Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

lunedì 2 giugno 2014

Su e giù...camminando sul crinale tra Emilia e Toscana...

1 giugno
Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma, meglio noto come Parco dei Cento Laghi
Da Milano prendiamo l'autostrada A1 verso Bologna. Prima del casello di Parma, proseguiamo per La Spezia imboccando l'autostrada A15 della Cisa, che seguiamo fino al casello di Berceto. Usciti dal casello seguiamo le indicazioni per il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Arrivati a Berceto, attraversiamo il paese e continuiamo seguendo le indicazioni del parco, oltrepassato il passo Sillara in breve arriviamo a Bosco, da qui proseguiamo per la località Lagdei. La strada asfaltata termina nei pressi di un bivio, svoltiamo a destra e dopo un tratto di strada sterrata, arriviamo nella zona adibita a parcheggio, vicino al rifugio Lagdei 1251 m, dove trascorreremo la notte.
L'escursione ad anello prende avvio all'inizio del parcheggio, dove sulla destra imbocchiamo la bella mulattiera lastricata, indicata da una palina segnavia (sent. 723A). Saliamo moderatamente all'interno di un bel bosco, usciti per un breve tratto attraversiamo una pietraia, sulla destra possiamo osservare un tratto del crinale che andremo a percorrere. Rientrati nel bosco in pochi minuti arriviamo a un bivio, tralasciamo il sentiero 723B per Cancelli/Le Carbonaie e continuiamo sul 723A. Dopo un tratto in falsopiano arriviamo alla palina segnavia che ci preannuncia l'arrivo al Lago Santo 1508 m (emissario), uno splendido lago naturale, il più grande dell'intero Appennino Settentrionale. Rimanendo alti seguiamo la sponda del lago e arrivati a una palina segnavia - Lago Santo 1520 m (morena) - continuiamo diritti seguendo ore il sentiero 723. Ridiscendiamo nuovamente verso il lago arrivando al rifugio Mariotti 1508 m, storico punto d'appoggio del Cai di Parma, eretto per la prima volta come ricovero nel 1882 e poi più volte modificato, dedicato al Senatore Giovanni Mariotti. Ci concediamo una breve pausa ammirando la bellezza di questi luoghi, lasciato il rifugio alle nostre spalle proseguiamo seguendo le indicazioni per la Sella del Marmagna/M. Marmagna (set. 723). Contorniamo lo splendido specchio d'acqua con splendide vedute e oltrepassata una fonte arriviamo in località peschiera, dove attraversato un torrente su un ponte in legno riprendiamo a salire rientrando nel bosco. Oltrepassato un caratteristico affioramento roccioso in breve arriviamo a un bivio - Pineta del Lago Santo 1577 m -, pieghiamo a sinistra tralasciando il sentiero 729 per la Bocchetta dell'Orsaro. Poco dopo raggiungiamo un'ulteriore palina segnavia, continuiamo in salita a destra, tralasciando il sentiero 719 che prosegue verso la Sella Sterpara e il Passo delle Guadine. Usciti all'aperto proseguiamo sull'ampia traccia, attraversando estese praterie di mirtillo, fino a raggiungere la Sella del Marmagna 1725 m, posta sul crinale che divide l'Emilia dalla Toscana. Anche se la giornata non è particolarmente limpida riusciamo ugualmente a distinguere, il promontorio di Porto Venere e il Mar Ligure, mentre sotto di noi la Lunigiana con il paese di Pontremoli. Seguendo le indicazioni sulla palina segnavia ci dirigiamo verso la prima cima della giornata, il Monte Aquilotto, lo si raggiunge facilmente, dopo aver superato con qualche cautela un breve canalino roccioso. Ritornati alla sella decidiamo di fare la pausa pranzo. Riprese le forze iniziamo a salire sul versante opposto da dove siamo scesi, seguendo il ben noto sentiero 00 o GEA (Grande Escursione Appenninica), l’itinerario a tappe che percorre tutto il crinale appenninico Settentrionale. La GEA nel tratto parmense, segue lo stesso percorso seguito dal sentiero "00", lungo il crinale principale che delimita il confine tra Emilia-Romagna e Toscana. Dopo un primo tratto ripido, la salita diventa più tranquilla e attraversati alcuni prati arriviamo in cima al Monte Marmagna. Con i suoi 1852 metri è il terzo monte dell’Appennino parmense, sulla sommità è stata issata nel 1901 una grossa croce in ferro di circa 10 metri. Il panorama a 360° spazia a est sul Monte Aquila fino alle più lontane Alpi Apuane e verso nord sulla vasta pianura Padana. Fatta la doverosa foto di gruppo iniziamo a scendere dal versante opposto da dove siamo venuti, alla palina segnavia pieghiamo verso sinistra, il sentiero perde quota velocemente, per poi compiere un breve, ma esposto traverso, impressionante il salto sul versante toscano. Girato il costone scendiamo fino alla Sella del Braiola 1715 m, dove Deborah, Raffaella e Luisa decidono di ritornare al rifugio seguendo il sentiero 727 per la Capanna Braiola/Lagdei. Iniziamo a salire seguendo il crinale e in circa 20 minuti raggiungiamo il pianoro erboso del Monte Braiola 1819 m, da notare il grande cippo confinario risalente al 1828, all'epoca delimitava il confine di stato tra il Ducato di Parma Piacenza e Guastalla con il Granducato di Toscana. Scendiamo sull'ampio crinale erboso e in pochi minuti giungiamo alla bocchetta dell'Orsaro 1722 m, decidiamo di tralasciare la via diretta verso la cima e di proseguire verso destra seguendo il sentiero 729 verso la Capanna Braiola. Il sentiero dopo un primo tratto in costa, inizia a scendere leggermente attraversando grandi distese di mirtilli, arrivati alla palina segnavia, tralasciamo il sentiero 727 e proseguiamo verso il fondo del Vallone del Braiola, caratterizzato dalla presenza sulla sinistra dell’omonima Capanna (1610 m - titolata nel 1979 a Roberto Schiaffino), utilizzabile come bivacco di
emergenza. Attraversato un torrentello giungiamo a un crocevia di sentieri, continuiamo seguendo il segnavia 727 (Ponte Rotto/Lagdei). Entriamo nel bosco, scendendo in un fresca e suggestiva valletta, dopo aver guadato un ruscello stagionale ai piedi della Bocchetta dell'Orsaro, alla palina segnavia svoltiamo a sinistra seguendo il sentiero 727A. Risaliamo a mezza costa il versante sud est del monte Orsaro, arrivando a incrociare nuovamente il sentiero di crinale 00/GEA. Tralasciamo momentaneamente il sentiero per la Foce del Fosco e svoltando a sinistra iniziamo a salire verso il Monte Orsaro. Il sentiero anche se ripido non presenta nessuna difficoltà , noi abbiamo trovato ancora della neve residua che ci ha fatto rallentare, comunque in circa 20/25 minuti (senz'altro non i 15 minuti segnalati), raggiungiamo la vetta, caratterizzata da un bronzo raffigurante l’Assunta 1831 m, dalla quale godiamo di un meraviglioso panorama. Nelle giornate terse lo vista spazia dalle Alpi fino all’Isola d’Elba, talvolta anche se è raro, fino alle montagne della Corsica. Ritornati al bivio proseguiamo in falsopiano fino alla Foce del Fosco 1613 m, da dove scendiamo verso destra seguendo il sentiero 725, alla seguente palina segnavia svoltiamo a destra, seguendo il segnavia 725A che si sviluppa tra il sovrastante orlo di scarpata del circo glaciale del Fosco e la sottostante valle sospesa di origine glaciale che occupa gli spazi boschivi a faggeta ed abetina dei Ronchi di Luciano. Incrociato il sentiero 723 lo tralasciamo e continuiamo a sinistra ancora sul 725A, indicato da una palina segnavia (Lagdei/bivio 725). Perdendo quota ripidamente raggiungiamo l'ampio sentiero usato come pista da fondo, da qui svoltiamo a destra, seguendo il segnavia 725 per Lagdei. Oltrepassato un ramo del torrente Parma su un ponticello in legno, in breve facciamo ritorno al rifugio Lagdei 1251 m.


