Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

lunedì 2 giugno 2008

Gran Vaudala "La Valle dei Vichinghi"

...aquila reale, marmotte, camosci, ci danno il benvenuto...siamo nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso. Domenica 1 giugno, quinta gita escursionista del CAI di Legnano, partenza ore 6.00 destinazione Val di Rhemes, siamo solo in 20, forse il ponte del 2 giugno, magari anche il maltempo dei giorni scorsi, ha fatto cambiare idea a molte persone... Percorriamo la val di Rhemes in un'atmosfera quasi irreale, è forse una delle più affascinanti e incontaminate valli delle Alpi Graie. Attraversiamo il comune di Rhemes Notre Dame con la sua bella chiesa del 1650, usciti dal paese, poco prima del termine della strada si trova sulla sinistra un ampio parcheggio 1850 m circa. Si prosegue sulla stradina asfaltata fino a raggiungere una tabella segnavia, si lascia a sinistra il sentiero n. 11 per il colle Lenyr (dal colle si sale al Taou Blanc 3438 m cima più volte risalita dal versante del Nivolè), poco dopo arriviamo a un alpeggio, lasciamo la strada che sale a destra e proseguiamo sull'ampia mulattiera. Incontriamo una vecchia casa, un tempo caserma della Guardia di Finanza, le marmotte nei prati si rincorrono e con il loro fischio ci avvertono di stare lontani e di non disturbarle, stiamo camminando sopra alla Dora di Rhemes che scorre profondamente incassata in un fragoroso rumore. Arriviamo a un ponte che per motivi sconosciuti non esiste più, al suo posto troviamo due tronchi che cerchiamo di fissarli il meglio che possiamo, superato il torrente troviamo un bivio seguiamo il segnavia 12 a sinistra. trascurando la traccia per rif. Benevolo. Attraversiamo il bel pianoro arrivando in breve al ponte che ci conduce sulla sponda destra orografica, il sentiero prosegue in leggera salita tralasciamo un vecchio ponte sulla sinistra, ma ecco che all'improvviso il gruppo si ferma, chiedo cosa è successo, Aldo mi dice che non si riesce in nessun modo a attraversa il torrente, forse il maltempo dei giorni scorsi ha fatto alzare notevolmente il livello dell'acqua, e comunque non si vede nessuna traccia di presunti ponti. Breve consultazione tra gli accompagnatori, decidiamo di ritornare al vecchio ponte poco più in basso e di cercare qualche traccia per proseguire, Aldo e Lorenzo salgono a sinistra, mentre io decido con altri cinque di andare verso destra costeggiando il torrente e cercando di raggiungere il sentiero. La mia strategia si è rivelata purtroppo la più esatta, infatti senza tante difficoltà raggiungiamo il sentiero, ma il resto del gruppo ormai sta già risalendo il versante della montagna... Con le radio gli comunichiamo che stiamo salendo e che li aspettiamo sul sentiero, vediamo sbucare dai cespugli Aldo seguito da tutto il gruppo, molti sono affaticati da questo fuori programma, alcuni mi chiedono come è possibile che io sia arrivato prima di loro, visto che ero l'ultimo della fila...rispondo che è solo stata fortuna con un pizzico di esperienza. Il sentiero ora ben marcato sale tra ripide svolte nel bosco di larici, arrivati a quota 2250 m circa, entriamo nel selvaggio vallone della Gran Vaudala (il nome di questo vallone non so perché mi ricorda i Vichinghi). Passate alcune balze esposte dove bisogna prestare attenzione, alcuni comosci ci osservano dall'alto come sentinelle, in breve arriviamo agli splendidi caseggiati abbandonati dell'Alpe Gran Vaudala 2340 m, dove facciamo la doverosa pausa. Con Aldo e con gli altri accompagnatori valutiamo se è il caso di andare avanti o di fermarci, il sentiero che dobbiamo fare dalla parte opposta per raggiungere il rif. Benevolo è ricoperto in alcuni punti da residui di slavine cadute nell'inverno ed è anche molto esposto. Si decide di provare, seguiamo il sentiero 13A per il colle Rosset 3023 m (risalito più volte dalla parte opposta), poco dopo si lascia la traccia principale per scendere verso il torrente dove su un sasso è indicato la direzione per il rifugio. Anche in questo caso è problematico l'attraversamento, Danilo vede alcune assi abbandonate, usate probabilmente per fare da ponte, con un po di ingenio riusciamo a far passare tutti dall'altra parte, ma la nostra impresa si rivela inutile, alcune nuvole minacciose si avvicinano, andare avanti non ci sembra sicuro quindi ritorniamo all'alpeggio dove pranziamo. Nel frattempo Lorenzo che era andato a vedere il sentiero ritorna e ci comunica che andare avanti era assolutamente impossibile, la slavina che dovevamo attraversare era in un tratto molto esposto, con tratti ancora ghiacciati. Dopo aver mangiato e fatto quattro chiacchere riprendiamo il sentiero fatto in precedenza, arrivati in fondo allam valle decidiamo di andare a vedere le fragorose cascate della Dora di Rhemes, attraversiamo l'unico ponte dove è segnato chiaramente il sentiero 12, saliamo attraverso i prati fino a incrociare il sentiero per il rif. Benevolo, poco dopo ecco la cascata un'opera d'arte della natura, si scattano foto a raffica, si rimane a bocca aperta, alcuni si siedono davanti estasi, immancabilmente facciamo la foto di gruppo. Mentre torniamo all'auto sopra le nostre teste vola con fierezza ed eleganza sua maestà l'aquila, sembra quasi che ci voglia salutare, anche se non siamo riusciti a completare l'escursione, credo che le persone si siano divertite...
Malati di Montagna

il GRUPPO DI QUELLI CHE NON MOLLANO MAI...



...l'estate tarda ad arrivare...



Vallon de Grand Vaudalaz

1 commento:

  1. Abbiamo provato un po' di tutto in montagna, bel tempo e giornate con pioggia, neve, grandine, ma non ci siamo mai annoiati. In ogni caso l'escursione risultava piacevole e divertente. Anche domenica scorsa. Ciao a tutti. danilo

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