Dall'autostrada A26 proseguiamo sulla SS33 del Sempione fino a Varzo da dove svoltando a destra arriviamo a San Domenico 1410 m, dal piazzale scendiamo verso Ponte Campo 1320 m dove parcheggiamo l'auto (3 euro).
La giornata dal punto di vista meteorologico è perfetta, iniziamo a incamminarci e attraversato il ponte svoltiamo subito a destra arrivando all'agriturismo "la Cascata", il sentiero inizia a salire fino a incrociare la strada sterrata di servizio all'alpe Veglia che abbandoniamo subito per seguire a sinistra una trattorabile che in pochi minuti raggiunge una baita sulla destra. Continuiamo a salire con una serie di tornanti in un bel bosco di larici, arrivati alle prime baite in prossimità dell'arrivo della teleferica abbandoniamo la strada e seguiamo il sentiero sulla sinistra con il quale saliamo fino alla grossa fontana in sasso dell'alpe Vallè 1786 m. Con percorso pressoché libero pieghiamo a destra raggiungendo in pochi minuti nuovamente la strada sterrata, dalla palina segnavia seguiamo il primo tratto del "Sentiero di Scinc" (Passo del Croso - Lago d'Avino), dopo un primo tratto in falsopiano riprendiamo quota arrivando ad un bivio con una palina segnavia, tralasciato a destra il sentiero per l'alpe Veglia, iniziamo a salire ripidamente il pendio, il percorso oltre a non dare un'attimo di respiro si sviluppa su terreno spesso scivoloso. Usciti dal bosco la pendenza diminuisce e in breve arriviamo nel Vallone di Drozina, lo risaliamo prima verso destra in direzione di un torrione isolato e poi con percorso alquanto faticoso a sinistra arrivando in cresta, superati alcuni massi, proseguiamo fino a guadagnare il roccioso Passo del Croso 2330 m, un cartello posto sulla palina segnavia ci informa che siamo a 1700 m sopra al tunnel del Sempione! Seguendo le indicazioni continuiamo verso destra, seguendo i segnavia bianco/rossi sulle rocce e alcuni paletti con cartelli indicatori gialli, raggiungiamo un'ampia depressione a circa 2400 m che ci introduce nella spoglia e solitaria Piana d'Avino. Attraversiamo la piana in un ambiente lunare, ci fermiamo a osservare gli intensi fenomeni di erosione che hanno creato buche e grandi crepacci nel terreno, arrivati a un laghetto una traccia di sentiero inizia ad alzarsi sulla destra in direzione della cima già ben visibile, dopo un ultimo tratto faticoso su detriti raggiungiamo il PizzoValgrande di Vallé 2531 m, il panorama verso la parete orientale del Monte Leone e sulle montagne circostanti è davvero splendido. Dopo aver mangiato ridiscendiamo fino al laghetto da dove riprendiamo il sentiero segnalato con evidenti paletti in legno, arrivati ad una cappelletta in breve scendiamo al lago d'Avino 2246 m, ...il toponimo deriva probabilmente da "lago d'arvina" con il significato di "rovina", cioè del vasto pendio sfasciato e detritico circostante. Poi, la letteratura del secolo scorso ha storpiato il toponimo in "divino" o "da vino" fino all'amorfa versione attuale...(Veglia-Devero - Paolo Crosa Lenz/ Giulio Frangioni)
Attraversato il muraglione della diga dalla strana forma ad esse, riprendiamo a salire, in alcuni tratti esposti sono state messe delle funi per facilitarne il passaggio, arrivati alla palina segnavia iniziamo la lunga discesa per l'alpe Veglia seguendo il sentiero F30. Il percorso si svolge in un ambiente unico dal punto di vista paesaggistico e ambientale, attraversiamo splendide lande a rododendro e mirtillo fino a entrare in uno splendido bosco di larice, poco prima di arrivare nella piana del Veglia ci fermiamo qualche minuto sulle sponde del suggestivo lago delle Streghe 1840 m, riprendiamo il cammino a malincuore e seguendo il sentiero che segue la sponda del lago arriviamo alle baite dell'alpe Aione. Per ritornare a Ponte Campo dove abbiamo lasciato l'auto utilizziamo la strada sterrata, dopo un primo tratto in falsopiano passando alti nella forra del Cairasca, iniziamo a scendere abbastanza ripidamente fino a incrociare nuovamente il sentiero fatto alla mattina e in breve raggiungiamo il parcheggio. Splendido itinerario ad anello all'interno del Parco Naturale Veglia Devero, dove il contrasto tra le dolci praterie d'alta quota e la severità delle montagne circostanti rendono l'ambiente particolarmente unico...
