Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

lunedì 26 agosto 2013

Due giorni tra le splendide vette della Val di Viù

Basta qualche folata di nebbia o qualche nevaio più esteso del previsto ed ecco che le sagome delle montagne tornano ad incutere il rispetto loro giustamente dovuto, qui siamo veramente in alta montagna ed è meglio non lasciarsi tentare troppo dalla confidenza.

Primo giorno
Alla barriera di Torino dell'autostrada A4 seguiamo prima le indicazioni per Bardonecchia/Fréjus, poi per Caselle (aeroporto)/Pinerolo/Sestiere, fino all'uscita di Borgaro/Venaria Reale nord.
Percorriamo la "direttissima"  che costeggia il muro del parco della Mandria proseguendo fin presso Lanzo, oltrepassato il tunnel alla successiva biforcazione rimaniamo sulla destra per poi imboccare la strada che risale tutta la Val di Viù. Oltrepassato Usseglio in pochi minuti giungiamo a Margone 1410 m, la macchina la lasciamo nell'ampio parcheggio poco dopo la chiesa.
Passiamo accanto al bar e dalla palina segnavia seguiamo le indicazioni per il rifugio Cibrario (sent. 118). Saliamo tra le case e costeggiando un prato usciamo subito su un viottolo che sale a destra, in prossimità della vecchia mulattiera a cui presto si riunisce. Dopo un tratto ripido e un po' rovinato la mulattiera diventa più agevole e con un paio di tornanti saliamo a Trapette 1675 m. Costeggiamo le baite e continuando verso destra usciamo su una sella da cui appare il Monte Bassa, oltrepassata una valletta prativa il sentiero riprende a salire ripidamente fino a incrociare il tracciato della vecchia decauville di servizio che univa gli impianti idroelettrici del vallone di Malciaussià e Arnas. Proseguiamo seguendo le indicazioni e in breve arriviamo sul costone che separa dal Vallone di Arnas (da cui faremo ritorno il secondo giorno), il panorama da questo pulpito naturale è davvero grandioso. Attraversata una conca ombrosa continuiamo in falsopiano con un piacevole tratto a mezza costa, di fronte svettano tra gli altri il M. Servin 3108 m, la P. Corna 2964 m e la torre d'Ovarda 3075 m. Riprendiamo a salire diagonalmente e attraversato il torrente Lera  incrociamo poco dopo il sentiero proveniente dall'alpe Arnas Sup. (sent. 120), proseguiamo in salita attraversando un canale eroso e in seguito con alcuni tornanti tra gli ontani giungiamo su uno sperone roccioso da cui appare la cascata del rio Peraciaval, sormontata da un ponte che raggiungiamo dopo un breve tratto in discesa. Ci portiamo ora sulla sinistra orografica, il sentiero prosegue diagonalmente in moderata ascesa con suggestivi scorci sulle cascate che solcano le pareti delle Prigioni sul versante opposto. Mentre affrontiamo con ripide svolte l'ultimo tratto, dall'alto alcuni stambecchi ci osservano incuriositi. Quando la valle si restringe affrontiamo l'ultimo tratto di salita dominando la gola dall'altro, giunti su un dosso ecco apparire la conca di Peraciaval, con un comodo sentiero arriviamo in breve al rifugio Cibrario 2616 m. Prima di entrare andiamo a salutare i vicini di casa, un bel gruppo di stambecchi con relativi piccoli che beatamente prendono il sole su alcuni grossi massi.
Il Cibrario della sez. CAI di Leini non ha una figura di gestore ‘unico’; sotto il coordinamento della commissione rifugio della sezione e con l’attenta supervisione del presidente,  nel corso dell’apertura si alternano con turni settimanali di gestione gruppi diversi di ‘volontari’ che prestano la loro opera a titolo gratuito. Durante il nostro soggiorno abbiamo conosciuto Davide, Emilia, Sergio e Marisa che ringraziamo per la loro disponibilità e soprattutto per la loro ospitalità, consigliamo a tutti coloro che amano le terre alte di passare almeno una notte in questa splendida struttura. Nel pomeriggio decidiamo di salire al lago di Peraciaval 2772 m compiendo un bel giro ad anello, anche se le nebbie pomeridiane non ci hanno concesso di ammirare appieno dei panorami circostanti, il silenzio di questi luoghi e la loro severità ci hanno ampiamente soddisfatto.

