Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

martedì 27 dicembre 2011

Video Tour des Combins


Le foto sono di Kiran e Fabio...buona visione...
Malati di Montagna

domenica 18 dicembre 2011

al rifugio Crosta per scambiarci gli auguri

Tanti Auguri di un sereno Natale 
e Felice Anno Nuovo


Malati di Montagna: Enrico, Piergiorgio, Fabio, Marina, Danilo, Aldo
Lorenzo, Kiran, Franco e la splendida Kira

La neve tanto desiderata finalmente è arrivata e qui nel nord-ovest la fioca ne è caduta tanta, le montagne sono state imbiancate abbondantemente e noi oggi come dei bambini ci siamo divertiti nello scendere i pendii ancora immacolati, una giornata splendida dove l'orologio anche se solo per un giorno sembrava essersi fermato. Al rifugio Crosta è un po' come stare a casa propria, merito sicuramente dei gestori del rifugio, Enrico contagioso con la sua simpatia e Marina regina della cucina che anche oggi tra gnocchi di patate alla pancetta e timo e le sue squisite torte (quella con mele e noci era da leccarsi i baffi, anzi la barba) ci ha fatti tornare a casa con qualche chilo in più...

Enrico ci accoglie dicendoci...BENVENUTI IN PARADISO...


...ditemi se non ha ragione...!!!


sorella acqua...by Kiran


l'imbrunire della sera...by Kiran


mmm...ma a Kira piace davvero la neve...ma!!!



Per la descrizione completa dell'escursione fare riferimento a domenica 7 dicembre 2008

sabato 10 dicembre 2011

Antichi sentieri...

Dall'autostrada A26 Gravellona Toce, prendiamo l'uscita per Romagnano/Ghemme, alla rotonda giriamo a sinistra seguendo la SS299 per Alagna-Varallo, poco dopo Varallo sulla destra seguiamo le indicazioni per Cervatto/Fobello, raggiunto il centro di Fobello 873 m dopo la "Latteria" svoltiamo a sinistra e seguendo le indicazioni in pochi minuti arriviamo a Cervatto 990 m, ampia possibilità di parcheggio.
La mulattiera che collega Cervatto a Roi prende avvio dalla Piazza Municipio, un cartello all'inizio ne descrive il tragitto,, dopo un breve tratto di salita continuiamo su sentiero in falsopiano in mezzo al bosco fino alla frazione Torno 1067 m, attraversiamo il villaggio con alcune case in pietra ottimamente restaurate e arrivati alla chiesetta, tralasciamo la mulattiera sulla sinistra per l'alpe Massero (noi ne abbiamo voluto seguire un tratto constatandone purtroppo l'inutilizzo) e proseguendo in discesa in breve arriviamo ad un bivio. Abbandoniamo il sentiero che scende verso Fobello per proseguire diritti costeggiando sulla destra un prato, il percorso è piacevole e quasi senza accorgercene giungiamo a Roj 1022 m, attraversiamo il paese verso monte fino all'ex "Latteria Valle di Roj/Fobello", da qui scendiamo a incrociare la strada asfalta che seguiamo in salita per alcune decine di metri, al primo tornante l'abbandoniamo e seguiamo a destra il sentiero 510 indicato su una palina segnavia "I sentieri della libertà in Valsesia". Iniziamo così a risalire il Vallone di Roj, dopo un primo tratto tra i prati e attraversato il torrente su un ponticello saliamo all'alpe Gumietto 1144 m, il sentiero ora meno battuto passa a valle di alcuni alpeggi e con un ripido strappo giunge all'alpe Giavinale 1206 m. La valle in questo periodo dell'anno rimane praticamente tutta all'ombra e lo si vede sia dalla brina che ricopre i prati che dai torrenti in gran parte ghiacciati, tagliamo a mezzacosta attraverso pascoli in parte abbandonati, osservando tutto quello che ci circonda e superata una graziosa cascatella, giungiamo all'alpe Rianuova 1443 m, guadato un ruscello in breve arriviamo all'alpe Sasso San Giovanni "Sas Sangian" 1526 m. L'alpeggio sorge su un poggio panoramico e dalla croce in legno si può osservare il percorso fatto fin qui, continuiamo a salire entrando in uno stretto vallone, aiutati con alcuni gradini in pietra giungiamo su un ripiano erboso, facendo attenzione, prima di arrivare ad un masso con indicato il sentiero 510 per la bocchetta del Cardone, svoltiamo a destra perdendo leggermente quota, riprendiamo a salire seguendo il sentiero per la bocchetta del Cortese, sopra di noi alcuni camosci ci osservano incuriositi, arrivati all'alpe La Rossa 1729 m dove ancora per pochi minuti splende il sole decidiamo di fermarci. Per il rientro ripercorriamo il medesimo itinerario, volendo si può accorciare l'itinerario partendo direttamente da Roi ma il nostro consiglio è di partire da Cervatto dove al ritorno si può fare un giro tra le belle case signorili raggiungendo tramite la via crucis il caratteristico edificio detto "il Castello" posto su un aereo e panoramico sperone.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

