Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 21 marzo 2015

Monte Ubione e Corna Marcia dal Sentiero Partigiano Angelo Gotti


Anelo Gotti è nato a Villa d'Almè (Bergamo) nel 1921, fucilato a Cascina Como (Bergamo) il 23 novembre 1944, operaio, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Lavorava come operaio al Canapificio di Villa d'Almè quando, nel 1941, era stato chiamato alle armi. Durante il servizio militare il giovane si era ammalato e, nell'aprile del 1943, era stato posto in congedo col grado di sergente maggiore. Rimase con i suoi sino all'armistizio, poi s'impegnò subito nella guerra di liberazione. Partigiano combattente nella formazione "Val Brembo" della Brigata Fiamme Verdi "Primo Maggio", Gotti si distinse subito per il suo coraggio e la capacità di comando. Nominato caposquadra, il giovane operaio, durante uno scontro con i fascisti avvenuto il 23 novembre del 1944 in Valle Imagna, fu gravemente ferito. Catturato dal nemico fu prima torturato sul posto e poi fucilato. La motivazione della ricompensa al valore recita: "Valoroso combattente della lotta di liberazione, distintosi fin dall'inizio del movimento per iniziativa, per capacità di comando e per intrepido coraggio dimostrato in numerosi combattimenti, dopo quattordici mesi di indefessa attività, seriamente ferito cadeva nelle mani del nemico. Orrendamente torturato, resisteva con sovrumana forza d'animo ed intrepida fierezza nulla rivelando. Sanguinante e mutilato di un occhio veniva posto davanti ai fucili del plotone di esecuzione, ma prima di cadere, con esemplare coraggio rivendicava la sua appartenenza alle formazioni partigiane e la sua fedeltà alla Patria

