In Valle d'Aosta esistono luoghi poco conosciuti dal turismo di massa, ma che offrono a chi li frequenta momenti di assoluta contemplazione e dove si può ancora assaporare l'asprezza della montagna nella sua forma più vera, uno di questi è la Valpelline.
Dall'autostrada A5 esco alla barriera di Aosta Est, per poi seguire la strada regionale della Valpelline, dall'uscita del secondo tunnel seguo le indicazioni a destra per Bionaz, poco prima dell'abitato svolto a sinistra arrivando dopo qualche chilometro in località Ferrère 1691 m circa, lascio la macchina in uno slargo vicino ad una palina segnavia. Mi accorgo da subito che la temperatura è decisamente calata rispetto all'ultima volta, attorno le cime sono tutte ricoperte da un manto nevoso che risplende al sorgere del sole, mi avvio seguendo il sentiero n. 14 che mi accompagnerà fino al bivacco, scendo lungo la strada sterrata e passate le poche case di Puillayes arrivo al torrente Buthier che attraverso su un ponte 1622 m, sulla sinistra su un dosso sorge una graziosa cappella. Oltrepassata una casa monumentale, il cui trave di colmo è datato 1844, il sentiero inizia a salire moderatamente nel fitto bosco di abeti e larici, al primo bivio tralascio la deviazione a sinistra (bolli rossi) e continuo seguendo le frecce gialle, con alcuni lunghi tornanti guadagno quota, oltrepassato un cancello in legno continuo su un'ampia cengia verso l'ingresso della Comba des Montagnayes-Montagnaya.
Nei pressi di un torrente proseguo a sinistra seguendo le indicazioni della palina segnavia, dopo un ripido costone continuo in quota sul fianco di un canalone fino a raggiungerne il fondo, attraverso radi larici e pietraie passo vicino ad uno stagno e in breve arrivo ad una piccola depressione 2115 m, perdendo leggermente quota scendo verso il torrente Arbières, dalla palina segnavia mi tengo sul margine per qualche metro arrivando ad un guado segnalato da numerosi ometti, dalla parte opposta su un sasso è ben visibile il n. 14.
Il sentiero riprende incrociando quasi subito un paio di torrentelli, poco dopo uscito dal bosco mi ritrovo in un ambiente davvero suggestivo, riprendo a salire sulla sinistra seguendo il costone tra due torrenti, dopo aver attraversato uno di essi tra i pascoli ed alcune mucche dedite a brucare l'erba arrivo ai ruderi di Praz de Dieu 2277 m, ovvero "Prato di Dio, effettivamente la conca in cui mi trovo è splendida, oltre alle grandi vedute panoramiche con le cime imbiancate, si respira un'aria di pace e serenità, solo il suono dei campanacci delle mucche mi ricorda che la meta è ancora lontana...
Nei pressi di un torrente proseguo a sinistra seguendo le indicazioni della palina segnavia, dopo un ripido costone continuo in quota sul fianco di un canalone fino a raggiungerne il fondo, attraverso radi larici e pietraie passo vicino ad uno stagno e in breve arrivo ad una piccola depressione 2115 m, perdendo leggermente quota scendo verso il torrente Arbières, dalla palina segnavia mi tengo sul margine per qualche metro arrivando ad un guado segnalato da numerosi ometti, dalla parte opposta su un sasso è ben visibile il n. 14.
Il sentiero riprende incrociando quasi subito un paio di torrentelli, poco dopo uscito dal bosco mi ritrovo in un ambiente davvero suggestivo, riprendo a salire sulla sinistra seguendo il costone tra due torrenti, dopo aver attraversato uno di essi tra i pascoli ed alcune mucche dedite a brucare l'erba arrivo ai ruderi di Praz de Dieu 2277 m, ovvero "Prato di Dio, effettivamente la conca in cui mi trovo è splendida, oltre alle grandi vedute panoramiche con le cime imbiancate, si respira un'aria di pace e serenità, solo il suono dei campanacci delle mucche mi ricorda che la meta è ancora lontana...
Continuo arrivando a un piccolo colle dal quale il sentiero si immette nel vallone del Mont Dzalou, il sole sparisce oscurato da una grande parete di roccia, sembra d'aver varcato una linea di confine, tira un'aria gelida e man mano che salgo il terreno diventa sempre più rognoso, l'ultimo tratto oltre a essere ripido e anche ricoperto dalla neve, finalmente arrivo ad uno stretto intaglio ed ecco riapparire il sole, in alto sulla sinistra ai piedi della Becca di Luseney appare il bivacco C. Chentre - E. Bionaz a 2530 m, che raggiungo in pochi minuti. Inaugurato il 28 luglio di quest'anno il bivacco è nato grazie al sogno di un artista olandese Arjen Bakermans, sulla facciata e all'interno si possono ammirare alcune delle sue opere, dispone di 16 posti letto ed è a mio parere una piccola opera d'arte!!!
Dopo un fugace pranzo mi appresto a riprendere il percorso dell'andata, le previsioni davano un leggero peggioramento durante il pomeriggio, ma per mia fortuna il tempo reggerà benissimo sino all'auto, anzi mi sono concesso una pausa a Praz de Dieu sorseggiando un bicchiere di tè caldo e facendomi accarezzare da una leggera brezza...
In conclusione una gran bella giornata, il dislivello è di circa 1000 m calcolando i vari saliscendi, i tempi segnati sulle paline segnavia a mio modesto parere sono leggermente esagerati, per cui non fatevi spaventare, prendetevela con la dovuta calma e vedrete anche voi come la montagna vi può regalare momenti indimenticabili!!!
Malati di Montagna: Fabio
bivacco Chentre-Bionaz 2530 m
Praz de Dieu ovvero "Prato di Dio"
opera d'arte della natura...
...opere d'arte all'interno del bivacco
...contemplazione..riflessione..
Nessun commento:
Posta un commento