Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 20 aprile 2014

Sacro Monte di Varallo "La nuova Gerusalemme"


Il Sacro Monte, inserito nella Riserva Naturale Speciale istituita nel 1980 e raggiungibile anche per mezzo di una funicolare è il più antico (1491) dell'Italia settentrionale. Assieme agli altri Sacri Monti situati tra il Piemonte e la Lombardia è stato dichiarato a Parigi il 4 luglio 2003 patrimonio mondiale dell'umanità.

Piazza della Basilica


Il Sacro Monte di Varallo è un complesso storico religioso sorto alla fine del XV secolo formato da 44 cappelle al cui interno sono raffigurate, con sculture a tutto tondo a grandezza naturale e con pitture, le tappe della vita e della Passione di Cristo.

La strage degli innocenti


Fu realizzato per volontà di un frate francescano, dei Minori Osservanti, Padre Bernardino Caimi, che era stato custode del Santo Sepolcro a Gerusalemme, e che volle riprodurvi i luoghi santi della Palestina che erano stati testimoni della vita terrena di Cristo. Al loro interno vennero poste delle immagini, sculture policrome o pitture, per ricordare i corrispondenti eventi della storia di Gesù, ad esempio nell'Annunciazione le figure dell'arcangelo Gabriele e della Madonna.
Già dal primo Cinquecento, grazie all'opera di Gaudenzio Ferrari, pittore, scultore e architetto, la scena sacra all'interno degli edifici acquistò maggiore importanza rispetto alla riproduzione dei luoghi di Terra Santa ed il Sacro Monte assunse l'aspetto che oggi gli è proprio: nelle cappelle le sculture raffigurano il momento centrale della narrazione, mentre le pitture proseguono il racconto.

Piazza dei Tribunali


Nel tardo Cinquecento (1565-69 circa) il complesso venne radicalmente riprogettato ad opera dell'architetto perugino Galeazzo Alessi che, pur mantenendone il contenuto religioso, volle trasformarlo in un luogo ameno, di meraviglie ed artifici, vicino al gusto decorativo delle ville profane contemporanee, con giochi d'acqua, fontane, siepi, zone amene di giardino all'italiana. Questo progetto, denominato "Libro dei Misteri", oggi conservato presso la Biblioteca Civica Farinone Centa di Varallo, fu realizzato solo in minima parte (la monumentale porta di ingresso e la cappella di Adamo ed Eva).

Complesso di Betlemme


A partire dal 1593 regista di una nuova trasformazione del complesso religioso fu il vescovo di Novara, Carlo Bascapè che, raccogliendo anche le indicazioni di san Carlo, lo trasformò in un percorso sacro, accuratamente controllato nei contenuti, secondo le indicazioni del Concilio di Trento, per illustrare ai fedeli in modo chiaro e comunicativo la storia della vita di Cristo.
Hanno lasciato la loro opera al Sacro Monte alcuni dei maggiori artisti in area lombarda e piemontese tra la fine del XV e il XVIII secolo, da Gaudenzio Ferrari a Morazzone, Tanzio da Varallo, Giovanni d'Enrico, Melchiorre Gherardini, Dionigi Bussola, Benedetto Alfieri.
Si consiglia la visita alla chiesa della Madonna delle Grazie ed alla Pinacoteca di Varallo che conservano opere di artisti attivi al Sacro Monte o provenienti dal Sacro Monte stesso.
Malati di Montagna: Deborah e Fabio

Per il pranzo consigliamo l'Hostaria di Bricai


Sito a Rassa, un piccolo e delizioso paese dell'Alta Valsesia ai piedi del Monte Rosa, l'Hostaria di Bricai rappresenta un ristorante storico - un tempo chiamato Locanda delle Alpi - ora gestito da Giorgio e Chiara, due giovani di provenienza milanese ma con radici Valsesiane.
Pur continuando una tradizionale cucina locale, Giorgio e Chiara propongono piatti innovativi con preparazioni caserecce e prodotti naturali forniti in esclusiva da diverse aziende agricole una delle quali: l'Azienda Agricola "Le Beline" di Mollia.


Menù domenica di Pasqua
# Antipasto misto della casa (pane di segale a lievitazione naturale
con tartare di salmone selvaggio, gallina in saor, fior di ricotta di
capra e trota del Sesia affumicata, filetto di maialino da latte in
confit alle erbe di Provenza, mousse di Paletta di Coggiola)
# Ravioli di farro integrale e di bue Fassone
# Capretto al forno secondo l'antica tradizione del Bricai e capretto
in umido alle erbe con polentina morbida
# Zuccotto di colomba pasquale e mango

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