Malati di Montagna: Danilo e Fabio
La giornata dal punto di vista meteorologico è perfetta, iniziamo a incamminarci e attraversato il ponte svoltiamo subito a destra arrivando all'agriturismo "la Cascata", il sentiero inizia a salire fino a incrociare la strada sterrata di servizio all'alpe Veglia che abbandoniamo subito per seguire a sinistra una trattorabile che in pochi minuti raggiunge una baita sulla destra. Continuiamo a salire con una serie di tornanti in un bel bosco di larici, arrivati alle prime baite in prossimità dell'arrivo della teleferica abbandoniamo la strada e seguiamo il sentiero sulla sinistra con il quale saliamo fino alla grossa fontana in sasso dell'alpe Vallè 1786 m. Con percorso pressoché libero pieghiamo a destra raggiungendo in pochi minuti nuovamente la strada sterrata, dalla palina segnavia seguiamo il primo tratto del "Sentiero di Scinc" (Passo del Croso - Lago d'Avino), dopo un primo tratto in falsopiano riprendiamo quota arrivando ad un bivio con una palina segnavia, tralasciato a destra il sentiero per l'alpe Veglia, iniziamo a salire ripidamente il pendio, il percorso oltre a non dare un'attimo di respiro si sviluppa su terreno spesso scivoloso. Usciti dal bosco la pendenza diminuisce e in breve arriviamo nel Vallone di Drozina, lo risaliamo prima verso destra in direzione di un torrione isolato e poi con percorso alquanto faticoso a sinistra arrivando in cresta, superati alcuni massi, proseguiamo fino a guadagnare il roccioso Passo del Croso 2330 m, un cartello posto sulla palina segnavia ci informa che siamo a 1700 m sopra al tunnel del Sempione! Seguendo le indicazioni continuiamo verso destra, seguendo i segnavia bianco/rossi sulle rocce e alcuni paletti con cartelli indicatori gialli, raggiungiamo un'ampia depressione a circa 2400 m che ci introduce nella spoglia e solitaria Piana d'Avino. Attraversiamo la piana in un ambiente lunare, ci fermiamo a osservare gli intensi fenomeni di erosione che hanno creato buche e grandi crepacci nel terreno, arrivati a un laghetto una traccia di sentiero inizia ad alzarsi sulla destra in direzione della cima già ben visibile, dopo un ultimo tratto faticoso su detriti raggiungiamo il PizzoValgrande di Vallé 2531 m, il panorama verso la parete orientale del Monte Leone e sulle montagne circostanti è davvero splendido. Dopo aver mangiato ridiscendiamo fino al laghetto da dove riprendiamo il sentiero segnalato con evidenti paletti in legno, arrivati ad una cappelletta in breve scendiamo al lago d'Avino 2246 m, ...il toponimo deriva probabilmente da "lago d'arvina" con il significato di "rovina", cioè del vasto pendio sfasciato e detritico circostante. Poi, la letteratura del secolo scorso ha storpiato il toponimo in "divino" o "da vino" fino all'amorfa versione attuale...(Veglia-Devero - Paolo Crosa Lenz/ Giulio Frangioni)
Attraversato il muraglione della diga dalla strana forma ad esse, riprendiamo a salire, in alcuni tratti esposti sono state messe delle funi per facilitarne il passaggio, arrivati alla palina segnavia iniziamo la lunga discesa per l'alpe Veglia seguendo il sentiero F30. Il percorso si svolge in un ambiente unico dal punto di vista paesaggistico e ambientale, attraversiamo splendide lande a rododendro e mirtillo fino a entrare in uno splendido bosco di larice, poco prima di arrivare nella piana del Veglia ci fermiamo qualche minuto sulle sponde del suggestivo lago delle Streghe 1840 m, riprendiamo il cammino a malincuore e seguendo il sentiero che segue la sponda del lago arriviamo alle baite dell'alpe Aione. Per ritornare a Ponte Campo dove abbiamo lasciato l'auto utilizziamo la strada sterrata, dopo un primo tratto in falsopiano passando alti nella forra del Cairasca, iniziamo a scendere abbastanza ripidamente fino a incrociare nuovamente il sentiero fatto alla mattina e in breve raggiungiamo il parcheggio. Splendido itinerario ad anello all'interno del Parco Naturale Veglia Devero, dove il contrasto tra le dolci praterie d'alta quota e la severità delle montagne circostanti rendono l'ambiente particolarmente unico...
Malati di Montagna: Danilo e Fabio
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