Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

mercoledì 25 aprile 2018

Sulla Via Francigena, alle pendici della Serra di Ivrea


L'antica Via che nel medioevo univa Canterbury a Roma


Escursione che si svolge su antiche mulattiere ancora in buone condizioni. L'anello offre molti spunti per fermarsi a riflettere, dal mulino del 1715, alle cappelle che si susseguono per tutto il percorso, alla chiesa e battistero di San Lorenzo del FAI, al castello di Montestrutto e al tratto della Via Francigena tra bellissimi vigneti contornati dalle cime delle montagne circostanti.

Dall'autostrada A5 si esce al casello di Quincinetto, per poi proseguire a destra in direzione di Ivrea. Oltrepassato Settimo Vittone in breve si arriva a Montestrutto. La macchina la si può lasciare nel grande parcheggio seguendo le indicazioni per la palestra di roccia "La Turna" (265 m).
Dal parcheggio ci si dirige verso il paese seguendo Via Vittorio Emanuele II. Arrivati in centro, si imbocca a destra Via Nomaglio, seguendo il sentiero del CAI 881 (Sentiero del Castagno). Oltrepassato il lavatoio, si inizia a risalire la stupenda mulattiera che conduce a Nomaglio. Giunti a un bivio, si tralascia momentaneamente la mulattiera e seguendo l'indicazione si sale a sinistra verso la chiesa di San Giacomo, ai piedi del Castello di Montestrutto, deviazione consigliatissima. Si continua a risalire la mulattiera arrivando dopo pochi minuti a un bivio sentieristico, tralasciato il sentiero 852 da cui poi si farà ritorno (Via Francigena), si prosegue diritti continuando a seguire il segnavia 881, fino a raggiungere un arco in pietra, oltre il quale sulla sinistra si trova l'edificio denominato "La Posta". Si continua nel bosco tra castagni, robinie, frassini, ciliegi selvatici, pungitopo e querce, incontrando lungo la mulattiera vari Piloni Votivi, che giustificano il nome attribuito al percorso come “Sentiero dei Salmi“. Arrivati a Nomaglio (571 m), ci accoglie l'antico mulino ad acqua datato intorno al 1700, si risale la strada asfalta verso il centro del paese e dopo aver tralasciato sulla sinistra il sentiero 881, si prosegue raggiungendo “il burnel”, interessante fontana ricavata da un monoblocco di pietra. Si prosegue seguendo i cartelli dell'Ecomuseo della castagna e dopo aver tralasciato a sinistra l'indicazione per la località Canaletta, in breve si arriva a un bivio. Si prosegue seguendo la via a sinistra, incrociando poco dopo la strada asfaltata. Sul lato opposto si segue il sentiero 872 indicato da una palina segnavia, verso Pian d'Auda/San Giacomo/Bocchetta di Quarn (F1/F2). Si riprende a risalire una bella mulattiera e dopo aver oltrepassato il Pilone Votivo di Orsolina costruito su una roccia, si arriva a un primo bivio. Tralasciato il sentiero a sinistra, si continua a salire arrivando subito dopo al Pilone Votivo di Cravaria Sotto. Raggiunto il successivo bivio a 850 m, si tralascia il segnavia F2 (Rossana) e si svolta a sinistra seguendo l'indicazione per Terrafredda (F1). La mulattiera dopo alcuni minuti raggiunge la località le "Fornaci", si continua ora su sentiero e tralasciata un indicazione a sinistra per un'ulteriore "Fornace" si raggiunge poco dopo un bivio. Seguendo l'indicazione per Settimo Vittone, si oltrepassa una baita e in breve si raggiunge la strada sterrata in località Terrafredda 1054 m. Attenzione l'indicazione sul cartello è al contrario, per cui tralasciata la stradina sterrata per Cuni (F1a), si sale verso le baite a monte, per poi continuare seguendo i segnavia bianco/rossi. Incrociato il sentiero che sale dal bivio precedentemente nominato, si prosegue nel bosco arrivando alle prime baite di Bioley, con il Pilone Votivo di Sias costruito nel 1921, in muratura di pietra e malta di calce, fornita dalle fornaci locali. Si raggiunge una prima fontana e continuando a salire si oltrepassa una seconda fontana fino a raggiungere la strada sterrata. Proseguendo verso sinistra si raggiunge un bellissimo e antico lavatoio in pietra con accanto uno in muratura, oltrepassate alcune baite ben ristrutturate, si continua a seguire la strada, per poi proseguire su quella asfalta. La si segue in discesa per alcuni minuti e attraversato un torrente, in prossimità di una grossa cascina la si abbandona, imboccando a sinistra il sentiero con sbiaditi segnavia che scende alle baite sottostanti (E1). Si inizia a scendere seguendo la mulattiera, incrociando dopo alcuni minuti la strada sterrata per Terrafredda. Oltrepassate alcune baite, in breve si arriva a una vecchia e malandata chiesetta, la mulattiera continua a scendere e in breve si arriva in prossimità di alcune abitazioni. Si prosegue lungo una stradina sterrata, per poi abbandonarla riprendendo a seguire la mulattiera a destra, fino a raggiungere la strada asfalta in località Fogliarezzo. Dopo pochi metri In prossimità della curva, si abbandona la strada e svoltando a destra si imbocca un sentiero tra muretti a secco che scende al ponte in pietra sottostante, oltre il quale si arriva in breve alla cappella in località Costanza. Dalla chiesetta si inizia a scendere seguendo una bella stradina che passa all'inizio sotto a una vigna e costeggiando alcune abitazioni, arriva fino sul sagrato della Chiesa della Madonna delle Grazie. Attraversata la strada si raggiunge l’antico castello, arroccato su uno sperone di roccia, fatto smantellare dal Duca di Savoia Carlo III per motivi strategici nel XVI sec. Si possono ancora vedere i ruderi di una torre e a sinistra del portale d’ingresso alcuni fregi in cotto che adornavano le finestre. Nel parco del castello si trova il complesso alto-medioevale della Pieve di San Lorenzo costituito dal Battistero e dalla Chiesa, protetti dal FAI (Fondo Ambiente Italiano). Dal parcheggio si riprende a seguire sulla sinistra la Via Francigena, il sentiero scende leggermente contornando il complesso monumentale, per poi proseguire in mezzo ad antichi vigneti e sotto ad archi in pietra di vecchie case, questo tratto è molto suggestivo e va percorso senza fretta, apprezzando l'ambiente circostante. Seguendo le indicazioni sulle paline segnavia, si ritorna al bivio incontrato durante la salita, da qui si fa ritorno a Montestrutto ripercorrendo il medesimo itinerario.
Malati di Montagna: Andrea, Lorenzo, Danilo e il selvadego

