Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 22 aprile 2017

Una fantate sul Cornagera

Torrione Longo, torrione Garlini, torre Savina e la doppia cima dei Gemelli, separata da un'angusta forcelletta, su questi pinnacoli si sono formati alpinisti quali i fratelli Giuseppe e Innocente Longo e Garlini, Agostino Parravicini e Carlo Nembrini. La Cornagera è un vero e proprio labirinto di roccia, costituito da rocce appuntite e da ghiaioni che la circondano. Dai suoi 1311 metri svetta sull'altopiano di Aviatico, mostrandosi con la sua caratteristica forma piramidale a gran parte della pianura centrale lombarda e alla media Val Seriana, dalla croce con accanto una bella statua della Madonna, la vista spazia su gran parte delle cime orobiche, tra cui la Presolana, arrivando fino al massiccio del Rosa.

Oggi a farci compagnia c'era Nadia, una cara amica arrivata dal Friuli per far visita a suo papà Danilo. Per non fargli mancare troppo le sue montagne l'abbiamo portata in Cornagera, un piccolo angolo dolomitico, molto simile alle sue sorelle più note le "Dolomiti Friulane". Un saluto agli amici incontrati sul sentiero.

Dall'autostrada A4 si esce a Bergamo e alla grande rotonda dopo il casello, si prende la seconda uscita in direzione della Val Seriana. Si segue la provinciale 35 fino a Nembro, per poi seguire a sinistra le indicazioni per Selvino e Nembro centro. Oltrepassato il paese, la strada sale con vari tornanti raggiungendo Selvino. Si continua seguendo le indicazioni per Aviatico e in pochi minuti si arriva all'ingresso del paese, dove nei pressi dell'albergo Belvedere si svolta a destra verso Amora/Orezzo, arrivando subito dopo in un grande parcheggio gratuito dove si lascia l'auto (1015 m). Dal parcheggio si inizia a salire lungo Via Cornagera (in fondo al parcheggio parte il sentiero che sale verso la palestra di roccia da cui poi si farà ritorno). Al termine della strada si svolta a destra seguendo l'indicazione su un cartello in legno per la Cornagera/La Forca. Il sentiero sale ripidamente a lato di una casa, per poi piegare verso sinistra. Raggiunto un rudere si svolta a sinistra e si prosegue perdendo leggermente quota fino a raggiungere una palina segnavia con indicato il sentiero per la Cornagera. Il sentiero sale verso destra a mezzacosta nel bosco, per poi piegare nuovamente a sinistra. Facendo attenzione alle indicazioni sui sassi, si abbandona la pista che prosegue verso il Poieto e si imbocca il sentiero a destra contrassegnato con bolli rossi per la Cornagera. Si inizia a salire ripidamente un primo ghiaione a lato di alcuni pinnacoli, per poi piegare verso sinistra. Dopo un tratto a mezzacosta con bella vista sulla valle sottostante, si riprende a salire ripidamente un'ulteriore ghiaione fino a raggiungere un bivio. Tralasciato momentaneamente il sentiero 521 a sinistra, si sale seguendo le indicazioni per la cima, che si raggiungere in pochi minuti (1311 m). Il nome Cornagera deriva dal dialetto locale, dall’unione di Corna (roccia appuntita) e gera (ghiaia), toponimi che rendono l’idea di questa montagna, costituita da rocce appuntite e da ghiaioni che le circondano alla base. Oltre alla recente croce metallica, poco più sotto c'è una piccola statua della Madonna e ancora più sotto un'ulteriore piccola croce in legno. Ridiscesi si sale per un breve tratto, per poi proseguire in cresta fino a raggiungere un bivio. Tralasciato il sentiero 521, si scende a sinistra per poi proseguire a mezzacosta fino a raggiungere sulla destra uno stretto canyon da percorrere con attenzione, all'uscita del quale ci aspetta uno stretto passaggio e un piccolo saltino da superare con l'aiuto delle mani. Dalla palina segnavia si prosegue in un labirinto di pinnacoli e rocce, verso il M. Poieto/Buco Carolina (set. 537). Raggiunta l'entrata del buco della Carolina, per chi vuole evitare il passaggio angusto tra le rocce può proseguire a destra, il consiglio è comunque affrontare la suggestiva e profonda fenditura nella roccia che nel suo ultimo tratto a stento consente il passaggio di una persona. Usciti è possibile raggiungere il M. Poieto utilizzando il sentiero che sale prima a destra e poi svolta a sinistra seguendo la dorsale. Oppure compiere un giro più ampio, scendendo a sinistra nel bosco fino a raggiungere un'ampia pista che si segue verso destra per un breve tratto, per poi proseguire su sentiero che risalendo un ripido pendio a destra raggiunge una palina segnavia. Tralasciato a destra il sentiero che utilizzeremo al ritorno, si prosegue su facile sentiero fino a raggiungere la cappella sul M. Poieto (1360 m), a poca distanza dal sottostante rifugio. Dopo aver ammirato lo splendido panorama, si ripercorre il medesimo sentiero fino al bivio, dove imboccato il sentiero per la Cornagera in pochi minuti si ritorna nei pressi del Buco della Carolina, oltre il quale si prosegue in un ambiente altamente suggestivo, fatto di canaloni e “labirinti” racchiusi fra verticali pareti rocciose che formano dei canyons in miniatura. Si arriva in pochi minuti nei pressi dei torrioni Gemelli, Longo e Garlini, considerati una rinomatissima palestra per quanto concerne l’arrampicata, tanto da essere frequentati già nei primi anni del XX secolo. Dalla bacheca si segue il sentiero a sinistra, fino a raggiungere un bivio con una palina segnavia, da qui si inizia a scendere verso Aviatico/Cantul. Dopo aver percorso un tratto con bella vista sul dolomitico versante della Cornagera, si prosegue nel bosco fino a un bivio. Tralasciato il sentiero a destra, si continua a scendere raggiungendo il parcheggio. 
Malati di Montagna: Nadia, Silvio, Pg, Danilo e l'homo selvadego

nel regno della Cornagera....






buco della Carolina




Nadia e Danilo nel buco di...


a sinistra, dietro la palina segnavia l'uscita dal buco di...
prima d'uscire bisogna affrontare un piccolo saltino usando le mani





Monte Poieto 1375 m




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