Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 8 aprile 2018

Sentiero Walter Bonatti, da Monastero di Dubino al Monte Foffricio

L’idea del sentiero è nata quando Walter era ancora in vita – ci ha raccontato Andreino Della Bitta, uno dei realizzatori del tracciato e amico di Bonatti – Alla sua morte sono emerse tante idee per commemorarlo e ci siamo ricordati di questa traccia già esistente che lui voleva ripulire e completare.


Si tratta di un sentiero lungo 25 chilometri che parte dall’abitazione di Bonatti a Monastero e sale in quota lungo le montagne a nord di Dubino. L’altitudine massima sono i 2750 metri della bocchetta del Calvo per poi giungere all’arrivo dei 1150 metri dei Bagni di Masino, frazione di Valmasino. 



Splendida escursione che ricalca nel primo tratto il "Sentiero dedicato a Walter Bonatti" fino al Monte  Foffricio, per poi scendere lungo una splendida mulattiera militare della Linea Cadorna ancora in buone condizioni. Purtroppo nella giornata in cui si è svolta l'escursione, i panorami sono stati ofuscati da una persistente nuvolaglia.

Da Lecco si segue la superstrada Lecco-Colico fino al Trivio di Fuentes, vero e proprio crocevia, dove si diramano le strade principali che portano in Valchiavenna (SS36 dello Spluga) o Valtellina (SS38 dello Stelvio). Si continua verso la Valchiavenna per alcuni chilometri, per poi deviare a destra in direzione di Dubino. Si segue la strada Valeriana, che tocca tutti i paesi del piano della Costiera dei Cech. Arrivati a Dubino, si abbandonata la strada Valeriana e si svolta a sinistra in Via Dosso e poco dopo nuovamente a sinistra in Via Rogola fino a raggiungere il piccolo parcheggio adiacente alla chiesa dedicata alla Beata Vergine Immacolata, in frazione Monastero (265 m).
Si iniziano a seguire le chiare indicazioni del sentiero Walter Bonatti, salendo tra le abitazioni fino a un bivio. Tralasciato il Sentiero dell'Acqua da cui poi faremo ritorno, si prosegue a sinistra verso la Cava/San Giuliano. Si guadagna quota gradualmente con un lungo tratto a mezzacosta nel bosco e superando senza difficoltà alcune roccette affioranti, si raggiunge una cava di calcare. Il sentiero sempre ben contrassegnato, svolta decisamente a destra, alle spalle di una piccola costruzione. Si sale in maniera più decisa sul crinale spartiacque fra Valtellina e Valchiavenna, per poi proseguire seguendo una profonda traccia che sale verso sinistra. Rimanendo sul versante valtellinese si segue il largo crinale fino a uscire dal bosco, dove in un suggestivo pianoro troviamo adagiate alcune baite diroccate e il rudere della chiesetta di San Giuliano (768 m). Dopo aver seguito per un breve tratto una pista sterrata verso destra, si incrocia la strada consortile Cino-Alpe Piazza. Si continua a seguire sul lato opposto il Sent. Walter Bonatti indicato da una palina segnavia verso "La Piazza". Il  sentiero sale prima sulla sponda destra di un torrente in secca e poi per mezzo di un ponticello continua sulla sponda sinistra fino a incrociare nuovamente la strada, che si segue per un breve tratto in leggera salita fino a raggiungere le prime baite dell’alpe La Piazza (991 m). Oltrepassata una sbarra, si sale verso sinistra in direzione delle baite più a monte, fino a raggiungere una fontana, con un grande segnavia rosso-bianco-rosso. Si procede in piano verso sinistra costeggiando alcune baite, per poi entrare in un bel bosco di pini silvestri. Seguendo un marcato sentiero si sale verso nord/est fino a raggiungere un suggestivo pianoro di betulle, oltre il quale il sentiero con alcune lunghe svolte continua a salire fino a uscire dal bosco in corrispondenza del poggio del monte Foffricio, con un ripetitore sulla destra (1220 m). Dalla palina segnavia si abbandona il Sent. Walter Bonatti e si prosegue seguendo le indicazioni a destra verso i Prati dell’O. Il sentiero prosegue con un lungo mezzacosta, durante il percorso si incontrano un paio di fresche fontanelle che allietano il cammino nelle giornate calde. Al primo bivio si prosegue a sinistra e in vista delle prime baite si scende a destra arrivando ai Prati dell'O (1226 m). Si scende tra le baite fino a incrociare la strada consortile per La Piazza, che si inizia a seguire verso destra. Dopo pochi minuti la si abbandona, imboccando a sinistra la vecchia mulattiera per Cino, indicata da una palina segnavia. Si supera la zona del Gag, con alcuni grandi pini (tiùm), secondo un'antica leggenda, sarebbero soldati Grigioni trasformati in alberi dal Mago Nestrelli. Con una lunga serie di tornanti si scende lungo la Val Maronara fino a raggiungere una cappelletta posta in una piccola radura, restaurata, nel 2002, dal gruppo degli alpini di Cino e Mantello. La mulattiera in alcuni tratti un po' sconnessa, prosegue fino a raggiungere una presa d'acqua con una fontanella. Da qui si inizia a seguire una stradina cementata che attraversa una splendida pineta. Tralasciato il sentiero a sinistra per Nestrelli in pochi minuti si arriva al campo sportivo di Cino. Si continua lungo la strada asfalta e dopo aver oltrepassato il centro sportivo si svolta a destra in Via Prati Fioriti e poco dopo si scende a sinistra in Via V Alpini, fino a incrociare Via S. Giuliano che si segue a destra arrivando in breve all'inizio della strada agro-silvo-pastorale che si inizia a percorrere. Tralasciato il sentiero a sinistra per Mantello (alternativa per raggiungere Dubino), si inizia a salire per circa mezz'ora, fino a raggiungere la bellissima mulattiera a sinistra per Dubino, indicata da una palina segnavia, sul lato opposto ci si può dissetare a una fontanella. La mulattiera, appartiene al fitto reticolo di mulattiere militari, trincee della Linea Cadorna. Si scende ripidamente con una serie di svolte, giunti a un bivio si svolta a destra e si prosegue fino a raggiungere la palina segnavia che indica a destra il Sentiero dell'acqua. Abbandonata la mulattiera si segue il sentiero che alternando alcuni saliscendi, conduce nuovamente al bivio incontrato a Dubino, chiudendo il lungo, ma bellissimo anello.
Malati di Montagna: Lorenzo, Danilo, Pg e il selvadego

