Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 25 maggio 2008

Quattro passi indietro nel tempo...

...questa domenica decidiamo di non andare in montagna, ma di fare un'escursione culturale, gastronomica... borghi medioevali tra i più belli d'Italia, colline verdi come se fossero uscite dalla tela di un pittore, un buon bicchiere di vino seduti a tavola, gustando prodotti famosi in tutto il mondo...tutto questo esiste e si trova in provincia di Piacenza. Partiamo da Legnano che sono circa le 8.00, prendiamo l'autostrada verso Bologna, dopo circa un'ora usciamo a Fiorenzuola. Lorenzo ci propone come prima meta, l'Abbazia di Chiaravalle della Colomba a Alseno. Idea davvero grandiosa, appena entrati nella basilica rimaniamo a bocca aperta, in occasione della festa liturgica del Corpus Domini che si svolge in giugno, si può ammirare la celebre infiorata, un magnifico tappeto di petali, che corre dall’ingresso al presbiterio della basilica raffigurando motivi eucaristici...una vera opera d'arte. Ammiriamo anche lo straordinario chiostro trecentesco, dove le centotrenta colonnine in marmo rosa di Verona, fanno da cornice. Riprendiamo le auto, dirigendoci verso Vigoleno, attraversiamo le colline dove notiamo la cura con cui sono state coltivate, dopo alcuni tornanti arriviamo al parcheggio situato poco distante dall'entrata. Appena varcate le mura sembra di tornare indietro nel tempo, e se si rimane in silenzio sembra quasi di udire i cavalli che salgono la via acciottolata, con le armature scintillanti dei cavalieri che si dirigono al castello. Non esagero dicendo che è senz'altro uno dei borghi medioevali più belli che abbia mai visto, la chiesa romanica dedicata a S. Giorgio risalente al 1100, il castello con al centro il mastio, sulle mura si può immaginare di intravedere soldati che stanno facendo la ronda...un piccolo tesoro arrivato intatto fino ai giorni nostri. Ripartiamo per andare a vedere un'altro borgo medioevale, Castel'Arquato, lasciamo l'auto in uno dei tanti posteggi fuori dalle mura. Saliamo verso il borgo, dove si respira atmosfere d'altri tempi, arriviamo alla piazza monumentale che è tra le più belle dell’Italia del nord. Le case sono basse color mattone, i vicoli stretti acciottolati e i colori dei tanti fiori fanno da cornice a questo posto ricco di storia millenaria, comincia tanto per cambiare a piovere...
Siamo orami arrivati a giugno e il caldo comincia a farsi sentire, ma soprattutto la gola è secca, corbezzoli ma siamo sui colli piacentini dove le aziende vinicole non mancano di certo. Usciamo da Castel'Arquato e ci dirigiamo verso Socciso, all'azienda vinicola Casabella dove la signora Gabriella gentilmente ci fa assaggiare dei vini davvero ottimi e che noi contraccambiamo comprando alcune bottiglie da portare a casa, chiacchierando chiediamo dove poter mangiare, la signora ci manda a poca distanza dalla sua azienda alla trattoria la Crocetta dei 4 diavoletti...direi che consiglio migliore non poteva darci...degna di nota i pisarei e fasò. In conclusione una giornata da 10, soprattutto per l'ottima compagnia di Deborah, Paola, Danilo, Silvio e Lorenzo.
Malati di Montagna

Abbazia di Chiaravalle della Colomba - l'infiorata



Vigoleno - Il borgo



Piazza Monumentale - Castel'Arquato

domenica 18 maggio 2008

la "Grande Balconata del Cervino"...

