Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

sabato 30 aprile 2011

Karol Wojtyla, il Papa “montanaro”


Infaticabile camminatore. Pronto a cogliere le bellezze della natura in ogni loro sfumatura, dal fascino di un ghiacciaio al rumore di un ruscello fino al profumo dei prati. Con lo sguardo proteso verso l’alto e la mente immersa nella contemplazione del "Mistero" che si manifesta nella realtà.
Chi camminava con lui faceva esperienza concreta di quanto la montagna sia "maestra" di vita. Così viene descritto Giovanni Paolo II da uno che ha camminato al suo fianco in molte occasioni durante le vacanze trascorse in Valle d'Aosta.
Alberto Maria Careggio, che dal 2004 è Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, all’epoca era il Sacerdote incaricato di curare l’organizzazione dei soggiorni papali nella regione. Un’esperienza che è rimasta indelebilmente impressa nella sua memoria di uomo e di appassionato di montagna.

lunedì 25 aprile 2011

nella penombra del sottobosco...alla Colma Masset 1530 m

Dall'autostrada A26 direzione Genova/Alessandria usciamo a Romagnano Sesia–Ghemme, proseguiamo seguendo la statale SS299 per Alagna fino alla località Balmuccia, alla rotonda svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per Boccioleto, raggiunto il paese lasciamo l'auto nel piccolo parcheggio accanto al Monumento dei Caduti 667 m. Prima di iniziare la nostra lunga escursione, il nostro sguardo sale oltre il campanile della chiesa ammirando la Torre delle Giavine, un macigno alto 90 metri. Ci avviamo verso la Trattoria Pizzeria Il Giacomaccio (dove beviamo un buon caffè), accanto una via acciottolata scende verso il ponte sul torrente Cavaione, poco prima troviamo sulla destra le indicazioni del sentiero n. 372 che seguiamo. Attraversato su un ponte in ferro il Sermenza svoltiamo a destra, questo tratto di sentiero fa parte del Sentiero Naturalistico Filix o Sentiero delle Felci di Boccioleto, arrivati a un bivio tralasciamo il 372 che sale a sinistra verso l'alpe Cavurgo e proseguiamo diritti raggiungendo i prati di Pianella. Piegando a destra entriamo in un bel bosco di abete rosso, in falsopiano arriviamo al torrente della Dieta che attraversiamo, in pochi minuti eccoci alla graziosa frazione di Casetti 717 m. Dalla fontana abbandoniamo il sentiero Filix fin qui percorso e svoltando a sinistra tra le case seguiamo il segnavia 371, l'itinerario anche se ben segnalato con segni bianco/rossi, purtroppo causa l'abbandono dei vari alpeggi sta lentamente degradando… Passiamo Ca' Zali e Calmalgino, arrivati a una forra ci soffermiamo qualche istante ad ammirare una bella cascata, il sentiero ora inizia a salire ripidamente nel bosco con numerosi tornanti, uscendo all'alpe Oropiano 1268 m notiamo ancora su una baita i resti di un dipinto. Il percorso segue in moderata salita la spalla boschiva, oltrepassata l'alpe Roccolo 1364 m in breve usciamo all'aperto raggiungendo l'alpe Ca' d'Marco 1436 m dove ci concediamo una sosta ammirando il panorama circostante. Sulla facciata di una baita notiamo un bel dipinto ancora in buone condizioni, dopo un breve tratto di salita nel bosco, arriviamo alla Colma Masset o di Gaggia 1530 m indicata da un cartello su un