Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

giovedì 25 ottobre 2018

Alla semisconosciuta Cima di Rondo

L’autunno in montagna è una stagione piena di colori caldi, gli alberi virano verso i toni caldi dal giallo al rosso e l’aria si riempie di profumi unici...l'anticamera dell'inverno che sta per arrivare...

La Cima di Rondo si eleva tra la Valbella e il Vallone dell'Enderwasser. Il sentiero è sempre ben indicato e attraversa alpeggi ancora ben conservati, solo nella parte finale dalla bocchetta di Cevia alla cima la traccia è approssimativa. Il panorama straordinario verso la catena del Monte Rosa e i quattromila del Vallese. ripaga ampiamente della fatica fatta.

Giunti a Varallo, si segue la SP9 fino a raggiungere il bivio Fobello/Rimella. Si svolta a destra e seguendo la tortuosa strada che si insinua nella stretta gola si raggiunge prima la frazione Grondo e subito dopo la piazza di Rimella, sede del Museo Giovanni Battista Filippa. La stretta strada prosegue verso le frazione più alte e oltrepassate Sella e Villa superiore, si continua fino alla fine della strada, dove si può lasciare l’auto nel parcheggio (1340 m). Se non ci fosse posto, circa 500 metri prima sulla destra si può accedere a un’ulteriore parcheggio. Si imbocca la bella mulattiera che scende dolcemente e dopo aver attraversato un ponticello e oltrepassata una cappella si arriva a San Gottardo (1329 m). Si attraversa il borgo e dopo aver tralasciato a destra il sentiero 578 per la bocchetta delle Secchie, si prosegue a monte della graziosa chiesetta fino a raggiungere il rifugio dei Walser. Tralasciato a sinistra il sentiero 550 che sale alla bocchetta di Campello, si scende leggermente seguendo il sentiero 552 per la bocchetta di Cevia. Attraversato un torrentello su un ponticello in ferro, si riprende a salire arrivando in breve alle baite di San Giorgio (1410 m). Lasciata a sinistra la chiesetta, si continua a seguire il sentiero contrassegnato dai segnavia bianco/rossi, che perdendo leggermente quota raggiunge il torrente Pianello. Guadato il torrente si riprende a salire con diversi tornanti, fino a raggiungere le sovrastanti baite dell'alpe Rondecca (1565 m). Splendido il panorama sul gruppo del Rosa, che ci accompagnerà fino al raggiungimento della cima. In alto sulla destra si possono vedere le baite dell'alpe Cevia, tappa intermedia prima di raggiungere l'omonima bocchetta. Si inizia a scendere diagonalmente nel sottostante vallone, guadando dapprima il torrente Enderwasser e subito dopo sulla destra il torrente Cevia. Il sentiero riprende a salire ripidamente tra arbusti e rododendri, terminando sul poggio panoramico dove sorgono le baite ancora in buono stato dell'alpe Cevia (1659 m). Raggiunta la baita più a monte, il sentiero piega verso sinistra e aggirato uno sperone roccioso, prosegue verso la già visibile bocchetta. Dopo aver oltrepassato una selletta, da cui si ha uno splendido colpo d'occhio sul Rosa e sui quattromila del Vallese, il sentiero continua a mezza costa arrivando sotto alla bocchetta di Cevia o di Rondo, che si raggiunge con alcune svolte (1879 m). Dalla bocchetta ci si dirige verso destra, risalendo un pendio caratterizzato da rocce rossastre, per poi proseguire più dolcemente seguendo la dorsale, fino a raggiungere la Cima di Rondo (1976 m). Splendido il panorama a 360° sulle cime circostanti, sulla Val Sabbia e sulla Val Mastallone. Il rientro avviene per il medesimo percorso fatto in salita.
Malati di Montagna: Pg, Aldo e il selvadego


Cima di Rondo 1976 m
Aldo, il selvadego e Pg


vista straordinaria....





dalla Bocchetta di Cevia o di Rondo 1879 m...


...anticima e Cima di Rondo


giochi di luce...



alpe Cevia 1659 m


alpe Rondecca 1565 m


tavolozza di colori



San Gottardo e il Rosa


il borgo Walser di San Gottardo di Rimella
Luogo del cuore del FAI nel 2006





il sole risveglia lentamente il borgo...



domenica 21 ottobre 2018

Esplosione di colori al Camoscellahorn o semplicemente Pizzo Pioltone

Il Pioltone, per gli svizzeri Camoscellahorn, è una bella montagna dai fianchi dirupati, tranne sul versante a sud del Monscera, dove si mostra agli occhi di chi si avvicina come un grande piano inclinato, dal quale sale la via più logica per raggiungere la cima. Il giro ad anello si svolge nel primo tratto su strada consortile, per poi proseguire su bellissimi sentieri sempre ben segnalati da paline segnavia e segni di vernice bianco/rossi. Unico tratto di sentiero in cui prestare attenzione è la salita/discesa dal Passo di Monscera alla cima del Pioltone, oltre a essere particolarmente ripido, si svolge per gran parte su sfasciume. A parte il panorama eccezionale che si può godere dalla cima, dal trittico del Sempione, al Monte Leone e al Cistella, si toccano due laghetti di rara bellezza, il Lago di Agro e il Lago Ragozza. Per chi non ha intenzione di salire fino in cima, può fare tranquillamente fermarsi a riposare al rifugio Gattascosa.

