Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 30 aprile 2016

Monte Molinasco dalla Val Boione

Questo viaggio a ritroso nel tempo prende il via dal piccolo borgo montano di Alino con la sua bellissima chiesetta del 1450. Per poi proseguire verso il torrente della Val Boione, che si attraversa su un antico ponte in pietra. La salita sull'altro versante è piacevole e quasi senza accorgersene si arriva, prima alle Grotte del Sogno e poi alla frazione Vetta, dove un tempo arrivava la funicolare da S. Pellegrino. Il proseguo è una lunga traversata fino a Sussia con la sua caratteristica chiesetta e la vicina casa dove visse e morì Antonio Baroni. Il viaggio continua in mezzo a coloratissimi prati e fitti boschi, fino ad arrivare alle suggestive contrade di Vettarola e Cà Boffelli. Non rimane che raggiungere la Baita Alpini e in breve la curiosa Croce del Ronco sul Monte Molinasco.

Dall’autostrada A4 Milano/Venezia, usciti al casello di Dalmine, si proseguire seguendo le indicazioni per San Pellegrino Terme/Valle Brembana. Alla rotonda di Villa d’Almè, con la grande statua dedicata ad Arlecchino, si svolta a sinistra sulla strada statale della Valle Brembana. Arrivati a S. Pellegrino Terme si prosegue fino al borgo montano di Alino, l'auto la si può lasciare nella piazzetta del paese in prossimità della fontana (687 m). Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per Cà Boffelli/Vettarola/M. Molinasco/M. Sornadello, si segue la strada asfaltata fino alla successiva palina segnavia. Abbandonata la strada asfaltata, da cui poi si farà ritorno, si imbocca il sentiero a sinistra per Boione/Vetta/Aplecchio. Dopo un breve tratto in piano, si inizia a scendere fino a raggiungere il caratteristico ponte in pietra dove scorre placidamente il torrente Boione, tra suggestive cascatelle e scivoli d'acqua (638 m). Attraversato il ponte si segue per un breve tratto la sterrata a sinistra, per poi proseguire sul sentiero a destra verso le Grotte del Sogno/Loc. Vetta. Dopo un primo tratto in salita, il sentiero continua in costa fino a raggiungere l'ingresso delle Grotte del Sogno. Si continua ora sul percorso pedonale, fino a incrociare la strada asfalta in località Vetta (680 m). Seguendo in salita per un breve tratto la strada asfalta si raggiunge l'arrivo della vecchia funicolare che saliva da San Pellegrino Terme. Dietro alla funicolare si riprende a salire ripidamente lungo una ripida scalinata in cemento, verso Madrera/Sussia/Monte Zucco/Rifugio Cerro. Incrociata la strada asfalta, la si segue per un breve tratto verso destra fino alla palina segnavia (Sent. Natur. Sussia - M. Zucco). Si inizia a seguire il sentiero nel bosco, arrivando dopo qualche minuto in prossimità di un colletto, con una breve deviazione a destra si può raggiungere un buon punto panoramico, dal quale si può godere dell’esteso panorama sulla sottostante Valle del Boione. Ritornati sul sentiero si prosegue per un breve tratto a mezza costa, arrivando alla Cappella Madrera, da qui volgendo verso destra si inizia a percorre in salita, la lunga e tortuosa strada sterrata. Dopo aver oltrepassato la sbarra per Cà del Tócio, si prosegue ancora per alcuni minuti, fino ad arrivare in prossimità di curva verso destra. Abbandonata la strada sterrata, si inizia a seguire il sentiero contrassegnato dai bolli gialli, arrivando in breve a una palina segnavia. Tralasciato il sentiero 506 che scende verso Frasnito/S. Pellegrino, si inizia a risalire il sentiero acciottolato, arrivando in breve alla Chiesa S. Michele di Sussia (1013 m). Seguendo le indicazioni per Pizzo Cerro/Rifugio M. Zucco/M. Zucco si continua a salire sul lato sinistro della chiesa, arrivando subito dopo alla casa in cui visse e morì Antonio Baroni, guida alpina della sezione CAI di Bergamo. Tralasciato il sentiero a sinistra per il M. Zucco, si segue la strada sterrata per alcuni minuti in leggera discesa. Giunti in prossimità di una curva verso destra, si abbandona la strada sterrata, per continuare sul sentiero a sinistra che passando in mezzo ai prati raggiunge un fitto bosco, all'inizio alcuni cartelli segnavia indicano le possibili mete che si possono raggiungere (Vettarola/Cà Boffelli/M. Molinasco/M. Sornadello). Il sentiero prosegue in falsopiano senza particolari difficoltà, una volta usciti dal bosco, si incrocia un'ampia mulattiera che si inizia a seguire verso sinistra. Tralasciate alcune deviazioni che conducono verso delle baite, in breve si arriva al borgo di Vettarola (979 m) e poco dopo a Cà Boffelli (974 m). Dalla palina segnavia si inizia a seguire la strada asfaltata a sinistra, verso il M. Molinaco -Ronco- / M. Sornadello. Arrivati all'altezza di un crocifisso, si abbandona la strada e si inizia a seguire il sentiero a destra verso la "Baita Alpini". Raggiunto il rifugio del Gruppo Alpini di San Giovanni Bianco, si prosegue a sinistra seguendo l'indicazioni su un albero per la Croce del Ronco. Dopo pochi minuti si arriva alla singolare tripla croce del Monte Molinasco o Ronco (1179 m), con accanto la vicina cappella dedicata alle vittime della montagna. Dalla cima si gode uno spettacolare panorama su San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme e sulle montagne della media e alta Valle Brembana. Per il ritorno si ripercorre per un breve tratto il sentiero fatto all'andata, per poi seguire una traccia evidente a destra che scende fino a incrociare la strada utilizzata all'andata. Si svolta a sinistra scendendo nuovamente a Cà Boffelli, oltrepassata la fontana, si imbocca a sinistra la mulattiera che inizia a scendere incrociando in vari punti la strada asfaltata. Giunti alla palina segnavia incontrata al mattino, si ripercorre il medesimo itinerario fino al parcheggio di Alino. Prima di partire si consiglia una visita alla vicina chiesetta eretta nel 1450 e dedicata a S. Bernardino.
Malati di Montagna: Pg, Danilo e l'homo selvadego

Alino


Dedicata a San Bernardino, venne eretta nel 1450. Si presenta con un bel portale medioevale dall'arco a sesto acuto. Sembra sia stata edificata sopra i resti di un'altra chiesa, già dedicata a San Lino, da cui il nome della contrada "Ad Linum", cioè Alino. La chiesetta attuale fu rifabbricata nel 1804. Nella sagrestia, che fino a non molti anni fa funzionava come scuola, sono conservati preziosi affreschi quattrocenteschi. Uno, datato 1472, ritrae i SS. Giovanni Battista, Biagio, Maddalena, Caterina e Defendente, un altro, invece rappresenta l'Albero del Bene e del Male con i progenitori Adamo ed Eva.



Val Boione





Monte Molinasco o Ronco 1179 m


pillole di felicità...


la strana copia...


la vecchia funicolare




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