albero, continuiamo in falsopiano verso destra seguendo il sentiero 27 indicato sulla cartina (Vol. 3 della Sez. CAI di Varallo) e con alcuni saliscendi arriviamo alla bocchetta di Scotto 1509 m, dove incontriamo alcuni escursionisti che sono saliti dal versante di Scopello. Ci adagiamo sul prato consumando il meritato pranzo, dopo esserci sfamati e riposati riprendiamo il nostro giro ad anello, dalla palina segnavia seguiamo il sentiero 374/373, dopo un traverso dove troviamo ancora alcuni residui di neve, iniziamo a perdere quota arrivando alle baite diroccate dell'alpe Roncaccio 1410 m. Seguendo con attenzione i segni bianco/rossi sugli alberi entriamo in un bella faggeta e con un serie interminabile di tornanti iniziamo a scendere velocemente, attraversati alcuni torrenti giungiamo all'alpe Ca' Preti 955 m, caratterizzata da una costruzione davvero un'unica nel suo genere, oltre ad avere una torre circolare su un lato, l'altra presumibilmente crollata, sulla facciata sono raffigurati alcuni dipinti in vistoso stato di deterioramento, oltre a una Madonna con Bambino, vi è anche Vittorio Emanuele II e Carlo Alberto.
Continuando arriviamo sulla sponda del torrente Chiappa, per passare sul lato opposto e riprendere il sentiero segnalato da un cartello, bisogna valutare bene dove attraversarlo, altrimenti si rischia di bagnarsi i piedi come ha fatto il sottoscritto... 
In pochi minuti arriviamo all'alpe Piana 960 m dove incontriamo il sentiero 373 che sale verso la Colma di Campertogno, la mulattiera dopo un paio di tornanti prosegue tranquillamente sulla sinistra del torrente, arrivati a una palina segnavia decidiamo di chiudere l'anello riprendendo il sentiero Finix, attraversato il torrente su un ponte iniziamo a salire, oltrepassata una baita isolata, pieghiamo a destra e in breve ci ritroviamo nel bosco,  poco dopo sbuchiamo all'alpe Cuna in Cima 785 m, attraversati i prati il sentiero prosegue in costa arrivando a una baita sommersa dalla vegetazione, perdendo quota scendiamo verso il vallone dove scorre il torrente Gula. Purtroppo da qui in poi non è più possibile continuare, uno smottamento sul lato opposto ne impedisce il proseguimento, in seguito mi sono informato che tale versante, essendo estremamente franoso richiederebbe degli esosi interventi economici per una sua messa in sicurezza definitiva, la soluzione sarebbe la costruzione di una passerella che, a causa della scarsità dei finanziamenti, non è si è potuta realizzare. Ritornati alla palina segnavia riprendiamo a scendere seguendo la mulattiera, attraversato il Sermenza su un ponte ad arco svoltiamo subito a sinistra e risalendo tra le case di Piaggiogna arriviamo sulla strada asfalta. Dopo circa 10-15 minuti accompagnati da un breve temporale primaverile arriviamo al parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto, prima di partire andiamo al bar dove ci concediamo una più che meritata bevuta...!!!
Itinerario ad anello su sentieri ormai quasi abbandonati, anche se comunque segnalati, gli alpeggi che abbiamo visitato sono ormai lasciati al loro destino, la montagna lentamente seguendo il suo lento ma inesorabile ritmo ne sta riprendendo possesso...
Malati di Montagna: Andrea, Simeone e Fabio

