Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 15 gennaio 2012

Sull’altopiano del sole...alla Cima di Tisa

L'inverno sembra qualcosa di molto lontano qui sull'altopiano alle pendici del monte Cavlera, basta qualche raggio di sole e mentre in valle dominano freddo e nebbie, l’aria si intiepidisce tra i prati che si stendono come morbidi tappeti in questo angolo dell’alta Valle Seriana.

Dall'autostrada A4 direzione Venezia prendiamo l'uscita per Bergamo, seguendo poi le indicazioni per la Val Seriana percorriamo la SS671 fino al paese di Vertova dove parcheggiamo in Piazza Vittorio Veneto.
Dal parcheggio seguendo le indicazioni poste sul cartello del CAI di Bergamo (sent. 518) percorriamo via Brini per poi proseguire per il Vicolo Vallorcio, raggiungendo in breve una scalinata che ci porta a incrociare nuovamente la strada asfaltata. Svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il M.te Cavlera, sino a incontrare una santella dove svoltiamo a destra per Via San Patrizio, oltrepassate le ultime case continuiamo su una stretta stradina sterrata che in seguito si trasforma in mulattiera arrivando al magnifico Santuario di S. Patrizio, uno degli monumenti più noti di tutta la valle Seriana. Secondo la tradizione, il santuario risalirebbe all’anno 1166. In origine una semplice chiesetta fatta erigere da soldati inglesi che, scampati agli eserciti del Barbarossa, avevano trovato rifugio proprio a Vertova. Questo spiegherebbe anche l’inconsueta dedica a San Patrizio, santo irlandese.
Lasciato il santuario proseguiamo lungo la strada in salita che porta a Bondo, fino a raggiungere una cappella dove imbocchiamo la mulattiera per i Piani di Rezzo 740 m. Il tracciato sempre ben segnato continua lungo una mulattiera attraverso prati e boschi, oltrepassata un’altra edicola votiva seguiamo la carrareccia che conduce alla località Unì, dopo alcune decine di metri l'abbandoniamo per seguire il sentiero sulla sinistra che conduce alle baite di Ortel. Continuiamo su una stradina per circa una decina di metri fino a una casa detta La Palazzina, il sentiero prosegue in salita arrivando al roccolo Messina 1.175 m, situato su un costone panoramico. Dopo una breve pausa riprendiamo il cammino e salendo a sinistra del roccolo arriviamo ad una palina segnavia, dalla quale seguiamo il sentiero sulla destra, il percorso dopo un primo tratto pianeggiante attraverso un’abetaia, inizia a salire raggiungendo il crinale settentrionale della Cima di Tisa, nei pressi di una pozza decidiamo di proseguire sulla destra arrivando in pochi minuti sulla cima del M.te Cavlera 1320 m, suggestiva la visione sull'Alben. Ripercorriamo il percorso appena fatto e seguendo la cresta giungiamo alla croce del M.te Tisa 1.317 m, splendido il panorama sulle creste e sulle vette della valle del Riso che fanno da quinta ai massicci dell’Alben e dell’Arera. Dalla cima seguiamo il sentiero che scende velocemente fino a incrociare la strada sterrata, proseguendo a sinistra ritorniamo al roccolo Messina, da dove ripercorriamo il medesimo itinerario fino al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Prima di tornare a casa consigliamo un giretto tra gli stretti vicoli del paese.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

Cima Tisa 1317 m


che dire...


la croce con l'Alben alle spalle


siamo sicuri di essere a gennaio...!?!


il bosco visto da sotto...


la Presolana

Nessun commento:

Posta un commento