Ora non rimane che percorre l'antica mulattiera chiamata "la Borromea" e a malincuore ritornare a Spoccia...

Si segue l’autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, fino all'uscita di Baveno/Stresa. Si prosegue verso Verbania, per poi continuare sulla statale 34 fino a Cannobio. Raggiunto l'abitato si svolta a sinistra sulla strada provinciale 75 della Val Cannobina. Arrivati a Spoccia (798 m), si può lasciare l'auto nel parcheggio prima di entrare in paese, oppure ai lati della strada prima di salire, evitando così la risalita al ritorno.
Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per Cheibi/Bognago/Orasso, si sale a sinistra percorrendo Via Vittorio Emanuele. Prima della seguente palina segnavia, si consiglia una breve deviazione a sinistra verso la chiesa parrocchiale costruita nel 1545, dalla quale si può godere di un'ampio panorama. Continuando a seguire le indicazioni per Cheibi si risalgono i 75 gradini che compongono la scalinata realizzata con la tecnica di lastricatura a scaglie, giungendo al piccolo Oratorio della Madonna di Re (o Madonna del Rosario) che risale al 1753 (pregevole il cancello interno di ferro battuto), posto vicino al piccolo cimitero. Si continua a seguire la mulattiera che prosegue a mezza costa verso sinistra, con belle vedute verso la Valle del Rio Orasso ed il versante opposto della Val Cannobina, verso la Valle del Rio di Crealla, lo Zeda, Gurro e la cresta Lidesh - Torrione. Durante il tragitto si incontrano alcuni pannelli dell'itinerario tematico “Geoturismo in Valle Cannobina”, un progetto promosso dalla Comunità Montana Valle Cannobina, in cui si è contemplato lo sviluppo della tematica geologica e geomorfologica. Dopo aver oltrepassato alcune cappelle si entra ulteriormente nella valle, verso l'imponente e suggestivo versante ovest delle Rocce del Gridone. Dopo le prime baite di Cheibi (1000 m), si prosegue arrivando in un tratto molto suggestivo, dove la mulattiera viene attraversata dal torrente che forma alcune cascatelle. Raggiunta la palina segnavia, si consiglia di proseguire fino a raggiungere il ripiano con la maggior parte delle baite, da dove si ha una bella vista verso il sovrastante Gridone. Ritornati al bivio si inizia a scendere ripidamente verso Niva-Ghilone/Bognago, oltrepassati alcuni enormi e vecchi castagni si arriva in breve a Niva (797 m). Guadato il rio della Valle di Orasso, si inizia a risalire il versante opposto arrivando sul dosso di Ghilone (843 m). Da qui vale la pena seguire le indicazioni a destra per Suesca, il sentiero risale un ripido pendio franoso tra le betulle, bisogna solo stare attenti perché la traccia a volte si perde. Al termine della salita si arriva alla caratteristica Cappella di Suesca (970 m), fatta costruire nel 1600 dal Cardinale Federico Borromeo durante il periodo in cui Milano era invasa dalla peste. Ritornati a Ghilone si raggiunge un dosso con un'enorme stalla, per poi iniziare a scendere verso destra, guadando nuovamente un ramo del Rio della Valle di Orasso. Con un lungo traverso si arriva a una palina segnavia, tralasciato a destra il sentiero per Bugnago, si inizia a scendere verso la Gola del rio Gana. Passati sotto a una caratteristica cappella, costruita per offrire riparo durante la sosta lungo il cammino, in breve si arriva al ponte sul rio Gana, oltre il quale si riprende a salire ripidamente per un breve tratto, per poi proseguire in piano arrivando a Orasso, nei pressi del caratteristico lavatoio con diverse vasche (755 m). Prima di raggiungere la chiesa parrocchiale di S. Materno, si consiglia di curiosare tra gli stretti vicoli del paese, dove si possono ammirare antichi affreschi. Raggiunta l'estremità est del paese, dove sorge la chiesa, si segue la stradina a destra che scende verso il cimitero, poco prima del quale si imbocca il sentiero a destra. Si inizia a scendere fino a raggiungere nuovamente la Valle del Rio Orasso, attraversato il ponte si riprende a salire a sinistra fino a raggiungere la Cappella da Camp. Si scende verso la strada asfalta, che si inizia a risalire per alcuni minuti, per poi seguire a sinistra la mulattiera che conduce all'abitato di Spoccia.
Malati di Montagna: Silvio, Lorenzo, Pg, Danilo e l'homo selvadego

Spoccia 800 m
Si estende su uno sperone roccioso panoramico da cui si può godere una splendida vista sulla valle. Il paese, ricco di acque sorgive, mette in bella mostra le caratteristiche case costruite direttamente sulla roccia, numerose originali ed eleganti fontane, accoglienti ed armoniose piazzette.



La scala costruita con la tecnica di lastricatura a scaglie tra due cordoli, con i suoi 75 gradini e 40 metri di lunghezza, è la più grande del territorio.


un tratto molto suggestivo...



versante ovest delle Rocce del Gridone


Fino ad ora chi abbracciava gli alberi era visto un po’ come “strano” o seguace di qualche movimento new age… oppure ancora persone molto legate alla natura, anche troppo… Ebbene ora ci sono le prove che ciò è salutare. In un libro recente, “Blinded By Science” di Matthew Silverstone prova che l’abbraccio, come anche solo la vicinanza all’albero migliora molte tematiche di salute come il deficit da attenzione e l’iperattività, migliora la concentrazione e i tempi di reazione, la depressione e i mal di testa, come addirittura malattie mentali. Ovviamente i benefici non sono solo fisici, ma anche cognitivi ed emozionali. Sembra che l’accesso alla natura, al verde migliori significativamente il benessere delle persone, bambini soprattutto.


La leggenda racconta che alcuni appestati fuggirono da Milano trovando rifugio nelle vicinanze, e furono aiutati dagli abitanti di Orasso che portavano loro del cibo (che porgevano con una lunga pertica, per evitare il contagio...), morirono tutti e furono sepolti nella zona dove ora si trova la Cappella di Suesca.


Orasso 703 m
È il nucleo più antico della Valle Cannobina. Lobbie in legno, tetti in piode, case con muri in pietra, pitture murali e vecchie strutture ad uso "comunitario", ad esempio il lavatoio, caratterizzano Orasso (dal latino Oratio, terra di preghiera)






Dal settembre 2013 il Sesia-Val Grande Geopark è diventato realtà, riconosciuto come geoparco europeo e mondiale, sotto l’egida dell’UNESCO. Si estende nell’estremità nord orientale del Piemonte tra la Val Sesia e il Parco Nazionale della Val Grande comprendendo i territori limitrofi della Val Sessera, delle prealpi Biellesi, della Val Strona e della Bassa Ossola, dell’alto Verbano e della Valle Cannobina. Lo scopo di questa istituzione è quello di attuare politiche di tutela e di valorizzazione della geodiversità e del patrimonio geologico.






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