Si percorre l'autostrada A26 in direzione di Gravellona Toce, per poi continuare seguendo la Statale del Sempione fino all’uscita per Domodossola. Alla rotonda si svolta a destra, iniziando a seguire le indicazioni per la Valle Bognanco. Si risale la valle seguendo la SP68 arrivando a Bognanco Terme, per poi proseguire con diversi tornanti fino a raggiungere la chiesetta di San Bernardo. Continuando su strada sterrata si scende leggermente fino al bivio, dal quale svoltando a sinistra in breve si arriva nell'ampio parcheggio davanti al rifugio San Bernardo (1630 m). Si ripercorre la strada sterrata da cui si è arrivati fino al bivio, per poi continuare in leggera discesa sulla strada parzialmente asfalta seguendo il segnavia D8. Attraversato su un ponte il torrente Rasiga, si inizia a salire sempre seguendo la strada, fino a raggiungere dopo alcuni tornanti il Rifugio il Dosso all'alpe Arza (1754 m). Proseguendo sulla gippabile si tralascia poco dopo sulla destra l'indicazione per l'alpe Paione e in breve si arriva alla palina segnavia che indica sulla destra il sentiero per il lago di Agro. Si attraversa dapprima un bel bosco di larici, per poi risalire il pendio fino a raggiungere il dosso, oltre il quale si trova lo splendido specchio d’acqua del lago di Agro (2022 m), adagiato nella conca sormontata dalla bocchetta di Camona, fra il Pizzo Pioltone e il Pizzo Gezza. Dalla palina segnavia si inizia a scendere seguendo le indicazioni per il Passo di Monscera, raggiungendo poco dopo il sottostante lago di Agro inferiore. Con percorso piacevole, si continua a perdere quota fino a incrociare la gippabile nei pressi dell'alpe Monscera (1971 m). La si segue in salita per pochi metri, per poi abbandonarla nei pressi di una palina segnavia, da qui si inizia a seguire sulla destra un ampio sentiero, che in leggera salita conduce in pochi minuti al lago di Monscera (2072 m) e poco dopo all'omonimo passo (2103 m). Bellissimo il colpo d'occhio sul “trittico del Sempione”, Fletschorn (3993 m), Lagginhorn (4010 m) e la Weissmies (4023 m). Dal passo si svolta decisamente a destra seguendo la traccia di sentiero che si alza ripidamente risalendo un primo dosso. Arrivati a poca distanza da una croce, in ricordo di una tragedia avvenuta nel 1965, si tralascia la traccia a destra da cui poi si farà ritorno e si inizia a risalire il ripido pendio. Con una lunga serie di stretti tornanti su sfasciume, si guadagna quota velocemente, nell’ultimo tratto alcuni omini aiutano a trovare la via più facile per raggiungere il grande omino di vetta del Pizzo Pioltone, che custodisce il libro di vetta (2611 m). Tornanti al passo di Monscera si costeggia l’omonimo lago sulla destra, per poi proseguire sul sentiero fino a incrociare nuovamente la gippabile che in pochi minuti conduce all'alpe Gattascosa con l'omonimo rifugio (1993 m). Dal rifugio si inizia a seguire il sentiero SFT-D0 (Simplon Fletschhorn Trekking) che risale un modesto dosso, per poi iniziare a scendere fino a raggiungere l'ampio pianoro del lago di Ragozza (1958 m). Si costeggia il lago sulla sinistra, riprendendo poi a scendere in maniera decisa raggiungendo la torbiera di Gattascosa. Dopo aver attraverso la piana acquitrinosa passando sopra a una lunga passerella in legno, il sentiero continua a scendere nel lariceto attraversando alcuni torrentelli su dei ponti in legno. Il sentiero termina su una strada sterrata, che si inizia a seguirla ritornando nuovamente al parcheggio di San Bernardo.
Malati di Montagna: Renzo, Pg, Lorenzo, Danilo e il selvadego

magie d'autunno





Lago di Agro



lago di Agro inferiore


verso il Passo Monscera


Passo di Monscera 2103 m


si inizia a salire verso il Pioltone...


