Avevano piazzato in quota, a Cà Bianca, sopra Ceresole Reale, anche delle trappole con le fotocellule, in grado di bloccare autonomamente il cane. Ma Dana, nonostante gli otto mesi e mezzo trascorsi a 2000 metri, il freddo, la neve e l'assenza di cibo, dentro quelle trappole non è mai entrata. Forse voleva farsi salvare diversamente. E così è stato. Domenica mattina, il labrador nero è entrato in una baita che, d'inverno, è disabitata, trovando rifugio dal freddo. Ed è allora che Raffaella Miravalle, guardaparco del Gran Paradiso, sentendo dei rumori all'interno della baita, ha capito che, forse, era arrivato quel momento tanto atteso.
«L'abbiamo seguita per mesi ma lei non ha mai voluto avvicinarsi. Aveva paura, era terrorizzata - racconta la guardaparco che da 16 anni lavora nel Gran Paradiso - ho preso a cuore la vicenda colpita anche dalla tenacia dei proprietari del cane che, per otto mesi, sono saliti a Ceresole tutti i weekend alla ricerca di Dana». La costanza, alla fine, è stata premiata. «Stavo andando a correre per tenermi allenata - dice la Miravalle - ho sentito dei rumori e ho chiuso porte e finestre della baita. Sapevo che Dana andava a dormire lì da qualche tempo. Così ho chiamato i colleghi. Poi dalle fessure delle finestre ho visto che effettivamente era lei. L'abbiamo sedata e siamo riusciti a portarla giù, a spalle». Stremata, Dana (che ha perso oltre qundici chili in questi otto mesi e mezzo) è stata poi riconsegnata alla proprietaria, Sabrina Mannarino di Cuorgnè. «Una storia toccante - dice il sindaco cuorgnatese Beppe Pezzetto - che vorremmo trasformare in una fiaba. Ci stiamo lavorando».
«Non ho mai perso la speranza - dice invece Sabrina - ma è chiaro che senza l'aiuto di tutti quelli che, in questi mesi, mi hanno dato una mano, sarebbe stato impossibile ritrovare Dana. E poi c'è Raffaella che, per noi, è stata un vero e proprio angelo». Alle ricerche, in questi mesi (Dana era scappata il 10 maggio del 2015) hanno partecipato decine e decine di volontari. Compresi quelli dei canili di Caluso e Rivarolo Canavese. «Sapendo che era a Cà Bianca le portavamo del cibo che ci forniva Sabrina - dice ancora la guardaparco - questo l'ha aiutata a combattere l'inverno. In estate, invece, si deve essere nutrita di carcasse e altri animali morti. Ha dimostrato un istinto di sopravvivenza fuori dal comune».
Mesi di fatica, di ricerche, di tentativi falliti. Alla fine l'impegno è stato premiato: Dana è tornata a casa. «Lo sguardo che ho colto nei suoi occhi domenica, dopo il salvataggio - dice invece Raffaella Miravalle - mi ripaga di tutti gli sforzi che abbiamo profuso in questi mesi».
dal quotidianocanavese.it
Brava raffaella!!
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