Torno 1067 m


mulattiera Torno-Roi


risalendo il Vallone di Roi...


cappella all'alpe la Rossa 1742 m


alpe Sasso S. Giovanni 1526 m

mercoledì 7 dicembre 2011

Sant Ambroeus sul Gölem

A Milano e nell'hinterland oggi è festa, ma è anche mercoledì un giorno lavorativo, ce ne accorgiamo quando percorriamo l'autostrada A4 per l'intenso traffico, ma dal lato opposto in montagna non abbiamo incontrato praticamente nessuno, tranne un paio di persone, ci siamo sentiti, anche se per un giorno i pensionati che vanno durante la settimana a girovagare per monti... Ma torniamo all'itinerario, un anello davvero suggestivo, dallo sviluppo notevole e dal dislivello da non sottovalutare, è la seconda volta che salgo in cima al Monte Guglielmo la prima è stata da Zone, ma purtroppo arrivato in cima non ho visto un bel niente, ma oggi mi sono rifatto alla grande...

Dall''autostrada A4 direzione Venezia prendiamo l'uscita a Ospitaletto, seguiamo la statale 345 della Val Trompia fino ad Inzino da dove deviamo a sinistra per Magno, raggiunta la parte alta del paese proseguiamo fino a raggiungere i Piani di Caregno 1002 m, la macchina la lasciamo nel parcheggio a poca distanza dal ristorante "La Fabbrica".
Dalla palina segnavia posta all'ingresso del parcheggio seguendo le indicazioni arriviamo ad un bivio, tralasciamo la stradina a destra che utilizzeremo al ritorno e proseguiamo a sinistra seguendo il 317-317bis, giungiamo dopo pochi minuti alla chiesetta degli alpini, abbandoniamo il 317bis e proseguiamo a sinistra scendendo un breve tratto per poi svoltare a destra e iniziando così a risalire la rocciosa dorsale del monte Lividino. Man mano che guadagniamo quota la vista si ampia sulle montagne della media e alta Valle Trompia, il percorso è molto suggestivo e senza accorgerci arriviamo ai Corni Rossi 1236 m, passati sul lato opposto arriviamo su comodo sentiero alla malga Lividino 1230 m, raggiunta la strada sterrata la seguiamo in salita per un breve tratto giungendo al passo Lividino. Seguiamo a sinistra un sentiero segnato da uno sbiadito bollo rosso e costeggiati alcuni roccoli arriviamo ad una palina segnavia da dove riprendiamo il sentiero 317 (dalla malga Lividino probabilmente è possibile arrivare qui anche non facendo il tratto di sterrato, ma noi non abbiamo trovato nessuno segnavia). Proseguiamo in leggera salita a mezzacosta fino alla bocchetta delle Corne del Tù 1300 m, scendiamo ora sul versante opposto entrando in un bel bosco misto di lattifoglie e conifere, oltrepassata la malga Colonno Vecchio 1235 m sulla destra in una radura erbosa raggiungiamo la palina segnavia, dalla quale inziaimo la ripida e faticosa salita seguendo il sentiero 316 che ci porterà verso la cima. Entrati nel bosco guidati dai segni bianchi e rossi, tra piante di nocciolo e di faggio iniziamo velocemente a guadagnare quota. Giunti alla malga Costarica 1429 m, riprendiamo il cammino risalendo l'erto pendio erboso, facendo molta attenzione alla segnaletica arriviamo ad una palina segnavia, pieghiamo a sinistra e dopo un breve traverso il sentiero riprendere nuovamente a salire, il terreno gelato e l'erba secca ci costringono a una maggiore attenzione, oltrepassato questo tratto ci ritroviamo in cresta dove veniamo accolti da un forte vento gelido. Continuiamo seguendo i segnavia e alternando qualche breve saliscendi arriviamo in cima a Castel Bertino 1948 m, Gölem in lingua lombarda, erroneamente italianizzato in Guglielmo solo in epoche recenti, superbo il panorama, a sud la Pianura Padana chiusa dagli Appennini, a ovest il Monviso, il Monte Rosa e il Monte Bianco, a nord il Bernina, l'Ortles, il Cevedale e l'Adamello... Stranamente siamo solo noi e un'altra persona con un cane, il vento ci costringe a entrare nel locale sotto al monumento del redentore per poter mangiare qualcosa, ma soprattutto per bere una tazza di tè caldo, per il ritorno come programmato scendiamo da un'altro itinerario in modo tale da completare l'anello. Dalla palina segnavia andiamo a sinistra seguendo il sentiero 325, perdiamo subito quota e alla successiva palina segnavia proseguiamo a destra arrivando nei pressi di una staccionata in legno, scendiamo attraversando alcune vallette cosparse di sassi e costeggiata una pozza d'acqua su rado pascolo giungiamo a malga Stalletti Alta 1690 m. Da qui in poi proseguiamo su una carrareccia arrivando in pochi minuti a Stalletti Bassi 1542 m, passati accanto a una grossa pozza d'acqua, continuiamo su strada sterrata alternando tratti in piano a lunghe discese, entrati nel bosco dopo alcuni tornanti arriviamo nei pressi dell'azienda agricola Pesei, dalla palina segnavia svoltiamo a destra seguendo il sentiero 320, qui bisogna prestare un po' d'attenzione, il sentiero che bisogna intraprendere non è quello che scende verso i prati ma è quello che prosegue all'interno del bosco, un cartello poco evidente posto su un albero ne indica la direzione.
Seguendo i segnavia bianco/rossi incrociamo nuovamente una strada sterrata, continuiamo a destra per Caregno e alternando tratti su fondo sterrato ad altri su cemento raggiungiamo le prime baite, in breve su comodo percorso ritorniamo al parcheggio.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