Sfidando le previsioni meteo avverse...oggi 18 maggio 2008 siamo partiti da Legnano con una leggera pioggerella, destinazione Grande Balconata in Valtournanche.
Totale partecipanti 48, rinunciatari 5 si sono lasciati spaventare da qualche goccia d'acqua (ormai i veri montanari sono in via di estinzione!?!). Ivano il simpatico autista del pullman ci ha lasciati a La Magdeleine nel parcheggio sopra al tornante dove ha inizio la strada per Chamois 1740 m circa (cartelli segnaletici). Dal tornante ci incamminiamo per circa 1 km su strada asfaltata, superato un tornante sulla sinistra inizia la sterrata per Chamois. Il percorso è quasi pianeggiante, d'inverno è un buon percorso con le ciaspole e anche un celebre itinerario di fondo. Dopo una breve salita scendiamo verso la conca di Chamois, sulla destra bella cappella della Trinità e poco prima di attraversare il ponte un cartello ci indica un vecchio mulino con ancora l'antico frantoio. Saliamo verso il capoluogo 1816 m, ammirando alcuni raccard ben ristrutturati, arrivati nella piazza ci fermiamo per qualche minuto. Chamois è stata definita una delle perle delle Alpi, è anche l'unico comune italiano non raggiungibile dalle automobili. Riprendiamo il percorso salendo la strada in pavé sul lato opposto all'arrivo della funivia, arrivati alla palina segnaletica svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il lago di Lod, la salita si fa subito sentire e il gruppo comincia a sgretolarsi, a un bivio seguiamo il bel sentiero gradinato, tralasciando a destra la strada sterrata, dopo circa 35 minuti arriviamo sulle sponde del lago di Lod 2010 m, dove aspettiamo che arrivi tutto il gruppo. Saliamo verso gli impianti dove al secondo pilone ricompaiono i segni gialli GB (Grande Balconata), c'è ancora neve e la primavera quest'anno fa veramente fatica ad arrivare, risaliamo la pista di sci, dove ogni tanto compaiono i segni gialli sbiaditi dal tempo. A quota 2170 m circa, riprendiamo il sentiero lasciando sulla destra la pista da sci, su un sasso è ben evidente l'indicazione Cheneil, tra radi alberi arriviamo al piccolo colletto di Cheneil 2227 m, dove nelle giornate limpide il panorama sul Cervino è stupendo, oggi purtroppo possiamo solo immagginarlo... Dal colle sulla sinistra si va verso l'alpe di Cheneil, mentre sulla destra si può andare al Santuario di Clavalitè, dove qualche anno fa sono salito con le ciaspole... La discesa si fa presto impegnativa, come avevo previsto il versante è ancora abbondantemente coperto di neve, Lorenzo che è partito qualche minuti prima dal colle con un gruppetto di persone mi comunica che il sentiero non si riesce più a trovare... Dopo qualche minuto mi richiama, dicendomi che è riuscito a ritrovare il sentiero qualche metro più in basso dove non c'è neve, faccio un sospiro di sollievo ero già pronto a tornare indietro, la prima regola è la sicurezza del gruppo. Il sentiero prosegue ormai senza grossi problemi arrivando in breve a Cheneil 2105 m, dove finalmente pranziamo, decido con un gruppetto di salire fino alla cappella dove tra una risatta e l'altra pranziamo. Ritornati alla palina segnaletica, seguiamo l'indicazione per Valtournanche, il tratto di sentiero fa parte dell'Alta Via n. 1 della Valle d'Aosta. Il sentiero scende rapidamente nel magnifico bosco di abeti, arriviamo all'alpe Promindo 1840 m, l'origine del nome sembrerebbe legato ai termini dialettali Pro (prato) e Mindo (pulito), senza dubbio il nome è veramente azzeccato, sembra di essere in un campo da golf, caratteristica e molto bella anche la cappella, una piccola chiesetta in miniatura. Seguiamo i triangoli dell'Alta Via, attraversato un ponte di legno arriviamo a Cretaz 1501 m, dove all'ingresso è stato ristrutturato un'antico mulino. Percorriamo le antiche vie dove il tempo sembra essersi fermato, arriviamo alla piazzetta del lavatoio, dove davanti c'è una targa che ricorda la casa nativa della famosa guida Luigi Carrel detto "Carrellino", da non confondere come ha fatto il sottoscritto con Jean-Antoine Carrel. Arriviamo al parcheggio davanti alla piscina dove Ivano con il suo pullman ci aspetta, siamo in anticipo per cui decidiamo di andare a vedere la Piazza delle Guide, davanti alla chieda parocchiale di Valtournanche e anche a bere qualcosa di fresco. Entrati nella piazza Mario mi chiama e mi fa notare che il Cervino 4478 m e stato conquistato per la prima volta dalla cresta est-nord (lato svizzero) il 14 luglio 1865 da Edward Whymper, e pochi giorni dopo dalla cresta sud-ovest (lato italiano) da Jean-Antoine Carrel, per cui Luigi Carrel che è nato nel 1901 era ancora troppo giovane...devo ammette che ho fatto un po' di confusione, quest'anno in sede CAI ho anche visto il film "LA GRANDE CONQUISTA" di Louis Trenker degli anni 30', che racconta della conquista del Cervino, e della tragedia dove perirono durante la discesa quattro compagni di cordata di Whymper...forse nella testa si devono essere sovrapposti troppi CARREL!!!, nella piazzetta è stata collocata anche la capanna Luigi Amedeo che si trovava sulla parete del Cervino.
Che dire una giornata dove il sole si è visto solo quando siamo arrivati a Cretaz, ma durante il percorso devo anche ammettere che ho visto persone sorridenti e felici di essere venute...la montagna bisogna viverla in ogni suo aspetto...
Malati di Montagna

una parte del gruppo...



