Da Milano arrivati a Chiavenna, proseguiamo verso il passo della Spluga seguendo la statale 36. All'ingresso del paese di San Giacomo Filippo, proprio sotto alla chiesa, svoltiamo a sinistra per Olmo, attraversando subito dopo su di un ponte il torrente Liro. Lasciate le ultime case alle nostre spalle, dopo diciotto tornanti su strada perfettamente transitabile, arriviamo alla frazione di Olmo 1056 m, l'auto la lasciamo nell'ampio parcheggio sulla destra, poco oltre la chiesa della S.S. Trinità (se si è fortunati la si può anche lasciare nei pressi della chiesa). La temperatura è gradevole e ormai si sente nell'aria la primavera che sta per arrivare, ripercorriamo un breve tratto la strada asfaltata, per poi abbandonarla seguendo una mulattiera sulla destra con la quale raggiungiamo il campanile della chiesa. Da qui svoltiamo a destra seguendo i segnavia bianco rossi e in breve arriviamo a una palina segnavia, l'unica che incontreremo per tutto il giorno, anche in montagna c'è crisi! Seguendo le indicazioni a destra per l'A. Lendine/Lago Caprara/Alta Via Bodengo - C26, usciamo dal paese e risalito un pendio sulla sinistra, raggiungiamo la prima di otto targhe, intitolate "Sui passi di don Luigi Guanella".
È uno dei tratti di un lungo percorso che unisce Campodolcino a Como, ricalcando a piedi, le orme di don Luigi Guanella, montanaro e camminatore instancabile, proclamato Santo da Benedetto XVI il 23 ottobre 2011.
Con una breve salita arriviamo all'alpe Zecca 1162 m, seguendo la traccia risaliamo verso le baite a monte, per poi dirigerci verso destra all'inizio della Valle del Drogo. Proseguiamo in falsopiano, alternando alcune salite, all'interno di un bel lariceto che riveste tutto il versante. Il percorso è piacevole e senza troppa fatica arriviamo a un primo ponticello ricoperto dalla neve che attraversiamo, per poi iniziare a salire fino a raggiungere un secondo ponte. Con alcuni tornanti guadagniamo quota, arrivando in breve alla radura che annuncia l'arrivo all'alpe Lendine 1710 m, le baite sono adagiate in una amena conca sotto alla mole del Pizzaccio 2588 m. Sembra quasi un'isola in mezzo a un mare di neve, girovaghiamo fra le baite, per poi fermarci per una breve pausa ristoratrice, riscaldati da un bel sole caldo. Per il ritorno optiamo per un percorso diverso, che ci permette di poter compiere un giro ad anello, raccomandiamo di compiere questo giro solo in presenza di una traccia già battuta o se si è a conoscenza dei luoghi che si stanno per attraversare. Da una baita solitaria, perfettamente restaurata, scendiamo verso un torrentello che attraversiamo su alcuni ponti di neve, per poi iniziare a risalire sempre più ripidamente all'interno di rado bosco. I segnavia causa l'abbandonate neve sono pressoché inesistenti ma grazie alla traccia già battuta procediamo senza particolari problemi. Dopo alcuni brevi traversi e attraversate alcune piccole vallette, terminata l'irta salita scendiamo percorrendo l'altopiano dove sulla destra invisibile giace dormiente aspettando il disgelo il lago Grande 1889 m. Pieghiamo verso sinistra, per poi iniziare la discesa in un ripido canale che in breve ci conduce alle spalle delle baite dell'alpe Laguzzola 1768 m. Oltrepassate le baite scendiamo verso una bella cappelletta con una piccola campana, ci fermiamo qualche minuto ammirando di fronte a noi il Pizzo Stella e sulla destra le cime della Val Bregaglia, dal Pizzo di Prata, al Badile e al Cengalo. Riprendiamo il cammino scendendo sempre più ripidamente all'interno del bosco, purtroppo ci rendiamo conto che chi ha battuto la traccia prima di noi, ha seguito solo per un tratto il sentiero estivo, per poi preferire la ripida discesa verso il sentiero che abbiamo percorso al mattino, anche noi abbiamo preferito seguire questo percorso.