sinistra o destra...il grande dilemma...


La piccola chiesetta di San Giuliano è purtroppo un rudere, di cui è andato in rovina il tetto, con mura che hanno tutta la parvenza di essere pericolanti.

“Sullo sperone di roccia calcarea che divide la valle del Mera dalla valle dell'Adda sorge la chiesetta dedicata a san Giuliano, che già anticamente era segnalato nella cerchia dei Santi Sette Fratelli. Chi era san Giuliano? Probabilmente era un militare della legione delle Gallie, all'epoca dell'imperatore Decio (248-251). Questi, per rafforzare la religione pagana, impose ai militari ed ai funzionari pubblici di munirsi di un attestato d'aver sacrificato agli dei. Il tribuno Fereolo e vari suoi militari, tra i quali Giuliano di Bienne, rifiutarono il sacrificio e vennero pertanto decapitati. Il culto di san Giuliano si diffuse in Alvernia ed in Italia Settentrionale, portatovi forse dai messi del convento di san Dionigi di Parigi, proprietario del territorio che va dal lago di Como al fiume Masino. La festa si celebra il 28 agosto: significativa l'analogia con la vicenda dei militari della Legione Tebea: sant'Alessandro (Traona), san Fedele (Buglio e Mello), san Carpoforo (Delebio).”
don Domenico Songini, in “Storie di Traona – II” (Sondrio, 2004)


Alpe la Piazza



sentiero nel bosco...



Monte Foffricio 1220 m
Nome curioso per quello che non è più di un poggio boscoso sul lungo crinale che separa la Valtellina dalla Valchiavenna. La prima e modesta elevazione rilevabile, che fosse passerebbe del tutto inosservata se non ospitasse un ripetitore televisivo.


I prati dell’O
Nome singolare per il più occidentale dei maggenghi gemelli a monte di Cino, 
che si apre, a 1226 metri, non lontano dal confine della bassa Valtellina.


la Cappella
Posta in una piccola radura che si apre ad una quota di 920 metri, restaurata, nel 2002, dal gruppo degli alpini di Cino e Mantello. Era, questo, un luogo di sosta, di “posa”, nel quale i viandanti, che portavano al maggengo o agli alpeggi superiori il carico di vettovaglie, riposavano, volgendo il cuore al cielo e gli occhi al bello scorcio sulla bassa Valtellina. Nella cappelletta è ancora visibile il dipinto di una Madonna con Bambino circondata da due santi.


Mulattiera della Linea Cadorna...splendida...!!!





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