Cheneil



Cretaz



Piazzetta delle Guide

domenica 11 maggio 2008

Passo delle Possette - Passo delle Balmelle 2179 m

Da Varzo si sale a sinistra verso San Domenico, dopo circa 5 km si stacca sulla sinistra il bivio per Trasquera, dopo aver superato il comune di Trasquera 1096 m, si attraversa il Ponte del Diavolo e in breve si arriva alla frazione di Bugliaga 1314 m, dove lasciamo l'auto nella piccola piazza antistante alla chiesa. Seguiamo le indicazioni, poste sulla tabella segnavia, dopo una breve rampa asfaltata, si segue l'ampia pista che costeggia varie baite ben ristrutturate, incrociamo un capriolo che in un paio di salti scompare nella vegetazione. Entrati nel bosco incontriamo un crocifisso, seguiamo il sentiero sulla destra, attraversiamo una fascia sassosa e sbuchiamo sui prati dell'alpe Casalavere 1549 m, il percorso è molto ripido e ci fa guadagnare quota velocemente. Attraversiamo l'alpe Orzalina 1696 m, dove un gregge di pecore incuriosite ci da il benvenuto, entriamo in un bosco di larici, dove Flavio incontra uno scoiattolo!!! Arriviamo all'alpe Ciampalbino 1920 m, saliamo alle baite superiori, il sentiero prosegue a sinistra con una serie di tornanti, incontriamo le prime chiazze di neve. Usciti dalla vegetazione ci accorgiamo che durante la notte ha nevicato, i pochi larici rimasti rendono il paesaggio incantato, regalandoci giochi di luce particolari. Seguiamo i vari segni bianco-rossi, alcune marmotte ci guardano incuriosite e anche forse un po assonnate dal lungo letargo. Vediamo nettamente la depressione del passo, ma i nevai ci costringono a salire con più attenzione, arriviamo al Passo delle Possete 2179 m, Danilo ci fa notare che siamo saliti in circa 1,50 ora!?! La neve è davvero ancora tanta, il Teggiolo oggi non si può proprio fare, decido di arrivare al passo delle Balmelle, metto le ghette e comincio ad andare avanti, ma subito sprofondo nella neve, non sembra di essere a metà maggio... con l'estate che quest'anno tarda ad arrivare... A fatica arriviamo al Passo delle Balmelle, saliamo ancora per qualche metro cercando di capire quanta neve c'è, si vede la conca della Vallè ancora ricoperta da molta neve, niente da fare la salita al Teggiolo non si può proprio fare, magari se avessimo le racchette... Il tempo sta cambiando velocemente, per cui decidiamo di scendere, Danilo da sfoggio delle sue doti di arrampicatore prima salendo su una grossa radice sradicata e poi su alcuni massi enormi... Ci fermiamo a mangiare all'alpe Closur accanto alla fontana, soddisfatti della salita e dell'ambiente incontrato. Durante la discesa ci accorgiamo di quanta pendenza ha il sentiero, le nuvole sopra di noi ormai hanno ricoperto le montagne, ma scendendo verso valle il sole ricompare, arriviamo a Bugliaga dove oggi c'è la festa dedicata alla Madonna della Visitazione presso l’Oratorio di S. Vincenzo. Prima di ritornare a casa ci fermiamo al Ponte del Diavolo, inaugurato il 10 settembre del 1880, il ponte ha un'altezza di 100 metri e un'arcata di 33,30 m, fu progettato dal Cav. Luigi De Antonis, per l'impalcatura sono stati usati ben 110 larici che alla fine dei lavori furono bruciati, l'ultima sosta la facciamo a Trasquera dove visitiamo la chiesa Parrocchiale S.S. Gervasio e Protasio. Oggi abbiamo visitato un luogo dove natura e storia hanno un legame profondo.
Malati di Montagna

Un quadro dipinto o una fotografia?



Dal film "Il signore degli anelli"...



Passo delle Possette

sabato 10 maggio 2008

...mi chiamavano montanaro...