Corni Rossi


la meta è ancora lontana...!!!


lago d'Iseo


finalmente sul M. Gugliemo o "Gölem"


Papa Paolo VI con accanto la statua del Redentore


una sfilata di cime...

domenica 27 novembre 2011

Colle di Baranca dalla Val Mastallone

Dall'autostrada A26 Gravellona Toce, prendiamo l'uscita per Romagnano/Ghemme, alla rotonda giriamo a sinistra seguendo la SS299 per Alagna-Varallo, poco dopo Varallo sulla destra seguiamo le indicazioni per Cervatto/Fobello, raggiunto l'abitato di Fobello 873 m proseguiamo sulla carrozzabile e oltrepassate le frazioni di Boco, Catognetto, La Piana e S. Maria, raggiungiamo l'Alpe La Gazza/Campo 1175 m dove lasciamo l'auto nel comodo parcheggio.
Dalla palina segnavia iniziamo a percorrere lo storico sentiero ottocentesco che rimonta la valle, la mulattiera è contrassegnata con il n. 517 e senza strappi in breve superiamo gli alpeggi Catolino 1252 m e Lungostretto 1291 m purtroppo in evidente stato di abbandono. Il sole anche se siamo a fine novembre è caldo e in poco tempo ci ritroviamo a togliere gli indumenti superflui, ci fermiamo qualche minuto davanti alla spettacolare doppia cascata detta "dei Pissoni", continuiamo sulla destra del torrente fino ad attraversarlo su di un ponte in cemento. Guadagniamo quota con una serie di tornanti e con una lunga diagonale raggiungiamo l'alpe Baranca 1566 m, le baite sono addossate a gradi massi in un ampio pianoro assolato, a poca distanza sorge il rifugio alpe Baranca 1600 m, posto tappa della Via Alpina. Proseguendo in breve giungiamo ad una cappella realizzata dagli Alpini di Fobello e ricavata da un grosso macigno, la mulattiera continua a ridosso di un'ombrosa parete dove il gelo e il freddo dell'inverno che sta per arrivare si sente, ma soprattutto si vede da alcuni torrenti completamente ghiacciati che attraversiamo con cautela per non scivolare. Dopo aver ammirato la scenografica cascata scaturita dalle acque del lago Baranca 1775 m in pochi minuti lo raggiungiamo, è la seconda volta che arrivo in questa idilliaca conca, la prima volta ero salito in solitaria dalla Valle Anzasca e anche allora mi aveva colpito questo luogo ameno. Seguiamo la mulattiera che costeggia il lago quasi completamente ricoperto dal ghiaccio. dopo un breve tratto in piano seguendo i segni bianco/rossi raggiungiamo in pochi minuti il Colle Baranca 1818 m, firmo il libro all'interno della graziosa cappella eretta a ricordo degli Alpini caduti durante la prima guerra mondiale, il colle fu per secoli un'importante via di comunicazione tra la Valsesia e la Valle Anzasca, dal valico transitò nel 1789 anche il celeberrimo naturalista ginevrino Horace Benedict de Saussurre. Dalla vicina fontana in legno da dove scaturisce un'acqua freschissima, proseguiamo tra le baite dell'alpe Selle 1824 m, alcune delle quali magistralmente restaurate, passiamo accanto all'ex Albergo degli Alpini e in breve arriviamo sul poggio panoramico dove sorgono i resti di una villa signorile costruita nel 1908 dall'ingegner Gelodi di Fobello e successivamente ceduta alla famiglia Lancia che l'ampliò, la decorò e gli diede il nome di "Aprilia" derivante dalla loro auto di successo Lancia Aprilia, purtroppo in seguito distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale dalle truppe nazifasciste. Ci accomodiamo in quello che probabilmente era il terrazzo della villa e coccolati dal sole consumiamo il pranzo, per la via del ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario di salita, splendida escursione in luoghi poco frequentati e dove si può chiudendo gli occhi rivivere i fasti del passato…
Malati di Montagna: Franco, Piergiorgio, Danilo e Fabio

la giornata inizia così...!!!