Colma Masset 1530 m by Simeone


Torre delle Giavine by Simeone


Alpe Ca' Preti


basta solamente qualche minuto...per poter essere felici...


dalla bocchetta di Scotto 1509 m


grafico altimetrico e traccia gps su Google Earth

giovedì 21 aprile 2011

Trova il tempo..

Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla Terra
È la musica dell'anima.

Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
È il segreto dell'eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.

Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E' la fonte della saggezza
E' la strada della felicità
E' il prezzo del successo.

Trova il tempo di fare la carità
E' la chiave del Paradiso. 

(Iscrizione trovata sul muro 
della Casa dei Bambini di Calcutta.)

Buona Pasqua

domenica 17 aprile 2011

Cima di Morissolo chiamato anche il Cervino di Cannero

La partenza di questa splendida escursione avviene dal caratteristico borgo di Oggiogno, percorriamo l’autostrada Voltri/Sempione fino all’uscita di Verbania-Pallanza, seguendo le indicazioni, oltrepassata Verbania continuiamo sulla SS34 verso Cannero, purtroppo la strada che normalmente collegava il paese da qualche anno non è più transitabile causa una frana caduta poco dopo la galleria, per raggiungere il paese bisogna percorrere la nuova strada di recente costruzione, dalla frazione di Cassino saliamo fino a Ponte da qui inizia la strada che purtroppo causa lavori in corso al momento che l'abbiamo effettuata era molto sconnessa e tortuosa, anche se asfaltata!!!
Oltrepassato Donego dopo pochi minuti arriviamo a Oggiogno 515 m, lasciamo l'auto nell'ampio parcheggio a sinistra a circa 100 m prima del paese, percorriamo la stretta viuzza centrale e dopo qualche decina di metri svoltiamo a sinistra in via Morissolo e seguendo le indicazioni dei cartelli segnavia iniziamo a salire a monte delle case. Al bivio proseguiamo a destra inoltrandoci in un bel bosco di castagni, sbuchiamo sui prati dell'alpe Ronno 780 m che raggiungiamo in breve. Arrivati al centro dell'alpeggio troviamo una fresca fontana con una bella cappella, andiamo a destra seguendo le indicazioni della palina segnavia, tralasciando il sentiero di sinistra per l'alpe Morissolo con il quale chiuderemo l'anello. Dopo pochi minuti ci ritroviamo sotto a una parete rocciosa da dove possiamo godere di una bella vista sulla valle sottostante dove scorre il Cannero, il sentiero inizia a salire ripidamente sulla dorsale senza un attimo di sosta, abbiamo notato al nostro passaggio che è stato recentemente ripulito e i segnavia erano sempre ben presenti. Alterniamo tratti allo scoperto, con altri nel bosco tra noccioli e qualche rara betulla, il percorso snodandosi principalmente in cresta offre panorami davvero unici, superati alcuni tratti rocciosi con l'aiuto delle mani arriviamo nell'unico tratto in piano dove ci soffermiamo un istante all'ombra delle betulle. Iniziamo a intravedere le tre croci poste a pochi metri sotto la cima. con un traverso sulla sinistra arriviamo a incrociare il sentiero delle gallerie che tralasciamo per continuare sulla destra seguendo i segnavia, in pochi minuti eccoci sul poggio panoramico dove sono state collocate tre grandi croci. Riprendiamo a salire arrivando in cima al Morissolo 1313 m, dove con l'aiuto di alcuni pannelli di osservazione riusciamo a riconoscere alcune delle cime che ci circondino, purtroppo causa una leggera foschia le montagne più lontane si fanno fatica a vederle. Dopo una doverosa pausa scendiamo sul lato opposto da dove siamo saliti, arrivati sulla strada sterrata seguendo le indicazioni arriviamo all'ingresso delle gallerie di una delle più importati postazioni della Linea Cadorna, collegate da una serie di tunnel carrabili si possono osservare tre "cannoniere" sotterranee e un osservatorio, tali opere sono state restaurate dal Comunità Montana dell'Alto Verbano, un sistema di illuminazione consente di percorrere i tratti dove la luce non arriva in tutta sicurezza. Per la via del ritorno seguiamo la strada Cadorna, dopo un curva prendiamo a sinistra il sentiero 5 per Ronno, perdiamo velocemente quota e arrivati in un tratto in piano continuiamo sulla destra, costeggiando un muretto a secco, in breve arriviamo all'alpe Morissolo 1090 m, uno splendido balcone sul Lago Maggiore. Oltrepassate le baite alla palina segnavia continuiamo verso Ronno, dopo una ripida discesa arriviamo ad alcune baite dove incontriamo alcune simpatiche caprette, da questo punto il percorso inizia un lungo traverso a sinistra alternando lunghi tratti in piano a ripide discese. Guadato un torrente raggiungiamo la zona di Pianezza in un bel bosco di betulle, incrociata la sterrata in breve arriviamo a Ronno dove ci accomodiamo accanto a una fontana per consumare il nostro fugace pranzo... Da qui fino a Oggiogno ripercorriamo il medesimo itinerario dell'andata, raggiunto il paese decidiamo di andare a vedere il torchio secolare, camminando tra le strette viuzze acciottolate ci sembra di varcare la soglia di un mondo antico, dove la modernità dei nostri giorni sembra non averlo intaccato, in breve arriviamo all'edificio al cui al suo interno c'è il torchio secolare. La sua costruzione risale al 1742 dai Terrieri di Oggiogno, l'enorme struttura (11 m di lunghezza per 8 t di peso) è stata ricavata da un tronco di castagno tagliato e squadrato attorno al quale fu costruito l’edificio in pietra, il meccanismo era azionato da una grossa vite di legno lavorata a mano, la gigantesca mole si alzava e si abbassava esercitando un’enorme pressione su un solido basamento nel quale erano poste le vinacce, cataletti ingegnosamente sistemati, conducevano il mosto in un unico condotto e da lì alla tinozza. Prima di tornare all'auto camminiamo ancora tra le case del paese, trovando angoli molto suggestivi, come la fontana quasi nascosta a cui ci si arriva sentendo il rumore dell'acqua o il sagrato della chiesa da dove si ha un bellissima visuale sul lago... escursione davvero molto bella, dove natura e storia sono a stretto contatto.
Malati di Montagna: Danilo e Fabio

