Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 9 aprile 2017

Nel silenzio della Riserva Naturale Integrale della Valsolda


La storia dell’area protetta risale ai primi del ‘900, con l’istituzione della Foresta Demaniale dello Stato attraverso acquisizioni di terreni privati e il successivo passaggio, negli anni ’70, a Regione Lombardia. Nel 2004, in virtù della Direttiva Uccelli, la Foresta viene dichiarata Zona di Protezione Speciale con il codice identificativo IT2020303, divenendo parte integrante di Rete Natura 2000, l’importante rete europea per la protezione degli habitat e la salvaguardia della biodiversità. Nel 2007, nel medesimo territorio della ZPS e della Foresta Regionale, viene poi istituita la Riserva Naturale Valsolda. Attualmente, quindi, l’intera area protetta garantisce una triplice tutela ambientale, essendo Riserva Naturale, ZPS e Foresta Regionale


Dall'autostrada A9 (Milano/Chiasso) si esce a Como nord (ultima uscita prima del confine), per poi costeggiare il lago di Como fino a Menaggio. Si prosegue seguendo le indicazioni per Porlezza e dopo aver superato lo splendido centro rivierasco, si costeggia il Ceresio attraversando i vari paesini, fino a raggiungere la deviazione a destra per Dasio. Raggiunto il paese si parcheggia l'auto sotto alla chiesa parrocchiale di San Bernardino (590 m).
Dal parcheggio si sale percorrendo le strette viuzze di Dasio fino a un bivio. Tralasciato il sentiero 5 per l'Alpe Mapel, si svolta a destra seguendo il sentiero 3 sbarrato per Ranco/Alpe Serte/Sentiero delle 4 Valli. Si scende verso il torrente Soldo che si attraversa su un bel ponte in legno, per poi piegare subito a sinistra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia. Si risale il costolone gradinato e dopo aver oltrepassata una baita si arriva nei pressi di una vecchia teleferica. Attraversati i pascoli verso est, in poco tempo si arriva a Ranco (770 m), dove si incrocia la sterrata proveniente da Drano (si può salire direttamente da questa frazione, ma il dislivello è ancora maggiore). Si prosegue seguendo la sterrata per l'alpe Serte e dopo aver tralasciato a destra il sentiero 24 per l'alpe di Cima, in breve si raggiungono alcuni pannelli che danno il benvenuto nella Riserva Naturale Integrale Valsolda. Oltrepassata la deviazione a sinistra per "il percorso nella roccia", si continua a seguire la sterrata, arrivando in pochi minuti a un bivio. Tralasciato a destra il sentiero per le alpi Pessina e di Cima da dove poi si farà ritorno, si prosegue fino a raggiungere una "Calchera" (fornace da calce), oltre la quale si arriva all'area di sosta dell'alpe Serte, con alcuni interessantissimi pannelli didattici, una fresca fontana e alcuni tavoli con panche dove fermarsi (889 m). Poco dopo si abbandona la sterrata e si imbocca il sentiero a sinistra che scende in direzione dell'alpe Mapel/Grotta dell'Orso/Passo del Pairolo. Attraversato il torrente su un ponticello in legno, si riprende a salire arrivando in breve a un bivio, tralasciato il "sentiero faunistico" a sinistra (pannello 4 e 5), si continua a salire a mezzacosta seguendo "la via dei canti". Incrociato nuovamente il "sentiero faunistico", nei pressi del pannello sui "galliformi", si continua a risalire la valletta fino a raggiungere il Passo Stretto (1100 m), passaggio storico fra la Valsolda e la Val Rezzo e nodo di numerosi sentieri. Giunti al pannello n. 7, si riprende a salire verso destra e dopo un lungo mezzacosta si arriva a un primo punto panoramico. Il sentiero svolta decisamente verso sinistra sotto a un'enorme masso e dopo un tratto ripido si arriva alla "Tana del Lupo", suggestiva grotta dove la leggenda vuole che il lupo trovasse riparo (1221 m). Si continua a salire ancora per un breve tratto fino a un bivio, abbandonato momentaneamente il sentiero principale, con una breve salita verso sinistra si raggiunge una balconata in legno, da dove si può godere di un colpo d'occhio eccezionale sulle montagne circostanti. Ripreso il cammino si scende leggermente nel bosco, raggiungendo in breve una palina segnavia con indicato a sinistra il sentiero per l'alpe di Cima/Porlezza. Continuando si arriva poco dopo nel pianoro dell'alpe Pessina dove è situato l'omonimo bivacco sempre aperto (1265 m). Prima di continuare si consiglia di seguire l'indicazione sulla palina segnavia per il "Sorbo monumentale", che si raggiunge con un breve ma sostenuta salita nel bosco. Per non ritornare per il medesimo sentiero, si può proseguire arrivando alla Bocchetta di Pessina (1282 m) da dove seguendo il sentiero a sinistra si scende fino a incrociare nuovamente il sentiero nei pressi della palina segnavia, compiendo così un piccolo giro ad anello. Ritornati al bivacco si segue l'ampio sentiero e dopo aver oltrepassato l'ultimo pannello didattico dedicato agli ungulati in breve si arriva a un bivio. Seguendo sulla destra il sentiero a mezzacosta si raggiunge un'altana di osservazione, da dove oltre allo splendido panorama sulle cime di Prade e del Torrione, con molto fortuna si può avvistare l'aquila reale. Ripreso il sentiero si inizia a perdere quota con una serie di svolte fino a raggiungere prima i ruderi dell'alpe Serte Nuova (901 m) e poco incrociando nuovamente la strada sterrata. Per far ritorno a Dasio si ripercorre il medesimo percorso fatto all'andata.
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Silvio, Pg, Danilo e l'homo selvadego




