Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 8 giugno 2014

Forcella Zulino...tra Val Sanguigno e Valcanale

La Val Sanguigno è un piccolo paradiso inviolato nel Parco delle Orobie Bergamasche, una delle zone più incontaminate di tutta la Lombardia, con pochi eguali nelle valli prealpine. È percorsa dal tumultuoso torrente Sanguigno, che scorrendo verso valle crea cascate, pozze e forre, uno spettacolo per gli occhi...

Dall'autostrada A4 usciamo a Bergamo e proseguiamo seguendo le indicazioni per la Valle Seriana. Arrivati a Ponte Nossa svoltiamo a sinistra in direzione Valbondione e quindi proseguiamo sulla strada provinciale che attraversa i paesi di Villa d’Ogna ed Ardesio, per poi svoltare a sinistra verso Valgoglio. Al bivio tralasciamo la strada a destra per Valgoglio e continuando diritti, arrivando in pochi minuti a Novazza. Attraversiamo il paese fino ad un tornante dove svoltiamo a sinistra in Via Miniera. Seguiamo la strada asfaltata e tralasciata la deviazione a sinistra per Bani in breve arriviamo allo spazio adiacente alla ex-miniera di uranio dove parcheggiamo l'auto (1050 m). Dal cartello in legno con l'indicazione per la Val Sanguigno, proseguiamo per un breve tratto in discesa su una strada sterrata per poi continuare sul sentiero che entra in un bel bosco di faggi. Dopo un primo tratto in falsopiano, iniziamo a guadagnare quota in modo graduale in un una bella abetaia, durante il tragitto possiamo notare i vari "Rall" (Piazzole) indicate con dei cartelli sui tronchi. Il sentiero risale la valle rimanendo a poca distanza dal torrente Sanguigno, che la attraversa. Camminando veniamo accompagnati dal fragoroso rumore di fondo del torrente: ci fermiamo più di una volta ad osservare l’acqua tumultuosa che si infrange sui massi e che precipita creando cascate, pozze. Usciti dal bosco, prima d'attraversare il ponte, ci fermiamo per piccola sosta al rifugio Gianpace 1331 m, dove ci dissetiamo alla fresca fontana. Attraversato il torrente seguiamo il segnavia 232 che inizialmente si snoda lungo il fondovalle, in un ambiente verdeggiante e pascolivo. Guadato un “torrentello”, giungiamo nei pressi di un grosso masso, dove il sentiero si divide. Seguiamo a sinistra il segnavia 265, tralasciando il sentiero a destra che prosegue verso il Passo di Val Sanguigno/Laghi Gemelli (sent. 232-267). Dopo alcune baite, in parte restaurate, tralasciamo il sentiero a sinistra che scende verso il torrente e dal quale poi faremo ritorno e, proseguendo in leggera salita, arriviamo in breve in un ampio pianoro, dove troviamo le torbiere. Queste zone umide di rilevante interesse, sono ambienti costituiti da depressioni sature d'acqua in cui gradualmente si sono accumulati materiali vegetali in decomposizione lenta che permangono a lungo nel suolo assumendo una colorazione scura ed una consistenza spugnosa e soffice, detta appunto "torba". Oltrepassata questa zona, il sentiero scende leggermente verso il torrente, che attraversiamo grazie a un ponte in legno. Inizia ora la parte più faticosa del percorso, la ripida ascesa verso la forcella di Zulino. Il sentiero è sempre ben segnato, ma è talmente ripido che non si ha il tempo di riprendere fiato. Giunti a poche decine di metri dalla nostra meta troviamo ancora alcune chiazze di neve e una splendida fioritura di crocus.
Alla forcella di Zulino (1759 m) monti ancora innevati ci circondano: lo sguardo volge dalla C.ma del Fop alla C.ma di Valmora, dal  P.zo Arera fino alla Corna Piana. Che dire, la fatica è stata ampiamente ricompensata e, in questo incantevole e suggestivo ambiente, sostiamo per il pranzo, contemplando queste maestose vette dolomitiche.
Per il ritorno ripercorriamo il medesimo sentiero fatto all'andata fino al bivio descritto precedentemente. Qui, anziché proseguire verso le baite, scendiamo al torrente, l'attraversiamo su un ponte in legno e, dopo una breve salita, proseguiamo in falsopiano raggiungendo un bellissimo laghetto. Costeggiato il laghetto iniziamo a scendere seguendo i segnavia. Arriviamo a una freschissima fontana dove ci fermiamo a riempire le borracce e a rinfrescarci. In breve raggiungiamo il rifugio Gianpace e, ripercorrendo il sentiero del mattino, ritorniamo al posteggio dove avevamo lasciato l'auto.
Malati di Montagna: Pg, Danilo e Fabio

...non ci si può sbagliare...!!!


torrente Sanguigno



Rifugio Gianpace 1331 m


Val Sanguigno, una perla naturalistica delle Orobie



alle nostre spalle...


Forcella Zulino 1759 m



il laghetto poco prima d'arrivare al rif. Gianpace




2 commenti:

  1. con un nome così....spettacolo garantito!

    mandi ;-)

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    1. ti garantisco che ce lo siamo ampiamente meritato...una salita di quelle che te le ricordi...ah ah ah
      mandi, mandi

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