...e prosegue tra splendidi panorami...


lago Baranca...ultimo angolo non ghiacciato


fontana dell'alpe Selle 1818 m


villa "Aprilia" della famiglia Lancia


Piergiorgio, Danilo, Fabio e Franco


lo spettacolare Ponte della Gula

domenica 20 novembre 2011

la Colmine tra valle Antigorio e val Divedro

"Fiori di montagna"
li avete visiti?
piccole gemme sopra a uno stelo,
lottano vittoriosi contro:
vento, pioggia, gelo;
lottano sempre invano,
contro una mano.
alpe Flecchio 1984

Dall'autostrada A26 Voltri-Gravellona Toce proseguiamo sulla SS33 del Sempione fino all'auscita Crodo/Val Formazza, continuiamo sulla SS659 e oltrepassato Crodo dopo pochi minuti svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Foppiano, raggiunto l'albergo-ristorante Pizzo del Frate 1217 m, parcheggiamo l'auto sul bordo della strada. La giornata dal punto di vista meteo è splendida, ci incamminiamo seguendo le indicazioni per il Passo Colmine/Alpe Genuina, percorsi pochi passi ci inoltriamo in un bel bosco di abeti e larici, al primo bivio tralasciamo il sentiero sulla sinistra che useremo al ritorno e proseguendo sulla sterrata in breve arriviamo in una piccola radura dove a destra su alcuni enormi massi è stata allestita una palestra di roccia. Continuiamo a sinistra seguendo i segni di vernice bianco/rossi e senza accorgerci arriviamo alle baite dell'alpe Camplero 1380 m, dalla palina segnavia riprendiamo a salire e al seguente bivio svoltiamo decisamente a sinistra raggiungendo in pochi minuti la fontana dell'alpe Cavoraga 1410 m, proseguiamo sull'ampia traccia ricoperta in alcuni tratti dalla brina formatesi durante la notte, fino a guadagnare il Passo della Colmine 1605 m. Seguiamo il sentiero sulla sinistra che lentamente guadagna quota, dandoci la possibilità di poter assaporare i profumi e i colori che il bosco in questa stagione ci dona. Arrivati in una piccola radura proseguiamo a destra seguendo il sentiero n. 33, dopo pochi minuti ci ritroviamo a ridosso di una parete rocciosa, continuiamo in salita tra alcuni grossi massi e percorso un breve tratto in piano arriviamo al poggio panoramico dell'alpe Genuina1695 m, il panorama è splendido e prima di fermarci a mangiare andiamo fino alla croce posta su un masso a picco sulla Val Divedro dominata dal Pizzo Albiona. Coccolati dal sole facciamo davvero fatica a lasciare questo idilliaco luogo, a malincuore ripresi gli zaini raggiungiamo la palina segnavia da dove seguiamo le indicazioni per l'alpe Cheggio, costeggiato il muretto di sassi pieghiamo leggermente a sinistra iniziando la discesa su un sentiero stretto e ripido, facendo molta attenzione ai segni di vernice rossa sugli alberi e bianco/rossi sulle rocce arriviamo all'alpe Cheggio 1350 m. Dalle ultime baite alla fine dei prati riprendiamo il sentiero che inoltrandosi nuovamente nel bosco in breve conduce alla cappella della comunità di Mozzio, incantevole la vista sulla Valle Antigorio, continuiamo a scendere facendo molta attenzione al sentiero ricoperto per lunghi tratti dal fogliame, attraversato un torrentello in pochi minuti arriviamo alle prime baite dell'alpe Giavinotto 1060 m, trascurato il sentiero a destra proseguiamo diritti seguendo le indicazioni su un sasso. Riprendiamo a salire seguendo a sinistra un tratto di mulattiera selciata fino ad arrivare allo splendido alpeggio di Flecchio 1115 m, ci dissetiamo alla fontana fermandoci qualche istante ammirando lo splendido lavoro di recupero delle baite, dalla cappella svoltiamo a sinistra seguendo i segni bianco/rossi. L'ampia traccia riprende a salire nel bosco e passando accanto ad alcune baite isolate arriviamo a incrociare una strada sterrata che seguiamo a sinistra per un breve tratto per poi riprendere nuovamente sulla destra il sentiero che in leggera salita ci riporta al punto di partenza.
Affascinante escursione ad anello in luoghi poco frequentati, la prima parte fino all'alpe Genuina è adatta anche a famiglie con dei bambini che vogliono passare una giornata per terre alte, il sentiero percorso al ritorno è invece consigliabile solo per escursionisti che hanno già una buona esperienza in ambiente montano, sconsigliato in caso di cattivo tempo.
Malati di Montagna: Luisa, Franco e Fabio

lo zio Baba - Franco - Luisa


Val Divedro


alpe Genuina 1695 m


alpe Cheggio 1350 m


alpe Flecchio

domenica 13 novembre 2011

...i Walser del Vallon di Niel...

