Vent’anni fa abbiamo attraversato l’Italia a piedi da Santa Teresa Gallura a Trieste. Quasi 8 mesi di cammino per oltre 6 mila chilometri. Ma non è stata una maxi-corsa, come si usa oggi. E ai numeri da record abbiamo sempre riservato un’importanza relativa.
Però lo scorso 15 gennaio la tv americana CNN, ripresa dal sito del Corriere della Sera, ha elencato i “10 sentieri più lunghi e spettacolari del mondo”. La classifica - dagli Stati Uniti all’Himalaya e alla Nuova Zelanda - ha riservato una sorpresa finale: il Sentiero Italia è il più lungo e spettacolare di tutti, documentato dalla CNN con una serie di informazioni e con un riferimento anche al CAI, pur con qualche inevitabile inesattezza e lacuna. Ne siamo felici, soprattutto per l’Italia che non è molto abituata ai vertici mondiali.
Noi però l’abbiamo ideato soprattutto per attuare una proficua promozione dell’escursionismo, non attraverso i bla-bla dei convegni, ma percorrendo tutti gli Appennini e le Alpi. Nessuna costrizione di pareti. Il soffitto era il cielo.
Questa la peculiarità del Camminaitalia 1995, che è stato aperto a tutti, senza alcuna esclusione: oltre 5 mila partecipanti complessivi e nessun incidente grave. Naturalmente abbiamo cercato sempre di privilegiare la prudenza e la filosofia del buon camminatore con la trilogia, già anticipata un secolo prima da Giustino Fortunato: “Per conoscere bisogna camminare”. Noi abbiamo aggiunto, come indispensabile complemento, anche l’apprezzamento e la tutela del territorio. Per questo il Camminaitalia è stato una manifestazione di ecologia, e ha confermato la priorità del camminare, come ci hanno insegnato i padri fondatori del CAI.
Al trekking di vent’anni fa hanno partecipato anche l’allora presidente generale Roberto De Martin, e l’attuale, Umberto Martini.
Un libro e un documentario (quest’ultimo di Renato Andorno, che ci ha lasciati prematuramente) hanno documentato la camminata e la preziosa collaborazione di tutte le nostre sezioni lungo l’itinerario che è stato poi ripetuto nel 1999 con l’ANA, grazie alla passione e all’entusiasmo del generale Cesare Di Dato.
In quello stesso anno è nato il Club Camminaitalia, un’associazione che ha continuato a percorrere i sentieri d’Italia e d’Europa, spesso in compagnia delle Sezioni del CAI. Sono duecento amici, italiani e stranieri, il cui entusiasmo ravviva la storia e la memoria di una camminata che - purtroppo - non è stata più ripetuta, nemmeno in forma più breve, ma sempre in grado di evidenziare l’effervescenza ambientale e culturale del nostro Paese, ancora tanto bello perché lungo e vario. Intanto, grazie al Club Cammninaitalia, coordinato da Nicoletta Del Vecchio-Panizza, il trekking più lungo del mondo non è defunto. (Per informazioni: brunopanizza@alice.it)
Alcuni segmenti della traversata sull’Appennino meridionale sono stati conservati grazie a una finanziamento del CAI sotto la presidenza di Gabriele Bianchi. Altri soffrono dell’abbandono e delle ingiurie del tempo. Un peccato perdere questo patrimonio. L’hanno segnalato anche molti tedeschi che ne hanno fatto oggetto del loro escursionismo, in particolare al Sud e nelle due isole maggiori. In fondo uno degli scopi era proprio quello di sostenere l’economia dell’Italia Minore, che è soprattutto quella della montagna.
Fortunatamente in qualche settore assistiamo a un revival davvero fecondo, sostanziato da un escursionismo praticato con intelletto d’amore. Un esempio, il Pollino, promosso e impreziosito anche da Francesco Bevilacqua e dalla sua recente guida: sicuramente il manuale più analitico e completo di tutti quelli pubblicati sinora in Italia. Un libro e un parco nazionale da leggere camminando al passo delle montagne.
Buone camminate a tutti sui sentieri d’Italia.
Teresio Valsesia
Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto
Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet
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