È uno dei tratti di un lungo percorso che unisce Campodolcino a Como, ricalcando a piedi, le orme di don Luigi Guanella, montanaro e camminatore instancabile, proclamato Santo da Benedetto XVI il 23 ottobre 2011.
Con una breve salita arriviamo all'alpe Zecca 1162 m, seguendo la traccia risaliamo verso le baite a monte, per poi dirigerci verso destra all'inizio della Valle del Drogo. Proseguiamo in falsopiano, alternando alcune salite, all'interno di un bel lariceto che riveste tutto il versante. Il percorso è piacevole e senza troppa fatica arriviamo a un primo ponticello ricoperto dalla neve che attraversiamo, per poi iniziare a salire fino a raggiungere un secondo ponte. Con alcuni tornanti guadagniamo quota, arrivando in breve alla radura che annuncia l'arrivo all'alpe Lendine 1710 m, le baite sono adagiate in una amena conca sotto alla mole del Pizzaccio 2588 m. Sembra quasi un'isola in mezzo a un mare di neve, girovaghiamo fra le baite, per poi fermarci per una breve pausa ristoratrice, riscaldati da un bel sole caldo. Per il ritorno optiamo per un percorso diverso, che ci permette di poter compiere un giro ad anello, raccomandiamo di compiere questo giro solo in presenza di una traccia già battuta o se si è a conoscenza dei luoghi che si stanno per attraversare. Da una baita solitaria, perfettamente restaurata, scendiamo verso un torrentello che attraversiamo su alcuni ponti di neve, per poi iniziare a risalire sempre più ripidamente all'interno di rado bosco. I segnavia causa l'abbandonate neve sono pressoché inesistenti ma grazie alla traccia già battuta procediamo senza particolari problemi. Dopo alcuni brevi traversi e attraversate alcune piccole vallette, terminata l'irta salita scendiamo percorrendo l'altopiano dove sulla destra invisibile giace dormiente aspettando il disgelo il lago Grande 1889 m. Pieghiamo verso sinistra, per poi iniziare la discesa in un ripido canale che in breve ci conduce alle spalle delle baite dell'alpe Laguzzola 1768 m. Oltrepassate le baite scendiamo verso una bella cappelletta con una piccola campana, ci fermiamo qualche minuto ammirando di fronte a noi il Pizzo Stella e sulla destra le cime della Val Bregaglia, dal Pizzo di Prata, al Badile e al Cengalo. Riprendiamo il cammino scendendo sempre più ripidamente all'interno del bosco, purtroppo ci rendiamo conto che chi ha battuto la traccia prima di noi, ha seguito solo per un tratto il sentiero estivo, per poi preferire la ripida discesa verso il sentiero che abbiamo percorso al mattino, anche noi abbiamo preferito seguire questo percorso.
Malati di Montagna: Deborah, Silvio, Pg, Danilo e l'Homo Selvadego
malati di montagna in gruppo...
tipico alpeggio dove i malati di montagna vanno a svernare...
ma non riescono mai a stare tranquilli...
e allora salgono sempre più in alto...
alpe Lendine vista dall'alto
...cercando altri nidi...
ma non sempre la scelta è facile...
...e allora si rimettono in cammino...
...in questo mondo magico...
altro bel giro! La prima foto è molto efficace come spiegazione del titolo.
RispondiEliminaciao Fabio, ;-)
ciao Flavio, ho cambiato la sequenza delle foto, ho voluto simpaticamente fare un foto racconto di questa splendida giornata, ma ho capito a cosa ti riferivi...non so se è l'ultima uscita sulla neve, ormai la primavera è alle porte e sinceramente non vedo l'ora di vedere un po' di verde e fiori colorati...mandi, mandi
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