lo splendido vallone antecedente al rifugio...


un salto nel...!!!


il rifugio sormontato dalla piramide della Croce Rossa


il rifugio è intitolato a Luigi Cibrario, che fu studioso delle Valli di Lanzo 
e presidente onorario del Cai di Torino.
Il primo edificio è del 1890, l'attuale risale al 1940.


i vicini di casa...!!!


nebbie pomeridiane al lago Peraciaval


Secondo giorno
Dalla palina alle spalle del rifugio seguiamo il sentiero 122 per il Colle Altare/Rifugio Gastaldi, questo tratto fa parte del Tour della Bessanese, un trekking di alta montagna per escursionisti esperti nel grandioso paesaggio delle Alpi Graie meridionali, lungo gli antichi sentieri che furono teatro di scambi e commerci fra pastori, contrabbandieri e guide tra Italia e Francia. Saliamo verso nord accanto ad un ruscello che attraversiamo un paio di volte, dopo un breve tratto ripido raggiungiamo il pianoro sovrastante il rifugio, seguendo i segnavia bianco/rossi e gli ometti giungiamo ai piedi di un ripido canale che risaliamo su pietraie. Usciamo su un pianoro sospeso e in breve a una panoramica sella, con un ultimo tratto a mezza costa attraversando alcuni nevai raggiungiamo l'ampio Colle Altare 2901 m, al di là il panorama si apre sul Vallone di Arnas, con il Lago della Rossa nostra prossima meta. Iniziamo a scendere e notiamo fin da subito che il sentiero sotto ai nostri scarponi è ghiacciato, la conferma l'abbiamo quando raggiungiamo un piccolo torrentello parzialmente ghiacciato. Dopo aver attraversato un nevaio affrontiamo in discesa un ripido canale franoso, questo è l'unico tratto da affrontare con la dovuta cautela, giunti in fondo al valloncello seguiamo quello che resta di una vecchia mulattiera e in breve arriviamo allo splendido Lago della Rossa 2716 m. Continuando sulla sponda destra in pochi minuti arriviamo alla diga che risulta essere la più elevata esistente in Italia, con una capacità di 8.300.000 metri cubi, i lavori per la costruzione della diga durarono dal 1927 al 1932 solo nei periodi estivi con l'ausilio di ponteggi e pontili dotati di binari e gru di grandi dimensioni, per il trasporto di materiale edili furono realizzate numerose tratte di teleferiche, inoltre furono costruiti dei tratti di ferrovia a piccolo scartamento ridotto (decauville) per un totale di 5 km con tanto di locomotiva.
Prima di proseguire verso il Lago dietro la Torre, decidiamo di attraversare la diga e di fare una breve pausa nel bivacco S. Camillo, inaugurato il 26 luglio 1990 con 18 posti letto a cura dei Padri Camilliani. Invece di riattraversare la diga e di proseguire seguendo le indicazioni sulla palina segnavia, abbiamo preferito seguire il consiglio di uno degli operai dell'ENEL che gentilmente ci ha indicato una scorciatoia, scesi alla base della diga abbiamo poi seguito un tratto della condotta forzata sul lato opposto incrociando poco dopo il sentiero proveniente dalla diga. Scendiamo con ampie svolte arrivando sulla strada sterrata di servizio all'ENEL, la seguiamo verso valle arrivando dopo pochi minuti al Lago dietro la Torre, proseguendo in breve attraversiamo una galleria non illuminata ma comunque transitabile, eventualmente una pila garantirebbe una maggior illuminazione. Purtroppo la strada sterrata cede il passo a quella asfaltata, oltrepassata l'alpe Arnas Sup. 1426 m, altro punto di partenza per raggiungere il rifugio Cibrario, la graziosa chiesetta di S. Anna e l'alpe Arnas Inf. arriviamo sulla provinciale di fondovalle tra le frazioni di Villaretto e Crot. Seguendo la strada verso destra in circa 15/20 minuti arriviamo al parcheggio di Margone, abbiamo calcolato che da quando abbiamo iniziato a percorre la strada dell'ENEL fino ad arrivare a Margone abbiamo impiegato circa 3 ore.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

tipica mattina per terre alte...


