Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 29 gennaio 2017

A piedi tra le montagne e i percorsi della Resistenza



Il Sentiero Beltrami vuole essere un contributo a mantenere vivo il ricordo e il patrimonio della Resistenza, gli ideali che l’hanno animata e che hanno permesso di vivere in democrazia. Il Sentiero ripercorre “la storia” di un’importante figura della Resistenza nella nostra terra: Filippo Maria Beltrami, il “Capitano”, che nell’autunno ’43 da Cireggio, dove risiedeva, si trasferì all’Alpe Camasca e con una trentina di uomini diede vita alla prima formazione partigiana del Cusio. Beltrami e i suoi uomini entrarono immediatamente nella leggenda popolare e scrissero una delle più alte pagine della Resistenza italiana. Storicamente indimenticabili: l’occupazione di Omegna condotta da Beltrami e Cino Moscatelli il 30 novembre 1943 e il manifesto siglato dal Capitano il 1° gennaio 1944 con il suo possente “BASTA!” contro le infamie e i massacri fascisti. Nell’ultima decade del gennaio ’44 la formazione lasciò la Valle Strona ricercando spazi più sicuri nel Verbano e nell’Ossola. Il Capitano si fermò sulle alture di Megolo dove, il 13 febbraio 1944 al Cortavolo, rifiutata l’offerta di resa del capitano tedesco Simon, morì in battaglia insieme ad altri undici partigiani. Nel 71° Anniversario della Battaglia di Megolo, si rinnova il grazie commosso della gente delle nostre terre e di chi percorrerà il Sentiero con rispetto e fiducia per la democrazia e per i valori della pace e della solidarietà.



Lady H. Cole – moglie di un magistrato britannico e tra le prime donne a far da guida a un tour sulle Alpi Italiane – nel 1858 scriveva così: “Quando raggiungemmo la cima, fummo ripagati da una vista che superava qualsiasi nostra aspettativa. Il lago d’Orta ai nostri piedi non sembrava più grande di uno specchietto d’argento. Dietro, il lago Maggiore, il lago di Varese e, immensa, la pianura della Lombardia, costellata di città e di villaggi italiani. Se ne potevano contare facilmente più di 60. […] Restammo colpiti quando scorgemmo, a Nord est, i picchi nevosi di una lontana catena di montagne. Erano il gruppo del Bernina, l’Ortles Spitz, la famosa montagna più alta del Tirolo. La sua distanza doveva essere di 120 miglia inglesi. Ma si distingueva nettamente. Verso Camasco, un sentiero ripido ma bellissimo era circondato di boschi e adornato da una profusione di fiori selvatici”.


Queste montagne erano in effetti molto frequentate nel secolo scorso, sia per fini commerciali che per pellegrinaggi religiosi: “era tutto un mondo in cammino in cui sentieri e mulattiere erano le strade di una civiltà rurale oggi in via di estinzione, ma della quale la montagna conserva le ultime tracce". tratto da: “Valle Strona” di Paolo Crosa Lenz - Alberti Editore


Il monte Mazzoccone è una grossa altura che chiude la dorsale proveniente dalla bocchetta di Foglia e sui fianchi si stende il territorio di Quarna Sopra. Nelle due Quarne è soprannominato comunemente "l'Aquila", poiché il grosso cippo che si trova sulla cima è sormontato da una grossa aquila, scolpita da Genesio Bertoli e collocata dapprima dalla popolazione di Quarna Sopra nel 1935, poi rifatta nel 1981 e risistemata a cura del gruppo locale dell'ANA e del GAM (Gruppo amici della montagna).

