Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Voi ammirate l'uomo che si spinge avanti, verso la cima, in ogni campo della vita, mentre noi ammiriamo l'uomo che abbandona il suo ego.
Sette anni in Tibet

domenica 3 ottobre 2010

nel cuore della Grigne....al rifugio Elisa 1513 m

Da Lecco costeggiamo il lago sulla provinciale 72, usciti a Mandello del Lario, proseguiamo fino ad arrivare alla rotonda vicino allo stabilimento della mitica Moto Guzzi, giriamo a destra e seguendo le indicazioni arriviamo a Rongio 395 m. Lasciata l'auto nel parcheggio accanto al campo sportivo raggiungiamo la piazzetta del paese, proseguiamo per via Rossana dove troviamo subito un palo segnavia, senza possibilità di sbagliare seguiamo a sinistra l'ampia carrareccia selciata contrassegnata con il n. 14 e 18, dapprima in piano e poi in leggera salita arriviamo alla fontana della Cascina Sassino 421 m. Continuiamo nel bosco alternando visioni sulla vicina Val d'Era, entriamo ora nella stretta valle del Fium d'Ora passando su un ponte, con media pendenza arriviamo ad un acquedotto e successivamente attraversate alcune vallette arriviamo nella stretta gola scavata dal torrente Méira dove termina la carrareccia. Arrivati sulla sponda opposta aiutati da un ponte di ferro iniziamo a salire sul sentiero gradinato, dopo pochi minuti una deviazione sulla destra conduce all'acquedotto imbrigliante della sorgente dell'Acqua Bianca con accanto una splendida cascata, consiglio assolutamente questa breve deviazione. Riprendiamo la salita e con una serie di ripide serpentine raggiungiamo la Ferrera o Grotta del Rame 590 m, questo è il punto centrale dell'anello che andremo a fare, dopo esserci dissetati alla fontana tralasciamo a sinistra il segnavia 18 e continuiamo sulla destra attraversando alcuni canali, dopo un breve tratto protetto da una ringhiera passiamo accanto ad alcune sorgenti, risaliti alcuni stretti tornanti riprendiamo fiato in un tratto in piano che ci conduce nel Canalone dei Medi Lunghi 880 m. Sul versante opposto riprendiamo la salita sempre su gradinato entrando nuovamente nel bosco, un'altra sequenza di tornati ci riporta nuovamente fuori dagli alberi, siamo a circa 1040 m, purtroppo il panorama sul Sasso Cavallo, sul Sasso Carbonari e sulla Cresta Federazione è parzialmente coperto dalle nuvole, ma l'ambiente attorno è ugualmente di grande fascino, siamo entrati nell'anfiteatro dolomitico delle GRIGNE...Superato un bivio riprendiamo a salire ripidamente su uno sperone erboso oltre il quale con diminuita pendenza raggiungiamo il fondo  d'una valle, risalita la zona dei Valisei arriviamo a una zona rocciosa che superiamo su di una cengia, superata una successiva valletta erbosa arriviamo in fondo alla Val Cassina 1250 m. Dopo un tratto tra l'erba  ed aggirati alcuni costoni arriviamo ad un bivio 1290 m, tralasciando per ora la deviazione per La Gardata poco dopo arriviamo al baitello restaurato dell'Aser, il sentiero prosegue per un breve tratto in piano e superato uno sperone giunge sul fondo della sassosa Val delle Bedole 1350 m, l'attraversiamo con alcuni saliscendi arrivando ad un dosso. Perdiamo quota leggermente e attraversata una valletta, iniziamo a risalire il versante opposto tra blocchi rocciosi, passato un canale arriviamo nella Val del Ghiaccio 1410 m, in effetti tanto caldo non fa di sicuro!!! Con una ripida salita tra gli alberi passiamo a monte di un baitello, aggirato l'ennesimo sperone risaliamo un stretta valletta con alcuni tornantini, ed ecco apparirci all'improvviso il rifugio, arrivati al fondo della Valle del Cornone in pochi minuti raggiungiamo il terrazzo del rifugio Elisa 1513 m.
Il piccolo rifugio deve il suo nome a quello della figlia di Evangelista Ferrario, socio del CAI Mandello che donò alla sezione il terreno su cui costruirlo.
I lavori iniziarono nel 1926 e furono ultimati a tempo di record, l'anno successivo il rifugio fu inaugurato alla presenza delle massime autorità del Club Alpino Italiano. La strategica posizione dell'edificio fece sì che durante la guerra partigiana diventasse un'importante base d'appoggio, durante un rastrellamento nel novembre del 1944 fu dato alle fiamme e distrutto, ma già nel 1947 fu ricostruito per riprendere la sua pacifica attività (telefono 0341 735649 - posti letto 23). Dopo esserci riposati e aver pranzato ripartiamo, giunti di nuovo al bivio vicino al baitello dell'Aser a 1290 m circa, abbandoniamo il percorso fatto al mattino e seguiamo le indicazioni a destra per La Gardata segnavia n. 20, percorriamo un tratto in piano fino ad un successivo bivio, tralasciamo la deviazione a destra per il Canalone di Val Cassina, il sentiero ora diviene strettissimo, passiamo accanto a una baita per poi iniziare a salire fino alla Sella della Pertica 1318 m. Seguendo i segni di vernice gialli iniziamo a scendere, questo è l'unico tratto dove bisogna prestare un po' di attenzione, il ripido sentiero scende praticamente in modo diretto dallo sperone erboso dello Zucco di Pissavacca, giunti fuori dal bosco in breve arriviamo ai prati dove sorge La Gardata 1042 m. Eletta sede del comando della brigata Cacciatori delle Grigne (poi 89a Poletti), durante un rastrellamento nel 1944 venne data alle fiamme, i partigiani che erano al suo interno però avverti da alcuni compagni provenienti da Santa Maria riuscirono a fuggire. Accanto alla fontana seguiamo il sentiero n. 18 indicato da un palo segnavia, con alcuni tornati perdiamo subito quota, attraversato il colatoio della Valle di Pissavacca il percorso ora scende con più moderazione, al seguente bivio continuiamo seguendo le indicazioni per Rongio, rimaniamo meravigliati dell'ottimo stato conservativo della mulattiera selciata che con una serie di tornanti sostenuti da possenti muri a secco scende fino ad arrivare di nuovo alla Ferrera. Da qui riprendiamo il medesimo percorso fatto al mattino, arrivati alla piazzetta di Rongio facciamo una visita alla piccola chiesetta di Sant'Antonio, poi soddisfatti della giornata trascorsa raggiungiamo il parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto.
Bellissimo itinerario ad anello nel cuore dell'anfiteatro dolomitico lombardo, il dislivello anche se è di 1200 m si svolge in gran parte su buoni sentieri e bellissime mulattiere sempre ben segnalati.
Malati di montagna: Danilo e Fabio

angoli nascosti che aspettano solo di essere scoperti...


stiamo per varcare l'anfiteatro dolomitico lombardo...


guglie...pinnacoli...spuntano tra le nuvole...


...eccoci al rifugio Elisa 1513 m





Nessun commento:

Posta un commento