a volte si cammina e cammina...senza avere nessuna meta...


il Lago della Rossa è li che ci aspetta...


alcuni iceberg galleggiano nel lago...e siamo a fine agosto...!!!


anche con le nuvole rimane un grande spettacolo...!!!




lunedì 19 agosto 2013

Alte Vie della Valle d'Aosta

L'applicazione Alte Vie della Valle d'Aosta è rivolta sia agli appassionati di escursionismo, che intendono confrontarsi con le Alte Vie della Valle d'Aosta, sia agli atleti che vogliono cimentarsi con il Tor des Géants, la spettacolare competizione sportiva che si svolge annualmente lungo l'Alta Via 1 e l'Alta Via 2.
Malati di Montagna





giovedì 15 agosto 2013

Rifugio Europa sull'areo crinale di confine con l'Austria

Grazie alla sua posizione a nido d'aquila, fra la Valle di Vizze e la Valle Silltal, dal rifugio si gode un panorama vastissimo, su innumerevoli montagne tanto del Sudtirolo quanto del Nordtirolo.

Da Vipiteno percorriamo la Val di Vizze, proseguiamo sulla strada sterrata che sale al valico fino al quarto tornante a 1800 m circa. Lasciata l'auto nell'ampio parcheggio seguiamo l'indicazione "Landshuter - Europa Hütte" seguendo i sentieri n. 4 e in seguito 4A indicati dalle paline segnavia. Entrati nel bosco e attraversata una zona di pini mughi (baranci) giungiamo nella bella radura dell'alpe Griepalm con alcune vecchie baite a castello purtroppo in rovina. Dalla palina segnavia con una serie di tornanti guadagniamo quota ripidamente raggiungendo l'Alta Via di Landshut, continuiamo verso sinistra con diversi saliscendi, attraversando il lungo versante tra splendidi panorami. Aggirato verso sinistra uno sperone roccioso in breve arriviamo al rifugio Europa Venna alla Gerla (Landshuter-Europa Hütte) a 2693 m, seguendo i bolli rossi in pochi minuti saliamo alla cima sovrastante il rifugio, da dove possiamo godere di uno splendido panorama a 360°.
Il rifugio sorge sul dorso dell'ampio spallone morenico del Friedrichshöhe, il nome deriva dal fatto che si trova su due terzi in territorio italiano e per un terzo in territorio austriaco, costruito nel 1899 dalla sezione Landshut (Baviera) del club alpino austrogermanico, fu ristrutturato nel 1989 dalla sez. CAI di Vipiteno.
Per il ritorno tenere in considerazione i diversi saliscendi affrontati all'andata.
Malati di Montagna: Luisa, Franco e Fabio

rifugio Europa visto dal lato Austriaco...


...e visto dal lato Italiano


omino...con relativo panorama...