Il lago Santo è il più grande lago glaciale dell'Emilia-Romagna, 
oltre a essere il maggiore lago naturale di tutto l'Appennino settentrionale.


Monte Aquilotto 1781 m


Monte Marmagna 1851 m
Si ipotizza che il nome Marmagna potrebbe derivare dal latino Mater Magna (grande madre) con riferimento a perduti culti montani.


Franco, Deborah, Andrea, Pg, Fabio, Luisa, Silvio e Raffaella


Il M. Orsaro visto dal Monte Braiola 1819 m


M. Orsaro 1831 m
Il toponimo si riferisce al grande plantigrado che trovava rifugio alle sue falde 
dalle persecuzioni che lo fecero estinguere attorno al XVII sec.


Madonna con bambino sul M. Orsaro


Quando penso, a ciò che la natura ci offre, ogni volta mi stupisco... di quanto lei sia generosa... Appennino Tosco-Emiliano... boschi immensi, di faggi, pini cosi maestosi, che allungandosi verso il cielo, sembra,volerlo toccare e accarezzare.
Questi luoghi, dove il suo creatore si è divertito con un pennello a dargli forme morbide, a colorarle nei verdi più accesi, e poi, con il suo alito ci ha soffiato sopra, e tutto a preso vita... 
In punta di piedi, e nel massimo rispetto, tutti dobbiamo rispettare la sua integrità...
Grazie anche a voi Malati di Montagna.... ogni volta è sempre una nuova e grande emozione...
Raffy



2 giorno
Visita al Castello di Torrechiara, costruito tra il 1448 e il 1460 dal Magnifico Pier Maria Rossi, considerato un esempio tra i meglio conservati di architettura dei castelli in Italia. Per concludere degnamente questi due giorni ci fermiamo a mangiare alla "Bottega di Mora" a Langhirano (PR).
Malati di Montagna: Luisa, Franco, Silvio, Andrea, Raffaella, Deborah, Pg e Fabio



Una leggenda popolare racconta l'eterna storia d'amore fra il famoso condottiero Pier Maria Rossi e la bella Bianca Pellegrini. Si dice che il fantasma del conte Pier Maria Rossi ritorni ancora sul Rio delle Favole, strada che conduce all'ingresso del Castello, recitando il motto dedicato all'amata: 
nunc et semper. 
Il motto è rintracciabile anche nell'affresco della "Camera d'oro" del Castello, edificato tra il 1448 e il 1462, impresso sul nastro che lega i due cuori intrecciati con le iniziali di Bianca e Pier Maria.


3 commenti:

  1. È stata un. Emozione grande, anche leggere la mia riflessione sul tuo blog..
    Grazie...... Raffy

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Son contento di avere condiviso con voi lo spettacolo silenzioso e affascinante della natura.Grazie amici e amiche di montagna e di ogni giorno..Andrea

      Elimina
  2. Ciao Amici e Amiche della Montagna:vi ringrazio di cuore per aver camminato, riso, contemplato lo spettacolo della natura il cui supremo re gista è semprev con noi...Andrea

    RispondiElimina