Dall'autostrada A4 usciamo a Dalmine e proseguiamo seguendo le indicazioni per la Valle Brembana. Continuando sempre diritti, arrivati alla rotonda, poco prima di Villa d’Alme, deviamo a sinistra seguendo la SP14 della Valle Imagna. Oltrepassato il fiume Brembo, dopo pochi minuti svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per la Valle Imagna, attenzione a non proseguire verso Lecco! Oltrepassato il paese di Almenno San Salvatore, svoltiamo a destra seguendo l'indicazione per Castello di Clanezzo (Via Clanezzo). Attraversato il ponte sul torrente Imagna e superata la Chiesa di Clanezzo seguiamo a sinistra Via S. Gottardo e al seguente bivio ancora a sinistra in Via G. Marconi, subito dopo a destra imbocchiamo la stradina in salita verso Cascina Belvedì che si raggiunge in pochi minuti. Dall'ampio parcheggio sterrato antistante l'agriturismo, raggiungiamo il pannello didattico con la descrizione del "Sentiero Partigiano Angelo Gotti", con accanto l'indicazione per ill M. Ubione. Seguiamo la stradina sterrata a sinistra della cascina per alcune decine di metri e in corrispondenza di un cartello saliamo a destra arrivando alle spalle della stessa. Seguendo i segnavia svoltiamo a sinistra passando accanto a una grossa fontana e raggiunto il limite del bosco andiamo a destra. Dopo pochi metri, tralasciata un'invitante traccia pianeggiante, proseguiamo a sinistra, fino a incrociare una strada strada sterrata. Continuiamo seguendo sempre l'indicazione del "Sentiero Partigiano", segnalato per tutto il percorso da alcuni cartelli in legno. Tralasciate un paio di deviazioni a sinistra, la sterrata ben presto diventa un sentiero che in pochi minuti raggiunge un bivio. Proseguiamo diritti seguendo il set. 541 verso il M. Ubione, abbandonando il "Sentiero Partigiano" dal quale poi faremo ritorno. La salita con stretti tornanti diventa sempre più ripida, arrivati a un poggio panoramico con alcuni ruderi, proseguiamo verso sinistra costeggiando il vecchio bacino che alimentava la centrale di Foppa. Rientrati nel bosco di carpini e agrifogli, proseguiamo fino a raggiungere un bivio, continuiamo a sinistra arrivando in pochi minuti sul poggio delle Stalle di Ubione. In prossimità di alcuni ruderi si hanno due possibilità per raggiungere la già visibile croce, seguire il sentiero in falsopiano verso destra (Sella della Passata), oppure come abbiamo fatto noi la via direttissima che arranca d'un fiato fino in cima. Raggiunta la grande croce del M. Ubione 895 m, ci fermiamo qualche minuto, purtroppo oggi il panorama non è dei migliori, ma da quel poco che riusciamo a vedere possiamo immaginare il colpo d'occhio in una giornata migliore. Sulla cima dove una volta sorgeva una roccaforte medioevale assai munita, a guardia dello strategico punto di confluenza fra Valle Imagna e Valle Brembana e distrutta dai Veneziani nel 1443, sorge un'area di ristoro gestita dagli "Amici del Monte Ubione" e dagli alpini. Riprendiamo il cammino e spalle alla croce, dalla parte opposta da dove siamo saliti (cartello WC), scendiamo seguendo il ripidissimo crinale a nord (da evitare in presenza di ghiaccio o neve). Arrivati alla verde sella della Passata 728 m, tralasciamo il sentiero sulla destra di un caratteristico crocifisso in legno (Stalle di Ubione/Ex bacini Enel) e dopo pochi metri anche il sentiero a sinistra, con il quale poi faremo ritorno (Angelo Gotti). Proseguiamo in leggera salita rimettendoci sul Sentiero Partigiano (571), rientrati nel bosco in breve arriviamo a un bivio, proseguiamo a destra, attenzione a non seguire una vecchia traccia di sentiero che sale verso il traliccio, noi abbiamo provato a seguirla, ma dopo qualche minuto abbiamo dovuto fare dietrofront, il sentiero scopare in un groviglio di rovi...!!! Al secondo bivio ignoriamo il cartello che ci consiglia di proseguire verso destra e dopo qualche minuto raggiunto l'ennesimo capanno di caccia, seguiamo l'indicazione su un cartello, compiendo una breve deviazione, per poi tornare sulla cresta che unisce il M. Ubione alla Corna Marcia. Attraversato un tratto caratterizzato da alcuni grandi massi calcarei, con alcuni saliscendi arriviamo a un ulteriore capanno, costeggiamo la recinzione di confine fino al suo termine, per poi arrivare nei pressi di una grossa pozza fangosa. Poco dopo abbandonato il Sentiero Partigiano che prosegue a sinistra verso cascina Como, continuiamo a salire, incontrando a breve le indicazioni per la Corna Marcia. Alternando brevi tratti in salita e discesa, appena usciti dal bosco, proseguiamo su un ampia strada sterrata proveniente dal vicino paese di Berbenno. Continuiamo sempre diritti sulla strada sterrata, ignorando alcuni bivi. Seguendo le l'indicazione di una grossa freccia in legno, rientriamo nel bosco e con un ultimo sforzo arriviamo alla piccola croce di vetta 1033 m. Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fino alla sella della Passata, per poi imboccare il sentiero a destra (Angelo Gotti). Percorriamo un lungo tratto a mezza costa in leggera discesa, in un fitto bosco, sotto ai ripidi pedi del M. Ubione. Dopo una serie di saliscendi arriviamo a un bivio, tralasciamo il sentiero a destra per Strozza, Capizzone e proseguiamo seguendo l'indicazione su un sasso per Clanezzo. Il sentiero prosegue ora in falsopiano fino al bivio incontrato al mattino, da qui ritorniamo al parcheggio sul medesimo percorso.
Malati di Montagna: Silvio, Danilo e l'Homo Selvadego

Partenza del Sentiero Partigiano Angelo Gotti


Monte Ubione


Corna Marcia


per di là...per di qua...


tra fioriture...


...e rocce


rimangono solo i segni di un passato
che non tornerà più...


Primule


Elleboro



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