Pizzo Pioltone o Camoscellahorn 2612 m
dietro il M. Leone



colpo d'occhio sull'alta Valle di Bognanco


terre alte...


larici in autunno...


anche loro protagonisti dell'autunno...




Lago di Ragozza 1958 m


torbiera di Gattascosa


rifugio il Dosso


dettagli e traccia gpx 

venerdì 19 ottobre 2018

Due escursioni di fine estate: Bernina e Livigno


8-9 settembre 2018: weekend in Engadina-Alta Valtellina ...

Ospizio Bernina-Lago Bianco-Sassal Mason
Livigno-Alpe Vago-Cascata di Val Nera

Un giro da queste parti lo facciamo ogni anno:
non potevamo permetterci di saltarne uno!

... con Chiara e Roby

Lasciata l’auto al parcheggio (2305 m) di fronte all’Ospizio Bernina (è a pagamento: se la macchinetta automatica non funziona rivolgersi al bar dell’ospizio, meglio se provvisti di franchi svizzeri), imbocchiamo una delle tracce di sentiero che volgono in direzione sud verso il lago e la stazione della Ferrovia Retica.
Il panorama è già mozzafiato sul Lago Bianco e il Ghiacciaio del Cambrena!









Dopo un tratto pressoché pianeggiante la traccia si abbassa ad attraversare la ferrovia presso un passaggio a livello.


Epilobium angustifolium L.
Una comoda stradina sterrata segue la sponda orientale del lago (2234 m) e conduce alla diga di sbarramento sud: noi seguiamo il sentiero a valle della diga per lasciare l’attraversamento della massicciata in pietra per il ritorno.



Gentiana germanica Willd.
Juniperus communis L.
Campanula barbata L.
Seguendo le precise indicazioni della segnaletica svizzera saliamo in maniera regolare e mai faticosa la “Costa dal Mort” fino alla quota di 2355 m del Rifugio Sassal Mason.





Il balcone panoramico è da favola: in basso l’Alpe Palù e l’omonimo laghetto, la stazione della dell’Alp Grum, e sullo sfondo, oltre la Val Poschiavo, la vista arriva a riconoscere le lontane Orobie!



Girato l’angolo del Rifugio ecco la cima del Pizzo Palù (3900 m) e il ghiacciaio.




Poco più avanti a lato del cortiletto non passano inosservati i due tipici trulli in pietra utilizzati come cantina per vini e provviste del rifugio.



Vaccinium myrtillus L.


Vaccinium myrtillus L. (a sinistra)
vs.
Vaccinium uliginosum L. (a destra)



Sulla via del ritorno ...

Panaeolus semiovatus (Sowerby) S. Lundell & Nannf.
Potentilla crantzii (Crantz) Beck ex Fritsch



Hygrocybe conica (Schaeff.) P. Kumm.
Gentiana germanica Willd.
Carlina acaulis L.
Epilobium angustifolium L.

Lagh da la Cruseta (2304 m) e l'Ospizio Bernina.

Dal Passo del Bernina, attraverso la Forcola, giungiamo a Livigno (1816 m) a metà pomeriggio in tempo per shopping e relax prima di una cena tipica al
"Bait dal Ghet"!!

Pizzoccheri ...
... e torta di grano saraceno "Vecchia Valtellina"!
Quattro passi per "Livigno by night" e poi ...... a nanna!!


Sveglia presto la mattina della domenica: ricca colazione e poi ... via!


Livigno, 1816 m



Percorriamo la strada che porta alla Forcola e lasciamo l’auto al parcheggio P8 (1975 m). 




Imbocchiamo il sentiero n. 114 e raggiungiamo in breve la Malga del Vago
(1999 m; qui è possibile assaggiare e acquistare prodotti caseari).





Superato il ponticello poco più a monte, il sentiero inizia a salire in modo deciso per un breve tratto per poi divenire quasi pianeggiante: il bosco di larici e cirmoli è impreziosito da alcuni esemplari monumentali degni di nota!





Sullo sfondo: Monte Ganda 2791 m


Suillus grevillei (Klotzsch) Singer
Coprinopsis macrocephala (Berk.) Redhead, Vilgalys & Moncalvo



Al termine di un lungo tratto con pendenza molto dolce il fragore della Cascata di Val Nera (2135 m) si fa sempre più riconoscibile e infine … eccola, che spettacolo!






Sul sentiero a gradoni scendiamo a livello del torrente che scende dalla Val Nera, e, dopo le foto di rito, attraversiamo utilizzando un divertente “ponticello tibetano”!




Risaliamo il ripido sentiero tra i larici a ridosso della cascata (le cui acque provengono dal bacino della Val di Campo) e seguiamo quindi il sentiero che ritorna all’Alpe Vago questa volta percorrendo in costa il versante orografico sinistro della Valle Vago, molto panoramico sul sottostante orrido.