Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 28 settembre 2024

Dalla Chiesetta Paradiso alla Punta Paradiso in Valle Sacra

La Punta Frera o Paradiso a 1895 metri è l’ultimo risalto roccioso della cresta E-S-E del Monte Verzel, a S-E delle Rocce Bianche. Nelle vicinanze vi è una cava dismessa per l’estrazione della quarzite. La piccola Cappella del Paradiso, detta anche Chiesa di Valpiana o “Ël Paradis”, è un punto panoramico eccezionale sulla pianura e sulla Valchiusella. Si percorrono sentieri e strade di montagna senza particolari difficoltà, la segnaletica è discretamente presente.
Malati di Montagna: Patrizia, Giuseppe, PiGi e il viandante selvadego

si parte da Pian delle Nere seguendo per un tratto la strada sterrata



se  la giornata inizia con il Monviso...come potrà essere il resto della giornata?



dalla palina segnavia si inizia a seguire il sentiero a destra



uno sguardo su Cima Bossola


Ci sono sentieri poco battuti che portano in luoghi stupendi.



si passa accanto accanto ad un “crutin”



verso le baite superiori di Valpiana


lo splendido Vallone del Savenca



oggi la vista spazia fino ai grattacieli di Milano


dalle baite si sale in breve alla...



...Cappella del Paradiso, detta anche Chiesa di Valpiana o “El Paradis”

vista sul colletto che bisogna risalire dietro alla cappella


Un puntino bianco nascosto tra il verde dei monti e immerso nella quiete assoluta.


dal colletto continuiamo a salire per un tratto seguendo i segnavia bianco/rossi...


tornati al colletto si segue la cresta per Punta Frera o Paradiso



Punta Frera o Paradiso


qualche breve tratto da fare con un minimo d'attenzione


lungo la via del ritorno si incontra la grande roccia di quarzo bianco...


si ritorna a valle...

sabato 21 settembre 2024

Dal Santuario di San Girolamo al Rifugio Camposecco

Semplice escursione alla scoperta di alcuni tra i luoghi più interessanti del territorio Lecchese. Un luogo meta di pellegrinaggi, un luogo manzoniano e dove si può godere di bellissimi panorami sulla città di Lecco, l'Adda e il M. Barro.. Il Rifugio Camposecco si trova in località Câmpsècch, immerso tra i castagni a 610 metri, sul versante Sud-Ovest del Monte Magnodeno. Ottimo punto panoramico su “Quel ramo del Lago di Como che volge mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti”, di Manzoniana memoria. Poco oltre la cappella di San Girolamo al rifugio, si percorrono sentieri di montagna ottimamente segnalati da paline segnavia e senza particolari difficoltà.
il viandante Selvadego e il grande PiGi...82 anni e non sentirli...!!!

Altre escursioni in zona:
Magnodeno nel cuore del territorio lecchese
Da Erve al Monte Magnodeno
Sentiero Rotary...sulle tracce del Manzoni...

si parte dal Santuario di San Girolamo a Somasca frazione di Vercurago



uno sguardo alla Rocca...

si attraversa il paese raggiungendo il viale delle cappelle, lungo il quale dieci cappelle con all'interno delle statue di legno raccontano alcuni episodi della vita di San Girolamo, dal momento della liberazione fino alla morte.



A metà del Viale delle cappelle si trova la Scala Santa. Essa è formata da centouno scalini. Ancora oggi la Scala Santa è meta di molti pellegrini alla ricerca di pace interiore.


Al termine della Scala Santa si trova  l’Eremo, incavato nella roccia dove San Girolamo. al termine delle sue giornate, si ritirava in preghiera.


