Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

domenica 13 ottobre 2013

San Besso in veste invernale...

Spesso si nomina il Parco del Gran Paradiso parlando degli itinerari che si sviluppano dalle vallate valdostane come Cogne, Rhêmes, Valsavaranche, ma se ci spostiamo nelle vallate piemontesi comprese all'interno del Parco, Soana e Orco, possiamo scoprire dei luoghi davvero unici, uno di questi è il Santuario di San Besso a 2019 m in Valle Soana.

Abbandoniamo l'autostrada A5 all'uscita di Ivrea per poi proseguire in direzione di Castellamonte (SP565), giunti a Castellamonte proseguiamo verso Cuorgnè, da qui imbocchiamo la Valle dell'Orco in direzione di Ceresole Reale fino a Pont Canavese dove svoltiamo a destra per la Val Soana. Risaliamo la valle, oltrepassando prima Ingria poi Ronco Canavese, poco dopo a un bivio continuiamo verso sinistra tralasciato le indicazioni per Valprato Soana, raggiungendo in breve Campiglia Soana 1335 m, parcheggiamo a monte del paese appena prima della sbarra che non permette il transito delle auto all'Azaria.
Il cielo momentaneamente è di un bel azzurro e le premature nevicate di questi giorni rendono l'ambiente circostante fantastico. Ultimati i preparativi iniziamo a camminare su una strada sterrata (costruita dal re Umberto I nel 1897) che solca tutta la valle del torrente Campiglia, magnifico corso d'acqua che fiancheggeremo fino al bivio sulla destra per il Santuario di S. Besso (set. 625). Il sentiero è ricoperto dalla neve per cui dobbiamo procedere con cautela individuando con attenzione il percorso, purtroppo anche i segni di vernice sono nascosti dalla neve, io l'avevo percorso circa vent'anni fa', mentre Patrizia e Giuseppe un paio d'anni prima, ma si sa che l'ambiente innevato modifica qualsiasi punto di riferimento. Saliamo prima tra radi alberi per poi entrare in un bel lariceto, e con una serie di tornanti guadagnano quota sino a raggiungere la Grangia Randonero 1817 m, dove con nostra sorpresa troviamo ancora delle mucche, sorprese anche loro dalla precoce nevicata…
Dall'alpeggio proseguiamo a sinistra nel bosco e usciti sugli ampi pascoli iniziamo a intravedere in alto sulla destra il santuario, in breve raggiungiamo la Grange Ciavanis 1876 m.
Attraversiamo il pianoro cercando il percorso migliore che ci conduce allo strappo finale ripido ma breve, la coltre nevosa caduta in alcuni punti arriva quasi fino alle ginocchia, per cui procediamo con cautela individuando qualche segno di vernice. Arrivati al Santuario di San Besso 2019 m le nebbie preannunciate nel primo pomeriggio arrivano puntuali, compromettendo il bel panorama che si può godere da quassù. 
Il culto del santo, che ogni anno, il 10 agosto, richiama quassù centinaia di fedeli, lo si può riallacciare certamente agli stretti legami che da sempre hanno unito le popolazioni della Val Soana con quelle di Cogne. Sempre secondo la tradizione i primi abitanti del capoluogo valdostano sarebbero giunti proprio dal Canavese e Cogne per lungo tempo sarebbe stato solo una frazione, appartenente alla diocesi di Ivrea. E ancora oggi, in occasione della festa, cognensi e canavesani si incontrano.
Vi sono due leggende attribuite a Besso. La prima si rifà agli albori del cristianesimo, il legionario Besso scampato ad un eccidio dell'imperatore romano Massimiliano, vagò per i monti predicando la nuova fede. Catturato dai romani venne condannato a morte, gettato giù dal roccione lasciò impressa la propria impronta sulla roccia sottostante. La seconda leggenda, più popolare, racconta di un pastore Besso fatto precipitare dalla sommità della roccia da due pastori invidiosi. Nell'inverno successivo il suo corpo venne ritrovato, nella neve, intatto con un fiore di eccezionale bellezza.
Per il ritorno naturalmente effettuiamo il medesimo percorso di salita, avendo ormai già battuta la traccia, abbiamo anche la fortuna di vedere un bel gruppetto di camosci, giunti nuovamente sulla strada sterrata prima di ritornare al parcheggio proseguiamo lungo la valle sino alla fonte di San Besso a circa 10 minuti dall'inizio del sentiero.
Malati di Montagna: Patrizia, Giuseppe, Danilo e Fabio

la giornata si presenta così...!!!


anche loro sono state sorprese dall'abbondante nevicata...
e aspettano qualcuno che le riporta a valle...


non siamo a dicembre...siamo solamente a ottobre...


in alto sulla destra sotto allo sperone roccioso c'è il Santuario di S. Besso
per raggiungerlo dobbiamo aprirci una traccia nella neve fresca...30/40 cm...
...la fatica è stata ampiamente ricompensata...


by Patrizia


causa problemi tecnici considerare la quota di arrivo 
anche come quota di partenza, dislivello circa 700 m






Nessun commento:

Posta un commento