Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

mercoledì 7 dicembre 2011

Sant Ambroeus sul Gölem

A Milano e nell'hinterland oggi è festa, ma è anche mercoledì un giorno lavorativo, ce ne accorgiamo quando percorriamo l'autostrada A4 per l'intenso traffico, ma dal lato opposto in montagna non abbiamo incontrato praticamente nessuno, tranne un paio di persone, ci siamo sentiti, anche se per un giorno i pensionati che vanno durante la settimana a girovagare per monti... Ma torniamo all'itinerario, un anello davvero suggestivo, dallo sviluppo notevole e dal dislivello da non sottovalutare, è la seconda volta che salgo in cima al Monte Guglielmo la prima è stata da Zone, ma purtroppo arrivato in cima non ho visto un bel niente, ma oggi mi sono rifatto alla grande...

Dall''autostrada A4 direzione Venezia prendiamo l'uscita a Ospitaletto, seguiamo la statale 345 della Val Trompia fino ad Inzino da dove deviamo a sinistra per Magno, raggiunta la parte alta del paese proseguiamo fino a raggiungere i Piani di Caregno 1002 m, la macchina la lasciamo nel parcheggio a poca distanza dal ristorante "La Fabbrica".
Dalla palina segnavia posta all'ingresso del parcheggio seguendo le indicazioni arriviamo ad un bivio, tralasciamo la stradina a destra che utilizzeremo al ritorno e proseguiamo a sinistra seguendo il 317-317bis, giungiamo dopo pochi minuti alla chiesetta degli alpini, abbandoniamo il 317bis e proseguiamo a sinistra scendendo un breve tratto per poi svoltare a destra e iniziando così a risalire la rocciosa dorsale del monte Lividino. Man mano che guadagniamo quota la vista si ampia sulle montagne della media e alta Valle Trompia, il percorso è molto suggestivo e senza accorgerci arriviamo ai Corni Rossi 1236 m, passati sul lato opposto arriviamo su comodo sentiero alla malga Lividino 1230 m, raggiunta la strada sterrata la seguiamo in salita per un breve tratto giungendo al passo Lividino. Seguiamo a sinistra un sentiero segnato da uno sbiadito bollo rosso e costeggiati alcuni roccoli arriviamo ad una palina segnavia da dove riprendiamo il sentiero 317 (dalla malga Lividino probabilmente è possibile arrivare qui anche non facendo il tratto di sterrato, ma noi non abbiamo trovato nessuno segnavia). Proseguiamo in leggera salita a mezzacosta fino alla bocchetta delle Corne del Tù 1300 m, scendiamo ora sul versante opposto entrando in un bel bosco misto di lattifoglie e conifere, oltrepassata la malga Colonno Vecchio 1235 m sulla destra in una radura erbosa raggiungiamo la palina segnavia, dalla quale inziaimo la ripida e faticosa salita seguendo il sentiero 316 che ci porterà verso la cima. Entrati nel bosco guidati dai segni bianchi e rossi, tra piante di nocciolo e di faggio iniziamo velocemente a guadagnare quota. Giunti alla malga Costarica 1429 m, riprendiamo il cammino risalendo l'erto pendio erboso, facendo molta attenzione alla segnaletica arriviamo ad una palina segnavia, pieghiamo a sinistra e dopo un breve traverso il sentiero riprendere nuovamente a salire, il terreno gelato e l'erba secca ci costringono a una maggiore attenzione, oltrepassato questo tratto ci ritroviamo in cresta dove veniamo accolti da un forte vento gelido. Continuiamo seguendo i segnavia e alternando qualche breve saliscendi arriviamo in cima a Castel Bertino 1948 m, Gölem in lingua lombarda, erroneamente italianizzato in Guglielmo solo in epoche recenti, superbo il panorama, a sud la Pianura Padana chiusa dagli Appennini, a ovest il Monviso, il Monte Rosa e il Monte Bianco, a nord il Bernina, l'Ortles, il Cevedale e l'Adamello... Stranamente siamo solo noi e un'altra persona con un cane, il vento ci costringe a entrare nel locale sotto al monumento del redentore per poter mangiare qualcosa, ma soprattutto per bere una tazza di tè caldo, per il ritorno come programmato scendiamo da un'altro itinerario in modo tale da completare l'anello. Dalla palina segnavia andiamo a sinistra seguendo il sentiero 325, perdiamo subito quota e alla successiva palina segnavia proseguiamo a destra arrivando nei pressi di una staccionata in legno, scendiamo attraversando alcune vallette cosparse di sassi e costeggiata una pozza d'acqua su rado pascolo giungiamo a malga Stalletti Alta 1690 m. Da qui in poi proseguiamo su una carrareccia arrivando in pochi minuti a Stalletti Bassi 1542 m, passati accanto a una grossa pozza d'acqua, continuiamo su strada sterrata alternando tratti in piano a lunghe discese, entrati nel bosco dopo alcuni tornanti arriviamo nei pressi dell'azienda agricola Pesei, dalla palina segnavia svoltiamo a destra seguendo il sentiero 320, qui bisogna prestare un po' d'attenzione, il sentiero che bisogna intraprendere non è quello che scende verso i prati ma è quello che prosegue all'interno del bosco, un cartello poco evidente posto su un albero ne indica la direzione.
Seguendo i segnavia bianco/rossi incrociamo nuovamente una strada sterrata, continuiamo a destra per Caregno e alternando tratti su fondo sterrato ad altri su cemento raggiungiamo le prime baite, in breve su comodo percorso ritorniamo al parcheggio.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

Corni Rossi


la meta è ancora lontana...!!!


lago d'Iseo


finalmente sul M. Gugliemo o "Gölem"


Papa Paolo VI con accanto la statua del Redentore


una sfilata di cime...

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