Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 6 aprile 2014

Al Torrezzo tra il lago di Endine e il lago d'Iseo

31 agosto 1944: la Battaglia di Fonteno e Monte Torrezzo.
Quel giorno le Brigate Nere fasciste e le SS tedesche avevano deciso di attaccare i partigiani della 53a Brigata Garibaldi sui Colli di San Fermo. All’alba le SS occupavano Fonteno prendendo in ostaggio numerosi civili inermi, che radunarono sulla piazza del paese. Poi presero a salire verso i Colli di San Fermo, mentre dall’altra parte della montagna, da Monasterolo, attaccavano i fascisti. Il comandante delle SS, maggiore Langer, ormai sicuro del successo, intimò la resa della 53a Brigata Garibaldi, pena la morte dei civili in ostaggio a Fonteno. Ma i partigiani con un’abile manovra, passando per i percorsi più impervi, scesero a Fonteno, immobilizzarono i tedeschi rimasti in paese e liberarono gli ostaggi. Risalirono poi alle spalle delle SS che si stavano dirigendo al Colletto, colpendone diverse e catturandone altre, compreso il maggiore Langer. Per avere salva la vita Langer ordinava la ritirata ai fascisti e alle sue SS, che furono rilasciate dai partigiani, senz’armi e senza mezzi e con l’impegno di non operare ritorsioni e rappresaglie sui civili di Fonteno.
Impegno che dopo alcuni giorni fascisti e tedeschi avrebbero violato.


I sentieri e le mulattiere della valle di Fonteno costituiscono la testimonianza di un mondo e di una cultura contadina che sta ormai scomparendo, sono gli stessi che per secoli hanno visto il passaggio consueto degli uomini, per i quali la salita non era occasione di svago, quanto necessità di sostentamento.

Dall'autostrada A4 usciamo a Bergamo e proseguiamo seguendo le indicazioni per Lovere. Dopo aver costeggiato il lago di Endine, oltrepassata la frazione Piangaiano, alla prima rotonda svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per Fonteno. Raggiunto il paese lasciamo la macchina nel parcheggio a sinistra poco prima della chiesa (606 m). Fonteno è soprannominato il "balcone del lago", per la sua amena posizione che consente una splendida veduta dal lago d'Iseo fino alle cime innevate dell'Adamello che fanno corona alla Valcamonica.
Salendo una scala sulla sinistra del parcheggio, raggiungiamo Piazza Ongaro Parroci con la chiesa parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita edificata nel 1883/86 in stile neogotico-lombardo. Attraversata la piazza proseguiamo seguendo Via Campello e in pochi istanti giungiamo nell'antica piazza Vecchia, con la cinquecentesca chiesetta di S. Rocco.
Lasciando alla sinistra la chiesetta, saliamo verso la parte alta del paese sino alla fine della strada asfaltata, qui ha inizio l'antica mulattiera selciata denominata "del Torès" (cartello). Con moderata pendenza ci inoltriamo nella bucolica valle raggiungendo il portico della chiesetta dell'Addolorata del Santello del XVIII sec.
Continuiamo alternando tratti pianeggianti a tratti in salita, in mezzo a faggi, frassini e noccioli. Al primo bivio proseguiamo a sinistra seguendo la palina segnavia "Mulattiera del Torès", qualora si tenga la destra si raggiunge un'azienda agrituristica.
Arrivati al successivo bivio, tralasciamo la stradina che prosegue in piano e, salendo verso destra, dopo pochi istanti si apre ai nostri occhi uno straordinario panorama di pascoli e cascine.
L'antica mulattiera permetteva il collegamento con le diverse cascine e costruzioni rurali, alcune delle quali, abilmente ristrutturate, ancora oggi vengono utilizzate per l'alpeggio estivo. Passiamo accanto a varie di queste costruzioni fino ad arrivare alla cascina Falsegn con a destra l'omonima cappella (910 m). Camminando tra antichi castagni, con i loro tronchi contorti e segnati dal tempo, mi ritornano in mente alcune scene tratte dal documentario di Mauro Corona, Uomo di Legno. Raggiungiamo in pochi minuti una captazione dell'acquedotto di Fonteno (921 m), entriamo poi in un bellissimo bosco di abeti e,tra radici e roccette, arriviamo in località Camonga (1024 m). Riprendiamo a salire con lunghi tornanti attraversando il suggestivo bosco del Largù, usciti proseguiamo su un lungo traverso in moderata salita arrivando a un colletto. Qui troviamo una meridiana che ci permette di individuare le principali cime che ci circondano. Dalla meridiana possiamo scendere sulla sottostante stradina asfaltata e quindi proseguire verso destra o, come abbiamo fatto noi, salire e poi scendere il pendio a destra, raggiungendo prima una casa privata e poi la stradina asfaltata di prima in località Colletto (1281 m), dove è stato eretto un monumento a memoria dei partigiani caduti nella guerra di liberazione. Da qui seguiamo verso sinistra la strada sterrata per poi proseguire su un sentiero a destra dove, poco più in alto, c'è un caratteristico crocifisso di legno. Arrivati al limitare del bosco pieghiamo verso sinistra e costeggiando un recinto in moderata salita arriviamo sul punto più alto del Monte Torrezzo (1378 m). Da questo balcone naturale si ha una splendida vista sul Guglielmo, la Corna Trentapassi, l'Adamello e le vicine Orobie. Per il ritorno consigliamo il medesimo percorso seguito all'andata. Noi, invece, dal colletto con la meridiana seguiamo il Sentiero agrituristico Flavio Tasca, arrivando sino a una cappella raffigurante un crocifisso. Proseguiamo su strada privata fino al secondo tornante e, tralasciando la strada a destra, iniziamo a scendere verso alcune baite sottostanti. Seguendo in un primo momento una traccia di sentiero e in seguito attraversando i pascoli, arriviamo fino a una baita in fase di ristrutturazione, da qui su una stradina sterrata in breve raggiungiamo la mulattiera percorsa il mattino.
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Silvio, Pg, Danilo e Fabio


Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta
e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio.


Perciò sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.


un'antica casa, dove il tempo sembra essersi fermato...


Mulattiera del Torès


bosco del Largù


Presolana


Monte Guglielmo e il sottostante lago d'iseo




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