Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 25 novembre 2018

Prima neve al Passo di Baciamorti

Itinerario che si svolge nella boscosa e affascinante Valle di Cassiglio, seguendo fino al Passo di Baciamorti il Sentiero delle Orobie Centro Occidentali (101). Per il ritorno si percorre il sentiero di raccordo fino alla bivacco Baita Foièr (aperto), riservato a escursionisti esperti, a causa della scarsa manutenzione e segnaletica. La discesa verso Cassiglio si svolge in una bella faggetta, dove si può ammirare un grosso e maestoso faggio, catalogato tra gli alberi monumentali della bergamasca. Incrociata nuovamente la strada sterrata/cementata, si inizia a seguirla fino a ritornare al punto di partenza. Giunti in prossimità delle prime baite, si può seguire un vecchio sentiero non indicato, che scende parallelamente alla strada. Esistono ancora luoghi in cui si può camminare per quasi sei ore senza incontrare anima via, tranne loro i selvatici...!!!

Si percorre l'autostrada A4 (Milano/Venezia) fino all'uscita di Dalmine, per poi proseguire sulla SS470 fino al bivio di Lenna. Si svolta a sinistra e seguendo la provinciale che sale al Passo S. Marco si arriva a Olmo al Brembo. Seguendo le indicazioni per Valtorta, Cassiglio e Ornica si prosegue a sinistra per circa 3 km fino a Cassiglio. All'inizio del paese si scende a sinistra seguendo Via al Lago. La stretta strada, dopo aver superato una piccola galleria scavata nella roccia, conduce al piccolo bacino del lago di Cassiglio. Superato il lago in pochi minuti si raggiunge un pannello sulla sinistra, sul quale viene indicato l'inizio del sentiero n. 101 delle Orobie Occidentali, la macchina la si può lasciare nello spiazzo davanti (660 m). Nella stagione estiva la strada che va dal paese al laghetto è a pagamento. Si inizia a risalire l'ampia mulattiera gradinata oltrepassando alcune case, per poi proseguire più ripidamente nel bosco fiancheggiando il Canale del Grasso. Continuando a salire la mulattiera ben presto cede il passo a un bel sentiero, che proseguendo in falsopiano incrocia dopo alcuni minuti la pista agro-silvo-pastorale proveniente dalla località Linguastro e che si utilizzerà al ritorno. Si inizia a risalire la strada sterrata fino al suo termine in località Ragnì, dove tralasciato il sentiero a sinistra che sale alla Baita Foièr, si continua diritti seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per il sentiero 101. Alternando tratti ripidi a tratti più pianeggianti, si raggiunge il roccioso Canal del Chignòl (Canale del cuneo) che si attraversa, per poi continuare a salire verso la parte alta della Valle di Cassiglio. Arrivati all’altezza di due aie carbonili, si tralascia il sentiero a sinistra per Foièr, indicato da un cartello e si continua a salire fino a giungere  sotto i costoloni nord-occidentali del M. Venturosa. Attraversati due suggestivi canaloni, il sentiero prosegue nel bosco fino a uscire sull'erboso Passo Baciamorti (1541 m). Splendido il panorama sugli ameni pascoli della Val Taleggio. Ridiscesi al bivio per Foièr, si inizia a seguire il sentiero non segnalato sulla destra che scende leggermente, fino a raggiungere nuovamente il Canal del Chignòl. Sul lato opposto si riprende a salire e facendo molta attenzione a non perdere il sentiero, si arriva al secondo canale. Si scende per pochi metri lungo lo stretto canale roccioso, per poi riprendere il sentiero sulla destra. Giunti al terzo canale, si tralascia il sentiero che scende a sinistra verso Cassiglio e si prosegue arrivando in breve a una fresca e rara sorgente. Tralasciato momentaneamente il sentiero che scende, con un'ultimo sforzo si sale verso il dosso su cui sorge la Baita Foièr, dove si consiglia una sosta (1235 m). Tornati al bivio si inizia a scendere lungo il suggestivo bosco. Dopo pochi passi non può assolutamente mancare una sosta per ammirare un grosso e maestoso faggio, catalogato tra gli alberi monumentali della bergamasca. Si perde velocemente quota con una lunga serie di tornanti, fino a ritornare nuovamente in località Ragnì. Si inizia a seguire la pista agro-silvo-pastorale, tagliando dove è possibile i lunghi tornanti. Raggiunte le prime abitazioni, volendo si può seguire un vecchio sentiero sulla destra non segnalato, che scende parallelamente alla strada posta più in basso. O più semplicemente proseguire lungo la strada oltrepassando le case del Linguastro e in pochi minuti arrivando al punto di partenza.
Malati di Montagna: Renzo, Danilo, Lorenzo, Pg e il selvadego