cappelletta lungo il sentiero


Luisa e Franco


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mercoledì 14 agosto 2013

Passo di Fundres tra la Valle di Vizze e la Valle di Fundres

Da Fossa di Tures 1380 m in Val di Vizze svoltiamo a destra e attraversato il ponticello di legno lasciamo l'auto sulla sinistra in uno spiazzo. Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia ci incamminiamo per un breve tratto sulla strada asfalta per poi continuare in costante salita sulla strada forestale. Purtroppo causa l'alluvione dell'anno scorso il sentiero che tagliava i vari tornanti è crollato e quindi in gran parte inagibile.
Usciti dal bosco arriviamo a malga Großbergalm 1920 m, da qui il sentiero peggiora sempre più, un tempo era una percorso militare ora in gran parte fortemente decaduto.
Sotto lo sguardo attento delle marmotte, contempliamo affascinati questo luogo selvaggio e maestoso dove è piacevole fare una breve sosta. Riprendiamo il cammino e attraversato un torrente il sentiero dopo un tratto in falsopiano diventa sempre più ripido e con una serie di tornanti arriviamo a Passo Fundres 2.568 m, splendida la vista sui Monti di Fundres, anche se parzialmente ricoperti dalle nuvole. Il panorama sulla Cima Felbe, Punta Bianca, Cima Grava e altre montagne maestose ci riempie di gioia, facendoci dimenticare la fatica e il vento gelido che soffia implaccabile...
Malati di Montagna: Luisa, Deborah, Franco e Fabio

verso il passo Fundres...


il dolce scorrere del torrente


dal passo verso la Val di Vizze


dal passo verso la Valle di Fundres


Franco e Fabio al passo...che frecc...


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martedì 13 agosto 2013

Lago Obernberg a pochi passi dall'Italia

Il meteo oggi non promette niente di buono, sono previsti temporali già nel pomeriggio, per cui programmiamo qualcosa di breve, Hermine ci consiglia una breve escursione al lago Obernberg a 1590 m, un lago alpino nelle Alpi dello Stubai nel Tirolo Settentrionale, a pochi chilometri dal confine italiano, uno dei laghi più belli del Tirolo. L'escursione anche se condizionata dalle nuvole si è rilevata davvero molto bella e interessante. Una volta lasciata l'auto nel parcheggio a pagamento (2.50 euro) seguendo le indicazioni raggiungiamo in poco meno di mezz'ora il lago, che è stato diviso in due parti in tempi preistorici da una roccia che è crollata. Sui resti della roccia fu costruita la cappella “Maria am See” (Maria al lago), che si può raggiungere attraverso un sentiero e un piccolo ponte. Per il giro completo del lago ci vuole circa 1 ora, noi lo consigliamo vivamente...
Malati di Montagna: Luisa, Deborah, Franco e Fabio

cartina esposta all'inizio del sentiero


paesaggio tirolese...


scorci sul lago...


lago Obernberg


le nuvole si fanno minacciose...


...è ora di rientrare




domenica 11 agosto 2013

Kassianspitze...un cima con vista altamente panoramica

In origine in questa zona esisteva solo un riparo per pastori. Nel 1743 fu costruita una cappella per lo "Schwarzer Herrgott" (Cristo Nero), come protettore contro i pericoli dei temporali estivi. Ben presto il luogo divenne centro di preghiera e devozione. Nel 1860 al posto della cappella originaria fu eretta la chiesetta in stile gotico, che si può ammirare ancora ai giorni nostri. Nel 1899 la sezione bolzanina del DÖAV offrì una sovvenzione al comune di Lazfons per ampliare il rifugio, aiuto rifiutato nel timore che il sodalizio volesse in realtà impadronirsi della costruzione. Nel dopoguerra il rifugio andò in decadenza e nel 1947 fu chiuso definitivamente. Il parroco di Lazfons ne acquistò le rovine e con l'aiuto della popolazione lo ricostruì. L'inaugurazione avvenne il 28 maggio 1952 e la gestione è curata dalla parrocchia di Lazfons. 

Da San Martino Boscoriva (Reinswald) con la telecabina si sale al Pichlberg 2130 m (11 euro A/R). Si procede quindi seguendo il sentiero 11/7 con alcuni saliscendi sino alla Malga Ghetrum 2092 m (Getrumalm). Continuando ora in salita si compie un ampio semicerchio arrivando alla Sella del Lucolo 2378 m (Lücklscharte). Dal valico in pochi minuti si scende al Rifugio S. Croce di Lazfons 2311 m  (Latzfonserkreuzhütte) e l’omonima chiesa di pellegrinaggio, che è la più alta dell’Alto Adige ed addirittura una delle mete di pellegrinaggio più alte d’Europa.
Poco prima di arrivare al rifugio sulla sinistra si stacca un sentiero ripido, con alcuni tratti attrezzati con cavo d'acciaio, che porta direttamente alla Cima San Cassiano 2581 m (Kassianspitze), da qui si può ammirare il Gruppo delle Odle, il Sella, il Sassolungo, il Catinaccio e il Latemar.
Malati di Montagna: Luisa, Deborah, Franco e Fabio

paesaggio alpino...