le tre croci a pochi metri sotto la cima


cima Morissolo 1313 m


le caverne fortificate costruite tra il 1916 e il 1918


il torchio secolare di Oggiogno


alpe Morissolo un "balcone sul lago"


tra le strette vie di Oggiogno


grafico altimetrico e traccia gps su Google Earth

venerdì 15 aprile 2011

Byrds - Turn! Turn! Turn!

Per ogni cosa (gira! gira! gira!)
c'è la sua stagione,
ed un tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

Un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare
un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per ridere e un tempo per piangere

Per ogni cosa (gira! gira! gira!)
c'è la sua stagione,
ed un tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

Un tempo per costruire e un tempo per demolire
un tempo per ballare e un tempo per gemere
un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli

Per ogni cosa (gira! gira! gira!)
c'è la sua stagione,
ed un tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

Un tempo d'amore, un tempo d'odio
un tempo di guerra, un tempo di pace
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci

Per ogni cosa (gira! gira! gira!)
c'è la sua stagione,
ed un tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

Un tempo per vincere, un tempo per perdere
un tempo per stracciare, un tempo per cucire,
un tempo per amare, un tempo per odiare
un tempo per la pace, giuro che non è troppo tardi


domenica 10 aprile 2011

La lunga traversata in cresta dal Passo del Faiallo al Monte Beigua

...certamente uno dei tratti più suggestivi dell'Alta Via dei Monti Liguri, sia per la spettacolarità delle vedute che per il pregio ambientale e paesaggistico delle zone attraversate...

Era da tempo che volevo fare questa traversata, ma per vari motivi non ero mai riuscito ha effettuarla, oggi complice questa pausa di tempo quasi estivo con temperature superiori alla norma, decido insieme ad alcuni amici di compierla. Dall'autostrada A26 proseguiamo in direzione Alessandria/Genova fino all'uscita di Masone, attraversiamo il paese seguendo le indicazioni per il passo del Turchino, dopo la galleria con traffico controllato da un semaforo svoltiamo immediatamente a destra arrivando al passo del Faiallo 1061 m. L’auto la si può lasciare vicino all’area attrezzata stando attenti a non intralciare il traffico, ultimati i preparativi iniziamo ad avviarci percorrendo la carrareccia verso l'albergo del passo, da qui in poi per tutto il tragitto seguiremo i segnavia AV biancorossi, corrispondenti all’Alta Via dei Monti Liguri. Svoltiamo a destra su un'ampia traccia in discesa, entrando in un bel bosco di lecci e castagni, arrivati all'altezza di alcune case isolate nei pressi delle quali si trova una fontana, pieghiamo decisamente a sinistra iniziando a salire moderatamente e seguendo i segnavia arriviamo prima sul crinale e poi alle spalle del Monte Reixa. Continuando a destra ci fermiamo sovente ad ammirare il vastissimo panorama che si apre davanti ai nostri occhi, in successione tra innumerevoli saliscendi tocchiamo dapprima la Rocca Vaccaria 1167 m, poi la Rocca Crocetta 1071 m e in pochi minuti arriviamo ai piedi del rifugio Argentea che per ora ci lasciamo alle spalle. Sembra di camminare sul confine di due mondi, sul versante padano si alternano distese prative e boschi di faggi, mentre dal lato opposto verso il mare il paesaggio si presenta roccioso e aspro. Con il vento che ci accompagnerà per tutta la giornata, pensavano di vedere tutta la costa ligure e invece….un “mare” di nuvole ricoprirà per quasi tutto il giorno il “mare” sottostante…sempre di mare si tratta!!! Continuiamo seguendo l'Alta Via tra bellissime fioriture di erica, saliamo sulla Cima del Pozzo 1104 m e il successivo piccolo ricovero situato alle sue pendici, dopo una breve discesa iniziamo nuovamente a salire entrando in un fitto bosco e costeggiando il Bric Damè usciamo in un pianoro che percorriamo arrivando ad una palina segnavia. Scendiamo lungo un sentiero tortuoso che passa alla destra del Bric. Resunou, arrivati al passo Prato Ferretto 1091 m seguiamo la strada sterrata verso destra, percorrendo un aereo tratto che si affaccia prevalentemente sul mare. Passata la cappella degli Alpini in breve raggiungiamo la strada asfaltata nei pressi del Rifugio Pra Riondo 1110 m, seguendo i segnavia bianco-rossi percorriamo per alcuni minuti la strada. Ripreso sulla destra il sentiero arriviamo in vetta al Monte Beigua 1286 m, dove purtroppo causa alcuni ripetitori la vista è orrendamente rovinata, sulla cima è collocata la graziosa chiesetta della Regina Pacis. Ritornati al rifugio ci fermiamo per qualche istante a mangiare, per il ritorno seguiamo il medesimo itinerario dell'andata con la sola variante della salita alla cima Argentea 1082 m passando per l'omonimo rifugio, la classica ciliegina sulla torta...
L'itinerario non presenta particolari difficoltà, bisogna però avere già nelle gambe un po' di allenamento, visto il notevole sviluppo, possibilità di pernottamento al rifugio Pra Riondo, sempre aperto nei mesi di luglio e agosto.
Malati di Montagna: Franco, Luisa, Danilo e Fabio