spettacolare campanile sotto i costoloni nord-occidentali del M. Venturosa




Passo Baciamorti 1541 m
Gli studi hanno dimostrato come il nome del
valico non si leghi ad alcuna tradizione popolare di “ultimo bacio” dei morti che
dall’una o dall’altra valle venivano riportati ai luoghi d’origine ma alla graduale
mutazione dell’antico toponimo “Maxione Mora”, già citato nel 1294, poi divenuto
Masamoro e Vasamor, che già all’inizio del Mille indicava una stazione d’alpeggio,
con relativa casera, all’interno di quella che oggi è l’Alpe Basamorti.



Val Taleggio


Bivacco Baita Foièr 1.235 m, sempre aperto
(per l'utilizzo occorre richiedere il permesso al numero 339 1686428)




Sorgente nei pressi della Baita Foièr, una rarità da queste parti...!!!


si ritorna a valle...


Il faggio secolare della Val Cassiglio, inserito nell’albo degli alberi monumentali.
Circonferenza del fusto di 490 cm, misurata nel 2001.


Flammulina velutipes (o Collybia velutipes)



martedì 20 novembre 2018

Il ragazzo selvatico

Trent’anni, un inverno difficile e la sensazione di non andare da nessuna parte: “Mi sentivo senza forze, sperduto e sfiduciato. Soprattutto non scrivevo, che per me è come non dormire o non mangiare”. Nasce da qui la decisione di lasciare Milano per trasferirsi in una baita di montagna a duemila metri, nella speranza di fare i conti con il passato e ricominciare a scrivere. Da una delle migliori voci della narrativa italiana, la storia di una lotta a mani nude contro il dolore per ritrovare se stessi.


Paolo Cognetti - vincitore del Premio Strega 2017 con il romanzo Le otto montagne - ci regala una versione rivista e ampliata de Il ragazzo selvatico, impreziosita dalle illustrazioni di Alessandro Sanna.

Paolo Cognetti (1978) è nato a Milano. Ama la montagna, la letteratura americana e New York. Nel 2017 con il romanzo Le otto montagne (Einaudi) ha vinto il Premio Strega e il Premio Strega Giovani. Con minimum fax ha pubblicato, tra l’altro, le raccolte di racconti Manuale per ragazze di successo (2004), Una cosa piccola che sta per esplodere (2007) e il romanzo Sofia si veste sempre di nero (2012), selezionato al Premio Strega 2013. Il suo blog è paolocognetti.blogspot.it. Il ragazzo selvatico è già stato pubblicato in francese, tedesco e spagnolo, ed è in corso di traduzione in diversi Paesi. 
Alessandro Sanna (1975) è nato in provincia di Verona. Ha pubblicato, tra l’altro, Fiume lento (Rizzoli), vincitore del Super Premio Andersen, e Miramuri (con Massimiliano Tappari, Terre di mezzo Editore). Insegna Illustrazione per l’editoria all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

domenica 18 novembre 2018

Dal Monte di Piaghedo al Dosso Bello...in mezzo alle nuvole....

...salgo passo dopo passo in mezzo alle nuvole, un silenzio e una sensazione di pace mi circonda, quassù in mezzo ai selvatici mi sento bene...qui il tempo sembra essersi fermato, non c'è nessuna indicazione su dove sto andando, non che me ne importi, oggi va bene cosi....io e lei la montagna, tutto il resto non conta...il selvadego

Escursione che si sviluppa su una delle lunghe dorsali che dai monti dell'Alto Lario scendono verso il Lago di Como. Fare attenzione ai sentieri che sono privi di ogni tipo di segnavia e segnaletica, sopratutto dal Monte di Piaghedo al Dosso Bello. 