Da Milano si segue l'autostrada A8 in direzione di Varese/Sesto Calende, per poi proseguire sulla A26 in direzione di Gravellona Toce. Dall'uscita di Gravellona Toce si prosegue fino a Omegna e da Piazza Beltrami si seguono le indicazioni per Cireggio/Quarna. Prima d'arrivare in centro a Cireggio, si consiglia di lasciare l'auto nel parcheggio del cimitero sulla sinistra (360 m). Seguendo la strada asfalta (Via Leonardo da Vinci) si raggiunge in pochi minuti il monumento in memoria del "Capitano" Filippo Maria Beltrami (Medaglia d’Oro al Valor Militare), una bacheca ne descrive la vita e il sentiero a lui dedicato. Dopo aver oltrepassato la chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, si segue a sinistra la stretta Via Morone e incrociata nuovamente la strada, la si segue per pochi metri verso sinistra arrivando all'inizio della mulattiera sulla destra. Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia si inizia a seguire il "Sentiero Beltrami" verso Quarna Sopra. A poco più di due terzi della rapida mulattiera si raggiunge il Santuario dedicato alla Madonna della Neve o comunemente detto del Fontegno, con vicino una fresca fontana (704 m), nelle giornate terse il panorama sul Lago d'Orta è splendido. Si riprende a salire passando accanto ad alcune tribuline o cappellette, per altri sei tornanti, fino a raggiungere il Belvedere di Quarna Sopra “Il paese della musica”: Definito così per via della profonda influenza che la produzione artigianale di strumenti musicali ha esercitato nell’economia e nella vita del piccolo piccolo paesino, situato sulla sponda occidentale del lago d’Orta. Si scende sulla strada asfalta e seguendo le indicazioni sulla palina segnavia si sale fino a raggiungere il paese di Quarna Sopra (866 m). Tra le strette vie del paese si raggiunge prima la Cappella di S. Anna e poi seguendo le indicazioni "Anello del Mazzoccone" si sale alla chiesa parrocchiale del 1500 dedicata a San Stefano. Dalla palina segnavia si piega a destra raggiungendo su una stradina asfalta e poi sterrata la cappella di Chercio (890 m). Continuando sulla gippabile si arriva al bivio nei pressi dell'alpe Sfrusee, dove abbandonato momentaneamente il "sentiero Beltrami" (T20) si prosegue a destra (Er del Fi/A. della Selva/A. Camasca). Raggiunta la successiva palina segnavia si prosegue ancora per un breve tratto su strada sterrata in leggera discesa, per poi svoltare decisamente a sinistra salendo verso il dosso dell'Orlo del Fico e alla croce del Colle della Frera (palina segnavia). Tra suggestivi scorci panoramici raggiunta la cappella del M. Saccarello (1228 m) si procede sempre su cresta passando il rilievo chiamato "Mazzucherino del Carlo" e dopo alcuni dossi si arriva alla cima del M. Mazzocone (1424 m). In cresta sono stati posizionati alcuni brevi tratti attrezzati con catene, utili nel caso di abbondanti nevicate o ghiaccio. Dopo aver fatto indigestione di panorami, si scende sul versante opposto fino a raggiungere la palina segnavia. Si imbocca il comodo sentiero sulla sinistra verso l'A. Camasca/Le Quarne, riprendendo nuovamente l'Anello del Mazzuccone. Raggiunta una bella baita in posizione panoramica, si piega a sinistra e dopo un breve tratto su sentiero si incrocia una stradina asfaltata che conduce fino all'alpe Camasca (1230 m). Si consiglia prima di proseguire una breve deviazione verso la bella chiesetta con accanto un fresca fontana. Ritornati alla palina segnavia si prosegue verso l'A. Ruschini/Quarna Sopra/Omegna, ritornando a percorrere il "sentiero Beltrami". La stradina sterrata perde leggermente quota e costeggiando il versante della montagna, arriva fino all'alpe Ruschini (1143 m). Tralasciato il sentiero a sinistra, si continua a scendere seguendo le indicazioni per Le Villette/Quarna Sotto. Si attraversa un suggestivo bosco, arrivando in breve al pannello del "sentiero Carlo Casanova". Si svolta a destra e seguendo i segnavia bianco/rossi, si scende fino a incrociare la strada asfalta. La si segue verso sinistra per pochi metri, per poi riprendere a scendere a destra, raggiungendo in breve una sterrata (Via Crego), al termine della quale si arriva nuovamente sulla strada asfalta. Si prosegue diritti seguendo le frecce arancioni a terra e dopo una decina di metri si svolta a destra seguendo un'ampia strada sterrata. Giunti a un bivio si svolta a sinistra e in leggera salita si arriva nei pressi di un campo da tennis dismesso. Alla sinistra del campo da tennis si riprende a scendere seguendo una buona traccia di sentiero fino ad arrivare all'Oratorio del Saliente, edificato negli anni 1623-1626 sui resti di una preesistente Cappella dedicata ai SS. Fabiano e Sebastiano. Seguendo la strada asfalta si passa accanto a un piccolo parco intitolato a Fausto Coppi, per ricordare le origini della famiglia del "Campionissimo". Subito dopo aver attraversato il ponte, si imbocca sulla destra un ampio sentiero che scende a lato di alcune case, rimanendo alto sul torrente sottostante. Incrociata la strada asfalta si inizia a seguirla verso destra e dopo aver oltrepassate alcune abitazioni e una cappella, si continua sulla strada asfaltata in leggera discesa fino a raggiungere un bivio. Si svolta a destra raggiungendo in breve il laghetto artificiale di Vorio, per poi proseguire a destra seguendo un sentiero che diventa in seguito una bella mulattiera. Con una serie di ripide svolte, costeggiando a tratti una condotta forzata, si scende fino al Torrente Fiumetta nel pressi della centrale elettrica di Brolo. Tramite un ardito ponticello si attraversa il torrente, per poi iniziare a seguire la condotta in cemento che proseguendo in falsopiano nel bosco, raggiunge i Laghetti di Nonio (536 m). Da qui si scende verso sinistra seguendo i bolli arancioni e poco dopo arrivati in prossimità di una radura, si tralasciano le indicazioni su un albero (frecce) e si prosegue a sinistra seguendo i segnavia bianco/rossi. Raggiunta una stradina asfaltata, si inizia a seguirla verso destra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per Omegna (T0). Attraversato nuovamente il Torrente Fiumetta, si svolta a sinistra e in breve si ritorna a Cireggio chiudendo questo lungo itinerario ad anello.
Malati di Montagna: Lorenzo, Pg, Silvio, Danilo e l'homo selvadego