S. Croce di Lazfons


Cima San Cassiano


foto d'epoca...?!?




sabato 10 agosto 2013

Weißspitze...che vent che frecc...!!!

Da Vipiteno si seguono le indicazioni per Prati-Val di Vizze fino a svoltare a sinistra al bivio per Schmuders– Flains, da qui la strada comincia a salire, facendoci guadagnare quota in pochi tornanti, si oltrepassa la tipica trattoria Braunhof fino a raggiungere la fine della strada asfaltata.
Si proseguire con l’auto lungo la strada forestale, abbastanza larga e poco ripida, fino a raggiungere, dopo circa 3,5 km dall'inizio della strada sterrata, la Prantneralm 1800 m, qui lasciamo l'auto in un piccolo parcheggio sulla destra. Dalla Prantneralm proseguiamo a piedi e dopo aver oltrepassato il primo di una serie di cancelli, continuiamo in leggera salita per poco più di un chilometro fino ad avvistare la seconda malga ristoro, la Riedbergalm 1925 m. La segnaletica indica a questo punto il ripido sentiero n. 3 che in 2 ore e 20 sale alla Weiss Spitze (Punta Bianca) 2714 m che insieme alla Cima Novale (Riedspitze) e alla Amthorspitze (Cima Gallina) segna il confine tra la Val di Vizze e l'alta Val di Isarco.
Malati di Montagna: Luisa, Deborah, Franco e Fabio

gli omini non mancano...


Weiss Spitze (Punta Bianca) 2714 m


siamo in agosto ma dal ghiaccio sulla croce non si direbbe...!!!


qualcuno ci indica la cima...


prove di volo...!!!


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domenica 4 agosto 2013

Cortenero: l'alpe della pietra

L'alpe Cortenero è un suggestivo alpeggio adagiato lungo la cresta del Marigal, sopra Ceppo Morelli... Le casere, costruite con la pietra locale molto scura, appaiono al visitatore molto più grandi di quanto siano in realtà... Si saliva con le bestie attorno al 20 luglio, dopo aver fatto tappa per un po' di tempo agli alpi inferiori...
tratto da: Monte Rosa - Valle Anzasca di Paolo Crosa Lenza e Giulio Frangioni