Da Como si segue la statale 340 “Regina” fino a Gravedona, per poi svoltare a sinistra in direzione di Livo, Peglio e Dosso del Liro. Arrivati alla chiesa di Dosso del Liro, si sale a monte del paese in direzione di Caiasco. Dopo un primo tratto asfaltato, si continua su fondo cementato fino alla cappella di Rossino, dalla quale abbandonata la strada che prosegue per Caiasco, si svolta a destra seguendo la stradina cementata fino al suo termine, per poi proseguire ancora per un breve tratto sterrato fino a uno piccolo spiazzo adibito a parcheggio a valle delle baite di Prennaro. Volendo evitare il tratto sterrato, si può lasciare la macchina al termine del tratto cementato, in un piccolo spiazzo sulla destra a circa 980 m. Alla fine della strada sterrata si sale verso sinistra, raggiungendo le baite di Prennaro, tra le quali si trova anche l'agriturismo "La Vecchia Cascina" (1012 m). Si continua a risalire la bella dorsale seguendo un marcato sentiero, arrivando in breve a una santella sulla quale e raffigurato un bel crocifisso in legno, che preannuncia l'arrivo al villaggio di Sortaiolo, circondato da imponenti faggi (1119 m). Lasciate le baite alle proprie spalle, dopo un primo tratto in decisa salita, si prosegue a mezza costa fino a raggiungere una sella, oltre la quale si arriva al bellissimo nucleo di Piaghedo, con le baite tutte rigorosamente in pietra e al centro una fresca fontana dove potersi rinfrescare e dissetarsi (1344 m). Il sentiero prosegue passando accanto ad alcune baite isolate, per poi raggiungere in pochi minuti il grande omino del Monte Piaghedo (1454 m), oltre il quale in breve si arriva a un bivio. Se le condizioni meteo lo permettono si può risalire la cresta raggiungendo la Cimetta dell'Acqua, o in alternativa seguire il più marcato sentiero a sinistra. Entrambi i sentieri conducono all'omino in pietra della bocchetta Melbino (la traccia gps caricata segue il sentiero a sinistra). Dalla bocchetta inizia la parte più ripida che sale fino a Dosso Bello a 1980 m. Fare attenzione al sentiero che non sempre è evidente, in ogni caso bisogna mantenersi sempre al centro dell'ampia dorsale. Per il rientro si segue il medesimo percorso fatto in salita.
Malati di Montagna: Lorenzo, Pg, Danilo e il selvadego

Ajò non hai mai visto una pecora



segni di devozione...


Monte di Piaghedo


da dove arriviamo e...



...dove andiamo...con il Legnone in bella mostra...



l'abilità di costruire...con vista lago...


le nebbie di diradano


un passato non troppo lontano...




Piaghedo 1339 m




domenica 11 novembre 2018

Sul Cammino Balteo o Bassa Via della Valle d'Aosta al Col Vert

...questo posto è misterioso, con una storia di grande povertà...
...cosi viveva la gente: di castagne, di funghi e di segale che coltivava...
...erano tutti pastori, gente che con un filo d'erba in bocca stava in cima a una montagna a guardare il gregge...
...a pensare a Dio, alla vita, alla natura...
iscrizione su una baita ad Avieil - Anviei

L'escursione si svolge su belle mulattiere in pietra ancora ben conservate, risalendo il versante montuoso alle spalle dell'abitato di Arnad. Durante il percorso si attraversano alcuni caratteristici villaggi, angoli poco frequentati dove ancora le tradizioni sono presenti e dove gli abitanti mantengono e conservano il territorio con grande cura e dedizione. Al ritorno non può assolutamente mancare una visita al Borgo Medievale di Ville, un viaggio a ritroso nel tempo.
Il Cammino Balteo o Bassa Via n. 3, è un itinerario che si svolge lungo antichi sentieri, nella parte centrale della regione Valle d'Aosta. Si risalgono le valli laterali sempre a quote relativamente basse, permettendo di poter effettuare l'itinerario per quasi tutto l'anno.