Sentiero Faunistico “Maurizio Monti” 
Il Sentiero Faunistico è intitolato a Maurizio Monti, storico e ornitologo comasco. Il tracciato si sviluppa dall’Alpe Serte con un andamento ad anello, sovrapponendosi in parte alla Via dei Canti. Il percorso risale il versante destro orografico della valle, verso l’Alpe Mapel, consentendo una visita alla Grotta dell’Orso (Büs de la Noga, 1313 m), per poi condurre al Passo Stretto, all’Alpe Pessina e fare ritorno al punto di partenza. I numerosi pannelli didattici illustrano la fauna che popola tutti gli ambienti della Riserva.



La Via dei Canti 
Si sviluppa ad anello dall’Alpe Serte (845 m) e si articola in 10 stazioni dedicate alla conoscenza degli uccelli e degli ambienti della foresta. I pannelli inoltre illustrano, con una particolare guida all’ascolto e all’interpretazione, gli aspetti canori dell’avifauna. Lungo il tragitto, si raggiungono il Passo Stretto (1102 m), l’Alpe Pessina (1217 m) e un punto panoramico strategico per l’osservazione della fauna.

Accanto al pannello è collocato un riproduttore di suoni. Premendo i tasti dedicati si possono ascoltare i canti delle specie rappresentate.


La primula orecchia d'orso (Primula auricula)
Questa bella specie dalla vistosa colorazione gialla fiorisce nelle fessure delle pareti calcaree a partire da quote molto basse. Le caratteristiche foglie, tutte riunite in una rosetta basale, sono ampie, carnose e presentano un margine bianco e cartilagineo.
Specie nel complesso piuttosto rara. In Italia è protetta, e quindi non deve essere raccolta.


Punto panoramico
Luisa, Franco, Danilo, Silvio, Pg


Secondo punto panoramico



Sorbo monumentale
Questa pianta, Sorbo montano (Sorbus aria L.) dalle dimensioni imponenti (circonferenza 285 cm, altezza 12 m) si trova nei pressi dell'Alpe Pessina, lungo il percorso dei sentieri didattici.


Bivacco alpe Pessina 1220 m



dettagli e traccia gpx


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