Castello di Montestrutto
Il castello, edificato sulla sommità di uno sperone roccioso, dal quale domina il borgo.


La chiesa romanica risalente al sec. XI, era una tappa importante per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena.


bellissima mulattiera...


località "la Posta"




Lungo il percorso si incontrano alcuni Piloni Votivi che giustificano il nome attribuito al sentiero “Sentiero dei Salmi “. Fino agli anni 60’ del Novecento qui si svolgeva il rito delle “Rogazioni”, processioni devozionali, grande evento per la comunità, che si svolgevano tra canti e litanie invocando la benedizione e protezione dei santi raffigurati. Così al Pilone della Lisetta si pregava Santa Marta (protettrice delle casalinghe e delle cuoche) e San Pietro (protettore di fabbri, mietitori e muratori); al Pilone della Pota si pregava San Bartolomeo (protegge dalle malattie della pelle), Sant’ Antonio da Padova (protettore di fornai e contadini nonché protettore da ogni tipo di contagio), Santa Caterina (protettrice delle lavandaie, delle sarte, delle ragazze da marito, ecc.); al Pilone del Mulino di Sotto oltre la Madonna del Rosario e San Pietro si pregava Santa Margherita (protettrice delle partorienti e degli agricoltori).


vecchio mulino della macina delle castagne secche


Nomaglio “il burnel”
un monolito di pietra pesante varie tonnellate, oggi usato come vasca per una fontana ma probabilmente lavorato ed utilizzato come sepoltura in epoca Longobarda.


veduta di Nomaglio



Fornaci
Il documento comunale più antico che riguarda le fornaci risale al 1534, ed in esso è riportata la controversia tra il comune di Nomaglio e quello di Settimo Vittone, per il possesso di "caves", le fornaci. Le fornaci di Nomaglio furono realizzate per la produzione della calce, legante indispensabile, prima dell'invenzione del cemento, per le costruzioni in pietra.


panorama...


Bioley


nota di colore...!?!


primavera


inizio della mulattiera per Settimo Vittone



Pieve di San Lorenzo e Battistero di San Giovanni, monumento dell’ IX-XI sec, protetti dal FAI (Fondo Ambiente Italiano). Ci troviamo di fronte ad uno dei complessi monumentali romanici più importanti del Piemonte. Qui, secondo la leggenda, sarebbe stata sepolta Ansgarda, moglie ripudiata del Re dei Franchi Ludovico il Balbo che morì nel 889, come testimonia una targa posta sull’ingresso del Battistero, che la indica come Regina dei Galli.


parte dell'antico castello


tratto molto suggestivo della Via Francigena
da Settimo Vittone a Montestrutto


Pilun
Pilastri cilindrici di pietra che hanno la funzione di trattenere il calore del giorno e rilasciarlo la notte per favorire così la maturazione dell’uva. 



angolo suggestivo


dettagli e traccia gpx 

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