Proseguendo in breve si arriva alla Valletta, dove San Girolamo abitava con i suoi orfanelli. In questo luogo si possono ammirare l'ultima cappella (che rievoca la morte di San Girolamo), la Chiesa della Risurrezione con il piccolo cimitero in cui riposano alcuni padri somaschi, il piccolo santuario dedicato a San Girolamo, la fonte del miracolo.


seguendo le indicazioni si prosegue su sentiero



Rifugio Camposecco





verso il Castello dell'Innominato...accompagnati da Alessandro Manzoni...


Il castello dell'Innominato, storicamente noto come rocca di Vercurago, è una fortificazione risalente al XIII secolo posizionata su un'altura al confine tra i comuni di Lecco e Vercurago, da dove si gode una bella vista sul fiume Adda, sul lago di Olginate, naturalmente su quello di Como. Secondo la tradizione popolare lo scrittore Alessandro Manzoni, nel suo romanzo I promessi sposi, si ispirò a questa rocca per ambientare la residenza dell'Innominato.





si ritorna percorrendo un tratto del sentiero 801
Chiamato anche "sentiero della valle", poiché nel suo lungo cammino di circa 35 Km tocca 6 comuni appartenenti alla Comunità Montana Val San Martino.

domenica 15 settembre 2024

AL Bivacco Città di Clusone, sul versante sud del Pizzo della Presolana

Sull’origine del nome “Presolana” si raccontano due leggende, molto simili, entrambe con protagonisti i Romani e il popolo barbarico degli Alani. 
La prima di esse narra che nell’anno 463 gli Alani, guidati da Biogor, valicarono le Alpi e si insediarono in terra bergamasca: i Romani allora inviarono un grande esercito con a capo Ricimiero, che affrontò e sconfisse i barbari sulle pendici di quella che sarebbe poi diventata la Presolana, da “preso l’Alano”. 
La seconda leggenda narra che il re degli Alani, Re Lana, si fosse stabilito nella Grotta dei Pagani come ultima roccaforte contro l’avanzata dell’esercito romano. Quest’ultimo sconfisse i barbari e catturò Lana: l’evento fu conosciuto come “la presa di Lana” (da qui il nome del massiccio montuoso che chiude la Val di Scalve).
Entrambe le leggende sono concordi su una cosa: che ancora oggi, quando la nebbia ammanta le guglie calcaree della Presolana, è possibile sentire i lamenti dei fantasmi degli Alani che si aggirano tra le rocce…

L'escursione si svolge su sentieri e strade di montagna ben segnalati da paline segnavia e segni di vernice bianco/rossi. Dalla Baita Cassinelli al bivacco Città di Clusone il sentiero diventa roccioso e alterna tratti molto ripidi a tratti con minore pendenza. La strada sterrata fa parte della "Via del Latte", un vero e proprio itinerario tra i pascoli al di sotto della Presolana, che dal Passo della Presolana permette di raggiungere Rusio. Ho la fortuna di vivere nel paese più bello del mondo, con le montagne e le valli più belle del mondo, fossilizzarsi in un solo luogo non fa al caso mio.
...la Presolana è una cima di cui ho un ricordo indelebile...il viandante selvadego

“Sulla montagna sentiamo la gioia di vivere, la commozione di sentirsi buoni e il sollievo di dimenticare le miserie terrene. Tutto questo perché siamo più vicini al cielo.” 
Emilio Comici

Altre escursioni in zona:

si parte dalla località...


la prima parte si svolge su ampio sentiero in un bel bosco...


per poi uscire davanti alla Regina delle Orobie...
...al Rifugio Carlo Medici ai Cassinelli






uno sguardo verso il rifugio...


le nostre Dolomiti lombarde...chi ama le montagne una volta nella vita deve ammirare la bellezza della Presolana...io ne rimango ogni volta affascinato...






Cappella Savina



si ritorna ai Cassinelli...


...per poi riprendere a salire sul "Sentiero delle capre"


...con bellissimi scorci sulla valle


si scende al Colle della Presolana


per poi proseguire fino a raggiungere...




arrivederci alla prossima...signora delle Orobie...