Nato dal riconoscimento di Città Alpina, ottenuto dal Comune di Morbegno nel 2019. Si tratta di un percorso ad anello che si sviluppa sui due opposti versanti della Valtellina, avendo come intento quello di attraversare le zone più significative e raggiungere tutte le frazioni del Comune di Morbegno. All'ufficio informazioni nei pressi della stazione ferroviaria, si può gratuitamente prendere la brochure del "Sentiero Morbegno Città Alpina" dove vengono descritti i due anelli escursionistici. Si percorrono strade sterrate, mulattiere e sentieri di montagna e brevi tratti di strada asfaltata, ben segnalati da segnavia rosso/bianco/rosso e paline escursionistiche.
il selvadego
Altre escursioni in zona:
In Val Gerola alla Motta di Olano
Monte Rotondo
Pizzo dei Tre Signori 2554 e Cima Piazzotti 2349 m
Sul sentiero Stefano Tirinzoni, al Monte Pisello
I laghi di Porcile, perle cristalline nel Parco delle Orobie Valtellinesi
"Scima de la rusèta" la cima per eccellenza dei Morbegnesi
Al Monte Lago, nella splendida Valle del Bitto di Albaredo
si parte da Morbegno
Sorto sul fondovalle della bassa Valtellina, si è sviluppato sul conoide del Bitto, torrente che qui termina il suo percorso attraverso la Valle di Albaredo e di Gerola, confluendo poi nel fiume Adda.
segnaletica sempre ben presente
il tracciato coincide con uno degli estremi dell'antica Via Priula
si sale con bella vista sulla città
interessanti pannelli didattici lungo il percorso
il primo tratto di salita termina al Tempietto degli Alpini
Il piccolo sacrario fu edificato nel 1962 dagli Alpini di Morbegno con i reduci della campagna di Russia, nella seconda guerra mondiale. È posto i posizione dominante e panoramica, appena sopra l'abitato di Morbegno. Fu realizzato su disegno di Paolo Caccia Dominioni, architetto e tenente colonnello del Genio Alpini, sulla base di quello realizzato ad El Alamein, nel deserto nordafricano. È in pietra di granito della Val Masino, formato da due ampie ali coperte e sormontato da un alto campanile a vela, presenta sulla sua parete di fondo i nomi dei 118 morbegnesi caduti sui vari fronti bellici. Al centro, sull'altare, è posta un'ampolla con la terra di Warwarowka, località russa dove si tenne una drammatica battaglia. Ai lati due cannoni, residui bellici.
bellissimo balcone panoramico
per non dimenticare mai...
si prosegue sulla Via Priula
un'antica via commerciale da percorrere a passo lento, ascoltando la natura che ci circonda...
Sacco alle porte della Val Gerola
Cima della Rosetta
Giesòò de mezza via
affresco di Giovanni Gavazzeni
abbandonata la Via Priula si arriva a Valle
Frazione situata a sud del centro comunale in sponda orobica, nella valle di Albaredo. Nella frazione si trova la chiesetta di San Matteo Apostolo, consacrata nel 1437 ed eretta a parrocchia nel 1480. Fu ampliata e nuovamente consacrata nel 1793. La chiesa è posta su un alto terrazzamento ad archi in pietra.
panorama verso le cime che chiudono la Val Gerola
e su quelle che la circondano
...la felicità arriva all'improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze...
Regna il silenzio interrotto solo dal cinguettio degli uccelli che si riparano sotto le fronde degli alberi...
punto panoramico....
area di sosta dei "Muracott" all'alpe Pitalone
Arzo
Chiesa di San Giovanni Battista, di origini quattrocentesche ma consacrata nel 1605. Divenne parrocchia nel 1805 quando si staccò da quella di Valle e lo restò fino al 1984, quando fu aggregata a quella di Morbegno.
vecchie vie...nuove esplorazioni...
il sentiero termina nei pressi del rinascimentale Santuario della B.V. Assunta
e a poca distanza ecco la chiesa di San Martino
La chiesa i trova nel cimitero e la sua origine è molto antica, anche se si conosce ben poco della sua antica storia. Secondo la tradizione la chiesa sarebbe stata costruita nel IX secolo e poi fu ricostruita nel 1566 così come la vediamo oggi.
L'escursione termina al ponte di Ganda o "punt de gànda"
Costruito verso la fine del Quattrocento, come unico ponte in pietra sul torrente Adda. Venne distrutto da una piena nel 1566, e ricostruito nel 1568, fu di nuovo abbattuto nel 1772, per po venire ricostruito nel 1778 su progetto del capomastro Antonio Nolfi di Como, ma ad opera dell'ingegner Francesco Ferrari, con un piano carreggiabile largo sei metri arcuato a schiena d’asino e con materiali di pietra locale in modo da poter resistere alle piene dell'Adda.
cartina sulla brochure
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