Lasciamo l'auto a Niel 1540 m, raggiungibile tramite strada asfaltata da Gaby, in Valle di Gressoney.
L'aria è tersa, il cielo è di un azzurro intenso, iniziamo a incamminarci verso il vicino villaggio di Gruba, percorrendo i viottoli si ha l'impressione di aver fatto un salto nel passato, i due villaggi sono una testimonianza dell'architettura tradizionale, vi sono alcuni esempi di “stadel” o “rascard”. Oltrepassato il posto tappa escursionistico "La Gruba" raggiungiamo la vicina palina segnavia, seguiamo il percorso sulla sinistra contrassegnato con il 6/6b, la parte iniziale si svolge all'ombra ma in lontananza già si scorgono le cime illuminate dal sole. La mulattiera è ben tenuta e si alza ripidamente entrando come d'incanto nella valle cosparsa di alpeggi, passiamo accanto alle baite di Péiri 1651 m, Matta/Stubin 1697 m. Attraversato un ponte in legno tralasciamo la mulattiera che prosegue verso il colle della Grande Mologna e svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il colle Lazoney, riprendiamo a salire su un crinale tra due torrenti in un bel bosco di larici, il sentiero oltre a essere contrassegnato con il n. 6 fa parte anche del Grande Sentiero Walser (GSW). Risalito un canalino in breve arriviamo alle baite di Jatzit 1976 m, da qui in poi troviamo alcuni tratti di  sentiero ricoperto dal ghiaccio e dalla neve caduta nei giorni precedenti. Risalito un tratto ripido arriviamo alle baite di Boudou a circa 2200 m, dopo un breve consulto decidiamo di fermarci, la neve rende problematico il prosseguimento verso il colle. Consumiamo il pasto accanto ad una delle baite gongolandoci al sole, in quest'autunno pazzerello, scattata la foto di gruppo iniziamo la discesa sul medesimo percorso dell'andata, stando attenti a dove appoggiare i piedi…!!! Arrivati al ponte facciamo una piccola deviazione a sinistra arrivando in breve al sovrastante pianoro dove sono adagiate le baite recentemente ristrutturate di Schtovela 1760 m. Avevo dimenticato come quest'angolo della valle di Gressoney possa offrire così tanto a chi vuole ricercare ancora luoghi dove le lancette dell'orologio sembrano essersi fermate...
Prima di rientrare è d'obbligo una visita a Niel, si entra in paese tra un piccolo granhir e una casa del’700, girando per i viottoli del villaggio si trovano delle belle case in pietra e legno, la chiesa risulta da documenti ricostruita all’inizio del 600, dedicata a Santa Barbara, protettrice dal fuoco, testimonia il timore degli incendi, particolarmente rischiosi per la quantità di strutture in legno nel villaggio, basti pensare ai granhir che oltre ad essere costruiti in legno, contenevano grano e fieno, materiali particolarmente infiammabili. Davanti alla cappella si trova la grande fontana, recentemente ricostruita, l’acqua era un servizio pubblico fondamentale per la vita del villaggio, serviva ad attingere l’acqua per uso domestico, ad abbeverare gli animali e a lavare i panni.
Ritorneremo sicuramente in questi luoghi magari all'inizio della bella stagione quando il maggiociondolo e la rosa canina fioriscono...
Malati di Montagna: Patrizia, Giuseppe, Deborah, Danilo e Fabio

ma dove credevano di essere...!!!


Giuseppe, Patrizia, Deborah, Danilo e lo zio Baba


prima neve...


tra i vicoli di Niel


spazzacamini...!?! by Patrizia


i villaggi walser di Niel e Gruba

martedì 1 novembre 2011

Esplosione di colori sul Monte Lenno...

