Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri:
dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.
Gabriel García Márquez

sabato 19 luglio 2014

I laghi di Porcile, perle cristalline nel Parco delle Orobie Valtellinesi

“I tre laghetti sono situati su livelli diversi, a poca distanza l'uno dall'altro, sui morbidi declivi che scendono dal Monte Valegino (2415 m) e dal Passo di Porcile (2290 m), sotto la cima più imponente ed erta, ma non molto più rilevata, del Monte Cadelle (2483 m), un punto panoramico molto rilevante di questo tratto della catena orobica. Come s'è già detto, i tre laghetti. dai colori cangianti tra l'azzurro, il verde, il grigio, situati tra pendici verdeggianti e brevi bastionate di rocce rotte, alla confluenza di vallecole ricche di neve e acque e poi di erbe e fiori, concorrono a comporre una sorta di quintessenza di paesaggio alpestre. 
A poca distanza una Valle dei Lupi non riesce a preoccupare troppo... (sempre che il toponimo originario non abbia - come è possibile - tutt'altro significato. Si ricorda che in questa valletta vi era miniera di ferro). È possibile immaginare qui la forma e il corso delle antiche colate glaciali che hanno escavato le conche, smussato le forme di una roccia ora friabile (micascisti), ora più resistente (gneiss) creando uno svasato altopiano dove stanno alcuni tra i migliori pascoli delle Orobie. L'accesso è relativamente agevole, per bei sentieri, dal parcheggio in fondo alla Val Lunga (1400 m ca.), passando per la Casera Porcile (1800 m), in una prima conca prativa, donde poi la vallata si apre a ventaglio, con varie possibilità di salita.”

"Laghi alpini di Valtellina e Valchiavenna", di Riccardo De Bernardi, Ivan Fassin, Rosario Mosello ed Enrico Pelucchi

Fra i più belli e caratteristici della catena orobica sono da annoverare sicuramente i laghi di Porcile. Di origine glaciale, sono tre specchi d'acqua distribuiti secondo un disegno a spirale ascendente, trovandosi su tre terrazzi di escavazione posti a quote differenti fra loro, gli esperti definiscono questa confermazione "a rosario". Punto culminante di questa giornata il Passo di Porcile posto a confine tra la provincia di Sondrio e Bergamo.

