Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 7 luglio 2013

In Valle del Cervo al rifugio Madonna della Neve

Per arrivare in Valle del Cervo percorriamo l'autostrada A4 verso Torino uscendo a Carisio e, seguendo le indicazioni, arriviamo a Biella. Proseguiamo sulla provinciale SP100 Biella-Piedicavallo fino ad arrivare a Rosazza 882 m. Oltrepassata la chiesa svoltiamo a sinistra sulla strada subito dopo il ponte sul torrente Pragnetta e proseguiamo fino a raggiungere l'ampio spiazzo sterrato dove lasciamo l'auto. 
La Valle del Cervo è la seconda vallata del Biellese per lunghezza, preceduta da quella del Sessera e seguita da quella dell'Evo, è anche conosciuta come Valle di Andorno: “Cervo” è infatti il nome del torrente che la percorre per tutta la sua lunghezza, mentre “Andorno” è l'antico nome della Comunità formata dai paesi che la compongono, e che in passato fu appunto guidata dal centro di Andorno Cacciorna. 
Ultimati i preparativi raggiungiamo la palina segnavia alla fine del parcheggio (E30 - GTA), proseguiamo sull'ampia mulattiera che conduce al colle della Gragliasca, parallelamente al torrente Pragnetta. Arrivati a un bivio abbandoniamo la mulattiera e alla palina segnavia svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per Selle - Desate (E32 - GTA). Iniziamo a salire guadagnando quota gradualmente fino a raggiungere Desate 1101 m, un bellissimo villaggio con quasi tutte le case ben ristrutturate. Dopo esserci rinfrescati alla fontana, passiamo accanto alla chiesetta e seguendo gli evidenti segnavia saliamo lungo le strette vie tra le case. A monte del paese oltrepassiamo le ultime baite iniziando a inerpicarci nel bosco in gran parte composto da faggi e maggiociondoli che con la loro fioritura e profumo rendono il percorso gradevole. Usciti dal bosco iniziamo a vedere gli alpeggi dell’alpe Vernetto che raggiungiamo con un traverso in leggera salita. Transitiamo tra le baite e in pochi minuti, con un ultimo strappo, arriviamo alle Selle di Rosazza ed al rifugio Madonna della Neve 1480 m. 
Aperto nel 1994, è posizionato quasi al centro topografico del sistema montuoso che costituisce il grande catino dell'alta valle Cervo. E' adagiato su due selle (le Selle di Rosazza), e affacciato sul torrente Cervo e sui comuni di Rosazza e Piedicavallo con un balcone (Balcun) naturale. E' in quella posizione fin dal 1840, ultimo baluardo di un lembo di terra che nasce, a monte, dalla Punta della Gragliasca 2412 m. 
Raggiungiamo il sovrastante Oratorio della Madonna della Neve, fatto edificare nel 1846 da Antonio Rosazza Gianin che lo cedette poi alla parrocchia. Proseguiamo verso l'alpe Brengola seguendo il sentiero contrassegnato con dei bolli rossi, raggiunto il bivio tralasciamo il sentiero verso l'alpe e iniziamo la ripida ascesa seguendo le indicazioni verso il Colle Irogna. Passiamo tra i rododendri in fiore e con qualche facile passaggio tra le rocce raggiungiamo il promontorio, dal quale ha inizio la cresta verso il colle. Decidiamo di fermaci, sotto di noi possiamo vedere i ruderi dell'alpe Brengola  e tutta la valle del Cervo, purtroppo le cime delle montagne sono coperte dalle nuvole, ma il bello della montagna è anche questo...
Ritornati al rifugio ci concediamo una tazza di tè caldo e una fetta di una squisita crostata di mirtilli, passando qualche minuto in compagnia di Alberto e della moglie, che ci raccontano le difficoltà quotidiane ma anche le grandi soddisfazioni nel gestire il rifugio.
Dopo la sosta scendiamo verso nord, di fronte al rifugio, per il sentiero E40-GTA, con un traverso in leggera discesa arriviamo ad alcuni ruderi sottostanti, posti su un balcone naturale. Da qui il sentiero abbandona la cresta e con una lunga serie di tornanti inizia a perdere quota fino ad arrivare al bellissimo ponte in pietra sul torrente Cervo, denominato "Ponte Coda", oltre il quale arriviamo al parco Ravere a Piedicavallo.
Seguiamo via Roma e poi ci infiliamo tra le viuzze strette del paese. Dopo la visita alla chiesa dedicata SS Michele e Grato, usciamo dal paese e proseguendo per circa 3 km su strada asfaltata arriviamo alle porte di Rosazza. Qualcuno definisce Rosazza la “Rennes-le-Château” d'Italia, un borgo misterioso capace di attirare quanti hanno qualche interesse per i luoghi esoterici e, appunto, misteriosi. 
Poco prima del semaforo, che alterna il traffico della stretta via centrale, seguiamo sulla destra un vicolo acciottolato accanto alla fontana. Struttura e architettura, riconducibili alla massoneria, sembrano evocare formule magiche ed esoteriche … forse il paese è stato disegnato dagli spiriti, in ogni caso è piacevole attraversarlo.
Arriviamo in breve al caratteristico castello di Rosazza con la sua torre Guelfa e poco dopo all'auto.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

"Nel 1883 Federico Rosazza Pistolet avviò la costruzione della torre guelfa con la palazzina, costituente il primo lotto di lavori del castello, che ampliò in due successive riprese con altri edifici e completò solo nell'anno della morte (1899) con la grande galleria in cui intendeva esporre i suoi quadri. Il progetto di Giuseppe Maffei sviluppa il tema dell'estetica della rovina, che sarà ripreso anche in altri lavori; qui fece realizzare murature sbrecciate, trattate con acido nitrico, finti colonnati e architravi di immaginari templi di Paestum. L'accesso al giardino riproduce l'arco di Volterra, dove tre teste di valligiane, con una stella a cinque punte tra i capelli, richiamano le analoghe sculture dei giovani Lari della struttura della città toscana. Le false rovine del tempio di Paestum collocate ai bordi del laghetto sono state asportate assieme a uno dei due orsi scolpiti in pietra locale, dalla piena del torrente Pragnetta, che nel maggio del 1916 penetrò nei locali del castello; sono rimasti alcuni resti nel parco comunale, nei pressi della fontana della Valligiana." (Dal cartello informativo)




...


Maggiociondoli o Lugliociondoli...?!?


verso il colle Irogna


tra le vie di Rosazza...




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