Dall'uscita dell'autostrada Como Nord proseguiamo S.S. Regina 340 in direzione Menaggio - S. Moritz, arrivati ad Argegno lasciamo l'auto nel parcheggio adiacente al Santuario di S. Anna.
Risalita la scala alla sinistra del santuario, svoltiamo a destra e seguendo le indicazioni arriviamo dopo pochi minuti alla funivia, sono le 8.30 in perfetto orario per la prima corsa (andata e ritorno 3.90 € - ultima corsa alle 17.00). Due cabine da 12 posti si alternano lungo il percorso, superando un dislivello di 640 m in poco meno di 5 minuti, la funivia ha la peculiarità di essere la più ripida d'europa con pendenze dal 71% al 95%, inaugurata il 23 maggio nel 1971, la funivia recentemente a rischiato di dover rimare chiusa a causa dell'impossibilità di effettuare i necessari lavori di manutenzione per mancanza di fondi, ma l'arrivo di finanziamenti, nonché una forte iniziativa popolare hanno reso possibile la riapertura, avvenuta il 16 giugno 2011 (video RAI). Arrivati a Pigra 858 m all'uscita della funivia seguiamo le indicazioni per Corniga poste su un albero, attraversiamo le vie del paese ancora assonnato, alla rotonda proseguiamo diritti e in breve arriviamo al Municipio con accanto un bel lavatoio, proseguendo sulla destra dopo qualche minuto oltrepassato il vecchio edificio della Società Operaia troviamo sulla destra le indicazioni per Lomia/Corniga. La stradina diventa subito sterrata e raggiunta la Cappella della Madonna del Soccorso iniziamo con alcuni tornanti a perdere quota, percorriamo un bel bosco prevalentemente di castagni e oltrepassata una grossa vasca in pietra ritroviamo le indicazioni per Corniga. Attraversiamo alcuni torrenti in secca e proseguendo in falsopiano arriviamo in località Lomia 825 m, tralasciamo la stradina sulla sinistra e proseguiamo diritti verso una casa sulla quale è posto un cartello in legno recante la scritta "Baita Rosina". Il percorso è ora contrassegnato con dei segni di vernice blu o arancione, dopo un breve tratto in piano riprendiamo a scendere nuovamente arrivando al torrente Mulino che attraversiamo su un ponte, dalla parte opposta risaliamo con alcuni gradini di legno alle case di Serra 830 m: Proseguiamo a destra in leggera discesa, la mulattiera in alcuni tratti è protetta da alcuni muretti a secco su ambo i lati, senza quasi accorgerci arriviamo nel bellissimo borgo di Corniga 771 m, attraverso le viuzze giungiamo alla chiesa dedicata a S. Anna risalente al 1631, qui ci fermiamo per una breve pausa sotto al suo portico. Riprendiamo il cammino proseguendo in salita alla sinistra della chiesa, la mulattiera alterna tratti in leggera salita ad altri con maggiore pendenza, oltrepassate le ultime case troviamo la prima palina segnavia con indicato il sentiero 17 per l'alpe Colonno. Mantenendo il percorso principale e tralasciando le varie deviazioni continuiamo a salire, nei tratti in cui usciamo fuori dal bosco si può godere sulla destra oltre al panorama sul lago di Como anche delle cime che lo circondano, purtroppo un leggera foschia ce ne impedisce la completa visuale. Intersechiamo una stradina parzialmente asfaltata e costeggiate sulla sinistra una fila di case rientriamo nuovamente nel bosco, la strada sterrata prosegue in moderata salita tra faggi e betulle, superato un tornante destrorso in breve arriviamo al rifugio Alpe Colonno 1360 m. Dopo una breve pausa proseguiamo lungo la stretta strada asfalta verso il rifugio Boffalora, superate alcune grosse pozze d'acqua volendo si può abbandonare la stradina e continuare seguendo un sentiero verso destra che entra quasi subito nel bosco, anche se non segnalato il sentiero è comunque ben evidente. In ambo i casi giungiamo in località Boffalora 1250 m, dove sorge l'omonimo rifugio, la cima di Lenno è li davanti a noi leggermente sulla sinistra che ci aspetta, seguiamo di nuovo la strada e dopo una breve discesa, riprendiamo a salire, all'altezza di un tornante pieghiamo a destra e puntiamo ad una palina con alcuni cartelli gialli, proseguiamo in salita seguendo una traccia poco marcata fino a intercettare nuovamente la strada. Da qui in poi il sentiero è pressoché inesistente, noi abbiamo piegato leggermente sulla destra e oltrepassata una pozza d'acqua abbiamo iniziato a guadagnare quota molto rapidamente, percorrendo poi la cresta a destra siamo arrivati alla bandiera e subito dopo in cima al monte Lenno 1589 m. Sorseggiando finalmente una tazza di tè caldo possiamo ammirare lo splendido panorama verso il lago di Lugano e volgendo lo sguardo sul lato opposto osserviamo la lunga cresta che tocca il Monte Galbiga 1698 m, il rifugio Venini Cornelio 1576 m e il Monte di Tremezzo 1700 m. Per il ritorno percorriamo il medesimo itinerario fino al rifugio Alpe Colonno, da dove scendiamo a Pigra seguendo la strada asfaltata, giunti alle prime case decidiamo di scendere inoltrandoci tra le viuzze e i portici di questo splendido paesino, un vero balcone naturale sul lago di Como, oltrepassato l'Oratorio di San Rocco in breve arriviamo al piazzale della funivia.
L'autunno è una stagione a mio parere davvero meravigliosa, poi quando si ha la fortuna di trascorre una giornata tra splendidi luoghi in ottima compagnia tutto diventa più bello...GRAZIE...!!!
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Danilo e Fabio

autunno...


