Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

lunedì 23 giugno 2008

Quattro passi in Paradiso

Esistono luoghi dove l'uomo può solo fare da comparsa e dove la natura nella sua grandezza è l'attore protagonista. Sembra l'introduzione di un lungometraggio, ma la giornata che abbiamo vissuto domenica 22 giugno è stata davvero unica. Partiamo da Pont (1960 m) in Valsavaranche che sono circa le 9.45, il morale è altissimo, il Gran Paradiso ci da il benvenuto regalandoci un panorama davvero unico, ma siamo solo all'inizio... La mulattiera ha inizio proprio dietro al ristorante, la salita all'inizio si presenta tranquilla in un bel bosco di larici, dopo aver costeggiato una fragorosa cascata, il sentiero con ripidi tornanti risale la parete rocciosa, mantengo un passo lento in modo tale che il gruppo non si frammenti. Aldo sembra un folletto mi passa davanti correndo, in modo tale da fare le foto migliori mentre risaliamo... Arriviamo alla Croce d'Arolley (2324 m), la vista spazia dalla cima del Gran Paradiso 4061 m, il Ciarforon 3640 m e la Becca di Monciair 3544 m, rimaniamo estasiati da tanta bellezza, dopo l'arrivo di Danilo che chiudeva il gruppo scattiamo la foto di gruppo, il risultato è stupefacente sembriamo sospesi tra cielo e terra... Il sentiero prosegue sulla sinistra entrando nel Piano del Nivolet, lungo oltre sei chilometri a una quota di 2500, l'altopiano è uno dei più interessanti di tutto l'arco alpino, ci incamminiamo costeggiando la Dora di Nivolet che ci regala scorci davvero unici, le marmotte al nostro passaggio ci osservano e sembrano quasi che vogliano salutarci, gli innumerevoli ruscelli e torrenti formano torbiere e acquitrini, costringendoci a compire salti da un sasso all'altro, mentre le rane vere campionesse del salto in lungo si atteggiano prendendoci in giro... Dopo aver lasciato sulla nostra sinistra l'alpe Gran Collet 2409 m, davanti a noi la Punta Basei 3338 m salita più volte, ma oggi coperta dalle nuvole, continuiamo su una stradina poderale ormai abbandonata, che in leggera salita raggiunge la strada asfaltata. La strada doveva unire il versante piemontese con quello valdostano ma grazie all'intervento dell'Ente Parco questo scempio non è mai stato realizzato.
In breve raggiungiamo i laghi del Nivolet ancora parzialmente ghiacciati, vicino sorge il rifugio Savoia, ricavato da una delle tante case di caccia reale, purtroppo la strada che sale da Ceresole Reale e che porta fino al parcheggio davanti al rifugio è già stata aperta, da ottobre a maggio rimane chiusa, mentre nei mesi di luglio e agosto da qualche anno è stato attuato un servizio di navetta che sale dal lago Serrù. Sono le 13.00 e la fame comincia a farsi sentire, propongo una breve ma interessante alternativa per fermarci a mangiare, il gruppo con entusiasmo accoglie l'idea, risaliamo il versante dietro al rifugio raggiungendo in breve l'alpeggio Riva 2590 m ancora in uso. Dopo il rifornimento d'acqua, risaliamo il pendio erboso in direzione nord, dopo circa mezz'ora dal rifugio arriviamo sulle sponde del vasto lago Rosset 2703 m, il lago è completamente ghiacciato, curiosamente affiora un isolotto detto "cappello di prete", sulla destra spicca il Taou Blanc 3438, una delle cime con cui condivido dei bellissimi ricordi. Tra una risata e l'altra mangiamo, ma il tempo stringe e la strada del ritorno è lunga, una bella foto con lo sfondo il Gran Paradiso e via che si ritorna al rifugio, dove abbiamo lasciato alcune persone che stanche avevano deciso di fermarsi. Saluto gli amici Patrizia, Giuseppe e il figlio Fabio, che da Ceresole Reale sono venuti per salutarci, gambe in spalle e via che si riprende la via del ritorno. Con Danilo chiudo il gruppo controllando di non aver lasciato nessuno indietro, seguiamo un sentiero tra vaste fioriture bianche della parnassia e anemoni, la Grivola con i suoi 3969 m domina tutto l'altipiano. Arriviamo a Pont che sono le 17.30, abbiamo percorso 21 km, con un dislivello di 740 m, sono passati circa più di dieci anni dalla prima volta che ho percorso il piano del Nivolet, ma ogni volta è come se fosse la prima, un luogo davvero unico.
Malati di Montagna

Gruppo del Gran Paradiso



Croce d'Arroley



Fioriture di parnassia



Piano del Nivolet

2 commenti:

  1. Ciao a tutti... Eccomi ritornato d con il mio commento dopo mesi e mesi d carestia senza internet...
    ke dire di qst uscita...nn so propio cm definirla....
    Gran bella gita, abbiamo fatto solo una sgambettata d 21 km tra i soliti Amiki di mille avventure e tanta altra bella persone con cui ho potuto condividere i miei pensieri.
    Anke qst volta ho fatto la mia figura da cioccolataio con Stefania(...spero nn se la sia presa a male dop la mia affermazione al pullman...)
    Cmq tornando a noi...mi sn divertito un casino tra la piccola boscaglia ke dava su una cascata favolosa,l'immensa distesa del pian del Nivolet ke sembrava nn finire mai.......ci sarebbero tante cs da raccontare ma in cs' poko tempo è dura assai.
    Solo una cs volevo dire a tutti qll ke visitano qst blog: fate sentire la vostra voce,è piacevole condividere pensieri,emozioni e qnt'altro...nn fatelo per me però....ma per Fabio quel bel simpaticone d ragazzo ke c porta in qst posti incantati dv il tempo sembra si sia fermato e il silenzio regna sovrano...
    Alla prossima AVVENTURA!!!!!!!!!! da Kiran...Lupetto!!!!!!!

    RispondiElimina
  2. Certo che me la sono presa!!! Sto scherzando Kiran, del resto sono ancora giovane dentro...
    Davvero una bella gita, grazie ragazzi.
    Stefania

    RispondiElimina