Migliaia di persone stanche, stressate e fin troppo “civilizzate”, stanno cominciando a capire che andare in montagna è tornare a casa e che la natura incontaminata non è un lusso ma una necessità.
(John Muir)
Chiesa di Sant’Antonio
Diversi documenti del 1440 citano di una piccola Cappella dedicata a S. Antonio nella contrada di Castignola.
(John Muir)
Da Milano seguire l'autostrada A4 verso Venezia fino all'uscita di Dalmine, per poi proseguire lungo la Strada Statale 470 seguendo le indicazioni per San Pellegrino/Valle Brembana. Arrivati a Brembilla svoltare a destra in Via Ravagna, verso Cerro Foppa/Malentrata/S. Antonio B./Catremerio. La strada sale con diversi tornanti fino a raggiungere la frazione di Sant'Antonio Abbandonato (987 m), con l'omonima chiesa posta sul confine tra la Valle Brembilla e la Valle Brembana. Lasciata l'auto nel parcheggio, si imbocca a destra il sentiero 505 indicato da una palina segnavia (Rifugio M. Zucco/M. Zucco).
Tranquillamente si attraversa un primo tratto nel bosco e oltrepassate le case di Prisa Bassa (1023 m), in breve si arriva a un bivio. Tralasciata la deviazione che sale a sinistra, si prosegue sull'ampio sentiero, seguendo i segnavia bianco/rossi. Ignorando alcune deviazioni si arriva a una vecchia baita, oltre la quale si prosegue in falsopiano, alternando alcune brevi salite. Fuori dal bosco subito dopo aver attraversato un piccolo rio, si raggiunge una cascina. Si attraversano i prati tra una serie di paletti rientrando poco dopo nuovamente nel bosco. Si riprende a salire ripidamente e arrivati a un incrocio si prosegue diritti, raggiungendo una casa, oltre la quale in pochi minuti si giunge a un bivio con una palina segnavia. Tralasciato momentaneamente il sentiero a sinistra per Catremerio/Sussia/Pizzo Cerro, si attraversa un tratto cosparso da curiosi pinnacoli di roccia, arrivando in breve alla radura dove sorge la baita/rifugio G.E.S.P. ai Foppi (1150 m). Il sentiero prosegue a destra del rifugio e inizia a perdere leggermente quota con bellissime vedute sulla valle sottostante. Raggiunta la conca prativa, si riprende a salire passando a monte di una bella baita isolata, fino a raggiungere un bivio. Tralasciato il sentiero a sinistra che scende a San Pellegrino lungo la Val Merlonga, si inizia a guadagnare quota ripidamente raggiungendo la cresta. Il sentiero prosegue pressoché in piano, con alcuni tratti esposti sulla sinistra protetti da una corda metallica. Raggiunta la baita Zucco, dopo pochi metri si arriva alla croce in ferro alta circa venti metri del Monte Zucco (1232 m), splendido il panorama sulla media Val Brembana e in particolare su San Pellegrino Terme. Vicino sorge la cappella in cemento con vetri di Murano a ricordo dei Sacerdoti di S. Pellegrino, costruita come la croce dai Soci del GESP. Ritornati alla palina segnavia incontrata prima d'arrivare al rifugio, si inizia a seguire il sentiero a destra che si svolge per buona parte all'interno di una faggeta. Al termine di una ripida salita si raggiunge una cascina, dietro la quale il sentiero prosegue quasi in piano. Si riprende a salire nel bosco fino a raggiungere uno spiazzo, per poi iniziare a scendere a poca distanza dalla falesia del M. "Còren", che scende in un profondo vallone sulla destra. Oltrepassata una cascina e un capanno da caccia, il sentiero prosegue quasi pianeggiante ai limiti del bosco, fino a raggiungere alcune baite. Piagando a sinistra in pochi minuti si raggiunge una palina segnavia, tralasciato a destra il sentiero per S. Pellegrino, in breve si arriva al valico del Crosnello, vigilato dalla Santella del Viandante (1094 m). Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, si inizia a percorre un lungo tratto in falsopiano, in direzione del Pizzo Cerro/Castel Regina (sent. 592).