un quadro naturale...


la cima di Lenno dal rifugio Boffalora


una semplice pozza d'acqua...


dal Monte Lenno 1589 m


vista sul lago di Lugano

domenica 30 ottobre 2011

La prima volta che ho sentito parlare della Val Grande

domenica 23 ottobre 2011

Magnodeno nel cuore del territorio lecchese

Da Lecco proseguiamo con la ss 639 verso Bergamo, arrivati a Maggianico, all'altezza del cartello che indica l'ambulatorio veterinario abbandoniamo la statale e svoltiamo a sinistra per via Armonia e subito dopo a destra in via Zelioli, arrivati poco prima della chiesetta di San Rocco parcheggiamo l'auto (230 m).
La temperatura è gradevole per essere quasi alla fine del mese di ottobre, ci incamminiamo seguendo la strada asfalta che costeggia sulla sinistra l'oratorio e continuando poi per Via alla Fonte dopo un breve tratto su fondo acciottolato arriviamo all'inizio del sentiero.
Un cartello ci mostra i due sentieri che andremo a percorrere, per la salita il n. 29 segnalato con un bollo giallo/bianco e per il ritorno il n. 28 con un bollo rosso bianco, in questo modo effettueremo un interessante giro ad anello di grande soddisfazione. Proseguiamo a destra, attraversiamo il minuscolo torrente Cif e oltrepassato un crocifisso entriamo nel bosco, durante la salita ci sono numerose tracce di sentiero ma attenendosi a quella meglio marcata non si può sbagliare. Arrivati a un bivio troviamo un cartello, tralasciamo il sentiero a sinistra per Solenga/Via Corna Marcia., con il quale faremo ritorno e riprendiamo a salire nel fitto bosco, con una serie di tornanti giungiamo nell'ampia radura contornata da grandi castagni, a destra sorge il nucleo rurale di Piazzo 507 m.  Qui troviamo anche la prima palina segnavia sulla quale oltre a indicare le varie destinazioni, viene anche riportata una cartina con il "Sentiero Rotary". Risaliamo i prati e piegando a sinistra rientriamo nel bosco, dopo qualche minuto eccoci in una successiva radura ove sorge sulla destra la storica Osteria Camposecco 600 m (aperta la domenica e il mercoledì). Dopo aver scambiato qualche informazione con un cortese signore, riprendiamo a salire seguendo il sentiero a sinistra indicato da un cartello collocato fra due piccole costruzioni. Rientriamo nuovamente nel bosco iniziando a risalire verso destra il versante della montagna, con alcune lunghe e implacabili diagonali scandite da altrettanti tornanti arriviamo ad una sellata nota come Zappello della Culmine 921 m. Pieghiamo sulla sinistra iniziando a percorrere il crinale sud del Corno di Grao, oltrepassato a monte il vicinissimo bivacco Corti, il sentiero inizia a risalire con maggior decisione, superati alcuni tratti su roccette arriviamo in cima al Corno di Grao 1039 m, ci fermiamo qualche minuto ammirando sulla destra la cresta del Resegone. Il sentiero prosegue in falsopiano arrivando in breve al passo Tre Croci, toponimo strano in quanto non c'è alcun passo ma solo una croce in legno, oltrepassato un roncolo tralasciamo il sentiero 28 sulla sinistra che utilizzeremo al ritorno e arrivati al termine del crinale riprendiamo a salire ripidamente, splendido il panorama sul sottostante lago di Lecco e sui laghetti di Garlate, Annone, Pusiano e Alserio. Con un ultimo sforzo risalito un canale con un tratto gradinato eccoci sulla cima del Monte Magnodeno 1241 m, sormontata da un'enorme croce in ferro e una meridiana in ferro con indicate le montagne circostanti, a poca metri sorge il bivacco ANA Monte Magnodeno dove decidiamo di fermarci a riposare. Ritornati al bivio incontrato precedentemente seguiamo a destra il sentiero 28 contrassegnato da un bollo rosso/bianco, l'indicazione è posta su un sasso. Perdiamo quota ripidamente entrando nel bosco, il percorso è sempre ben contrassegnato anche se ha volte il fogliame lo ricopre, tralasciamo un primo bivio a destra per il Piano dei Buoi e lambendo la recinzione di una cava, in breve arriviamo ad un bivio dove proseguendo a sinistra in pochi minuti si arriva alla Sorgente di Cornamarcia. Dopo una breve pausa nei pressi della sorgente proseguiamo scendendo fino a incrociare il Sentiero Rotary, qui incontriamo un guardia caccia con il quale scambiamo qualche parola. Tralasciato il percorso verso sinistra per Piazzo continuiamo a destra, la pendenza diminuisce e camminando con più tranquillità apprezziamo maggiormente questi splendidi boschi, attraversiamo un torrentello su un vecchio ponte di legno con accanto una vecchia panchina ormai quasi completamente assorbita dalla natura circostante. Dopo un lungo tratto nel bosco abbandoniamo il sentiero che prosegue diritto e deviando a sinistra seguendo i bolli rossi in pochi minuti arriviamo al bivio con il cartello incontrato durante la salita. Da qui facciamo ritorno a Maggianico sul medesimo tracciato fatto in mattinata.
Splendida escursione tra radure verdeggianti, con magnifica vista a 360 gradi sul territorio circostante, sicuramente la rifaremo in una giornata più limpida e serena, magari senza foschia, il sentiero effettuato al ritorno è ripido e si svolge fra le rupi che coronano il versante Ovest del Magnodeno, in alcuni tratti occorre porre un po' di attenzione.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

