Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 4 gennaio 2015

Il Mont’Orfano in compagnia con tanti amici...

Il Mont’Orfano è alto appena 794 m, il suo nome lo deve al fatto che si erge solitario all’imbocco della Val d’Ossola, sopra la pianura alluvionale di Fondotoce, che divide il lago di Mergozzo dal lago Maggiore. Proprio per questo motivo offre da ogni suo lato panorami di prim'ordine. 
Per la sua posizione strategica, a partire dai romani, la sua storia è sempre stata segnata. Soprattutto durante la prima guerra mondiale, la montagna fu fortificata a scopo di difesa, con casermette e mulattiere militari, che facevano parte di quella grande opera di fortificazione delle Alpi, conosciuta come “Linea Cadorna”. Oggi grazie a queste opere si possono fare alcuni bellissimi itinerari escursionistici, con splendidi panorami sul lago Maggiore, sulle cime che circondano la piana ossolana e del Parco Nazionale della Val Grande.


Dall'autostrada A26 Voltri/Gravellona Toce usciamo a Verbania, per poi proseguire sulla SS34. Dopo aver attraversato il fiume Toce, svoltiamo a sinistra verso Mergozzo e oltrepassata una curva a destra (inizio sentiero), continuiamo ancora per alcune centinaia di metri fino a un'ampio spiazzo sulla sinistra dove parcheggiamo l'auto (località Pratomichelaccio).
Ripercorriamo a ritroso la strada da dove siamo arrivati e in prossimità della curva, poco prima di una casa cantoniera, imbocchiamo sulla sinistra il sentiero indicato da una palina segnavia (Linea Cadorna/Polveriera/Mont'Orfano), sul lato opposto un cartello metallico del CAI di Omegna ci informa che stiamo per percorre la mulattiera sulla parete Sud del Montorfano (205 m).
Dopo un breve tratto pianeggiante, svoltiamo decisamente a destra e oltrepassato un tratto con alcuni massi franati, iniziamo a guadagnare quota sulla mulattiera, ancora in buone condizioni che sinuosamente con ampi tornanti risale il fianco scosceso della montagna. Da sotto sembra quasi impossibile che abbiano potuto costruire una mulattiera su questo versante, un'opera d'ingegneria davvero notevole. Dopo un ripido tratto entriamo nel tratto più suggestivo, un'enorme grotta naturale detta "Occhio del Montorfano", all'inizio della quale ci si può dissetare a una fontanella. Usciti da questo affascinante anfratto la mulattiera compiendo lunghi tornanti con moderata pendenza esce dal vallone, fino a portarsi a un ripiano roccioso. Senza raggiungere la palina segnavia proseguiamo in piano verso destra arrivando in breve allo spiazzo dove sorge una casermetta a due livelli, addossata alla parete rocciosa (507 m), poco più avanti si apre l'entrata alla polveriera, completamente scavata nella montagna e visitabile con l'utilizzo di una pila o una frontale (con un angusto passaggio sopra un muretto si accede ad un cunicolo verticale con una scala a pioli in ferro, con la quale è possibile riguadagnare l’esterno sbucando sul vecchio poligono di tiro). Dopo aver ammirato lo splendido panorama sul Lago Maggiore, da questo balcone naturale, ritorniamo alla palina segnavia. Lasciato a sinistra l'ampia strada militare da dove poi faremo ritorno, proseguiamo in salita e dopo un paio di tornanti giungiamo in uno spiazzo, dove ancora si intravedono le solette delle cisterne interrate utilizzate al tempo per raccolta dell’acqua. Continuando in piano imbocchiamo nuovamente la mulattiera che riprende a salire all'interno del bosco, la pendenza non è mai eccessiva e permette senza troppa fatica d'arrivare dopo circa 30/40 minuti sulla tondeggiante cima del Montorfano.
In breve raggiungiamo il segnale trigonometrico dell’IGM collocato sul punto culminante del pianoro sommitale 794 m, da questa straordinaria posizione panoramica si possono ammirare in lontananza i 4000 del Sempione e le cime che circondano l'Ossola.
Dopo una doverosa sosta, ripercorriamo la mulattiera fatta in salita fino alla palina segnavia, da dove iniziamo a scendere lungo la strada militare ancora in buono stato (A58 - Casermette/Cave Granito/Verde/Mergozzo), Perdiamo quota moderatamente lungo il versante occidentale, durante il tragitto possiamo osservare le opere ancora ben conservate, costruite per lo scolo e l’incanalamento dell'acqua. Arrivati a un bivio con una palina segnavia svoltiamo a sinistra verso Pra Michelaccio, in breve raggiungiamo una postazione fortificata, costituita da due edifici ad unico livello costruiti a ridosso di un torrente e visitabili tramite un ponticello in cemento.
Proseguiamo attraversando un bel ponte in pietra ad arco e dopo circa una mezz'oretta arriviamo a ridosso delle case di Prà Michelaccio, da qui scendiamo lungo una stradina asfalta fino a incrociare la strada, dalla quale proseguendo a sinistra arriviamo allo spiazzo dove avevamo lasciato l'auto.
E per concludere degnamente la giornata tutti a far merenda da "Donna Francesca" all'Antica Osteria di Cossogno...!!!

Malati di Montagna
Lorenzo, Silvio, Andrea
Danilo, Fabio, Deborah, Pg


angoli suggestivi... 


...


si cresce anche a testa in giù...!!!


panorami mozzafiato!


La mulattiera nel canalone del versante sud era stata progettata dai militari del genio 
come strada di servizio per la polveriera, al riparo da attacchi nemici.
Alla sua realizzazione negli anni dal 1912 al 1915, 
hanno contribuito con un duro e impareggiabile lavoro abili muratori 
e scalpellini della zona, la cui maestria ha conferito al percorso i connotati 
d'una vera opera d'arte, ancora oggi visibile dopo oltre novant'anni.




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