Raggiunto un bivio con le indicazioni su di un masso, si tralascia il sentiero 595 per Catremerio con il quale poi si farà ritorno e si prosegue diritti verso Foldone e Pizzo Cerro. Dopo un tratto in falsopiano si riprende a salire raggiungendo un bellissimo roccolo settecentesco detto dello "Spadì", circondato da "costruzioni" vegetali formate da carpini e faggi secolari. Oltrepassata una baita si arriva a un bivio segnalato da un cartello su un albero, entrambi i sentieri si uniscono poco più a monte, si consiglia però di seguire quello a destra che si mantiene in quota. Attraversato un prato si inizia a salire sempre più ripidamente in una fitta faggeta, fino a raggiungere la dorsale. Ignorato il sentiero a destra per il Castello Regina, in breve si arriva al panoramico Rifugio Lupi di Brembilla (1280 m). Lasciato il rifugio alle proprie spalle si prosegue fino a raggiungere la cappellina in cima al Pizzo Cerro (1285 m). Su un'asta in acciaio sono stati infissi 20 tubicini, su ognuno dei quali è scritto il nome della montagna verso il quale è puntato, dal Gruppo del M. Rosa, al Grignone, dal Disgrazia, al Resegone...
Ritornati al bivio segnalato su un masso, si inizia a scendere a destra seguendo il sentiero 595. Al termine della discesa si raggiunge la chiesetta di San Gaetano (988 m) a "Catremerio di là" dei Balòss (furbi). Seguendo la mulattiera si scende al sottostante borgo di "Catremerio di qua" degli Sgarbui (avvocati). Oltrepassata una cappella, si passa sotto a un portico e svoltando a sinistra si segue il segnavia 592 fino a raggiungere una fontana. Il sentiero inizia a scendere fino a raggiungere una cascina, oltre la quale dopo un breve tratto in salita, si prosegue fino a incrociare la strada asfaltata. Seguendo la strada in pochi minuti si ritorna al parcheggio di Sant'Antonio Abbandonato.
Malati di Montagna: Pg, Lorenzo, Silvio, Danilo e l'homo selvadego
Chiesa di Sant’Antonio
Diversi documenti del 1440 citano di una piccola Cappella dedicata a S. Antonio nella contrada di Castignola.
La croce è stata progettata da Ugo Malavasi, sanpellegrinese e dipendente Falck, e disegnata da Gianni Grataroli di San Giovanni Bianco. Nel novembre 1964 iniziarono ufficialmente i lavori con il trasporto dei tralicci donati dalle acciaierie Falck da Piazza Brembana a San Pellegrino.
La croce, una volta completata, venne montata distesa presso i giardini pubblici, per mostrarla alla popolazione. Dal paese poi doveva essere portata sulla cima del monte Zucco e si era sparsa la voce che sarebbe stata sollevata con un elicottero, mentre si era offerta anche una ditta di Brembilla per il trasporto con i muli; ma niente di tutto questo: l’entusiasmo era tale che la croce venne portata tutta a spalle dai volontari del Gesp. Addirittura si racconta che qualcuno nascose la cima della croce per assicurarsi di poterla portare in cima senza l’ausilio di nessun mezzo.
La croce, una volta completata, venne montata distesa presso i giardini pubblici, per mostrarla alla popolazione. Dal paese poi doveva essere portata sulla cima del monte Zucco e si era sparsa la voce che sarebbe stata sollevata con un elicottero, mentre si era offerta anche una ditta di Brembilla per il trasporto con i muli; ma niente di tutto questo: l’entusiasmo era tale che la croce venne portata tutta a spalle dai volontari del Gesp. Addirittura si racconta che qualcuno nascose la cima della croce per assicurarsi di poterla portare in cima senza l’ausilio di nessun mezzo.
Pizzo Cerro 1285 m
sulla cui cima sorge una cappella dedicata alla Madonna
Il Rifugio Lupi di Brembilla (1270 m) sorge a pochi metri sotto la cima del Pizzo Cerro ed è gestito dal Gruppo Alpini Lupi di Brembilla
rifugio G.E.S.P. 1140 m
sullo sfondo la croce del M. Zucco
“Il gruppo G.E.S.P. (Gruppo Escursionisti San Pellegrino) costituitosi nel 1964, è una associazione che non persegue scopi di lucro. Sue attività possono essere: il turismo, il paraturismo e l’escursionismo in genere. Promuove inoltre e sostiene iniziative atte alla conservazione della natura, iniziative scientifiche, culturali, artistiche e sportive.”
Questo, oltre ad essere il primo articolo dello statuto della nostra associazione, è da considerarsi il manifesto programmatico del Gruppo, rappresenta gli ideali che vengono portati avanti da oltre cinquant’anni.
Catremerio 988 m
Catremerio è sicuramente uno dei borghi storici più interessanti e belli di tutta la val Brembilla. Le case sono databili intorno al Settecento e a testimonianza sono visibili alcune date: 1738 e 1754 scolpite sulle volte d’entrata.
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