Osteria della Soc. Coop. Camposecco 600 m


nella penombra del sottobosco...


a pochi metri dalla cima...


Monte Magnodeno 1241 m


Bivacco Magnodeno 1241 m


un angolo suggestivo sulla via del ritorno...

domenica 16 ottobre 2011

Natural Park High Valsesia - Colle del Turlo (ds Turli)

Dall'autostrada A26 prendiamo l'uscita per Romagnano/Ghemme e proseguendo sulla statale SS299 arriviamo ad Alagna (Im Land) 1200 m, continuiamo per circa 1 km fino alla località Wold 1271 m, dove obbligatoriamente bisogna lasciare l'auto nell'ampio parcheggio, proseguiamo a piedi  per 30 minuti circa (o con il bus-navetta nel periodo estivo) fino alla Cascata dell'Acqua Bianca 1495 m (Zam wisse boch).
Iniziamo a percorrere la mulattiera e al primo bivio continuiamo a destra seguendo le indicazioni per il Colle del Turlo (sentiero 7a), la strada militare costruita dagli Alpini prosegue piacevolmente nel primo tratto in un bel bosco di larici, oltrepassata la cappelletta eretta in memoria di Rimella Cristoforo dopo pochi minuti raggiungiamo la deviazione per l'alpe Pile e il rifugio Pastore. Usciti dal bosco la parete valsesiana del Rosa ci appare in tutta la sua maestosità, tralasciamo a sinistra il sentiero 7d che porta all’alpe Testanera 2260 m ed eventualmente prosegue fino al Rifugio Barba Ferrero 2230 m presso l’Alpe Vigne. Attraversato il torrente Testanera e poi il Brunnenwasser arriviamo all'alpe Mittlentail 1928 m (Im Mittlentail), in breve passiamo a monte delle baite di In d'Ekku e Faller, per poi continuare sulla mulattiera ancora in buon stato. Dopo alcuni lunghi tornanti poco prima di affrontare il tratto più faticoso verso il colle vediamo sulla destra i laghetti del Turlo (Ds Turlji Scheiwa), piegando a sinistra con un ultimo strappo arriviamo al Colle del Turlo 2738 m, in lingua Walser (Ds' Turlji) che significa “piccola porta”. Una cappelletta sul colle ricorda gli alpini che hanno tracciato la mulattiera e una lapide attesta l'incontro del 30 agosto 1970 fra le genti walser di Alagna, Macugnaga, Gressoney, Rima, Rimella, Saas Fee e Zermat. Sul versante opposto a quello di salita si stende la Val Quarazza, percorsa anche lei dalla strada militare fino a Borca di Macugnaga. Durante la meritata pausa facciamo amicizia con Paolo e Sandra, con loro ripercorriamo il medesimo percorso fatto all'andata fino al bivio per il rifugio Pastore che decidiamo di raggiungere. Il sentiero scende costeggiando l'orto botanico del Parco Naturale Alta Valsesia al Fum Bitz e attraversato il ponte sulle Caldaie del Sesia arriviamo nell'ampia distesa dell'alpe Pile 1575 m dove sorge il rifugio Pastore. Diamo un ultimo sguardo alla spettacolare parete sud del Monte Rosa e salutati i nostri amici scendiamo seguendo il sentiero che ripidamente raggiunge il Sesia, continuiamo in falsopiano arrivando nuovamente sulla strada asfalta all'altezza della cappelletta di S. Antonio, ora non ci resta che ritornare all'auto e cosi tra una risata e una corsetta (siamo davvero malati...) ritorniamo all'auto.  
Malati di Montagna: Paolo, Sandra, Aldo, Danilo e Fabio

Aldo - Danilo - Sandra - Paolo


solo...


baite lungo il tracciato...


signori sua maestà il ROSA...


alpe Pile...


i tre amigos...!!!