Percorriamo la A26 fino a Gravellona Toce e quindi proseguiamo sulla superstrada statale 33 fino all'uscita di Piedimulera. Da qui risaliamo la strada della Valle Anzasca fino a poco oltre Ceppo Morelli, dove deviamo a destra per Mondelli. Raggiunto il paese si può lasciare l'auto nel piccolo piazzale o a lato della strada stando attenti a non intralciare il passaggio ai residenti.
Ultimati i preparativi seguiamo le indicazioni accanto alla cappelletta datata 1836, attraversiamo il caratteristico borgo di Mondelli a 1181 m e oltrepassata la chiesetta troviamo un pannello con la descrizione dell'itinerario che andremo a percorrere. Dopo una curva ecco apparire una costruzione strana ma al tempo stesso bellissima, un palazzo a 3 piani con la facciata interamente decorata, nota come “Casa degli Specchi”, sembrerebbe che le pareti della sala da pranzo siano interamente ricoperte da specchi, seguendo il modello della Reggia di Versailles. Usciti dal paese ci ritroviamo su una mulattiera tra due muretti a secco, che scorre parallela alla valle discendente dal passo Mondelli. Giunti ad un bivio tralasciamo la mulattiera che prosegue diritta verso l'alpe Cortevecchio e seguendo le indicazioni deviamo a destra verso l'alpe Colla (B24).
Saliamo per un bel sentiero che si snoda tra splendidi faggi e dopo aver risalito un canale con ripidi tornanti, il temporale che avevamo visto in lontananza sul massiccio del Rosa purtroppo ci raggiunge, ma non demordiamo e coperto lo zaino e aperto l'ombrello proseguiamo. Mi piace sentire la pioggia cadere nel bosco, soprattutto quel silenzio che ti avvolge e ti rende sereno e i problemi quotidiani sembrano scivolare via insieme all'acqua che cade...
Come tutti i temporali estivi anche questo termina lasciando il cielo azzurro e regalandoci le prime immagini splendide sulle montagne circostanti, sbuchiamo sulla radura dove sono poste le baite dell'alpe Il Motto 1548 m. Dalla palina segnavia proseguiamo verso destra, oltrepassiamo una fontana in sasso data 1910 e continuando a salire iniziamo ad avere un'ampia visione dello splendido vallone di Mondelli. Ben presto il bosco lascia il posto ai pascoli d'alta montagna, il sentiero ripidamente con una serie di tornanti ci fa guadagnare quota velocemente fino ad arrivare sul dosso dell'alpe Colla 2001 m. Prima di proseguire consiglio di andare verso la cappella sulla destra posta in un notevole punto panoramico. Seguendo i segnavia bianco-rosso-bianco, passiamo in mezzo alle baite ben ristrutturate e raggiunta una fresca fontana scendiamo leggermente per poi proseguire con un lungo traverso in falsopiano. Oltrepassati alcuni canali percorsi da torrentelli , su gradini spesso intagliati nella roccia, in pochi minuti raggiungiamo la quasi nascosta alpe Cortenero 2036 m. E' un alpeggio d'alta quota che racconta uno straordinario adattamento dell'uomo alle difficili condizioni dell'ambiente alpino. L'alpeggio (32 edifici tra baite, stalle e cantinette) è stato edificato con una composizione planimetrica compatta. Alcune baite sono realizzate con la classica volta a botte, mente in due fabbricati è applicata la tecnica, assimilabile a quella protostorica (1 millennio a.c.), della "falsa volta" o della forma a "tholos".
In una della baite di questo splendido "alpeggio di pietra" si trova il rifugio/Bivacco Bartolomeo Longa, donata nel 1981 dalla famiglia Longa alla sezione di Macugnaga. Il bivacco è sempre aperto, attrezzato di stufa a legna e cucina a gas e dispone di con 8  posti letto. Acqua al centro dell’alpeggio. Viene gestito e mantenuto dalla sezione ANA di Ceppo Morelli.
Con una minima fatica si può raggiungere la vicina croce, punto panoramico eccezionale, a strapiombo sulla valle. Per il ritorno seguiamo il medesimo itinerario.
Malati di Montagna: Aldo, Danilo e Fabio

...dopo il temporale...


Passo Mondelli


dalla cappella dell'alpe la Colla


cartolina dall'alpe Cortenero


il sentiero "balcone" tra l'alpe Colla e l'alpe Cortenero


La "casa degli specchi" è una dimora signorile a tre piani, dalla facciata riccamente decorata, secondo il gusto ottocentesco, con motivi architettonici fittizi che incorniciano con pretenziosa eleganza le finestre e il sottotetto. L'edificio è legato alle vicende di un ramo della famiglia anzaschina degli Jacchetti, che dalla valle natia prese, come centinaia di altre famiglie, la via delle Alpi, emigrando in terra di Francia: qui gli Jacchetti fecero fortuna con la produzione artigianale degli specchi.  Trascorsi però gli anni, Giovan Battista Jacchetti sentì il desiderio di tornare in patria, come sede della sua dimora scelse la remota frazione di Mondelli, senza badare a spese, costruì qui un edificio signorile, arredando gli interni con grandi specchi, simbolo della fortunata attività della famiglia. 


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