Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 6 luglio 2014

Pizzocolo, poderoso bastione roccioso sul Lago di Garda

Tra le cime più rappresentative del paesaggio gardesano bresciano emerge il Monte Pizzocolo, evidente baluardo naturale posto all'imbocco di quell'incisione del bacino lacustre benacense che estende le proprie acque fino al territorio Trentino. Il percorso si sviluppa all'interno della Foresta Gardesana Occidentale, che con i suoi 11.058 Ha circa, è la Foresta Regionale più ampia della Lombardia.

Provenendo da Milano seguiamo l'autostrada A4 fino all'uscita Brescia Est, per poi continuare a destra sulla statale 45 bis Gardesana Occidentale, che inizialmente costeggia l’autostrada. Oltrepassate le gallerie e la
deviazione a destra per Salò, proseguiamo costeggiando il lago, attraversando Gardone, Fasano e Maderno. Giunti a Tuscolano dopo il ponte sull’omonimo torrente, svoltiamo a sinistra, in direzione di Gaino. Arrivati all’inizio di Gaino svoltiamo a destra e subito dopo a sinistra, attraversato il paese ci dirigiamo verso la Valle delle Cartiere in direzione Nord. Superati due ponti sul torrente Tuscolano, la strada diviene sterrata ma comunque transitabile. Oltrepassata una santella arriviamo al bivio di Maernì, chiamato localmente “vie che spart” 550 m. Proseguiamo a sinistra fino ad arrivare in prossimità del Palazzo di Archesane 816 m, dove parcheggiamo l'auto.
Dal  parcheggio passiamo accanto all'antico edificio, probabilmente della prima metà del ‘600 e residenza di caccia dei conti Delay, nel passato una delle famiglie più importanti della riviera e dinastia famosa per aver fornito alla Repubblica Serenissima di Venezia le tremila bombarde destinate alla vittoriosa battaglia di Lepanto. Attraversando i prati sulla nostra sinistra possiamo già intravedere la nostra meta il M. Pizzocolo, in leggera salita arriviamo a un'area pic-nic con una bacheca che descrive gli alberi della zona. Ignorata una prima deviazione continuiamo sul percorso principale che diventa sempre più ripido. Proseguendo nel bosco di tanto in tanto incontriamo alcuni cartelli didattici che indicano il nome e le principali caratteristiche degli alberi. Il primo cartello descrive il faggio e  infatti poco dopo entriamo in una bella faggeta. In un tratto in cui la pendenza diminuisce, sulla sinistra troviamo un olmo e subito dopo un frassino maggiore in uno slargo sulla destra, accanto ad una vasca. Superati in successione due tratti con uno steccato, tralasciamo a destra il Sentiero Forestale della Valle Archesane e oltrepassata una sbarra di colore verde che troviamo aperta, in breve arriviamo al Passo Spino 1154 m.
Nei pressi del passo, da tempo passaggio naturale per molti uccelli migratori, è stato ripristinato nel 1999, dalla Regione Lombardia, l’osservatorio Ornitologico Regionale “Antonio Duse”, dove è così ripresa l’attività di “inanellamento”, ovvero la cattura di uccelli seguita da misurazione e marcatura e da successivo rilascio, coordinata a livello europeo dall’EURING - The European Union for Bird Ringing – a livello nazionale dall’INFS - Istituto nazionale per La Fauna Selvatica - e a livello regionale dalla Regione Lombardia. Le prime attività di “inanellamento” furono coordinate dal dott. Antonio Duse dal 1929 al 1933. Dal 1999 al 2003 presso il Passo di Spino sono stati catturati circa 15000 uccelli.
Dal Passo dello Spino imbocchiamo a sinistra il sentiero n. 5 verso il Pizzoccolo, dopo un primo tratto in piano, riprendiamo a salire, dapprima con poca pendenza e poi in modo più ripido. Dopo alcuni lunghi tornanti nel bosco, percorriamo un traverso raggiungendo il Passo delle Merle - Dos delle Prade 1352 m. Dalla palina segnavia proseguiamo verso sinistra, oltrepassando i ruderi di alcune costruzioni militari risalenti alla prima guerra mondiale, a destra il panorama spazia sulla parte meridionale del Lago di Garda, purtroppo oggi compromesso dalle nuvole. Riprendiamo a salire rientrando nel bosco, dopo un tratto a mezza costa in leggera salita, oltrepassati un gruppo di faggi secolari raggiungiamo una casamatta ben ristrutturata, risalente alla guerra 15-18. Continuiamo a mezza costa tra i prati e dopo una curva a sinistra, perdiamo quota per circa una ventina di metri per poi riprendere a salire tra l'erba, sassi e radi alberelli; sulla sinistra possiamo osservare delle rocce con particolari solchi lineari dovuti all’erosione della pioggia sul calcare (campi solcati). Passiamo accanto a una madonnina in un anfratto tra le rocce sulla sinistra e poco dopo raggiungiamo il bivacco Due Aceri del Gruppo Amici del M. Pizzocolo, costruito sui ruderi di una costruzione militare risalente alla prima guerra mondiale e situato sul versante sud del Monte Pizzoccolo. In breve arriviamo alla cappelletta dedicata ai caduti di tutte le guerre, situata a pochi metri dalla cima che raggiungiamo 1581 m. Dalla croce, meteo permettendo si gode di una splendida vista panoramica a 360° sulla cerchia alpina (nelle giornate limpide la visione spazia dal Monte Rosa all'Adamello, dal Brenta sino all'Appennino Tosco-Emiliano), sulla parte centrale del Lago di Garda e sul lato opposto tra le nuvole le pendici del Monte Baldo, sul lago del Valvestino e sulle vallate sottostanti.
Dopo la doverosa pausa ripercorriamo il sentiero fatto all'andata fino al Passo Spino, prima di continuare a scendere sul sentiero fatto al mattino, decidiamo di raggiungere il rifugio Pirlo allo Spino. Tralasciato il sentiero a sinistra che scende verso Verghere/S. Michele, proseguiamo diritto. Oltrepassato un rudere poco dopo sulla destra incontriamo la malga Spino, un cartello ci informa che si tratta di una stazione per la cattura e l'inanellamento degli uccelli a scopo scientifico. Vediamo un altro edificio sulla nostra destra e delle bacheche dell'Osservatorio Ornitologico Duse. Lasciato a destra l'attacco per la ferrata Ernesto Franco, torniamo a salire raggiungendo un punto panoramico, con bella vista sulle vallate da entrambi i lati. Oltrepassato un cancello in legno, tralasciamo a destra il sentiero indicato da una palina segnavia per il M. Spino e continuiamo diritto, dopo pochi metri in leggera discesa arriviamo al rifugio. Il fabbricato, ex caposaldo della seconda linea del fronte italiano durante la prima guerra mondiale, è stato costruito su un rustico di caccia preesistente ed è stato trasformato in rifugio a partire dalla primavera del 1965, dedicandolo alla memoria del Tenente Medico Giorgio Pirlo, caduto in guerra.
Malati di Montagna: Raffaella, Andrea, Lorenzo, Danilo e Fabio