Seguendo la strada verso Colico-Sondrio, dopo il paese di Talamona seguiamo a destra le indicazioni per la Val Tartano. Dopo circa 1 km circa svoltiamo nuovamente a destra, per poi iniziare a risalire con numerosi tornanti la strada. Attraversati i paesi di Campo e Tartano, giunti davanti all'albergo Vallunga, imbocchiamo a sinistra la strada che percorre la Val Lunga costeggiando il fiume Tartano. Poco dopo la località La Pila (grande spiazzo dopo una galleria artificiale), terminata la strada asfalta, proseguiamo su sterrato, percorribile da qualsiasi automezzo. Giunti a un bivio risaliamo la ripida strada in cemento a sinistra verso il rifugio Arale, prima del ponte svoltiamo nuovamente a sinistra e dopo una curva parcheggiamo davanti a un bel gruppo di baite. In alternativa al bivio consigliamo di proseguire diritto e dopo pochi minuti arrivati nei pressi di un ponte in legno lasciare l'auto negli spazzi 1470 m.
Ultimati i preparativi attraversiamo il ponticello e in breve raggiungiamo Arale 1485 m, dove da poco tempo c'è il rifugio il Pirata e subito dopo il rifugio Beniamino o Prealpi. Da qui si hanno due possibilità scendere al sottostante ponte in legno (parcheggio), o proseguire seguendo la stradina sterrata. In entrambi i casi si arriva nei pressi di una fresca fontana dove accanto inizia il sentiero. Le paline segnavia sembra che da queste parti non ne facciano molto uso, ma comunque i sentieri sono discretamente segnati.
Nel primo tratto entriamo in un fresco bosco e dopo un pannello didattico del Parco delle Orobie Valtellinesi, usciamo all'aperto. Oltrepassate la Prima Baita 1584 m e la Baita Bianca 1624 m, proseguendo la salita verso sud arrivando a un torrentello che scende dalla Val Dordonella, sovrastato da un ponte in cemento con il quale lo attraversiamo. Piegando ora leggermente verso sinistra e attraversato un breve tratto di bosco formato da larici, raggiungiamo la bella conca erbosa do sono adagiate le baite della Casera di Porcile 1809 m.
Pochi metri prima d'arrivare al torrente che scorre lentamente nell'amena piana, ci si può dissetare a una fresca sorgente sulla sinistra, il corso d'acqua viene guadato passando su alcuni sassi, attenzione a non scivolare! Prima d'attraversare il torrente, alla nostra sinistra si possono notare i segni di vernice giallo/rossi, questo sarà il sentiero con il quale chiuderemo l'anello. Qui siamo nel cuore dell'antichissima civiltà del Bitto, il celeberrimo formaggio grasso DOP prodotto nelle vicine Valli del Bitto di Albaredo e Gerola, ma anche Val di Tartano.
Non ci dirigiamo verso le baite, ma proseguiamo verso destra, per un rado bosco di larici e pascoli, fino alla "Baita del Zapel del Lares" a 1900 m, dove incontriamo un bivio. Tralasciamo il "Senter de la Crus de Purscil" che prosegue verso destra, e imbocchiamo il "Senter di Lach". Dopo aver superato un tratto roccioso, attraversiamo l'emissario del minore dei laghi e poco oltre alla "Baita Pianu" a 2000 m, arriviamo al Lach Pinìi 2005 m (lago Piccolo). Continuando sul sentiero, in pochi minuti giungiamo al secondo lago, il "Lach Grant" 2030 m (lago Grande), uno splendido specchio d'acqua dove si specchiano alcuni rododendri in fiore. Finalmente ecco la prima palina segnavia, proseguiamo verso il Passo di Porcile (sent. 112), subito dopo su un masso troviamo fissata una targa che ci ricorda che quello che stiamo percorrendo è il Sentiero Andrea Paniga (denominato così dal 1998, in ricordo di un giovane appassionato di montagna, prematuramente scomparso).
In breve giungiamo a un bivio, tralasciamo il sentiero che prosegue verso destra e seguendo i segnavia bianco/rossi (GVO) pieghiamo decisamente verso sinistra. Guadagniamo quota con qualche stretto tornante arrivando ad un più marcato bivio, il GVO prosegue a destra, salendo verso il crinale e arrivando al Passo Tartano, mentre il nostro sentiero continua a sinistra segnalato con la numerazione 201.
In pochi minuti arriviamo all'emissario e successivamente al "Lac de Sura" a 2095 m (Lago di Sopra), costeggiamo in falsopiano lo splendido specchio d'acqua e raggiunta una baita solitaria, proseguiamo in salita affrontando l'ultimo tratto di salita verso il Passo di Porcile.
Il sentiero in alcuni tratti è solamente una traccia, ma comunque i segnavia rosso/bianco/rossi danno sempre la giusta direzione. Arrivati a una palina segnavia ignoriamo il sentiero a sinistra per il Passo Dordona e il Passo dei Lupi, con il quale faremo poi ritorno e proseguiamo verso l'evidente intaglio del passo, fra il versante che culmina nella cima delle Cadelle a sinistra, ed il monte Valegino a destra.
Poco dopo ignoriamo una seconda deviazione a destra, questo sentiero taglia il versante del M. Valegino effettuando un traverso fino a raggiungere il crinale, dove incrocia il sentiero che conduce al Passo di Tartano. Ignorata anche questa deviazione, risaliamo il corridoio terminale, a sinistra rispetto al punto più basso della depressione e dopo un breve tratto su pietraia arriviamo al Passo di Porcile 2290 m. Continuando sul lato apposto si scende in Val Brembana verso la località turistica di Foppolo che si può già vedere dal passo.
Per il ritorno ripercorriamo il medesimo itinerario fatto in salita fino alla prima palina segnavia (ultima salendo al passo), dalla quale seguiamo le indicazioni a destra (sent. 201A) per il Passo dei Lupi e il rifugio Dordona.
Il sentiero prosegue in falsopiano compiendo un grande giro ad arco verso destra e dopo alcuni saliscendi raggiungiamo la “Baita di Lüf a Volt” a 2160 m. Siamo nella solitaria e affascinante Valle dei Lupi, tralasciamo il sentiero a destra che sale verso l'omonimo passo e dalla baita iniziamo a scendere a lato del torrente fino a raggiungere la successiva "Baita de li curteselìn" a 1975 m, adagiata vicino alle sponde impoverite di quello che doveva essere il quarto lago (o forse l’antico luogo di pulitura del materiale cavato dalle vicine cave di siderite), qui si può anche arrivare dal secondo lago di Porcile. Scendiamo ora tra i prati inselvatichiti fino al torrente che attraversiamo, pieghiamo verso destra incrociando una traccia che scende verso una sorta di canyon. Riattraversato il torrente riprendiamo il sentiero ora ben più evidente, denominato “Senter de li Curtesèli”, continuiamo a scendere sulla destra orografica della profonda forra scavata dal torrente Entrati nel bosco, dopo una serie di tornanti sbuchiamo nella conca della Casera di Porcile. Seguendo alcuni vecchi segnavia rossi/gialli costeggiamo il torrente e in pochi minuti ritorniamo sul sentiero fatto all'andata in prossimità della sorgente, da qui ripercorriamo il medesimo percorso fatto al mattino.
Malati di Montagna: Silvio, Danilo e Fabio

Primo Lago 2005 m


Secondo lago 2030 m


Terzo lago 2095 m



"Continuando...dopo Tartano a risalire per il versante orientale si entra nella Val Lunga, disseminata di casolari e di alpi. In alto essa offre tre valichi... Il secondo valico s'apre fra la cima di Valegina e il monte Cadelle (2530 m.), e conduce direttamente a Foppolo; il sentiero che guida a questo passo si stacca dall'ultima baita, in fondo alla valle, e sale ripido costeggiando tre graziosi laghetti."
Guida alla Valtellina del CAI di Sondrio (1873)

Passo di Porcile 2290 m
Danilo e Silvio


Valle dei Lupi (Val di Lüf)
con la Baita de li curteselìn


dettagli e traccia gpx


2 commenti:

  1. uno sente il nome e non pensa a cose così belle. Sempre andare a verificare... ed ecco le perle!

    ;-) ciao

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    1. in effetti è stata la curiosità a spingerci a vedere questi luoghi...porcile forse perché sono tre come la fiaba dei tre porcellini...ah ah ah...mandi

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