Venerdì 09.05.2008 serata dedicata a un'uomo che ha fatto dell'avventura la sua vita, li chiamano sport estremi, ma basta sentire la voce di Alex Bellini al telefono satellitare, per capire quanto ami la vita. Alex ha 29 anni è nato in Valtellina, precisamente ad Aprica, per la sua giovane età ha già fatto alcune imprese al limite dell'umano, tra cui la Marathon des Sables nel 2001, una corsa di circa 250 km da corrersi a piedi in 6 tappe attraverso il Sahara marocchino, l'Alaska ultrasport nel 2002 e nel 2003, corsa che si svolge ogni anno in Alaska a febbraio e segue quasi fedelmente il percorso dell´Iditarod, la famosissima corsa con i cani da slitta, ma forse la sua più grande impresa è l'attraversamento dell'oceano Atlantico a remi, 226 giorni da Genova a Fortaleza. Alla serata era presente la moglie Francesca Urso e l'amico Roger Stewart, specializzato in tecnica GPS e membro del team. Alex in questo momento sta affrontando la traversata dell'oceano Pacifico, da Lima a Sydney, tra il video dell'oceano Atlantico e il video della traversata dell'Alaska, lo abbiamo contattato con il telefono satellitare, la sua voce era di un uomo che anche se lontano da sua moglie e dai suoi cari, dava l'impressione che quello che stava compiendo, non ero solo un'avventura al limite, ma un gran desiderio di uscire dagli schemi che la vita di tutti i giorni gli impone.
Lui ha fatto della sua vita un'immensa avventura, ma anche noi nel nostro vivere quotidiano possiamo evadere dallo stress della vita di tutti i giorni, la serenità e la voglia di evadere è proprio dietro l'angolo...il problema è che non riusciamo a percepirla....
Malati di Montagna

domenica 4 maggio 2008

Pogallo la capitale del Parco Nazionale Val Grande

A meno di 100 km da Milano, esiste un parco nazionale, la VAL GRANDE, l'area Wilderness più grande d'Italia. Molti la definiscono come l'eden perduto, santuario della natura..., ma per me rimane uno dei luoghi dove se ti fermi anche per un solo istante e chiudi gli occhi, mentre l'aria ti sfiora il viso, ti pervade su tutto il corpo un senso di libertà...quella libertà che in città non puoi più sentire...
Da Rovegro inizia la stretta anzi strettissima strada che sale a Cicogna, dopo la buia galleria scavata nella roccia, si attraversa il Ponte Casletto e dopo una serie di stretti tornanti si arriva a Cicogna 696 m. Il parcheggio è sempre un po' difficoltoso, lasciamo le auto sulla strada risistemata in questi anni che porta a Velina, ritorniamo nella piazzetta di Cicogna, dove accanto al monumento ai caduti, inizia l'ampia mulattiera. Lungo il percorso sono collocate delle bacheche e qualche leggio, che descrivono le caratteristiche dell'ambiente circostante. In breve arriviamo a Roccolo, continuiamo la salita, arrivando su terreno aperto, la mulattiera e per lunghi tratti lastricata con piode confitte verticalmente, in funzione anti-scivolo. Dopo circa 1.30 ora arriviamo all'alpe Prà 1250 m, prima di salire al rifugio dell'Alpino andiamo a vedere il famoso masso coppellato, una tavola di pietra sulla cui superficie sono incise delle coppelle, alcune delle quali unite da canaletti, si suppone che l’uomo della preistoria si metteva in contatto con le divinità, oppure la possibile raffigurazione di costellazioni celesti ed in particolare dell’Orsa Maggiore o un’antica mappa topografica che indicherebbe confini o sentieri... Arriviamo al rifugio aperto, dove ci concediamo un pausa, davanti a noi il Lago Maggiore mentre sulla destra il Monte Faie, cima Corte Lorenzo, i Corni di Nibbio e il Proman, fatta la classica foto di gruppo riprendiamo il cammino. Il sentiero prosegue sopra al rifugio ed entra nella faggeta, dopo una serie di stretti tornanti si passa attraverso un intaglio tra due piodate, in breve si arriva alpe Lecciuri 1311 m, ci fermiamo estasiati, il panorama e fantastico, si vede Pogallo in fondo alla valle, il Pedum, la Laurasca e lo Zeda... Il sentiero scende sulla destra seguendo il costolone che entra nel bosco e perde rapidamente quota lasciando a sinistra i gruppi sparsi di rustici dell’alpeggio incollati al ripido pendio. In breve si arriva alla cappelletta del Braco 1205 m, incontriamo anche un simpatico ramarro, che si lascia fotografare gentilmente, si scende nella faggeta con tornanti lenti e regolari. Il sentiero, passa accanto a muretti di sostegno oggi in parte franati e scende all’alpe Caslu 946 m, dall’alpeggio il sentiero scende al centro del vallone, guada il torrente e con una lunga traversata in falsopiano porta a Pogallo 777 m. Pranziamo accanto alla fontana del paese, dove molte delle case sono ben curate, prima di lasciare Pogallo seguiamo in parte il sentiero che porta a Pian di Boit, attraversiamo un ponte dove il torrente scorre in una forra incassata, arrivati a un bivio si tralascia a sinistra la traccia che sale a Busarasca, per proseguire in falsopiano costeggiando il rio Pianezzoli, arrivati al ponte decidiamo di fermarci, qui l’azione erosiva delle acque ha inciso profondamente il letto roccioso levigandone le pareti. Ritorniamo a Pogallo, la mulattiera per far ritorno a Cicogna passa accanto a una lapide che ricorda 17 giovani partigiani, alcuni rimasti ignoti, uccisi il 18 giugno 1944. Tutte le volte che rifaccio questo percorso rimango sempre stupefatto di quanta bellezza la natura ci può regalare, la Val Pogallo è un forziere colmo di tesori, che una volta aperto non si riesce più a chiudere...Arriviamo a Cicogna estasiati dalla giornata, ci fermiamo a visitare la Casa del Parco, dove si possono prendere gratuitamente alcune pubblicazioni, o acquistare magliette, cartine, libri...
Malati di Montagna

