Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

domenica 22 aprile 2018

La misteriosa e selvaggia Val dei Ratti

La Val dei Ratti, chiamata così non per la presenza di roditori, ma perché, un tempo, l’omonima famiglia nobiliare comasca ne possedeva gran parte degli alpeggi, è la prima valle della Valchiavenna, e ne segna il confine con la bassa Valtellina ed il gruppo del Masino.

Escursione ad anello che si svolge all'andata sul lato sinistro orografico della Valle dei Ratti, selvaggio e solcato da impetuosi torrenti e il ritorno sul lato destro più frequentato, grazie alla recente strada che permette di accorciare la salita al suggestivo paese di Frasnedo, con l'omonimo rifugio. Da Frasnedo è ancora possibile scendere a Verceia percorrendo la vecchia mulattiera ben segnalata e in buone condizioni.

Si segue la SS36 verso Chiavenna fino a Verceia, usciti dalla prima galleria, alla seconda deviazione per Verceia si svolta a destra e si sale verso la parte alta del paese. Oltrepassato il campo sportivo, in breve si arriva nel piccolo parcheggio in Via Molino, dove si lascia l’auto (260 m). Si seguono le indicazioni su una vecchia palina segnavia verso Foppaccia. Percorso un breve tratto la stradina asfalta, subito dopo le prime abitazioni si sale verso destra imboccando la mulattiera, all’inizio poco evidente, ma poi ben marcata con segnavia rosso/bianco/rosso. Si guadagna quota velocemente e arrivati a un bivio, si tralascia la deviazione a destra e continuando a seguire la mulattiera principale si raggiunge la bella cappelletta di San Fedele, con una fresca fontana (444 m). Da qui ci si inoltra in una zona selvaggia e affascinante, alcuni tratti del percorso che si affacciano sul ripido versante, sono stati attrezzati con dei corrimano in legno o funi metalliche, dando maggior sicurezza a chi magari soffre di vertigini. Si passa sotto a una galleria paratassi e superato con attenzione un breve tratto di sentiero franato, si arriva a guadare un primo torrente. Superatolo senza particolari difficoltà, si riprende a salire ripidamente un tratto umido con un cavo di sicurezza, utile in caso di ghiaccio. Siamo nella selvaggia ed ombrosa Val Priasca, la valle delle streghe, ma niente paura, la luce del giorno le tiene lontane! Si prosegue fino a raggiungere un bivio, tralasciato a destra il sentiero per il Monte Drogo, si continua raggiungendo un ampio canalone. All'inizio bisogna fare attenzione nel superare un breve tratto di sentiero franato, per poi riprendere il sentiero ben marcato sul versante opposto. Dopo alcuni minuti si passa sotto al cavo di una vecchia teleferica, per poi iniziare a risalire con una serie di stretti tornanti un dosso, giungendo al punto d'arrivo della teleferica. Si passa sotto a un vecchio faggio dalla forma bizzarra e vagamente mostruosa, con le radici abbarbicate ad un grosso masso e oltrepassata una baita in breve si raggiunge il secondo torrente, molto più impetuoso del primo. Facendo attenzione nel guadarlo, soprattutto in primavera, quando la neve inizia a sciogliersi, si continua a salire sul fianco meridionale della valle entrando in Val Codogno. Giunti a un trivio, si tralascia il sentiero che scende a sinistra verso la diga di Moledana e si prosegue diritti percorrendo un largo sentiero fino alle baite ristrutturate di Moledana, oltre le quali in pochi minuti si raggiunge un ponte. Si passa sul versante opposto della valle e raggiunto un gruppo di baite, si inizia a percorre un lungo tratto a mezzacosta verso destra con ampie vedute verso la testata della Val dei Ratti. Arrivati a un bivio, si abbandona il sentiero principale e si svolta a sinistra seguendo l'indicazione su un cartello in legno per il rifugio Frasnedo. Il sentiero inizia a salire verso sinistra, terminando su una stradina sterrata, proseguendo a sinistra dopo poche decine di metri si raggiunge il rifugio Frasnedo. Dal rifugio si segue la mulattiera a destra, arrivando in pochi minuti sul sagrato della chiesa della Madonna delle Nevi (1287 m). Per il ritorno a Verceia si scende lungo la vecchia mulattiera, che è stata soppiantata da diversi anni per un lungo tratto da una strada. Dalla chiesa si scende verso il borgo di Frasnedo che si attraversa raggiungendo la sottostante cappella, circondata da alcuni grandi aceri, dove è dipinta una Madonna con Bambino. La mulattiera dopo un primo tratto ripido, con alcuni tratti scavati nella roccia, continua a scendere più moderatamente fino a incrociare la strada sterrata. La si segue per pochi metri, per poi riprende la mulattiera a sinistra, raggiungendo il poggio dove sorge la cappella della Val d'Inferno. Proseguendo sempre in costa, si scende arrivando in località Casten (975 m), dove le baite sono attorniate da enormi castagni secolari. Continuando a valle delle baite si arriva in breve al crocevia nei pressi del Tracciolino. Decauville di servizio degli impianti idroelettrici di Novate Mezzola che, in Valle dei Ratti, hanno un piccolo bacino artificiale. Seguendo le indicazioni si continua a scendere a sinistra in direzione di Verceia, arrivando fino alla località denominata San Sciucc (860 m), dove si trovano una struttura del gruppo ANA di Verceia con una cappelletta. Dalla parte opposta della strada, si riprende a seguire la mulattiera indicata da un cartello in legno Vercia/Stazione F.S. Raggiunte alcune baite con una grossa fontana, si svolta a sinistra e si continua a scendere incrociando più volte la strada. Arrivati nei pressi di un bivio sentieristico (A2), si tralascia il sentiero a destra "Strada carrozzabile per Verceia" e si continua seguendo l'indicazione per Verceia. Giunti sulla strada asfalta, la si segue in discesa per alcuni metri, per poi proseguire sulla mulattiera a sinistra che conduce alle sottostanti baite. Si svolta decisamente a sinistra scendendo fino alle prime abitazioni di Verceia. Si prosegue lungo la strada asfalta verso sinistra e giunti in prossimità di una curva la si abbandona, per proseguire diritti in leggera salita su fondo selciato, fino a raggiungere una grossa fontana e un pannello didattico che spiega il sistema dei mulini "Sbudeled". Si risale la strada a destra della fontana raggiungendo il torrente che si guada tranquillamente grazie ad alcuni grossi massi. Dalla parte opposta si sale raggiungendo la strada asfaltata che si segue a sinistra, per poi proseguire diritti ritornando al punto di partenza.
Malati di Montagna: Gemma, Simonetta, Danilo, Lorenzo, Pg, Renzo e il selvadego

magic moment...





Laudato si', mi Signore. per sora acqua,. la quale è molto utile. e umile e preziosa e casta


canyon suggestivo...


veduta sulla testata della valle...


il faggio e il suo sasso...queste piante riescono sempre a sorprendermi....


...prove di equilibrio...


panoramica sul versante orografico destro...




Frasnedo


Chiesa dedicata alla “Madonna della neve”, eretta nel 1677 e benedetta il 4 luglio 1686.



località Cascten (Casten)
minuscolo nucleo che sorge poco sopra il sentiero e il cui nome ci ricorda come, veramente, ci si trovi nella terra del castagno.


La selvaggia ed ombrosa Val Priasca, legata a paurose leggende di streghe che l’avrebbero scelta come dimora dalla quale calare, sul far della sera, ad insidiare i cristiani.


...trovate il sentiero...



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