Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 14 luglio 2018

Sul sentiero Stefano Tirinzoni, al Monte Pisello

Alpeggi, boschi e antiche malghe: 200 ettari di paesaggio alpino nel cuore delle Orobie Valtellinesi, da cui si gode di uno splendido panorama. Un progetto di recupero ambientale e pastorale, per restituire alla montagna la storica vocazione di pascolo. 


Legato testamentario al FAI dell’arch. Stefano Tirinzoni, nel 2011

Incastonate nel versante settentrionale delle Alpi Orobie, all’interno del Parco delle Orobie Valtellinesi, le Alpi Pedroria (1929 m s.l.m.) e Madrera (1435 m s.l.m.) permettono allo sguardo di spaziare su pascoli e boschi incontaminati, fino a sfiorare i terreni franosi delle più elevate altitudini. Un nucleo eccezionale di biodiversità florofaunistica che si estende su 200 ettari di superficie, di cui 70 a bosco e 20 a floridi pascoli per anni abbandonati, dove finalmente è tornata a svolgersi l’attività pastorizia. Un’economia che ruota attorno alle baite, scenari privilegiati del lavoro stagionale dei vaccari che ancora oggi le raggiungono alla guida delle proprie mandrie, dotate di stalle e formaggere, con tipiche murature in pietra a secco, poste quasi a presidio delle cime che dominano gli alpeggi: i monti Pisello, Culino e Lago. Numerosi i sentieri percorribili a piedi, uno dei quali tocca anche le Baite Eterne, usate come tappa intermedia dai pastori che salivano dalla valle per raggiungere la Pedroria attraversando un’ampia varietà di habitat naturali; l’abete rosso costituisce l’essenza arborea maggiormente rappresentata, ed è possibile avvistare alcune specie di fauna alpina: tra le specie animali che popolano quest’area c’è il fagiano di monte, detto anche gallo forcello, che in questa zona trova il suo habitat ideale. L’architetto Stefano Tirinzoni, per anni capo della Delegazione di Sondrio del FAI, lasciò in eredità alla Fondazione queste preziose testimonianze delle antiche tradizioni montane come segno tangibile di un legame duraturo e profondo con le sue vallate.

Con i suoi 2272 m il Monte Pisello è un poggio panoramico di prim'ordine, in evidenza a nord il M. Disgrazia che si erge maestoso, vicino al gruppo del Masino. Non si deve pensare che il nome dato alla cima possa avere riferimenti al legume, ma semplicemente all'italianizzazione del termine dialettale "alpesèl", cioè piccola alpe. Durante il mese di luglio è meta di un piccolo pellegrinaggio della parrocchia di Talamona, che celebra la messa sull'altare costruito sulla cima in occasione del giubileo dell'anno 2000.

Da Milano si segue la SS36 in direzione di Lecco/Colico/Sondrio, giunti a Colico si continua sulla SS38 verso Sondrio fino a Morbegno. Attraversa Piazza S. Antonio, si prosegue sulla strada per il Passo San Marco e dopo aver oltrepassato le frazioni di Arzo, Valle e Campo Erbolo, si arriva nel comune di Albaredo. Si continua a seguire la strada per il Passo San Marco e poco dopo aver oltrepassato il cartello che indica il km 15, si arriva in prossimità di una stradina che si stacca sulla sinistra per Baitridana e il rifugio Alpe Piazza (1380 m). Parcheggiata la macchina sul lato destro della strada, nei pochi posti disponibili, si inizia a seguire la stradina in direzione di Corte Grande/Cornelli/Alpe Piazza (sent. 132). Dopo poche decine di metri si imbocca la bella mulattiera a destra, che sale dolcemente attraversando un bosco misto di faggi e pini silvestri, fino ad arrivare a Scöccia (1450 m). Continuando a seguire i segnavia rosso/bianco/rosso, si raggiungono in pochi minuti i pascoli di Corte Grassa (1500 m). La salita prosegue e in pochi minuti si arriva nel panoramico maggengo di Corte Grande (1600 m), splendida la vista verso il versante occidentale della Val Gerola, sulla costiera dei Cech e sulla bassa Valtellina. Dopo un tratto in falsopiano, oltrepassata una fontana si svolta a sinistra e seguendo le indicazioni si entra in una bella pecceta. Usciti nei pressi delle baie dei Cornelli, si sale ancora per alcuni minuti per poi proseguire in piano verso destra fino alle baite dei Cornelli (1739 m). Rimanendo a monte delle baite si prosegue verso est arrivando in breve a un bivio. Tralasciato il sentiero a sinistra per la Pozza Rossa, si continua in direzione degli splendidi alpeggi di Baitridana e alpe Piazza (sent. 132). Attraversato un'ulteriore tratto di bosco si arriva all'alpe Piazza, dove troviamo nei pressi di una palina segnavia il rifugio omonimo. Tralasciata a destra l'indicazione per il rifugio alpe Lago/alpe Orta/Passo San Marco, si sale verso l'alpe Predoria, la bocchetta del Pisello e la Val Budria. Il sentiero che si sta percorrendo è intitolato dal FAI (Delegazione di Sondrio), nel settembre del 2013 all'architetto Stefano Tirinzoni, che ne è stato benemerito capo delegazione. Si svolta a sinistra e lasciando alle proprie spalle il rifugio, fra radi larici si arriva poco dopo a un bivio. Continuando a seguire l'indicazione sul pannello, si svolta a destra e risalendo il crinale si arriva in breve ad un calecc', oltre il quale salendo verso sinistra si arriva alla palina segnavia, collocata alla fine di un canale erboso. Scendendo leggermente sul versante opposto, possiamo già vedere davanti a noi l’alpe Pedroria, ai piedi del monte Culino, alla cui sinistra si vede chiaramente la croce sul M. Pisello, ancora però molto lontana. Con un lungo traverso in falsopiano, con bella vista verso il gruppo Masino-Disgrazia, si arriva all'alpe Pedroria (1928 m). Dalla palina segnavia tralasciato il sentiero 162 per Madrera/Cornello/Buonanotte, si inizia a salire il sentiero a monte delle baite in direzione del Passo del Pisello/Val Budria/Val di Lemma. Si attraversa una conca, passando accanto a un pannello didattico che descrive i sentieri principali che salgono da Talamona, per poi raggiungere in pochi minuti la successiva palina segnavia (alpe Predoria 1930 m). Si piega leggermente a destra, per poi iniziare a risalire il largo canalone sotto al crinale del M. Culino. Con una lunga serie di tornantini si guadagna quota ripidamente e giunti a un bivio non segnalato, si tralascia il sentiero a destra e si continua a seguire quello principale che tagliando il largo crinale erboso che scende dal M. Culino raggiunge l’intaglio della bocchetta del Pisello (2220 m). Tralasciato il sentiero che scende verso la Val Budria, non resta che seguire la facile cresta di sinistra fino alla croce del M. Pisello (2272 m), circondata da un recinto in legno, straordinario il panorama a 360° che si gode da quassù.
Malati di Montagna: Simonetta, Aldo, Danilo e il selvadego


alpeggi...





alpe Pedroria e il M. Pisello a sinistra


croce nei pressi dell'alpe Pedroria


uno sguardo verso il Disgrazia


vallone e canalone da risalire....


cresta per la...


Cima del monte Pisello (2272 m)




si scende...


buonissima la crostata ai lamponi...!!!



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