...il gruppetto



l'amico ramarro



il rio Pogallo

giovedì 1 maggio 2008

Hänsel e Gretel abitano a Crampiolo

1 maggio festa dei lavoratori...con Deborah, Paola, Danilo, Piergiorgio, Silvio, Flavio e Sabino, si decide di andare a festeggiare nel modo migliore che conosciamo, una bella mangiata all'agriturismo Alpe Crampiolo, gestito da Adolfo Olzeri e la moglie Fiorella mitica cuoca...provare per credere!!! Arriviamo al Devero che sono circa le 10.00, notiamo che le macchine nel parcheggio sono davvero poche, anzi diciamo la verità non c'è quasi nessuno. Appena superato il ponte seguiamo le indicazioni sulla destra per l'alpe Crampiolo (45 minuti), passiamo accanto all'ufficio turistico e iniziamo la salita. Durante la notte ha nevicato, circa 10-15 centimetri di neve fresca, l'ambiente che ci circonda e fiabesco, i larici sono tutti spolverati di bianco, c'è un silenzio quasi irreale, il cielo azzurro e i sole caldo rendono la giornata davvero unica... Mettiamo subito le ciaspole, dopo un tratto quasi in piano risaliamo il sentiero fino all'alpe Corte di Ardui, vicino alle baite ci accoglie una strana figura scolpita sulla fontana... deve essere il volto del signore dell'alpe...riprendiamo il cammino, incontriamo il signor Rossi guida naturalistica del posto, anche lui diretto a Crampiolo. Arrivati ad una cappella si prosegue a destra rimanendo in quota arrivando in breve all'alpe Crampiolo (1767 m) proprio dietro all'agriturismo, salutiamo la signora Fiorella, guardiamo l'orologio sono circa le 11.00, per cui manca ancora molto prima di mangiare, per cui decidiamo di andare a farci un giretto attorno. Dopo la chiesetta attraversiamo il ponte e andiamo a risalire sulla sinistra i pendii ricoperti di neve fresca, notiamo che oltre a noi non c'è proprio nessuno, vediamo sopra di noi una croce e decidiamo che quella e la nostra cima di oggi. Dopo la foto di gruppo, via di corsa verso l'agriturismo dove ci aspettano tanti manicaretti. Mettiamo le gambe sotto il tavolo e via che si parte con cippolline in agrodolce e melanzane sott'olio, tagliere con vari salumi prodotti dal signor Adolfo, buonissima la coppa di testa. Poi pizzoccheri da leccarsi i baffi, polenta concia e normale, misto di carni, con il cotechino tanto sospirato da Silvio. Per finire i dolci, partendo dalla crostata di marmellata di mirtilli, torta alta con yogurt e banane, strudel caldo e budino al Crème caramel, in conclusione amaro alla genziana, genepy e caffè, da bere un'ottimo vino Nebbiolo "Tarlap". Ringraziamo i simpatici gestori dell'agriturismo, ma prima di tornare al nostro tran tran quotidiano decidiamo di andare a fare una passeggiatina fino alla diga del lago di Devero, Deborah, Paola e Sabino invece decidono di rimanere a prendere il sole. Arriviamo alla diga e notiamo subito che lentamente il lago si sta scongelando, il panorama verso il Cistella e il Pizzo Diei è superbo. Ricompattato il gruppo si fa ritorno verso alpe Devero, passando per la strada battuta dal gatto delle nevi, giornata veramente fantastica....
Malati di Montagna

Crocus



Il signore dell'alpe



Foto di gruppo



Lago di Devero o Codelago