Alta Via dei Monti Liguri un sogno...!!!


sotto le nuvole il mare...


verso il rifugio Argentea a Cima Pian di Lerca


Santuario Nostra Signora Regina Pacis
in cima al M. Beigua 1287 m


 lungo il sentiero...


Danilo in cima all'Argentea 1082 m


grafico altimetrico

traccia gps su Google Earth

domenica 3 aprile 2011

Al di fuori del tempo in Val Codera...

"Narra la leggenda che Dio, all’inizio della creazione, fosse ancora inesperto e non sapesse bene come dar vita alle montagne. Concentrò così in una piccola zona tutte le montagne più scoscese e i dirupi più ripidi nacque così la Val Codera, una delle valli più suggestive della Lombardia"

Dalla SS36 dello Spluga verso Chiavenna, arriviamo a Novate Mezzola 208 m, svoltiamo a destra e seguendo le indicazioni per il Municipio arriviamo al parcheggio dove lasciamo l'auto davanti alla Posta, Kira non vede l'ora di partire ma per lei oggi sarà una giornata davvero lunga e faticosa… Ci avviamo al vicino bar dove imbocchiamo sulla sinistra via Mezzolpiano, dopo pochi minuti arrivati all'incrocio con via Gioacchino Rossini, con la quale concluderemo l'anello, proseguiamo diritti arrivando in breve al piccolo parcheggio della frazione Mezzolpiano 316 m, dove naturalmente i posti sono già tutti occupati.  La mulattiera ha inizio sulla sinistra, alcuni cartelli avvisano sugli eventuali rifugi aperti (Osteria Alpina 825 m, Bresciadega 1214 m, Brasca 1304 m), accanto un pannello illustrata una cartina con i principali sentieri della zona. Un'interrotta gradinata scandisce la parte iniziale del percorso, anche se siamo appena all'inizio di aprile oggi fa decisamente caldo, durante il tragitto si incontrano alcune cappelle, durante le pause possiamo ammirare il sottostante lago di Mezzola e a sinistra il Legnone. Passiamo accanto a una vecchia cava e iniziamo un traverso particolarmente aereo ma comunque sicuro, dopo aver perso leggermente quota riprendiamo a salire arrivando alla frazione Avedée 790 m, da dove si inizia a intravedere il campanile e le sottostanti case di Codera. Accanto alla cappella di S. Antonio una fontana ci invita a fare una breve sosta, Kira naturalmente coglie l'occasione per darsi anche lei una rinfrescata...
Uscita dal bosco davanti a noi però ancora lontana iniziamo a vedere Codera, con alcuni tornanti scendiamo arrivando nei pressi di una tettoia paravalanghe, percorriamo un tratto in falsopiano fino ad una seconda tettoia sopra la quale scorrono alcune cascatelle, dopo una leggera salita raggiungiamo prima il cimitero e in breve Codera 825 m, a pochi metri, staccato dalla chiesa di S. Giovanni Battista, si staglia imponente il campanile. Passiamo tra le case e oltrepassate un paio di fontane arriviamo a incrociare il sentiero sulla destra per San Giorgio, con il quale chiuderemo l'anello al ritorno. Lasciato alle spalle il paese proseguiamo su una strada sterrata, lasciata a destra una diga poco più avanti all'altezza di una cappella abbandoniamo la sterrata per seguire a sinistra il sentiero segnalato su un sasso, arriviamo a un ponte, lungo e stretto, con due funi ai lati come protezione, dal lato opposto passiamo tra alcuni muretti a secco raggiungendo le case di Saline 1085 m.