foresta incantata...


Pizzocolo 1582 m


Danilo, Andrea
Lorenzo, Raffaella


oggi il Lago di Garda si presentava così...!!!
sullo sfondo si intravede il Monte Baldo


Rifugio Giorgio Pirlo allo Spino 1165 m
di proprietà del Cai Salò, la gestione è affidata alle esperte mani degli 
"Amici dell'Operazione Mato Grosso"


Siamo un gruppo di AMICI dell'Operazione Mato Grosso, 
facciamo parte dell'Associazione "Sierra Andina" e ci proponiamo di 
sostenere le opere avviate in America Latina Grazie allo sforzo di tanti volontari OMG.
In particolare aiutiamo la Diocesi di Huari, nell'intento di sostenere 
il Clero locale ed avviare con loro progetti di sviluppo
tesi a migliorare sia la qualitá della vita che la parte spirituale,
raggiungendo le zone piú impervie e lontane della Cordigliera Andina.


Campi solcati
Tavolati rocciosi più o meno inclinati, caratterizzati da diverse microforme epigee, quali scannellature, fori di dissoluzione, vaschette di corrosione, solchi, dovute ad azioni di corrosione, dissoluzione e scorrimento superficiale ad opera dell’acqua. Sono conosciuti anche come Karrenfelder (da tedesco Karren).


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2 commenti:

  1. quei campi solca ricordano il Canin! Altro bel giro con "malati di montagna" che comincio a conoscere un pò di più... Ciao ;-)

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    1. il Canin...una montagna che ho visto solo in fotografia...chissà...un giorno...uffa sono troppe le cose che devo fare e il tempo sempre meno...l'età avanza...e...!!!
      mandi, mandi

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