un tratto della bella mulattiera


Santuario del Fontegno o della Madonna della Neve, la cappella è stata riedificata alla fine del seicento ed ampliata poi a chiesa. Per la vicina sorgente il Santuario è detto comunemente del Fontegno.




Quarna Sopra - Parrocchiale di S. Stefano
Edificata nella seconda metà del 1500 come ampliamento di una chiesa preesistente insieme al campanile, la cui data di edificazione è posta sul muro che si affaccia sul piazzale. La Chiesa fu dedicata a S. Stefano martire e S. Lorenzo (compatrono).


Colle della Frera 1120 m
Ben riconoscibile dalla Croce in ferro a ricordo della missione del 8-18 Marzo 1956. Le missioni erano pubbliche processioni di supplica, accompagnate da preghiere e canti di particolari salmi e litanie.


Cappella del Sacarél 1228 m
Nel 1934, gli alpigiani dell'alpe Rischìn fecero costruire una cappella di forma classica: la capéla del Sacarél. Il dipinto, ad opera del pittore quarnese Giovanni Quaretta, rappresenta l'Immacolata. La cappella fu restaurata per la prima volta nel 1975, per iniziativa di chi l'aveva fatta costruire. Fu restaurata successivamente nel 1992, a cura della Pro Quarna Sopra; in quell'occasione fu rifatta l'immagine della Vergine. Ultimo restauro durante i lavori dell’anello Mazzucone nel Maggio 2015.


in cresta verso il...


panorama durante la salita


Monte Mazzoccone o Monte Aquila 1424 m


chiesetta all'alpe Camasca


Camasca durante l'ultima guerra era diventata sede stabile di un gruppo di partigiani. Già nel settembre 1943 il capitano Filippo Maria Beltrami, cui in seguito sarebbe stata conferita alla memoria la Medaglia d'Oro della Guerra di Resistenza, aveva posto il suo comando nella baita del cav. Sigisfredo Meneveri.


wood effect


un motivo per andare per terre alte...


bacheca sul sentiero dedicato a Carlo Casanova


dettagli e traccia gpx

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