Proseguendo iniziamo a inoltrarci nella parte superiore boscosa, ombreggiata ed estremamente riposante della valle, alle baite di Stoppadura 1214 m ci dissetiamo nei pressi di una fontana, in una giornata calda come oggi fermarsi a bere è davvero piacevole, ben presto arriviamo a Bresciadega 1214 m, le case sono tutte ben ristrutturate e sembrano che facciano parte di un bellissimo quadro, passiamo vicino all'omonimo rifugio che è chiuso e proseguendo in piano entriamo nuovamente nel bosco. Kira alla vista dell'ultima neve della stagione sembra avere una marcia in più e noi di conseguenza le stiamo dietro, attraversato un ponticello in pochi minuti eccoci al rifugio Brasca 1304 m, dedicato a Luigi Brasca uno dei maggiori all'alpinisti lombardi del primo Novecento, costruito nel 1933, fu distrutto durante la guerra e poi riedificato nel 1948, primo punto di sosta del celeberrimo Sentiero Roma il rifugio è sovrastato dalle imponenti pareti di granito della Sfinge e del Ligoncio. Per il ritorno ritorniamo fino a Codera, per poi continuare a sinistra seguendo le indicazioni sulla palina segnavia incontrata all'andata verso S. Giorgio, proseguendo in discesa sulla vecchia mulattiera attraversiamo la forra del torrente Codera su un bel ponte in pietra, dopo una breve salita eccoci a scavalcare il torrente Ladrogno su un secondo ponte ancora più bello e suggestivo, sopra a proteggere il viandante da vertigini o apparizioni malefiche, vi è posta una cappelletta. Si inizia a salire  ripidamente arrivati a un bivio tralasciamo a sinistra le indicazioni per il bivacco Castorate-Sempione e continuando a destra arriviamo alle baite di Cii 851 m, il sentiero prosegue ripido per poi trasformarsi in una carrareccia pianeggiante che segue una condotta idrica sulla sinistra orografica della valle. Tralasciando a sinistra la deviazione per Cola proseguiamo in un bosco di vecchi castagni secolari fino a incontrare sulla destra la deviazione per San Giorgio, la mulattiera scende nel'ombroso vallone di Revelaso, attraversiamo su grossi blocchi di pietra il torrente in secca e riprendendo a salire arriviamo al borgo di S. Giorgio 748 m. Facciamo una sosta alla bellissima fontana e prima di scendere andiamo a vedere la caratteristica chiesetta, seguendo le indicazioni passiamo dietro alle case del pese per poi seguire una mulattiera che scende a tornanti per un ripidissimo costone roccioso, con tratti aerei protetti da corrimani e ringhiere, alla fine raggiungiamo la sterrata di servizio a una cava, continuiamo a destra e attraversato un ponte raggiungiamo la strada asfaltata, proseguendo diritti tra le case incrociamo dopo pochi minuti Via Mezzolpiano, da dove scendiamo fino al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto. Il sole sta ormai per tramontare, la giornata è stata lunga e faticosa (1500 m di dislivello, oltre 8 ore di cammino), ma quando ci stringiamo la mano a fine giornata si legge chiaramente sui nostri volti la soddisfazione per aver compiuto un'escursione davvero fantastica sotto ogni punto di vista...
Grazie ai Malati di montagna che hanno condiviso questa giornata fantastica: Aldo. Danilo, Fabio, Lorenzo e la più brava di tutti Kira

la graziosa chiesetta di San Giorgio


antico ponte in pietra


qualcuno si diverte...


fa caldo e tutti abbiamo bisogno di rinfrescarci...!!!


pochi passi...e siamo arrivati...!!!


Aldo, Danilo, Fabio, Kira e Lorenzo


 traccia gps su Google Earth


grafico altimetrico