Dall'autostrada A5 si esce al casello di Pont-Saint-Martin, per poi proseguire seguendo la statale in direzione di Aosta. Oltrepassato l'abitato di Donnas e Bard in breve si arriva ad Arnad. Raggiunta la chiesa, si prosegue fino al parcheggio davanti al municipio, dove si lascia la macchina (360 m).
Si segue la strada asfaltata passando accanto a una croce in legno e dopo aver attraversato il ponte sul torrente si svolta a destra salendo in mezzo alle abitazioni. Al termine della strada si svolta a destra e dopo aver costeggiato per un breve tratto il torrente si imbocca la mulattiera sulla sinistra.
Nel primo tratto si sale ripidamente tra i vigneti, per poi continuare a guadagnare quota in maniera costante con una lunga serie di tornanti nel bosco. Oltrepassate le baite di Berriaz e Champcompté, si continua a seguire l'ampia mulattiera fino a raggiungere Crest, oltre il quale in pochi minuti si arriva al villaggio di Avieil-Anviei (935 m). Continuando a salire tra i secolari castagni e le baite ben ristrutturare, si arriva alla palina segnavia al termine della strada sterrata d'accesso al villaggio, da cui poi si farà ritorno. Si inizia a seguire le indicazioni per il Col Vert seguendo il sentiero n. 2 e la Bassa Via della Valle d'Aosta contrassegnata da un triangolo capovolto, con al centro il numero 3. Si riprende a salire ripidamente nel bosco, incrociando dopo pochi minuti una strada asfalta, che si attraversa per poi continuare a seguire le indicazioni sulla palina segnavia. Giunti poco dopo a un bivio, si svolta a sinistra, iniziando a percorrere un lungo traverso. Guadato un torrentello, con una bella cascatella, si raggiungono in breve le baite di Barmalonga, oltre le quali si riprende a salire in maniera decisa nel bosco. Giunti a un primo bivio si continua a salire verso destra e al successivo bivio si segue il sentiero a sinistra fino alle baite di Fornelle (1293 m). Dalla palina segnavia dopo pochi metri si raggiunge la fontana, dalla quale si sale a monte delle case raggiungendo la stradina agricola che si inizia a seguire. Con alcuni ampi tornanti si guadagna quota sino alla depressione del Col de Vert, dove termina anche la strada agricola (1430 m). Per chi ha voglia ancora di camminare, si consiglia di continuare a salire verso destra seguendo la stradina asfalta, arrivando in pochi minuti nel bucolico pianoro di Praz - Ussel, con alcune baite perfettamente ristrutturate (1459 m). Ritornati alla palina segnavia all'inizio del villaggio di Avieil-Anviei, si inizia a seguire la strada sterrata in direzione di Arnad. Dopo pochi minuti si incrocia la strada asfalta, che si inizia a seguire verso valle per un breve tratto fino alla palina segnavia. Seguendo il segnavia n. 3 si inizia a scendere verso destra, percorrendo una vecchia mulattiera. Il percorso sempre ben segnalato, si sviluppa quasi sempre all'interno del bosco, alternando tratti ripidi su roccia, ma comunque sempre ben scalinati. Tralasciato a sinistra il sentiero 3B per il Chateau Vallaise, in breve si arriva a Ville. Prima di proseguire, si consiglia di visitare il borgo seguendo il percorso indicato dai cartelli gialli. Per ritornare al punto di partenza, si segue la stradina acciottolata che dal ponte in pietra scende verso destra passando tra le abitazioni. Per poi proseguire su strada asfalta seguendo le indicazioni sulla palina segnavia per il torchio vinario (6), in pochi minuti si ritorna al parcheggio davanti al municipio.
Malati di Montagna: Renzo, Pg, Danilo e il selvadego

Arnad in una tipica giornata autunnale...








Avieil



anche nella nebbia il bosco può stupire...


Mazza di tamburo



Praz - Ussel


sulla via del ritorno...




Il Borgo Medievale di Ville