L'escursione si svolge nella Val Dumentina, chiamata anche Valle Smeralda per via del suo verdeggiante colorito. Il Monte Clivio sconosciuto a molti, è uno straordinario balcone naturale sul Lago Maggiore e la val Dumentina. Prima di raggiungere la cima si passa dal Santuario di Trezzo, con la sua bella Via Crucis. Il luogo ebbe la sua massima notorietà nel Cinquecento, quando era meta di processioni nel corso della giornata di Ferragosto, anche a partire dal vicino Canton Ticino.
Tutto il percorso è ben segnalato da segnavia e paline escursionistiche, non ci sono particolari difficoltà tranne la parte finale al Monte Clivio dove bisogna superare con un po' d'attenzione un intaglio tra le rocce. Dalla cima il sentiero che scende sul versante svizzero non è segnalato ma è comunque ben evidente, raggiunta la località Erbagni si prosegue seguendo le indicazioni per Cavagno/Fornasette. Il sentiero che scende al valico doganale di Palone è abbastanza ripido ma sempre ben scalinato. Consiglio di portare nello zaino la cartina escursionistica 305 di Geo4Map "Lago Maggiore" (Luino - Val Veddasca).
il selvadego
la partenza avviene dalla frazione Creva di Luino, dove si può lasciare l'auto nel comodo parcheggio davanti alla sede della Croce Rossa Italiana
inizio del sentiero da Creva
Frazione Pianazzo
Chiesa della Madonna Addolorata
verso il Valico dogale di Palone
sentiero per Dumenza
l'antico lavatoio
verso Trezzino
Una mattina di fine estate del 1911, mentre l’Europa si avvicinava a grandi passi al Primo conflitto mondiale, Vincenzo Peruggia rubò dal museo del Louvre di Parigi la sua opera più famosa "la Gioconda". Nato a Dumenza l’8 ottobre del 1881, Vincenzo fu l’autore di quello che i giornali dell’epoca definirono “il furto del secolo”.
lavatoio Trezzino
La bella mulattiera selciata della Via Crucis
L'antico Santuario della Beata Vergine di Trezzo
Si racconta che durante la pestilenza del 1348, una giovane sordomuta che pascolava le capre in quel luogo, avrebbe avuto una visione nella quale la Madonna la esortava a scendere al villaggio per raccomandare a tutti preghiera e penitenza, ritenuti allora unici antidoti al terribile morbo. Dalla leggenda alla realtà storica trascorsero quasi duecento anni. I documenti attestano che il santuario fu consacrato il 29 aprile 1526 da Mons. Francesco Landino, vescovo di Laodicea, ma suffraganeo del metropolita di Milano, Ippolito II d’Este. Nelle sue peregrinazioni nelle località più sperdute della diocesi, S. Carlo non mancò di visitare la chiesa nel 1574 e, quattro anni dopo, il suo delegato, Mons. Bernardino Taruggi, a seguito di un’accurata ricognizione, ne ordinò la trasformazione in stile barocco.
bel colpo d'occhio sulle cime del Parco Nazionale della Val Grande
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Monte Clivio 739 m
la caratteristica cappella sul Monte Clivio
Sentiero di rientro in Italia
Garetta Sass Boitt
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