Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.
Renato Casarotto

Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, per chi non prevarica con il proprio io la loro esistenza e armonia.
Mario Rigoni Stern

venerdì 19 marzo 2010

Il primo non si dimentica mai...

Mentre sfogliavo i vecchi album fotografici, fino a qualche anno fa' prima dell'avvento delle digitali si stampavano su carta centinaia di fotografie, creando album meravigliosi, oggi non è più così, si scattano molte più foto e poi si archiviano sul computer, dimenticando talvolta di averle!!!
Mentre sfoglio un album ecco che mi appaiono le immagine del mio primo trekking di più giorni, quanti anni sono passati dal 2001, quante suole di scarponi consumate, quanta gente che ho conosciuto, quanti luoghi che ho visto, ma quel lontano luglio insieme all'amico Giorgio non lo potrò mai dimenticare. Di seguito metto le tappe in sintesi, non le descrivo perché sono passati diversi anni e la memoria non è più quella di una volta... e poi a dirla tutta preferisco custodirli dentro di me, come un piccolo tesoro, ma che per me ha un gran valore!!!
Trekking Parco Nazionale della Vanoise
dal 7 luglio al 12 luglio 2001
1 giorno
da Sardières 1498 m a Refuge de Plan Sec 2320 m
2 giorno
dal Refuge de Plan Sec 2320 m al Refuge Peclet-Polset 2533 m
3 giorno
dal Refuge Peclet-Polset 2533 m al Refuge de la Valette 2590 m
4 giorno
dal Refuge de la Valette 2590 m al Refuge de Col de la Vanoise
5 giorno
dal Refuge de Col de la Vanoise al Refuge de l'Arpont 2309 m
6 giorno
dal Refuge de l'Arpont 2309 m a Sardières 1498 m

2 commenti:

  1. bellissimi ricordi che resteranno per sempre. Il mio primo trekking è stato "l'Alta Via delle Alpi Carniche" e risale ormai al 1990. Cinque giorni tra natura e storia che non dimenticherò mai. Ogni tanto guardo le foto e non posso che apprezzare tutto questo. Una delle mie più grandi soddisfazioni è stata poi la nostra pubblicazione sulla rivista del Trekking. Facciamo bene a farne tesoro.

    Ciao
    Luca

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  2. Fabio, condivido in pieno quanto affermi. L'avvento del digitale nella fotografia, così come nella letteratura, toglie un po' il gusto di "palpare" le nostre immagini oppure i nostri libri che, spesso, oltre ad essere archiviati su un freddo hard disk, vengono anche dimenticati. E' lo scotto che dobbiamo pagare per questa inarrestabile corsa all'ultima futuristica tecnologia che, seppure oggi fondamentale nel quotidiano, purtroppo, altrettanto spesso, ci allontana da un rapporto umano vero, semplice e sincero con gli altri e con le cose che ci circondano. Nonostante tutto, come diceva il Grande Carlo Sgorlon nel bel libro "La conchiglia di Anataj": tutto ciò che possediamo di importante l'abbiamo con noi:

    "...le gambe, piene di voglia di camminare;
    ...in gola la voce per potermi rivolgere a chiunque;
    ...le mani, desiderose di lavorare.
    Avevo con me tutto ciò che mi serviva!"

    E allora, ancora una volta, l'importante non è tanto la tecnologia d'ultimo grido ma, semplicemnete, NOI STESSI!

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